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Notizie brevi 23/01/2004

IN INGHILTERRA LE CARCERI SONO PIENE DI AUTOMOBILISTI. PERO’ GLI INCIDENTI E LE MORTI SULLE STRADE SONO CALATE DEL 50% (DIO SALVI LA REGINA!)

 
IN INGHILTERRA LE CARCERI SONO PIENE DI AUTOMOBILISTI.
PERO’ GLI INCIDENTI E LE MORTI SULLE STRADE SONO CALATE DEL 50% (DIO SALVI LA REGINA!)
(ASAPS) LONDRA - Nelle carceri britanniche, così come rivelato da una statistica europea appena pubblicata e di cui si è occupato ieri il TG1, ci sono più automobilisti pirati che ladri: insomma ne spedisce in galera più il volante che il piede di porco, come ha raccontato il corrispondente da Londra della Rai Mario Caprarica. Secondo il servizio prigioni di Sua Maestà, infatti, ci sono oggi in galera 15.300 persone finite in manette per reati connessi alla circolazione, contro 10.178 i individui dal grimaldello facile. Un terzo di questi vivono a pane ed acqua a causa di crimini considerati gravissimi dal codice penale del Regno Unito, sulla cui applicazione i giudici inglesi sono noti per l’incredibile inflessibilità: stiamo parlando di omicidi colposi, di lesioni colpose, di guide sotto l’effetto di alcool o stupefacenti. Ne restano fuori 10.269, con la palla serrata al piede da Scotland Yard per condanne seguenti a "discussioni di parcheggio" e "multe non pagate". Incredibile. E comunque sono sempre più dei 10.178 cittadini condannati per il reato contro il patrimonio più semplice, il furto. Certo, sembra difficile da credere che nella evolutissima Gran Bretagna si possa finire al fresco per un divieto di sosta non pagato e su cui i giudici preferiscono applicare la misura detentiva piuttosto che l’affidamento ai servizi sociali o pesanti sanzioni pecuniarie, del resto previste dalla legge. Infastidito dalla vocazione alla condanna facile delle toghe d’ermellino e dei parrucconi biondi, il direttore carcerario della regina contesta la severità dei giudici e si appella alle misure alternative, ottenendo per tutta risposta dalla magistratura giudicante "che non c’è alternativa all’applicazione ferrea della legge". C’è da divertirsi davvero al solo pensiero di quello che accadrebbe in Italia, dove la tendenza è completamente opposta e dove la carenza legislativa in materia di reati stradali è comunque - in un eccesso di garantismo o in una sorta di mancata comprensione del fenomeno - cronica. Tempi duri per gli automobilisti inglesi, dunque, sorvegliati da milioni di telecamere (e vi garantiamo che non è un eufemismo) e da migliaia di pattuglie spedite in carreggiata per porre fine alla strage continua che insanguinava la rete viaria inglese, e che oltre alla vigilanza stradale hanno riportato sicurezza anche da un punto di vista della lotta alla microcriminalità. In effetti in dieci anni di lotta, la polizia inglese ha quadruplicato il numero di automobilisti in carcere per reati stradali, mentre è dimezzato il numero di ladri (e, pare, anche quello dei furti). Dimenticavamo: sono diminuiti del 50% anche gli incidenti. Dio salvi la regina. (ASAPS)
Venerdì, 23 Gennaio 2004
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