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(ASAPS)
BOLZANO- A settembre sembrava che dietro l’omicidio di Paul Weiss (37
anni) ci fosse solo un regolamento di conti tra balordi appartenenti a
bande di biker: letteralmente "motociclisti", ma nello slang
delle dueruote si usa per indicare membri di motoclub di custom o chopper)
. In realtà quel colpo di pistola esploso a sangue freddo da Hubert
Wieser (31 anni) nell’autunno scorso a Lana, vicino a Bolzano, aveva lasciato
qualche dubbio nella testa degli investigatori della Polizia di Stato
del commissariato e della questura di Bolzano. Dubbi che sono divenuti
certezze col passare dei mesi e con i riscontri giunti da pedinamenti
e intercettazioni, fino all’esecuzione, avvenuta all’alba, di ordinanze
di custodia cautelare e decreti di perquisizione in mezza Italia. Alla
fine sono finiti in carcere due biker di La Spezia, uno di Cuneo ed uno
di Vicenza nell’ambito di quella che col tempo è divenuta una vera
e propria operazione di polizia volta a contrastare il fenomeno delle
bande di motociclisti. In tutto sono state 12 le città peninsulari
ad essere state svegliate, all’alba, dal corri corri di volanti e personale
in borghese impegnato in 51 perquisizioni domiciliari nei confronti di
appartenenti alle due bande rivali denominate "Hell’s Angels"
(Angeli dell’Inferno) e "Bandidos": alla fine la quantità
di fucili, pistole, munizioni da guerra, esplosivo, coltelli, accette
balestre, spray paralizzante e giubbotti antiproiettile, oltre all’immancabile
cocaina, benzina per quei motori fumanti che certi delinquenti hanno al
posto del cervello, è impressionante. Così tanto da indurre
il procuratore altoatesino Tarfusser a proseguire nelle indagini, divenute
estremamente complesse alla luce anche degli ultimi elementi acquisiti;
al punto che per dirimere la questione tra i biker serviranno, pare, quantità
industriali di manette.
Il fenomeno della violenza tra bande di motociclisti, nato negli Stati Uniti, è balzato agli onori delle cronache in Italia, ove ha attecchito per emulazione, l’anno scorso quando, il 30 aprile, solo l’intervento delle forze dell’ordine che illuminarono a giorno con le fotoelettriche il paese di Lana si evitò una gigantesca rissa tra biker giunti sul posto da molti paesi d’Europa e che portavano con sé un vero e proprio arsenale. In effetti pare proprio che si tratti ormai di un fenomeno paneuropeo, su cui stanno lavorando alacremente Interpol ed Europol, aiutata dall’Fbi. Dopo i fatti di Lana, nello stesso paesino del meranese venne giustiziato il biker Weiss, membro dei Bandidos che accorsero a centinaia al suo funerale. In corteo portarono a vessillo una corona di fiori sulla quale v’era scritto, in inglese, "Dio perdona, i Bandidos no". Il fenomeno delle bande di motociclisti nasce negli Stati Uniti alla fine della guerra del Vietnam. Fu proprio un gruppo di reduci a fondare il primo nucleo di Hell’s Angels che presero il loro nome dalla scritta che si trovava su un caccia bombardiere usato in guerra. Il fenomeno poi si estese in Europa all’inizio degli anni ’70 e il gruppo dei Bandidos nasce da una costola di dissidenti dei Hell’s Angels. Il Centauro tornerà prossimamente, in maniera approfondita, sull’argomento con una ricostruzione dei fatti italiani ed europei (ASAPS). |