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Sbirri Pikkiati 30/01/2006

PERUGIA, CARABINIERE UCCISO IN UNA SPARATORIA CON 4 RAPINATORI. FERITO ANCHE UN ALTRO MILITARE ED UNA DONNA DI 85 ANNI.

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Donato Fezzuoglio, il carabiniere rimasto ucciso dai rapinatori durante la rapina ai Monte Paschi a Umbertide


(ASAPS) UMBERTIDE (PERUGIA) – Erano pronti ad uccidere, ed hanno ucciso. Un commando di 4 rapinatori è ricercato in tutto lo Stato per il brutale omicidio di un giovane carabiniere, intervenuto su una rapina alla filiale del Monte dei Paschi di Umbertide, nel perugino. Il Carabiniere Scelto Donato Fezzuoglio, 30 anni, in servizio al Nucleo Radiomobile di Città di Castello, era stato inviato presso la filiale dalla propria centrale operativa, che aveva ricevuto l’allarme.
I rapinatori avevano scelto la via della forza: con un’auto rubata, un fuoristrada, avevano sfondato una delle sei vetrate dell’istituto di credito, riuscendo ad appropriarsi di 40mila euro in contanti. Poco prima di poter fuggire i banditi sono stati bloccati dall’auto dei carabinieri, che hanno ingaggiato con loro un pauroso conflitto a fuoco, nel quale è stato fatto uso di armi automatiche di enorme potenza. Donato, prima di cadere ucciso dai criminali, ha sparato 6 colpi, mentre dalla mitraglietta impugnata dal suo collega, l’appuntato Enrico Monti, sarebbero partite almeno 10 pallottole. Subito dopo gli assassini hanno bloccato un’auto di passaggio, condotta da un’anziana di 85 anni per prenderle l’auto. Al primo tentativo di resistere uno di loro non ha esitato a sparare anche alla signora, ferendola gravemente. La fuga è proseguita fino a Pietralunga, dove l’auto rapinata è stata abbandonata e dove, sembra, il gruppo sarebbe salito a bordo di una Lancia Thema rubata a Forlì. Sono stati istituiti imponenti posti di blocco, anche con l’ausilio di elicotteri che continueranno per tutta la notte a sorvolare la zona, sigillata da un cordone di carabinieri, poliziotti e finanzieri. Blocchi sono in atto anche nelle Marche, in Toscana ed in Romagna. È da sottolineare la violenza con cui i rapinatori hanno portato a termine il colpo, con armamenti da guerra: secondo quanto accertato, gli assassini erano armati di fucili d’assalto di fabbricazione sovietica AK47, più noti con il nome di Kalashnikov. Nell’inferno di piombo è rimasta ferita anche un’altra persona, per fortuna in modo non grave. La sparatoria è infatti avvenuta in mezzo alla gente, e probabilmente i Carabinieri hanno pensato più alla vita degli altri che alla propria. Proprio l’analisi dell’operazione criminale induce a pensare che si tratti di una banda di professionisti, pronti a tutto, probabilmente venuti da fuori regione, e che potrebbe essere la stessa che il 28 gennaio scorso aveva tentato l’assalto ad un furgone portavalori a Savignano sul Rubicone, nel cesenate, sventata dalla pronta reazione delle guardie giurate. Donato, originario di Bella in provincia di Potenza, viveva a Umbertide da tempo dove si era sposato con una commessa di 25 anni, impiegata in un negozio di scarpe del centro, dalla quale aveva avuto una bambino appena sei mesi fa. La ricostruzione del RIS non lascia adito a dubbi: i militari avevano preso ogni precauzione, ma l’uso delle armi automatiche di così elevata potenza – si tratta di una delle armi da guerra più letali – ha vanificato ogni protezione: appena arrivati i due carabinieri si erano attestati con l’auto sul marciapiede di fronte alla banca. Fezzuoglio, si era riparato dietro lo sportello, ma una raffica di colpi lo ha subito investito. Prima di morire è riuscito a rispondere al fuoco. Quasi inutile la reazione dell’appuntato, a sua volta ferito, che ha tentato un fuoco di copertura per soccorrere il proprio gregario. Agli assassini non è rimasto che fuggire a piedi, portando con loro la refurtiva e sparando all’impazzata. Un ex ferroviere in pensione, Sante Fiorucci, che stava parcheggiando la sua autovettura viene gambizzato – per fortuna in maniera non grave – per potergli rubare l’auto, ma si tratta di un veicolo troppo piccolo. Dopo tocca alla pensionata, a bordo di una Passat, che subisce lo stesso destino del ferroviere. Una pallottola le trapassa il femore ed ora si trova in prognosi riservata. E mentre tutte le forze di polizia si prodigano nella ricerca dei criminali, Umbertide – splendida e tranquilla cittadina ove si svolgono le avventure di Don Matteo – si stringe attorno alla famiglia del caduto, che ha una grande tradizione nell’arma. Il fratello minore, poco più che 19enne, presta servizio in una Stazione in provincia di Potenza. Il presidente della Repubblica Ciampi, il premier Berlusconi, i presidenti di Camera e Senato Casini e Pera, hanno espresso il loro profondo cordoglio alla famiglia dell’eroico caduto ed a tutta l’Arma, che paga ancora una volta col sangue il proprio attaccamento alla giustizia ed alla difesa della società. Dolore anche da parte dei ministri dell’Interno Pisanu e della Difesa Martino, oltre che dal capo della Polizia De Gennaro. Il comandante generale dell’Arma, Gottardo, sta seguendo personalmente ogni fase delle operazioni. Noi dell’Asaps, che contiamo sull’amicizia di tanti Carabinieri nelle nostre fila, ci stringiamo alla famiglia di Donato. (ASAPS)

Dall’Ansa

CARABINIERE UCCISO: UMBERTIDE DALLA FICTION AL DRAMMA. UN QUARTO D’ ORA DI VIOLENZA SCONVOLGE LA TRANQUILLA UMBRIA
(dell’ inviato Daris Giancarlini)

(ANSA) - PERUGIA, 30 GEN - Si girava una fiction, oggi, a poche decine di metri da quella banca, e la gente del posto, abituata alla tranquilla vita di una media cittadina dell’ Umbria qual e’ Umbertide, pensa che quegli spari siano fittizi: invece, in un quarto d’ ora di violenza vera e spietata, perde la vita un uomo in divisa, un figlio del Sud che da qualche tempo ha scelto proprio questo posto per vivere e lavorare. Un dramma nel dramma, quello che si e’ consumato nel primo pomeriggio di oggi ad Umbertide, a ridosso della palazzina tra via dell’ Unita’ d’ Italia e via Umberto Ranieri che ospita la filiale del Monte dei Paschi di Siena. Mentre il carabiniere scelto Donato Fezzuoglio, 30 anni da compiere a maggio, originario del potentino, moriva sotto i colpi di un gruppo di rapinatori, la gente della zona pensava che si trattasse di una delle scene che la troupe di ’’Don Matteo’’ stava girando, dalla mattina, nei pressi della stazione ferroviaria. ’’Ho sentito una serie di colpi, una sorta di raffica - racconta la banconista della vicina farmacia - ed ho pensato subito alla serie televisiva del prete-investigatore. Poi le sirene, i lampeggianti, ed anche qui in farmacia abbiamo capito che si trattava di una cosa ben piu’ grave’’. Altri hanno assistito alla sparatoria fra la pattuglia del radiomobile ed i banditi, dal marciapiede di fronte alla macelleria che si trova dalla parte opposta di via Unita’ d’ Italia. Lo stesso macellaio che veniva ad aprire il negozio ha incrociato i rapinatori che, a piedi, scappavano sparando all’ impazzata, portando sulle spalle la sacca con i soldi.

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In fondo alla via di fuga c’ e’ un villino a due piani. Le macchine parcheggiate nelle sue vicinanze portano i ’’segni’’ della fuga dei banditi, con i fori dei loro proiettili sulle fiancate. Il proprietario del villino, un anziano pensionato, scende a parlare con i cronisti. Anche lui racconta di sirene finte e di spari, purtroppo, veri. ’’Tornavo in auto da Perugia con mia moglie - dice - e rientrando ad Umbertide ho sentito il suono delle sirene, ed ho visto auto con i lampeggianti dirigersi verso la stazione. ’Li’ girano il film’, ho pensato. Poi sono arrivato a casa, ho messo l’ auto in garage e sono salito al primo piano: saranno state le 15,40. E’ a quel punto che ho sentito dei botti, come una serie di mortaretti. Ho capito dopo che erano spari, ed a quel punto ho detto ai miei familiari di abbassare la testa e di stare lontani dalle finestre’’. Erano gli spari dei banditi in fuga. Avevano gia’ lasciato alle spalle il cadavere di un giovane carabiniere. ’’Era una ragazzo d’ oro - racconta un suo vicino di casa - una persona buonissima e gentile con tutti: giusto domenica l’ avevo incontrato a spasso con la bimba. Adesso chi l’ ha ucciso deve pagare caro per quello che ha fatto’’. Una coppia di giovani e’ in lacrime. Lei, giubbotto verde e jeans, continua a sussurrare: ’’E’ una tragedia, una tragedia...sono amici nostri, adesso andiamo da lei, dalla moglie...’’. Molti cittadini arrivano fino ai pressi della banca che e’ stata teatro della tragedia e chiedono ’’se li hanno presi’’. C’ e’ chi prega e chi impreca. Per tutti, parla il sindaco, Giampiero Giulietti: ’’la mia gente e’ sconvolta. Quello di oggi e’ un fatto drammatico, assolutamente inusitato non solo ad Umbertide, ma per tutta l’ Umbria’’. (ANSA).

 


 

Lunedì, 30 Gennaio 2006
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