TORNANO
I SASSI DAL CAVALCAVIA: POLIZIA STRADALE E CARABINIERI ARRESTANO QUATTRO
GIOVANI. I PRECEDENTI PIU’ CLAMOROSI DEL TERRORE NEL PAESE DI UNABOMBER
E ACQUABOMBER.
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(ASAPS)
GENOVA, 14 gennaio 2003 - Stavolta le indagini hanno dato subito i frutti
sperati e in poche ore quattro teppisti in erba sono stati identificati
e fermati da Polizia Stradale e Carabinieri di Genova. I fatti risalgono
a ieri, quando due auto sono state colpite sulla A/7 Milano-Genova da
pietre, grossi rami e rottami di moto, lanciati da un cavalcavia. Ironia
della sorte, su uno dei due veicoli in corteo colpiti, una 166 ed una
Brava, viaggiavano Giovanni Teresi, presidente della sezione sicurezza
stradale di Assindustria di Palermo ed un suo stretto collaboratore, fortunatamente
usciti illesi. Poco dopo agenti e militari hanno intercettato 4 ragazzi
di età comprese tra i 14 e i 15 anni, che nel loro incredibile raptus
omicida avevano colpito altre vetture. L’allarme era stato lanciato da
automobilisti che si erano visti arrivare addosso da un cavalcavia di
Rivarolo, alla periferia del capoluogo ligure, oggetti di ogni tipo. La
pronta localizzazione del sovrappasso autostradale, contrassegnato da
un pannello numerico, ha consentito agli operatori del COA della Polizia
Stradale di Genova di allertare subito le pattuglie della sottosezione
ma anche il comando Carabinieri territorialmente più vicino.
L’intervento è stato fulmineoÝ ed ai ragazzini, colti in flagranza, non è rimasto che confessare. Negli anni dunque il fenomeno non è affatto scomparso e il rischio di frequenti recrudescenze di queste follie da branco è effettivamente alto, favorito spessoÝ come dimostra l’archivio dell’Asaps aggiornato negli anni, dalla tentazione di emulazione. Anni nei quali episodi del genere, dall’omicidio di Maria Letizia Verdini, si sono succeduti senza tregua. Il 14 maggio 2003, per esempio, una pioggia di sassi investì un autotreno in transito sulla A/3 Salerno-Reggio Calabria. Nessun ferito ma il parabrezza del tir finì in mille pezzi in faccia al conducente, che riuscì a fermare il bisonte della strada in prossimità dello svincolo di Rizziconi: la Polizia Stradale non è mai riuscita a rintracciare gli autori di quel lancio. I teppisti non risparmiano nemmeno i treni e l’8 febbraio 2003 sulla linea Fs tra Avezzano (AQ) e la capitale ignoti lanciarono tre sassi contro il locomotore del convoglio, agendo dal cavalcavia Rustica, della colpendo in pieno viso il macchinista, che riuscì a portare tutti i vagoni alla prima stazione. Tempestivo l’intervento della Polfer ma il fascicolo è rimasto contro ignoti. Sempre nei dintorni di Roma, stavolta in A/12, vicino a Civitavecchia, il 15 ottobre 2001 un’auto con a bordo due anziani coniugi finisce nel mirino di criminali senza nome: il parabrezza della Panda si disintegra all’impatto con una pietra di tre chilogrammi, che rimbalza sull’asfalto. Roberto Devicenti, seppur ferito al viso ed alle braccia, riesce a fermarsi in corsia di emergenza ed aspettare, con la moglie Paola, l’arrivo delle pattuglie e dell’ambulanza. Sul cavalcavia la Stradale ritrova altre pietre e sbarre di ferro pronte al lancio. Per tornare ad un arresto bisogna andare indietro nel tempo fino al 28 giugno 2001, quando a Verona la Polizia colse in flagrante un lanciatore. Poco più di trent’anni, l’uomo venne arrestato dopo una furibonda colluttazione con gli uomini della volante intervenuta proprio mentre altri veicoli erano bersaglio della sua folle furia da un cavalcavia cittadino: persino un motociclista era stato colpito, oltre alla stessa volante ed a unÝ numero imprecisato di vetture. Il 31 maggio 2001 tocca ancora a un treno, stavolta sulla ferrovia Bari Nord, con una gragnuolaÝ di pietre lanciate contro un vagone: vetri del convoglio partito da Bari e diretto a Barletta in pezzi e una donna ferita, per fortuna in modo non grave. Testimoni riferirono ai Carabinieri che a lanciare le pietre erano stati un gruppo di ragazzini, volatilizzatisi e mai identificati. Nel marzo 2001 sempre un treno della Puglia, stavolta un Eurostar, venne colpito a Barletta da ignoti senza danni per gli occupanti. Lesioni gravissime invece il 30 maggio 2001 per un giovane di 22 anni colpito alla tempia sulla Costa Smeralda, mentre a bordo della sia auto finì nel mirino di un giovane lanciatore sulla strada da Arzachena a Cannigione. Coma per alcuni giorni e solo un delicatissimo intervento neurochirurgico poté salvargli la vita. I sospetti dei Carabinieri non hanno condotto all’arresto del teppista, come invece fortunatamente accaduto a Sondrio solo pochi giorni prima: vittima di una serie di sette attentati portati a termine da una coppia di pregiudicati arrestati dalla Polizia Stradale, un altro ventiduenne, rimasto invalido (ASAPS). |