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Notizie brevi 02/02/2006

MIGLIAIA DI PERSONE AI FUNERALI DEL CARABINIERE UCCISO

da Ansa.it

PERUGIA - Migliaia di persone hanno partecipato oggi alla cerimonia funebre di Donato Fezzuoglio, il carabiniere ucciso lunedi’ scorso in una rapina. I funerali si sono conclusi intorno alle 12 nella chiesa del Cristo Risorto ad Umbertide, nella parrocchia dove Fezzuoglio abitava con la giovane moglie Manuela e il figlio di sei mesi.
Tanti i privati cittadini, almeno cinquemila secondo le stime, che affollavano la chiesa ed il piazzale esterno. Tanti anche i carabinieri e gli uomini in divisa schierati fuori e dentro. Con loro, anche il comandante generale dell’ Arma, gen. Luciano Gottardo. Per il governo erano presenti due sottosegretari, D’ Ali’ e Bosi, per il parlamento due esponenti di Camera e Senato, Buontempo e Palombo. Un lungo e commosso applauso ha salutato il feretro all’ uscita della chiesa. Fezzuoglio sara’ ora sepolto a Rancolfo, il paesino di origine della moglie, non lontano da Umbertide.
’’Noi tutti - ha detto il vescovo di Gubbio e Umbertide, mons. Mario Ceccobelli, all’ inizio della cerimonia funebre - speriamo che gli assassini si consegnino alla giustizia, ma non potranno sottrarsi al giudizio di Dio’’. La cerimonia religiosa e’ stata presieduta dall’ arcivescovo di Perugia e vicepresidente della Cei, mons. Giuseppe Chiaretti, il quale durante l’ omelia ha ricordato il sacrificio di altri esponenti delle forze di polizia morti in Umbria negli ultimi anni nel compimento del loro dovere, Luca Benincasa ed Emanuele Petri.
Sommesso e composto il dolore dei familiari, la moglie, che aveva accompagnato il feretro quasi a volerlo sostenere con una mano all’ ingresso, e della madre che piangendo diceva ’’ero cosi’ contenta che veniva in Umbria, e invece...’’. Il fratello di Fezzuoglio, Mario, anch’ egli carabiniere, ha assistito alla cerimonia in divisa. Il fratello piu’ piccolo, di 13 anni, ha potuto contare anche sul conforto dei suoi compagni di scuola giunti ad Umbertide da Bella (Potenza), paese di origine di Fezzuoglio, con altri 180 concittadini, il parroco, il sindaco ed esponenti della Regione Basilicata.


Repubblica.it

Ad Umbertide il funerale del militare freddato lunedì durante una rapina
Gli investigatori sono convinti di aver imboccato la pista giusta.
In ottomila ai funerali del carabiniere "L’ha ucciso una banda di slavi"


                                                  La moglie del carabiniere ucciso

PERUGIA - In ottomila, ad Umbertide, hanno reso omaggio al carabiniere Donato Fezzuoglio ucciso durante una rapina alla filiale del Banco dei Paschi lunedì mattina, a due passi dalla chiesa dove il l’arcivescovo di Perugia ha celebrato il funerale solenne.
Il feretro, avvolto nel tricolore, è stato accolto da un lungo applauso; sulla bara, un mazzo di rose rosse. Un picchetto d’onore ha salutato l’ingresso nella chiesa della salma portata a spalla dai sei carabinieri in alta uniforme. Ammesse nel tempio solo tre corone, quelle inviate dal presidente del Senato, della Camera e dal comando generale dei carabinieri. La famiglia ha chiesto che, al posto dei fiori, siano devolute offerte ad un’associazione di bambini leucemici. Tra le tante corone lasciate all’esterno della chiesa, anche i fiori offerti dalla troupe di "Don Matteo" che, nel comune di Umbertide, ha girato tutte le puntate della serie televisiva.
Mille persone in chiesa e sul sagrato, altri settemila amici e colleghi hanno seguito le esequie ascoltando la voce degli officianti amplificata da potenti altoparlanti.
Gli stendardi della Regione Umbria e della Regione Basilicata, terra d’origine del carabiniere ucciso, sono rimasti appoggiati ai lati dell’altare. Sulla panca accanto al feretro, si sono seduti i genitori di Donato e il fratello, anche lui carabiniere. Vicino, la giovane moglie del militare ucciso, Emanuela Becchetti di 25 anni: erano sposati da poco più di un anno e avevano un figlio, Michele, di sei mesi.

Le indagini. Gli investigatori sembra che abbiano imboccato una pista precisa: forse gli assassini appartengono alla malavita slava. Le modalità paramilitari adottate nell’azione criminosa, l’uso delle armi automatiche di tipo russo, concordono nel sostenere che gli assassini del carabiniere appartenessero alla malavita slava. Si lavora alle testimonianze, non solo sull’inflessione delle frasi urlate dai banditi in fuga, ma anche sui video che le telecamere esterne alla banca hanno registrato, e sui cellulari trovati all’interno della Lancia Thema usata dai banditi per la fuga, auto rubata a Forlì e rinvenuta in una zona boscosa di Pantano, sulla direttrice per Perugia.

Giovedì, 02 Febbraio 2006
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