"E
bevila,bevila,bevila!!"
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"Prenda
la biciera in man e bevila, bevila bevila!! E l’ha bevuta tutta e
non gli ha fatto male, è l’acqua che fa male, il vino fa cantar!"
Il ritornello di una canzone popolare trevigiana fotografa meglio di qualunque
analisi sociologica l’atteggiamento dei veneti nei confronti dell’alcol.
Da sempre si dice che "l’ombra di vino" faccia parte della
cultura nel nord est, ora diventato il ricco nord-est. Si perché,
oltre alle tradizioni ora si aggiungono anche il benessere e le moderne
malattie che ne susseguono. L’ansia, la depressione, il disagio giovanile
sembrano essere le nuove motivazioni che spingono gli italiani e in particolare
i giovani verso l’alcol. Il professor Enrico Tempesta, Presidente
del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Permanete sui giovani
e l’alcol, spiega: "chi abusa dell’alcol, anche con una
certa assiduità lo fa per una sorta di autoproduzione del piacere,
perché vive in forma esasperata un disagio umano e sociale".
Il Veneto conferma questa tendenza. Recenti indagini verificano l’aumento
dell’uso di sostanze alcoliche e gli esperti attribuiscono le cause
alla cosiddetta "cultura del bere" e al benessere economico
diffuso. I dati sui consumi relativi ai giovani veneti si distaccano,
purtroppo in aumento, dalla media nazionale. Secondo un’indagine
effettuata dalla Regione Veneto dal titolo "i giovani e gli adulti
veneti di fronte alle droghe" risulta che quasi tutti i ragazzi,
studenti e lavoratori (circa il 90%), abbiano bevuto sostanze alcoliche
negli ultimi dodici mesi e quasi uno su due (circa il 40%) dichiara di
consumare abitualmente (più di 20 volte nell’ultimo anno)
tali sostanze. Anche gli abusi di alcol sono frequenti. In base alla stessa
indagine, un giovane veneto su due dichiara di avere "ecceduto nei
consumi" almeno una volta nei tre mesi precedenti. La dott.ssa Patrizia
Riscica, responsabile del Servizio alcologia del Sert di Treviso, confermando
la tendenza dei giovani ad abusare di alcol, sottolinea la mancanza di
consapevolezza della dannosità che tale abitudine può provocare.
La provincia di Treviso da molto tempo condivide con altre città,
più popolose, il triste primato di mortalità sulle strade.
Tra le cause principali dei decessi c’è la guida in stato
di ebbrezza. Gli incidenti coinvolgono tutte le classi sociali e tutte
le fasce di età, gli under 30 però sono i più colpiti,
considerando che l’incidente stradale rappresenta la principale causa
di morte. Abbiamo deciso per questo di conoscere meglio la realtà
trevigiana. "A Treviso - continua la dott.ssa Riscica - domina
il concetto positivo del bere, chi beve è forte, è un macho.
Solo chi "ha fisico" può bere". Anche a Treviso
il malessere sociale e il contesto culturale sono considerati le due cause
principali. Ogni anno, per esempio, una manifestazione considerata "culturale"
chiamata "Ombralonga", prevede un tour fra stand enologici e
come premio si riceve una tazza dove versare il vino. Solo in questi ultimi
anni qualcuno ha espresso delle critiche al riguardo. I giovani trevigiani
iniziano a bere molto presto, qualcuno già a 12 anni. Diversamente
dai loro nonni che andavano nelle osterie per giocare a carte, preferiscono
bere nei fine settimana, recuperando il tempo perso nei giorni lavorativi.
L’uso, o per meglio dire l’abuso, di alcol si concentra il venerdì
e il sabato sera, prima, durante e dopo la discoteca per chi ci va, altrimenti
come passatempo per la serata. Le bevande preferite sono la birra e i
superalcolici, alle quali il più tradizionale vino cede il passo.
Le ragazze non vogliono essere da meno rispetto ai maschi neanche in questo
campo. Anche per loro le bevande preferite sono i superalcolici e la birra.
Le ragazze spesso non sanno che "gli effetti sul loro corpo -
ribadisce la dott.ssa Riscica - sono peggiori rispetto al maschio perché
avendo meno massa muscolare, hanno meno sangue e di conseguenza reggono
meno l’alcol". In base alle statistiche nazionali, il gentil
sesso è considerato il miglior guidatore, gli incidenti provocati
e le infrazioni per guida in stato di ebbrezza sono minori. Questo vale
anche per la provincia di Treviso, ma il dato, secondo la responsabile
del Sert trevigiano, non implica un uso minore di sostanze alcoliche.
La considerazione che il maschio guidi meglio e il protrarsi della tradizione
cavalleresca porta le ragazze ad essere accompagnate in macchina e quindi,
non guidando, non vengono controllate dalle forze dell’ordine. Anche
per loro come per i coetanei maschi, il senso di pericolo nel guidare
in condizioni psicofisiche non adeguate o la consapevolezza di poter arrecare
danni alle cose o alle persone è molto basso o addirittura inesistente.
"In base alla mia esperienza - continua la dott.ssa Patrizia
Riscica - i ragazzi a cui è stata ritirata la patente per
guida in stato di ebbrezza si considerano degli sfortunati e pensano che
la pena sia esagerata rispetto al comportamento avuto".La ricerca
della Regione Veneto ha evidenziato che circa un quarto dei giovani ha
avuto incidenti stradali negli ultimi 12 mesi. Il 15% ha dichiarato di
avere guidato in stato di ebbrezza una o più volte negli ultimi
tre mesi e quasi un quarto ha viaggiato come passeggero in una macchina
alla cui guida c’era una persona poco lucida. |