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Bolzano, ubriaco al volante uccise 7 persone: Lechner sceglie il rito abbreviato

Disposte due perizie: una sul tasso alcolemico, l’altra sul «lampeggio» fatto dall’autista del pullman

Il giudice dell’udienza preliminare (gup), Ivan Perathoner, ha accolto la richiesta di rito abbreviato avanzata dalla difesa di Stefan Lechner, il 29enne di Chienes che, la notte tra il 4 e il 5 gennaio 2020, a Lutago, al volante della sua Audi Tt con un tasso alcolemico quattro volte superiore al limite consentito, investì un gruppo di ragazzi, uccidendone sette.

Le accuse
Lechner deve rispondere delle accuse di omicidio stradale lesioni personali stradali gravi e guida in stato di ebbrezza, e rischia, in caso di condanna, fino a 18 anni di carcere, che scendono a 12 in ragione dello sconto di pena di un terzo previsto per il rito alternativo. Rito concesso dal gup, ma subordinato a due perizie: una sulla quantità di alcol presente nel sangue di Lechner al momento dell’incidente, l’altra per capire se e quanto l’atto di sfanalare, da parte dell’autista del pullman dal quale erano appena scese le vittime, abbia influito sulla dinamica. Sono passati più di tre anni da quando, lungo la statale della valle Aurina, un gruppo di turisti tedeschi d’età compresa tra i 20 e i 25 anni, alla fine di una serata insieme, erano tornati in pullman all’hotel dove alloggiavano. L’autista li aveva fatti scendere quando, sul rettilineo, era comparsa l’auto di Lechner che aveva travolto i ragazzi. Un impatto violentissimo, costato la vita a sette di loro. Altri sette avevano riportato gravi ferite, e uno dei quali si trova in uno stato vegetativo irreversibile.

Il lavoro per i monaci
Dell’auto di Lechner era rimasto ben poco, dal momento che aveva finito la sua corsa schiantandosi contro un muretto a bordo strada: distrutta anche la centralina che, al momento dell’impatto (e quindi non nel momento dell’investimento), aveva registrato una velocità di 60 chilometri orari. A Lechner, arrestato, erano poi stati concessi gli arresti domiciliari, che aveva scelto di trascorrere nell’abbazia agostiniana di Novacella dove vive tuttora, lavorando per i monaci. Difeso dagli avvocati Alessandro Tonon e Andreas Tscholl, il 29enne ha ottenuto di affrontare il processo che lo vede imputato per omicidio stradale con la formula del rito abbreviato: non ci sarà il dibattimento, e il giudice valuterà sulla base degli atti raccolti nel fascicolo del pubblico ministero, condizionato però a due ulteriori perizie. Due sono gli aspetti sui quali si chiede di fare chiarezza: la quantità effettiva di alcol presente nel sangue di Lechner al momento dell’incidente (subito dopo, nei due diversi alcoltest ai quali venne sottoposto, erano stati riscontrati valori di 1,97 e 2,09 grammi per litro), e se e quanto possa avere influito, sulla dinamica, il fatto che l’autista del pullman abbia lampeggiato con gli abbaglianti, vedendolo arrivare.

La strategia della difesa

I periti incaricati sono due medici legali: rispettivamente, Raffaele Giorgetti e Roberto Rondinelli, i quali compariranno davanti al giudice il 29 giugno. Un aspetto, il secondo, già valutato da un perito in sede civile: l’obiettivo della difesa è arrivare a riconoscere una sorta di concorso di colpa, e di ottenere così un’attenuante. Al giudice è stato chiesto di assumere una copia della perizia condotta su incarico della giudice Daniela Pol. In aula, mercoledì, due delle famiglie delle vittime si sono costituite parte civile. Tutte sono già state risarcite da Assimoco, l’assicurazione di Lechner, che ha liquidato i 10 milioni di euro di massimale previsti dalla polizza. C’è tempo invece fino a giugno per depositare documenti nell’ambito della causa civile intentata contro il conducente del pullman, al quale i famigliari delle vittime hanno chiesto 3,7 milioni di euro di risarcimento danni.

da corrieredelveneto.corriere.it

 

>Valle Aurina, le vittime dell’incidente: Julius, Rita e gli altri, «volevano solo una serata tranquilla»


Fu un una tragedia indimenticabile. Vedremo a quale pena porterà il rito abbreviato (sconto di un terzo). La difesa tenterà di arrivare ad un concorso di colpa, “per capire se e quanto l’atto di sfanalare, da parte dell’autista del pullman dal quale erano appena scese le vittime, abbia influito sulla dinamica”
Il conducente, 29 anni, la notte tra il 4 e il 5 gennaio 2020, a Lutago, al volante della sua Audi Tt aveva un tasso alcolemico quattro volte superiore al limite consentito, investì un gruppo di ragazzi, uccidendone sette.

Venerdì, 17 Marzo 2023
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