Sabato 11 Gennaio 2025
area riservata
ASAPS.it su
Articoli 06/05/2003

"E bevila,bevila,bevila!!"

I giovani e l’alcol a Treviso

"E bevila,bevila,bevila!!"
I giovani e l’alcol a Treviso


di Angelo Brunello

"Prenda la biciera in man e bevila, bevila bevila!! E l’ha bevuta tutta e non gli ha fatto male, è l’acqua che fa male, il vino fa cantar!" Il ritornello di una canzone popolare trevigiana fotografa meglio di qualunque analisi sociologica l’atteggiamento dei veneti nei confronti dell’alcol. Da sempre si dice che "l’ombra di vino" faccia parte della cultura nel nord est, ora diventato il ricco nord-est. Si perché, oltre alle tradizioni ora si aggiungono anche il benessere e le moderne malattie che ne susseguono. L’ansia, la depressione, il disagio giovanile sembrano essere le nuove motivazioni che spingono gli italiani e in particolare i giovani verso l’alcol. Il professor Enrico Tempesta, Presidente del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Permanete sui giovani e l’alcol, spiega: "chi abusa dell’alcol, anche con una certa assiduità lo fa per una sorta di autoproduzione del piacere, perché vive in forma esasperata un disagio umano e sociale". Il Veneto conferma questa tendenza. Recenti indagini verificano l’aumento dell’uso di sostanze alcoliche e gli esperti attribuiscono le cause alla cosiddetta "cultura del bere" e al benessere economico diffuso. I dati sui consumi relativi ai giovani veneti si distaccano, purtroppo in aumento, dalla media nazionale. Secondo un’indagine effettuata dalla Regione Veneto dal titolo "i giovani e gli adulti veneti di fronte alle droghe" risulta che quasi tutti i ragazzi, studenti e lavoratori (circa il 90%), abbiano bevuto sostanze alcoliche negli ultimi dodici mesi e quasi uno su due (circa il 40%) dichiara di consumare abitualmente (più di 20 volte nell’ultimo anno) tali sostanze. Anche gli abusi di alcol sono frequenti. In base alla stessa indagine, un giovane veneto su due dichiara di avere "ecceduto nei consumi" almeno una volta nei tre mesi precedenti. La dott.ssa Patrizia Riscica, responsabile del Servizio alcologia del Sert di Treviso, confermando la tendenza dei giovani ad abusare di alcol, sottolinea la mancanza di consapevolezza della dannosità che tale abitudine può provocare. La provincia di Treviso da molto tempo condivide con altre città, più popolose, il triste primato di mortalità sulle strade. Tra le cause principali dei decessi c’è la guida in stato di ebbrezza. Gli incidenti coinvolgono tutte le classi sociali e tutte le fasce di età, gli under 30 però sono i più colpiti, considerando che l’incidente stradale rappresenta la principale causa di morte. Abbiamo deciso per questo di conoscere meglio la realtà trevigiana. "A Treviso - continua la dott.ssa Riscica - domina il concetto positivo del bere, chi beve è forte, è un macho. Solo chi "ha fisico" può bere". Anche a Treviso il malessere sociale e il contesto culturale sono considerati le due cause principali. Ogni anno, per esempio, una manifestazione considerata "culturale" chiamata "Ombralonga", prevede un tour fra stand enologici e come premio si riceve una tazza dove versare il vino. Solo in questi ultimi anni qualcuno ha espresso delle critiche al riguardo. I giovani trevigiani iniziano a bere molto presto, qualcuno già a 12 anni. Diversamente dai loro nonni che andavano nelle osterie per giocare a carte, preferiscono bere nei fine settimana, recuperando il tempo perso nei giorni lavorativi. L’uso, o per meglio dire l’abuso, di alcol si concentra il venerdì e il sabato sera, prima, durante e dopo la discoteca per chi ci va, altrimenti come passatempo per la serata. Le bevande preferite sono la birra e i superalcolici, alle quali il più tradizionale vino cede il passo. Le ragazze non vogliono essere da meno rispetto ai maschi neanche in questo campo. Anche per loro le bevande preferite sono i superalcolici e la birra. Le ragazze spesso non sanno che "gli effetti sul loro corpo - ribadisce la dott.ssa Riscica - sono peggiori rispetto al maschio perché avendo meno massa muscolare, hanno meno sangue e di conseguenza reggono meno l’alcol". In base alle statistiche nazionali, il gentil sesso è considerato il miglior guidatore, gli incidenti provocati e le infrazioni per guida in stato di ebbrezza sono minori. Questo vale anche per la provincia di Treviso, ma il dato, secondo la responsabile del Sert trevigiano, non implica un uso minore di sostanze alcoliche. La considerazione che il maschio guidi meglio e il protrarsi della tradizione cavalleresca porta le ragazze ad essere accompagnate in macchina e quindi, non guidando, non vengono controllate dalle forze dell’ordine. Anche per loro come per i coetanei maschi, il senso di pericolo nel guidare in condizioni psicofisiche non adeguate o la consapevolezza di poter arrecare danni alle cose o alle persone è molto basso o addirittura inesistente. "In base alla mia esperienza - continua la dott.ssa Patrizia Riscica - i ragazzi a cui è stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza si considerano degli sfortunati e pensano che la pena sia esagerata rispetto al comportamento avuto".La ricerca della Regione Veneto ha evidenziato che circa un quarto dei giovani ha avuto incidenti stradali negli ultimi 12 mesi. Il 15% ha dichiarato di avere guidato in stato di ebbrezza una o più volte negli ultimi tre mesi e quasi un quarto ha viaggiato come passeggero in una macchina alla cui guida c’era una persona poco lucida.
"E bevila, bevila, bevila!!!!"



di Angelo Brunello

da "Il Centauro" n. 76
Martedì, 06 Maggio 2003
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK