Travolto e ucciso a 13 anni, l'investitore Davide Begalli: «Stavo cambiando stazione radio, credevo di aver preso un palo»
da corrieredelveneto.it
di Laura Tedesco
«Stavo cambiando la stazione radio»: così, rendendo spontanee dichiarazioni alla gip Carola Musio, il «pirata» arrestato per aver travolto il calciatore 13enne senza soccorrerlo e provocandone la morte, ha ripercorso i maledetti istanti dell’incidente costato una settimana fa la vita a Chris Obeng Abom. Una morte, quella del giovane atleta di origini ghanesi, che ha sconvolto profondamente non solo Negrar, comune veronese della Valpolicella che ha fatto da sfondo al dramma, ma l’intera opinione pubblica: travolto dalla Renault Espace dell’artigiano edile Davide Begalli, 39 anni da compiere a Ferragosto, il ragazzino si sarebbe potuto salvare - hanno rivelato costernati i medici dell’ospedale di Borgo Trento dove la vittima giunta dopo oltre due ore dall’investimento, in condizioni ormai disperate avendo avuto un doppio arresto cardiaco - se solo il conducente avesse allertato subito i soccorsi anziché rimettersi alla guida della vettura senza chiamare né 118 né forze dell’ordine.
Le precisazioni di Begalli al gip
«La sera di lunedì 31 luglio, saranno state le 21.30 (l’impatto, hanno rilevato i filmati, è accaduto alle 21.34 precise, ndr.) stavo andando in auto (per un appuntamento di lavoro, ha precisato l’investitore in un’altra intervista, ndr.) da Negrar a Santa Maria (una frazione, ndr.), e nei pressi di San Vito (altra frazione, ndr.) ho abbassato lo sguardo un secondo per cambiare stazione della radio, quando ho sentito questo colpo...» ha dichiarato ieri al gip l’arrestato, giunto in tribunale poco prima delle 10 scortato da tre carabinieri e accompagnato dalla compagna dove Begalli si trova ai domiciliari. Jeans e T-shirt bianca, il 39enne si è ufficialmente avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha comunque voluto rilasciare al magistrato una serie di precisazioni sui fatti accaduti la sera della tragedia: dopo aver sentito «il colpo», così è stato definito da Begalli l’impatto della sua Renaut contro il giovane atleta che rincasava a piedi lungo il ciglio della Provinciale di ritorno da un allenamento di calcio, il pirata ha dichiarato di essere «sceso dall’auto, ma siccome la strada è pericolosissima, senza illuminazione e senza marciapiedi, erano circa le 21 e 30 di sera, non ho visto assolutamente niente, l’unica cosa che pensavo di aver preso era un segnale stradale». Dopodiché, ha proseguito l’arrestato parlando al gip, «vedendo che non c’era niente», aveva deciso di ripartire rimettendosi al volante. «Dai rilievi - ha aggiunto ancora Begalli - è risultato che il ragazzo era vestito di nero, addirittura con le scarpe nere. Io comunque non sono scappato ad alta velocità come dice quel signore (in questo passaggio il 39enne si riferisce a un supertestimone ascoltato dai carabinieri durante le indagini, si tratta di un residente che ha detto di aver sentito “un forte colpo e subito dopo una vettura ripartire ad alta velocità”, ndr.), non ho mai preso una multa per eccesso di velocità in vent’anni di patente (va precisato che a carico di Begalli è emerso un precedente per guida in stato di ebbrezza e uno più recente per possesso di droga, ndr.), quando guido comunque io vado sempre piano».
La strada ripercorsa per una seconda volta dal 39enne
Per la prima volta, ieri, il 39enne ha reso noto di essersi fermato di nuovo sul punto dell’incidente quella sera stessa, durante il tragitto di ritorno verso casa: una strada che lunedì 31 ha ripercorso dunque per la seconda volta prima delle 23.30 (l’orario in cui due passanti hanno avvistato il corpo di Chris, ormai agonizzante essendo trascorse due ore dall’investimento, facendo finalmente scattare i soccorsi). «Durante il tragitto verso casa, mi sono fermato a riguardare - ha detto ieri Begalli al gip - e non c’era assolutamente niente, devo ancora capire come sia potuto succedere. Sono distrutto». Soltanto l’indomani mattina, martedì 1 agosto, mentre il 13enne veniva dichiarato clinicamente morto in Rianimazione per «ipossia da schiacciamento» (vale a dire per essere rimasto troppo a lungo riverso a terra, «lasciato morire come un cane» è esplosa di dolore la mamma di Chris), in quegli stessi minuti i carabinieri con un’indagine lampo basata sui filmati hanno raggiunto Begalli al lavoro: sulla sua auto, ben visibili, i segni del devastante impatto della sera prima. Metà parabrezza sfondato, uno specchietto divelto, il fanalino spaccato, ma soprattutto il sangue e i capelli del ragazzino ancora impressi sulla carrozzeria.
Sabato i funerali di Chris
«Non può non essersi accorto di aver investito una persona»: per il gip che ne ha ordinato l’arresto per omicidio stradale, omissione di soccorso e fuga, il pirata «ha dimostrato totale spregio della vita umana» e deve restare ai domiciliari «perché altrimenti potrebbe porsi di nuovo alla guida (nonostante auto sequestrata e patente ritirata, ndr.) tenendo altre condotte ugualmente allarmanti». E mentre il difensore Massimo Dal Ben sta valutando «se e quando rivolgerci al Riesame oppure chiedere il permesso di poter lavorare» (Begalli gestisce un’attività edile individuale, ndr.), nel frattempo a Negrar in attesa dei funerali in programma sabato 12 nella parrocchiale alle 10, si susseguono le iniziative: per tutta questa settimana, in memoria di Chris i fari resteranno accesi al campo sportivo del paese ogni sera dalle 22 alle 22.17. Il «17» era infatti il numero di maglia del ragazzino che sognava di diventare calciatore.
Lui pensava di “aver preso un palo”... Invece era un ragazzino di 13 anni.
Ecco i danni rilevati dai Carabinieri sulla vettura il mattino successivo:
“Metà parabrezza sfondato, uno specchietto divelto, il fanalino spaccato, ma soprattutto il sangue e i capelli del ragazzino ancora impressi sulla carrozzeria.” Il conducente non li ha visti? Oppure il palo aveva sangue e capelli?
Lui dice: “non ho mai preso una multa per eccesso di velocità in vent’anni di patente (va precisato che a carico di Begalli è emerso un precedente per guida in stato di ebbrezza e uno più recente per possesso di droga, ndr.), quando guido comunque io vado sempre piano».
Parola di omicida. (ASAPS)
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