ALLARME TRENTINO ALTOADIGE: IL 54% DEI GIOVANI NON SUPERA L’ALCOLTEST |
(ASAPS)
TRENTO - C’è un nuovo allarme alcol in Italia, stavolta dal capoluogo
trentino, dove la "contaminazione" da alcol tra i giovani ha
raggiunto dati davvero preoccupanti. Il grido giunge dalla presidenza
del Consorzio dei Comuni, per bocca del vicario Renzo Anderle, sulle pagine
del quotidiano atesino L’Adige."Non si può risolvere il problema
con il proibizionismo - ha detto Anderle - ma neanche favorire il consumo
di queste sostanze. E invece, sul nostro territorio, ci troviamo, nostro
malgrado, a dovere autorizzare le feste della birra e iniziative analoghe".Il
teorema dell’allarmato esponente delle istituzioni è condiviso
dall’Associazione auto mutuo aiuto, il cui presidente Stefano Bertoldi
attribuisce all’elevato uso di alcol fra i giovani a forte incidenza di
incidenti stradali, attribuendogli anche una notevole percentuale di risse,
lesioni personali, incidenti sul lavoro, violenze sessuali con valori
superiori al 50% citando a fonte l’istituto Negri di Milano.
L’Ama, in Trentino, è stata compartecipe in un’indagine che potremmo definire epidemiologica dell’assunzione di alcol: nel primo anno di attività sono stati contattati più di 1500 giovani, su cui è stato eseguito rilievi sull’alcolemia e a cui sono stati posti questionari di autovalutazione. Fra il 31 gennaio e l’11 agosto 2003 i questionari esaminati sono stati 957, compilati da giovani (86,3% maschi e 13,7% femmine) in una fascia d’età fra i 15 e i 30 anni. Il 54% dei ragazzi contattati ha fatto registrare un dato superiore al valore legale per la guida. A parziale conforto è doveroso riportare che circa la metà dei giovani avrebbe capito la lezione ed avrebbe "promesso" di non ricadere nell’errore. Di più: una volta compresa lòa gravità dell’errore i giovani pentiti hanno dichiarato di non volere mettersi alla guida del mezzo. I giovani sono stati avvicinati all’esterno di discoteche e pub, in collaborazione con i gestori e le forze di polizia. Bertoldi punta però il dito contro l’amministrazione pubblica, colpevole - a suo dire - "di non voler perseguire un’azione di reale controllo e quindi di depotenziamento del fenomeno della guida in stato di ebbrezza. Infatti la possibilità di incappare in un controllo attraverso la prova alcolimetrica da parte delle forze dell’ordine è quasi nulla. Io stesso posseggo la patente da 22 anni ed esercito un lavoro che mi fa percorrere più di 40.000 chilometri all’anno e non sono mai stato fermato per eseguire l’alcoltest". L’invito è rivolto anche alle forze dell’ordine. Secondo il responsabili dell’Ama è necessaria la formazione a scuola, in famiglia e nelle associazioni sportive. "Stati europei come Germania, Inghilterra e Francia dimostrano che un’azione di verifica sul territorio paga in termini di sicurezza traducendosi in una diminuzione di incidenti stradali e risse" (ASAPS). |