di Giordano Biserni*
La fine di un anno da dimenticare
Solitamente nell’ultimo editoriale di fine anno de il Centauro riserviamo spazio per l’analisi della sinistrosità negli ultimi 12 mesi e per i tradizionali Auguri infarciti di speranza per un Nuovo Anno migliore.
Ma - ditemi voi - come si fa a parlare di incidenti stradali e auguri considerando che abbiamo iniziato il 2023 con una drammatica guerra in atto fra la Russia e l’Ucraina e lo finiamo addirittura con due guerre perché si è aggiunta quella feroce fra Israele e Hamas con altre migliaia di vittime, fra loro tanti bambini. Una vera inaspettata tragedia che a molti, con insufficienti informazioni e conoscenze storiche, sembra del tutto incomprensibile nel terzo millennio. Ma le radici erano già piantate purtroppo nel secolo scorso.
Ecco di fronte ad un quadro così complesso di guerre, di esplosioni, di vittime parlare di incidenti stradali sembra persino riduttivo per non dire inopportuno.
Ma chi si occupa ormai da 33 anni di sicurezza stradale, spendendo tutte le possibili energie, non può fare a meno di fare il punto con alcuni dati della nostra “guerra” casalinga: quella stradale.
I dati raccolti certosinamente dall’ASAPS con i suoi Osservatori ci proiettano per il 2023 una situazione che non appare in sicuro miglioramento rispetto ai dati della sinistrosità del 2022, certificati da Istat con 3.159 morti in incidenti stradali in Italia (+9,9% rispetto all’anno precedente), 223.475 i feriti (+9,2%) e 165.889 gli incidenti stradali (+9,2%), valori tutti in crescita rispetto al 2021 ma ancora in diminuzione nel confronto con il 2019 per incidenti e feriti (rispettivamente -3,7% e -7,4%).
I dati degli Osservatori ASPS disponibili a fine ottobre, quindi dei soli primi 10 mesi del 2023, ci dicono che sono 368 i pedoni morti perché travolti sulle strade, e 171 i ciclisti e, attenzione, parliamo solo dei decessi avvenuti nella immediatezza del sinistro a cui si dovranno poi aggiungere i decessi che purtroppo avvengono negli ospedali nelle settimane o mesi successivi.
Nei soli fine settimana dei primi dieci mesi del 2023 l’Osservatorio ha registrato 1.038 incidenti mortali con 1.133 vittime: 487 automobilisti, 417 motociclisti, 80 ciclisti e 128 pedoni. Cifre ancora drammatiche.
Rimangono indelebili fra questi aridi numeri i 21 morti della tragedia del pullman di Mestre. Fra loro 5 bambine! I piccoli morti nei primi dieci mesi sulle strade sono già 45 (furono 39 in tutto il 2022).
In una recente ricerca dell’ASAPS (ne parliamo a pagina 4) è emerso che nei 32 anni che vanno dal 1991 (anno di fondazione dell’ASAPS) al 2022 sono morte sulle strade italiane 163.052 persone, fra queste ben 23.935 pedoni, una intera media città italiana cancellata dalla cartina geografica del nostro Paese. Non sono dati di una guerra questi? Crediamo di sì. Una guerra non dichiarata da nessuno e che miete migliaia di vittime ogni anno.
Sulle vere e tragiche guerre sul pianeta possiamo fare forse poco, ma sulla nostra “guerra” sulle strade potremmo sicuramente fare di più.
Nel futuro più immediato dovrebbe essere finalmente approvato il DDL di riforma del Codice della Strada. Lo aspettiamo. Ma rimaniamo del parere che senza un potenziamento, anzi un ripianamento della presenza di pattuglie in divisa sulle strade gli effetti positivi di qualsiasi riforma non si vedranno se non con variazioni insignificanti.
Un panorama veramente preoccupante su tutti i versanti.
Un motivo in più per Augurare Buone Feste e un Sereno e Buon ANNO a tutti i nostri soci e lettori. E soprattutto il ritorno finalmente della parola PACE!
*Presidente ASAPS
>Leggi l'editoriale in formato PDF
Editoriale da il Centauro n. 261 mese di dicembre. (ASAPS)
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