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Sbirri Pikkiati 15/02/2006

FERRARA, CARABINIERE UCCISO IN UN CONFLITTO A FUOCO. MORTO ANCHE IL BANDITO. ENNESIMO LUTTO PER L’ARMA

Ad aprire il fuoco un omicida in permesso premio. Già evaso nel 2001, aveva ottenuto nuovi permessi. E’ sospettato di rapine e di un altro omicidio.

Il Brigadiere Cristiano Scantemburlo

(ASAPS) FERRARA – Un brigadiere del Carabinieri in servizio al Nucleo Radiomobile di Comacchio, Cristiano Scantemburlo di 33 anni, è stato ucciso all’alba di stamani (12 febbraio) in un conflitto a fuoco avvenuto dopo il fermo di un pregiudicato, al Lido delle Nazioni. A sparare contro il militare è stato lo stesso pregiudicato, il 37enne Antonio Dorio, già condannato per un efferato omicidio a scopo di rapina da lui commesso nel 1992 e che nonostante tutto beneficiava della semilibertà. Una situazione assurda, se si pensa che aveva al suo attivo un’evasione nel 2001, durata alcuni giorni. Secondo la prima ricostruzione effettuata dagli inquirenti, la pattuglia del Radiomobile stava perlustrando la statale Romea, quando il sistema automatizzato di rilevazione delle targhe rubate ha segnalato un’auto di provenienza illecita, su cui stavano viaggiando quattro persone. Subito dopo l’alt il conducente, Antonio Dorio, si è dato alla fuga nei campi, ma è stato immediatamente catturato: riportato all’auto di servizio è stato caricato in stato di fermo, ammanettato, ed a questo punto è scattata l’ennesima reazione del delinquente. Con una piccola pistola calibro 38, matricola abrasa, che aveva ben nascosta addosso ha colpito il militare alle spalle. Il collega di Cristiano è riuscito a saltare fuori dalla gazzella e schivare i colpi, estrarre l’arma e colpire Dorio, che pur ferito è riuscito ad allontanarsi con l’auto di servizio. Percorsi 4 chilometri di metri esce di strada e finisce in un canale, morto, con i polsi ancora ammanettati e il volto sull’airbag insanguinato. Sul posto sono arrivati i rinforzi ed i tre complici dell’omicida sono stati bloccati: il giovane brigadiere è stato subito ospedalizzato, ma è morto sotto i ferri: lascia i genitori, che hanno autorizzato l’espianto degli organi, ed una fidanzata. In serata il magistrato di turno ha disposto il fermo dei tre delinquenti che erano con Dorio, ritenuto colpevole di una rapina all’Ufficio Postale di Codigoro (bottino 3mila euro) effettuata due giorni fa: nei loro confronti sono state formalizzate accuse per concorso in porto abusivo d’arma da fuoco, ricettazione e favoreggiamento. Ma non è tutto: gli uomini del RIS dovranno comparare i proiettili che hanno ucciso il giovane sottufficiale con quelli estratti dal cranio di un pescatore di 41 anni, freddato a Taglio di Po (Rovigo) all’inizio di questo mese. Antonio Dorio, nel 1992, poco più che ventenne, aveva ucciso una donna di 75 anni alla stazione di Mezzolara di Budrio (Bologna), Enrica Evangelisti, per rubarle l’incasso dei biglietti della lotteria, circa 300mila lire: le aveva inferto 70 coltellate, poi era salito in casa sua alla ricerca di altri soldi e si era lavato nel suo bagno, abbandonando un asciugamano in un cassonetto poco distante. Nonostante l’efferatezza del delitto, nel 2001 aveva ottenuto il permesso di uscire dal carcere per lavorare, ma evidentemente non poteva bastargli: scappò, evitando di rientrare alla Dozza (la casa circondariale di Bologna) per finire nuovamente in galera alcuni giorni dopo, quando venne catturato, anche in quella circostanza, alla guida di un’auto rubata. Purtroppo la legge gli ha consentito ancora una volta di avere benefici immeritati: alla fine del 2005 era tornato a godere della semilibertà, e come aveva dimostrato di saper fare, il 6 febbraio non è più rientrato tradendo ancora una volta la fiducia che la società gli aveva concesso. Stavolta ha deciso di andare fino in fondo e quando i Carabinieri lo hanno catturato è tornato ad indossare la sua vera maschera, quella di killer spietato. A farne le spese un giovane sottufficiale dei Carabinieri, che lo aveva appena catturato, come mille altre volte aveva fatto con altri delinquenti, sempre più spesso liberi prima ancora che siano terminati gli atti di polizia. Alla famiglia del Brigadiere Cristiano Scantemburlo, ai suoi colleghi, agli amici, il cordoglio dell’Asaps. (ASAPS)

Mercoledì, 15 Febbraio 2006
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