di Stefano Guarnieri
La dura vita di noi Autovelox
Non sono tempi belli per noi autovelox. Ultimamente non riesco più a capire gli umani. Mi fidavo di loro. Mi hanno dato la vita e mi mantengono. Noi autovelox siamo delle creature semplici. Ci mettono in un punto di una strada e dobbiamo misurare il tempo che un veicolo impiega a passare su una porzione di strada. Se questo valore è minore di un tempo che hanno stabilito gli uomini stessi, scattiamo una fotografia. Cosa accade dopo con quella fotografia non è da me conosciuto. So che quello che accade dipende da regole che gli umani stessi si sono dati. Quello che mi è chiaro, perché lo dicono i dati, è che così riusciamo ad evitare che le auto e le moto percorrano quel tratto ad alta velocità. Per questo si riducono gli scontri con morti e feriti.
Sono anche bravo e preciso nel fare il mio compito: misurare un tempo e fare una foto. E non mi stanco mai, lo posso fare continuamente. In fondo è tutto molto semplice: elettroni e fotoni lavorano per me. A dire il vero c’è una pausa è obbligatoria una volta all’anno: devo andare a fare un esame dal maestro degli autovelox per certificare la mia capacità di misurare un tempo. Personalmente, essendo anche pigro, non ne vedo la necessità. Soprattutto pensando che tutti quelli che mi passano davanti con un veicolo, hanno una patente che è stata data loro quando avevano 18 anni e non devono mai più tornare da un maestro di guida per tutta la loro vita.
Un’altra cosa strana è che il mio padrone, il Comune di Firenze, quando ha deciso di adottarmi e darmi una casa, non ha potuto sceglierla liberamente. Per prima cosa ha dovuto verificare che la posizione dove volevano mettermi fosse in una strada dove in passato erano avvenuti scontri con morti e feriti. Poi ha dovuto chiedere un parere alla Polizia Stradale. Infine, ha chiesto l’autorizzazione formale alla Prefettura. È lei che decide e non ci sono dei criteri precisi. A me alla fine è andata anche relativamente bene e un terreno dove mettere la mia piccola casa lo hanno trovato in tempi accettabili, ma conosco tanti fratelli autovelox che dopo cinque anni non hanno notizie sulla loro abitazione.
Purtroppo, come in quasi tutti gli altri casi che conosco, la casa mi è stata costruita in una larga strada di periferia perché ci sono delle regole assurde. Noi autovelox non possiamo vivere in strade dove ci sono degli incroci frequenti con altre strade ma deve esserci una strada senza attraversamenti a raso. Questo ci preclude di vivere nei centri delle città dove saremmo certo anche più utili, oltre ad essere dei luoghi dove si vive meglio. Me lo dice sempre anche uno dei pochi amici che ho fra gli umani, Stefano: “Saresti ad esempio molto utile in Viale Righi a Firenze, un bel viale alberato con un lungo rettilineo. Ogni volta che porto fuori il mio cane e devo attraversare la strada, rischio la vita”. E io non posso che rispondere: “Sarebbe bellissimo per me esserci, lo vorrei con tutto il cuore, ma le vostre regole assurde me lo proibiscono”.
Io di carattere sono un introverso, non mi piace mettermi in mostra, amerei starmene anche un po’ da solo senza farmi notare. Purtroppo, però non mi è permesso in Italia. Io non capisco perché sinceramente, dato che in altre nazioni non è così. I miei padroni hanno dovuto mettere un sacco di cartelli prima della mia casa per segnalare agli automobilisti che ci sono. La mia abitazione è pitturata con colori improbabili, tali da sembrare un evidenziatore. Non proprio in linea con il mio gusto sobrio.
Logicamente mi aspettavo che, salvando vite, evitando sangue e dolore sulle strade, gli umani mi ringraziassero, coccolandomi, pulendomi dallo sporco dell’atmosfera o abbellendomi con degli adesivi di ringraziamento, magari della mia squadra del cuore: la Fiorentina. Invece ultimamente accade una cosa brutta e violenta e comincio ad avere paura. È accaduto al nord, la parte più ricca dell’Italia. Un uomo, che la stampa ha chiamato “Fleximan” (forse anche più di uno) ha iniziato a tagliare le gambe a dei fratelli autovelox, facendoli morire dissanguati. Nonostante che questo delinquente provochi dei danni ingenti, che gli umani stessi devono poi ripagare, viene da molti considerato addirittura un eroe. Difficile davvero capirli questi umani.
Ma di tutte queste cose che vi ho raccontato che sono tristi e senza senso, quella che mi addolora di più è che il nostro Dio, colui che mi ha concepito, il ministro dei trasporti, dice che noi autovelox siamo una truffa. Quando lo ha detto mi sono messo a piangere e mi sono sentito profondamente offeso. Io non truffo nessuno. Misuro semplicemente un tempo che indica se un guidatore con il suo mezzo ha superato o no la velocità che il mio Dio, il ministro dei trasporti, ha indicato come consentita in quel tratto. Le persone, inoltre, per tutto quello che vi ho raccontato sino ad ora, sanno bene dove vivo e lavoro. Come posso truffare qualcuno?
Mi pare un mondo alla rovescia e io non riesco a capirci più niente. Sono molto amareggiato e forse non vale più la pena vivere con tutto questo odio. Mi sa che non aspetto Fleximan, mi suicido alla ricerca di un po’ di pace. E un bel vaffa a tutti voi umani.
Stefano Guarnieri
Associazione Lorenzo Guarnieri Onlus