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INGHILTERRA LE CARCERI SONO PIENE DI AUTOMOBILISTI. PERO’ GLI INCIDENTI E LE MORTI SULLE STRADE SONO CALATE DEL 50% (DIO SALVI LA REGINA!) |
(ASAPS)
LONDRA - Nelle carceri britanniche, così come rivelato da una statistica
europea appena pubblicata e di cui si è occupato ieri il TG1, ci
sono più automobilisti pirati che ladri: insomma ne spedisce in
galera più il volante che il piede di porco, come ha raccontato
il corrispondente da Londra della Rai Mario Caprarica. Secondo il servizio
prigioni di Sua Maestà, infatti, ci sono oggi in galera 15.300
persone finite in manette per reati connessi alla circolazione, contro
10.178 i individui dal grimaldello facile. Un terzo di questi vivono a
pane ed acqua a causa di crimini considerati gravissimi dal codice penale
del Regno Unito, sulla cui applicazione i giudici inglesi sono noti per
l’incredibile inflessibilità: stiamo parlando di omicidi colposi,
di lesioni colpose, di guide sotto l’effetto di alcool o stupefacenti.
Ne restano fuori 10.269, con la palla serrata al piede da Scotland Yard
per condanne seguenti a "discussioni di parcheggio" e "multe
non pagate". Incredibile. E comunque sono sempre più dei 10.178
cittadini condannati per il reato contro il patrimonio più semplice,
il furto. Certo, sembra difficile da credere che nella evolutissima Gran
Bretagna si possa finire al fresco per un divieto di sosta non pagato
e su cui i giudici preferiscono applicare la misura detentiva piuttosto
che l’affidamento ai servizi sociali o pesanti sanzioni pecuniarie, del
resto previste dalla legge. Infastidito dalla vocazione alla condanna
facile delle toghe d’ermellino e dei parrucconi biondi, il direttore carcerario
della regina contesta la severità dei giudici e si appella alle
misure alternative, ottenendo per tutta risposta dalla magistratura giudicante
"che non c’è alternativa all’applicazione ferrea della legge".
C’è da divertirsi davvero al solo pensiero di quello che accadrebbe
in Italia, dove la tendenza è completamente opposta e dove la carenza
legislativa in materia di reati stradali è comunque - in un eccesso
di garantismo o in una sorta di mancata comprensione del fenomeno - cronica.
Tempi duri per gli automobilisti inglesi, dunque, sorvegliati da milioni
di telecamere (e vi garantiamo che non è un eufemismo) e da migliaia
di pattuglie spedite in carreggiata per porre fine alla strage continua
che insanguinava la rete viaria inglese, e che oltre alla vigilanza stradale
hanno riportato sicurezza anche da un punto di vista della lotta alla
microcriminalità. In effetti in dieci anni di lotta, la polizia
inglese ha quadruplicato il numero di automobilisti in carcere per reati
stradali, mentre è dimezzato il numero di ladri (e, pare, anche
quello dei furti). Dimenticavamo: sono diminuiti del 50% anche gli incidenti.
Dio salvi la regina. (ASAPS)
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