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News 10/02/2006

Rassegna stampa alcool e guida del 9 febbraio 2006

ASAPS

TOSCANA: ALCOL E DROGA UCCIDONO QUANTO UNA GUERRA: DAL 1991 AL 2003 448 MORTI “DA SABATO SERA”

FIRENZE – Ha il sapore di un triste bollettino di guerra il lungo elenco di giovani vittime stilato dal 1991 al 2003 pubblicato in questi giorni dall’assessorato regionale alla Sanità e presentato nel corso del convegno “Una notte da bere: i rischi del sabato sera”: nei 12 anni presi in esame sono stati censiti 17.503 sinistri con lesioni a persone, che hanno condotto al ricovero ospedaliero di 23.487 soggetti mentre le vittime sono state 448: il 42,8% di questi erano giovani, per i quali – nella fascia d’età tra i 10 ed i 40 anni – la morte violenta da trauma costituisce la prima causa di perdita di vita. In Toscana gli incidenti stradali sono causa di 1 trauma su 3. ma non è tutto: lo studio delle fasce orarie – quella che normalmente viene definita epidemiologia – ha consentito di rilevare che i sinistri delle notti del fine settimana sono i più gravi, soprattutto all’alba. Alla mole dei dati relativi alla sinistrosità, sono stati poi associati alcuni studi demoscopici effettuati nel 2005 tra popolazione più giovane, costituita in larga parete da studenti: più del 20% dei soggetti intervistati ha dichiarato di essersi messo alla guida in stato di ebbrezza alcolica. Per i soli maschi la percentuale sale a 30%. Il 15% ha poi ammesso anche di aver assunto sostanze stupefacenti. Sul fronte delle abitudini – rivelano i ricercatori dell’assessorato regionale – i giovani si sono avvicinati al cosiddetto modello anglosassone, consumatore di aperitivi e birra soprattutto nel weekend, lasciando al resto della settimana una condotta morigerata. In regione si torna a parlare del “capitano di serata”, una persona cioè che si impegna a riaccompagnare la propria comitiva di amici alle rispettive abitazioni e che per questo rinunci al bicchiere. Iniziativa lodevole, senz’altro, per la quale sarebbero previsti anche accordi coi gestori del locali, i quali si impegnerebbero a fare entrare gratis, secondo la formula “One for Driver”, l’astemio prescelto. La soluzione potrebbe portare benefici alla sicurezza stradale, ma di certo resterebbe alto il problema dell’uso di tali sostanze, che andrebbe contrastato in altro modo. Il presidente della Commissione Sanità Fabio Roggiolani dovrebbero essere anche incentivate la lotta a chi reclamizza illecitamente o incentiva il consumo di alcol, promuovendo magari cause di risarcimento danni nei confronti dei responsabili, “così come è stato fatto nei confronti delle multinazionali del fumo”, integrando le etichette con messaggi chiari circa la nocività degli effetti derivanti del bere. Il presidente – che ha partecipato nei giorni scorsi ad un’iniziativa trasversale comune a tutte le forze politiche – ha poi spiegato che chi rientra dalle discoteche della costa e delle città, dovrebbe poter usare bus o treni. Giusto: magari – aggiungiamo noi – non sarebbe d’aiuto tornare a vigilare le arterie con un numero sufficiente di pattuglie e soprattutto con tanti etilometri? (ASAPS)


CORRIERE ROMAGNA

“Attenzione ad alcol e stupefacenti”

CASTEL SAN PIETRO TERME - La Polizia municipale prosegue nel suo impegno di educare i giovani del territorio alla sicurezza in strada. Domani alle 14.30, al centro giovanile “Pegaso” a Osteria Grande, gli agenti terranno un incontro-dibattito con i ragazzi cui seguirà la testimonianza di Gabriele Tronconi, giovane disabile vittima della strada. Sarà presente inoltre il medico legale Donatella Fedeli, che risponderà alle domande dei giovani, insieme all’assessore alla Pubblica istruzione Claudia Sermasi. L’incontro è aperto a tutti i ragazzi delle scuole medie e delle superiori.Anche per i maggiorenni ci saranno opportunità di incontrare gli agenti della pm sul tema della sicurezza stradale. In particolare gli operatori del Corpo parleranno di prevenzione dall’uso di alcool e stupefacenti, in collaborazione con il Consorzio dei servizi sociali, in due serate. Il prossimo appuntamento è fissato per venerdì 17 febbraio al Pub “Mc Leod”, in via Cavour, mentre venerdì 3 marzo si replicherà al “Lao Cafè”.


IL GAZZETTINO (Belluno)

Con Mario e Bruno contro l’alcol

AGORDO - (m.m.) Il duo bellunese Mario e Bruno approda di nuovo ad Agordo per proporre il recital musicale dal titolo provocatorio An ombra de manco an omo de pì. Domani sera, nella sala congressi della Comunità Montana Agordina, i due artisti bellunesi saranno ospiti del Movimento Agordo Domani Cultura e Società, che ha organizzato lo spettacolo nella Conca Agordina a conclusione delle manifestazioni per il suo decennale. I due cabarettisti proporranno canzoni e dialoghi per riflettere sulle problematiche legate all’uso dell’alcool.
La manifestazione, già conosciuta in provincia, rientra in un progetto, elaborato congiuntamente dalla Ulss 1 e dall’ associazione regionale dei Club degli alcoolisti in trattamento. Esso prevede come area prioritaria di intervento la prevenzione primaria nella popolazione giovanile tra i 14 e i 29 anni e negli adulti di riferimento nell’ambito della scuola e del tempo libero. L’obiettivo è sensibilizzare i ragazzi e gli adulti significativi a mettere in atto comportamenti autonomi e sobri che promuovano la salute personale, familiare e della comunità di appartenenza.Proprio per questo l’evento è stato organizzato in collaborazione con l’Istituto scolastico Umberto Follador di Agordo, che, coinvolgendo i genitori degli studenti nella serata aperta a tutto il pubblico, potrà godere della replica dello spettacolo nella mattinata successiva di sabato dedicata unicamente agli studenti.
Seguirà, come previsto dal progetto regionale Giovani e Alcol, una seconda serata programmata per venerdì 17 presso la Sala Luciani della Arcidiaconale di Agordo, in cui le tematiche presentate verranno approfondite con l’aiuto di un gruppo di esperti, attraverso la discussione ed il confronto in gruppi. L’iniziativa è patrocinata dal Centro Sportivo Italiano che ha recentemente costituito il Comitato Zonale Agordino, rappresenta un’ulteriore tentativo di presa di coscienza del problema dell’alcol, sicuramente diffuso in Agordino quanto nella provincia di Belluno.


BRESCIA OGGI

Alleanza nazionale difende la scelta, ma lo scontro è ormai cominciato e non è difficile immaginare che sarà uno dei temi centrali della campagna elettorale
Droga, è già battaglia sulla nuova legge
Gli antiproibizionisti e alcune comunità scrivono al presidente Ciampi: «Non devi firmarla»

Approvata nell’ultimo scorcio di legislatura all’interno di un decreto che riguarda principalmente le Olimpiadi e il doping, la nuova legge sulla droga, voluta soprattutto da Alleanza nazionale, fa discutere molto. Alla base della nuova normativa c’è l’equiparazione delle droghe leggere (i cannabinoidi come hashish e marijuana) con quelle pesanti (eroina, cocaina ed ecstasy per rimanere tra le più note).
È un cambiamento di rotta che non ha grandi giustificazioni medico salutistiche (la cannabis fa meno male al fisico dell’alcol e del tabacco, venduti liberamente), ma che nasce semmai da una voglia di censurare comportamenti ritenuti dai sostenitori della legge socialmente pericolosi.
Inevitabile la spaccatura sociale. Su un tema del genere l’Italia si divide, peraltro in modo tutt’altro che prevedibile: le comunità di recupero storiche (con la sola esclusione di quella gestita da don Gelmini) la considerano una sconfitta per chi ha sempre puntato sulla prevenzione. Cnca (comunità e assistenza) calcola, invece: «I due terzi delle 60 mila persone che ogni anno vengono segnalate alle prefetture per possesso di sostanze stupefacenti, rischiano di vedere trasformata la semplice segnalazione in un reato penale gravissimo con pene da 6 a 20 anni. Una eventualità che riguarderà circa 40 mila persone, oltre tremila la mese». E il Gruppo Abele di don Ciotti, insieme agli antiproibizionisti, chiede a Ciampi di rinviarla alle Camere.Sul versante opposto, An sostiene che «nessun ragazzo finirà in galera, ma tutti sapranno che drogarsi non è legittimo». Un tema che «accenderà» la campagna elettorale.t.z.


CORRIERE ADRIATICO

Adriano Baldoni: “E’ una politica moralista”

ANCONA - Una legge “messa là all’ultimo minuto, senza il minimo dibattito” e che “con le Olimpiadi poco c’entra”. E’ severo il giudizio di Adriano Baldoni, responsabile del dipartimento dipendenze della Zona 7 di Ancona. La nuova legge assume un “aspetto più politico che di aiuto alla clinica”. Quello che serve è semmai “un rafforzamento delle funzioni dei servizi, cosa che nella legge non si evince. Anzi, si ha l’impressione che non ci sia un’attenta valutazione della realtà attuale delle tossicodipendenze”. Oggi, spiega Baldoni, c’è meno mortalità ma “alta è la cronicità recidiva”. Duplice il problema: un’utenza in aumento per “il nuovo che si aggiunge al vecchio” e la necessità di una “politica che si occupi di entrambi i fenomeni” con un atteggiamento “innovativo rispetto ai cliché classici”. 1.800 i pazienti con disagi da dipendenza trattati dal dipartimento ogni anno. In costante aumento le persone che si rivolgono ai servizi. Eroina e cocaina soprattutto, ma in crescita costante anche i pazienti dipendenti da alcol. Molto diffuso l’uso giovanile e ricreativo. Aspetto che, dice Baldoni, “lascia un campo importante all’aspetto della prevenzione”. Questa legge invece tradisce una impostazione che “non aiuta ad avere la percezione dei fattori di rischio e di disagio”.
La tossicodipendenza, spiega ancora Baldoni, “non è solo far uso di una sostanza ma quando la sua vita è pienamente incentrata all’uso delle droghe con danni personali, sociali, economici anche per la società”. E quando si parla di droghe, poco servono “le battute politiche”. “Bisogna evitare di colludere con l’aspetto moralistico - spiega Baldoni -. Importante è applicare procedure, cure, protocolli e arrivare a risultati tangibili”. La legge appena varata sembra invece “portare altra carne al fuoco piuttosto che far funzionare quello che c’è”. Conclusione: manca “una riflessione basata sulla realtà oggettiva”. Ovvero sul quel sistema complesso fatto di “ascolto, cura e prevenzione”


CORRIERE ROMAGNA

Così il Sert rischia di sballare

Rimini - “La nuova legge sulle tossicodipendenze mi spaventa. Rischiamo il collasso, rischiamo di disperdere soldi pubblici ed energie umana. Nel territorio riminese ci sono già circa mille persone sottoposte a programmi terapeutici per problemi di dipendenza: non possiamo pensare di doverci occupare obbligatoriamente anche di coloro che di problemi non ne hanno semplicemente perché sono stati sorpresi mentre si fumavano qualche canna”. La responsabile del Sert di Rimini Daniela Casalboni teme che la legge Fini-Giovanardi, approvata ieri in via definitiva dalla Camera dei deputati, possa portare come conseguenza un disarmo in termini di mezzi economici e umani per il “servizio tossicodipendenze” di un territorio particolarmente colpito dal problema droga come quello riminese. “Gli aspetti che mi preoccupano sono diversi - dice Daniela Casalboni -. Innanzitutto temo che con la nuova legge si andranno a riempire le carceri che già accusano gravi problemi di sovraffollamento. In secondo luogo per noi operatori rischia di diventare un problema enorme il doverci occupare di “casi” che casi non sono. Mi spiego: sottoporre a programma terapeutico chi è stato sorpreso a fumare qualche spinello può avere come risultato positivo, a mio giudizio minimo, un certo effetto di dissuasione. Ma, soprattutto, può caricare di lavoro inutile tutti gli operatori, può gravare sui bilanci già molto modesti dei Sert, può togliere forza a chi lavora per sottrarre dalla droga i tossicodipendenti”. Daniela Casalboni, che pur si dice contraria alla cancellazione delle distinzioni tra droghe pesanti e leggere, spiega che si può diventare tossicodipendenti anche consumando sostanze come la cannabis. “E’ estremamente più difficile, ma quando la propria vita ruota attorno a quella sostanza succede proprio questo, con l’alcol, per esempio, si diventa dipendenti molto più facilmente. Tornando alla cannabis, faccio notare che in base ai nostri dati oltre un riminese su cinque di età compresa tra i 15 e 54 anni ha fumato almeno uno spinello nell’ultimo anno: possono essere tutti sottoposti a un programma terapeutico? L’impressione è che purtroppo il problema sia un altro: non si contrasta seriamente lo spaccio, altrimenti la nostra non sarebbe la provincia della regione a più alto tasso di cocainomani. Qualche giorno fa una signora ci ha chiesto di sottoporre a trattamento il marito cocainomane: si trattava di un 62enne”. In ultimo: il problema della coabitazione con le comunità. “Fino a oggi c’è stata una certa collaborazione. Con la nuova legge si rischia di passare dalla collaborazione alla competizione. Le comunità, specie quelle potenti, che avranno la facoltà di certificare lo stato di tossicodipendenza, tenderanno a trattenere i casi più facili e a lasciare al pubblico quelli più problematici. Forse alcuni ne guadagneranno, ma certo per noi diventerà dura”.
Enea Abati


IL MESSAGGERO

Alatri
Auto non si ferma allo “stop”: due feriti, uno grave

Grave incidente a due passi dalla Statale 155 per Fiuggi martedì sera alle 22.50. Q. L., un ragazzo di Alatri di 30 anni, che secondo le analisi dei carabinieri del nucleo radiomobile era in stato di ebbrezza alcolica, non si sarebbe fermato allo stop di una via secondaria nei pressi di Termini di Alatri e sarebbe andato a schiantarsi contro il muro di un bar. L’auto ha preso fuoco e i pompieri hanno dovuto tagliare la lamiera per portare in salvo lui e l’amico. Ora lui, alla guida della macchina, ha avuto 10 giorni, mentre l’amico, B. G., 35 anni, seduto accanto a lui, è ricoverato in prognosi riservata presso l’ospedale di Frosinone. L’incidente ha tolto la corrente alle case della zona ed è dovuta intervenire l’Enel per ripristinarla. Senza frenare, l’automobile non si è arrestata allo stop e ha invaso la carreggiata della Statale 155 per Fiuggi, andando a schiantarsi contro la recinzione e poi contro la facciata di un bar. Dentro l’automobile, due uomini di Alatri, Q. L., alla guida, e B. G. Sulle cause dell’incidente stanno indagando i carabinieri secondo i quali il guidatore risultava dalle analisi in stato di ebbrezza alcolica. Per lui, comunque, la prognosi è di 10 giorni. Ad avere la peggio è stato il passeggero, che è stato ricoverato a Frosinone in prognosi riservata.


IL MATTINO

Picchia due vigili urbani nel pieno centro di Battipaglia ma poco dopo finisce in manette

Romeo Piano, 43 anni pregiudicato, è stato arrestato ieri sera verso le 20 dopo un rocambolesco inseguimento in via Mazzini. Il pregiudicato, probabilmente, in stato di ebbrezza era a bordo del suo scooter; per evitare un posto di blocco della polizia municipale è salito sul marciapiedi nei pressi della farmacia Langone seminando il panico tra i passanti. I caschi bianchi hanno notato il pregiudicato e lo hanno inseguito. Piano, come se nulla fosse ha continuato la sua folle corsa. Poco dopo l’uomo è stato bloccato da una pattuglia dei vigili urbani, agli ordini del colonnello Nicola Modarelli e del capitano Carmine Corrado, ma il pregiudicato ha inveito contro i malcapitati agenti. La situazione è precipitata. Piano era ormai imbestialito ed ha colpito con calci e pugni due vigili urbani. Sul posto sono giunte altre pattuglie della polizia municipale e, finalmente, Piano si è calmato. I due vigili, purtroppo, sono stati costretti a recarsi al pronto soccorso dell’ospedale di Battipaglia dove gli sono state medicate le ferite riportate e sono stati giudicati guaribili in venti e sette giorni. Romeo Piano, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, è stato tratto in arresto per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Appena una decina di giorni fa la polizia arrestò il figlio di Romeo Piano coinvolto a Sarno negli scontri tra i tifosi della Battipagliese e dell’Ippogrifo Sarnese. gp.pa.


LA REPUBBLICA (Salute)

Piromani tra alcol e psiche
Pochi i "puri"(a volte ex pompieri); spesso disturbi associati. Meno serotonina
di Francesco Cro *

L’attrazione patologica per il fuoco ed il piacere nell’appiccare incendi (piromania) sono, almeno nel 90% dei casi, conseguenti alla presenza di un altro disturbo psichiatrico. È questo il risultato di una ricerca del Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Helsinki, basata sullo studio di tutti i casi di piromania registrati durante un periodo di 20 anni. Poco più del 3% degli incendiari recidivi studiati dai ricercatori finlandesi si adattavano infatti alla descrizione classica della piromania, definita così: tensione o eccitazione prima dell’atto incendiario; fascino, interesse, curiosità e attrazione per il fuoco; piacere, gratificazione o sollievo nell’appiccare o nell’assistere ad un incendio. Negli altri il comportamento piromanico era invece una conseguenza di altre patologie psichiatriche: disturbi di personalità (52%), psicosi (20%) e ritardo mentale (18%) le principali. In quest’ultimo gruppo gli autori hanno evidenziato l’importanza di sentimenti di rabbia, frustrazione (ad esempio per non aver ricevuto ascolto o attenzione) e tristezza come fattori scatenanti. Tra i pazienti psicotici gli atti incendiari sembravano motivati da sentimenti di rabbia o risentimento (come accade alle persone non affette da disturbi psichiatrici) o da fenomeni psicopatologici quali deliri ed allucinazioni (ad esempio "voci" che ordinano di compiere il gesto). In nessuno di questi due gruppi vi era riscontro di altri comportamenti violenti o criminali, contrariamente a quanto osservato tra i pazienti con disturbi di personalità. Tra questi ultimi erano più rappresentati quei disturbi caratterizzati da impulsività/aggressività ed instabilità affettiva (antisociale, borderline ed istrionico), per i quali è ipotizzata un’alterazione della funzionalità del neurotrasmettitore serotonina. In effetti nel sistema nervoso centrale di persone che hanno commesso atti incendiari sono state rinvenuti livelli inferiori alla norma di acido 5-idrossi-indolacetico, prodotto del metabolismo della serotonina, e di 3-metossi-4-idrossifenilglicole, derivato della noradrenalina. Queste osservazioni suggeriscono l’utilità terapeutica dei farmaci che potenziano l’attività dei suddetti neurotrasmettitori, e soprattutto della serotonina, nelle situazioni caratterizzate da difficoltà nel controllo degli impulsi.
Gli autori sottolineano inoltre l’importanza dell’abuso o della dipendenza da alcol nella genesi degli atti incendiari: il 60% del campione da loro studiato soffriva di un problema alcol-correlato ed oltre due terzi degli incendi erano stati appiccati in stato di ebbrezza alcolica. Questo fenomeno era meno evidente negli incendiari "puri".
Tale influenza nociva dell’alcol è, secondo i ricercatori finlandesi, generalmente sottovalutata negli studi sul comportamento incendiario, che negli ultimi anni è diventato molto più frequente che in passato nel mondo occidentale. Si ritiene, inoltre, che tale comportamento possa indurre nel soggetto una tendenza alla ripetizione, che avviene, secondo le diverse stime, in una percentuale che va dal 4% al 60% dei casi.
Questo studio smentisce anche alcuni luoghi comuni della criminologia classica, come quello, diffuso negli anni ’70, che vedeva nelle ragazze con anomalie dello sviluppo psicosessuale le "tipiche" candidate al comportamento incendiario. Nel campione preso in esame l’età media degli incendiari era di 32 anni; l’80% di essi non era sposato; il quoziente di intelligenza era nella media (più basso negli incendiari "puri").
Infine una curiosità: tutti i soggetti identificati come piromani "puri" (non affetti cioè da altri disturbi psichiatrici né da problemi alcol-correlati) lavoravano o avevano lavorato come pompieri volontari.
*Psichiatra, Servizio
Diagnosi e Cura, Viterbo


ITALIA OGGI
Vendita vino Attività in perdita

L’ADIGE

Giovani e alcol, rapporto pericoloso

 

CORRIERE DEL VENETO

Nove su dieci indossano le cinture ma un giovane su tre guida alticcio



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Venerdì, 10 Febbraio 2006
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