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Vietare i monopattini? Parigi va al referendum

Su decisione della sindaca Anne Hidalgo, domenica 2 aprile si voterà se mettere al bando le 15 mila «trottinette», come sono note in Francia, del servizio pubblico. I clienti sono circa mezzo milione, inclusi i turisti. Gli incidenti — per molti, inclusa la sindaca — sono «troppi», ma per gli ambientalisti «almeno non inquinano»

PARIGI — Domenica 2 aprile si vota a Parigi «a favore o contro» i monopattini in self-service. Un quesito secco per un referendum voluto dalla sindaca socialista Anne Hidalgo, e criticato come «troppo semplificatorio» dal ministro dei Trasporti, Clement Beaune, che sta preparando un decreto nazionale sui monopattini elettrici per regolamentare, ma non vietare, la trottinette.

Potranno votare i cittadini iscritti nelle liste elettorali di Parigi, compresi i cittadini registrati dell’Unione europea, che sono invitati ad andare dalle 9 alle 19 nei 20 seggi — uno per oggi arrondissement — per rispondere alla domanda «a favore o contro i monopattini in self-service a Parigi?».

I monopattini elettrici di proprietà personale sono esclusi dal referendum e potranno quindi continuare a circolare in ogni caso. Il voto riguarda circa 15 mila mezzi, gestiti dalle tre compagnie ammesse dal comune, ovvero Lime (fondata a San Francisco), Tier (Berlino) e Dott (Amsterdam).

Sembra scontato che vincerà il no
, ma anche che la partecipazione al voto sarà bassa perché molti hanno scelto di boicottare il referendum organizzato dalla sindaca Hidalgo e dal suo assessore alla mobilità David Belliard con l’intento manifesto di sbarazzarsi dei monopattini.

Molte polemiche circondano il voto, intanto per le sue modalità: solo fisico e non elettronico, solo 20 seggi quando alle ultime elezioni presidenziali e legislative i seggi erano 900, scarsa informazione e poco preavviso (è stato annunciato nel gennaio 2023).

E poi l’accanimento del comune di Parigi contro i monopattini pubblici è giudicato poco comprensibile, visto che in base al rapporto sulla mobilità commissionato l’anno scorso allo studio di consulenza «6t» gli utenti che dichiarano di avere avuto un incidente a bordo del monopattino sono la metà di quelli che lo hanno avuto pedalando sulle biciclette Velib, il servizio di bici del comune di Parigi.

E allora perché Hidalgo se la prende con i monopattini? Un sospetto è che ne faccia il capro espiatorio per convogliare il malcontento diffuso sulla sua gestione della mobilità, che si è rivelata meno «dolce» che nelle previsioni: le piste ciclabili ci sono ma poco razionali, il traffico resta caotico e nonostante il limite a 30 km/h per le auto in città e la passione collettiva per le biciclette l’atmosfera nelle strade è di grande nervosismo.

Forse Hidalgo pensa di interpretare un’insofferenza verso i monopattini elettrici che in effetti si è diffusa all’inizio del servizio, nel 2018, quando l’uso era caotico: troppe compagnie, monopattini abbandonati a caso in mezzo alla strada o sui marciapiedi, condotta pericolosa degli utenti. Ma dal settembre 2020 le compagnie sono state ridotte a tre, i mezzi possono essere presi e lasciati solo nelle aree contrassegnate (il sistema del geofencing impedisce la fine della corsa se il monopattino è fuori dal parcheggio prestabilito) e gli utenti tendono a usarli in modo più responsabile. Il ricorso ai monopattini in self service è esploso, con un aumento delle corse del 90% dal settembre 2021 all’agosto 2022.

I clienti sono quasi mezzo milione, e il settore dà lavoro a 800 persone. La conformazione di Parigi favorisce il ricorso al monopattino elettrico pubblico: una grande capitale relativamente poco estesa — lunga 10 chilometri e larga 8 —, generalmente in pianura tranne eccezioni (per esempio le alture di Montmartre o Menilmontant), con centinaia di chilometri di piste ciclabili e il 70 per cento di cittadini che non possiedono alcuna auto e migliaia di turisti che adorano muoversi in superficie piuttosto che rinchiudersi in metropolitana, che peraltro non ha mai più ritrovato i livelli di efficienza pre-Covid.

Se il bando alle trottinette pubbliche venisse approvato, molti finirebbero per tornare a mezzi più inquinanti come taxi o auto Uber. Le polemiche riguardano anche le tre compagnie, che non hanno esitato a pagare non pochi influencer sui social media perché incitassero i giovani ad andare a votare a favore domenica e che, nel caso di Lime, hanno promesso 10 minuti di corsa gratuita in cambio di una prova di iscrizione alla lista elettorale.

La legittimità del referendum – il quorum non è stato stabilito - dipenderà da quante persone andranno effettivamente a votare. Proprio nei giorni dei continui trasporti dei mezzi pubblici a causa degli scioperi contro la riforma delle pensioni, e quando ormai sembrava che la città avesse trovato un equilibrio sui monopattini pubblici, Parigi potrebbe essere la prima capitale a eliminare il servizio dopo averlo autorizzato (Oslo e Copenaghen lo hanno sospeso e poi reintrodotto dopo alcuni aggiustamenti, e Barcellona non lo ha mai permesso).

di Stefano Montefiori

da corriere.it


Il voto riguarda circa 15 mila mezzi, gestiti dalle tre compagnie ammesse dal comune.

Venerdì, 31 Marzo 2023
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