Foto galleria Repubblica
(ASAPS) ROMA – Sarà colpa di una delle campagne elettorali
– quella cominciata ben prima dello scioglimento delle Camere – ma il silenzio
con cui diventa esecutiva una vera e propria rivoluzione sulla strada ci lascia
a dir poco esterrefatti. Comunque sia, è passata e questa è la cosa più
importante. Si tratta dell’approvazione definitiva, in Senato, del DDL n° 3337,
che aveva già avuto l’ok alla Camera lo scorso 9 marzo e che ora, per diventare
esecutivo, attende solo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Tutto era
nato nel 2001 dall’iniziativa dell’onorevole Francesco Carboni (DS), che nel
corso di una lunga discussione, affrontata trasversalmente nelle commissione
Giustizia in sede referente, ma anche in quelle degli Affari Costituzionali e
del Bilancio, è alla fine approdata al voto finale, con il placet di gran parte
delle forze politiche di maggioranza ed opposizione: questo ci fa piacere, e
vuol dire che su certe questioni la trasversalità è ancora possibile. Ma di
cosa si tratta, nel dettaglio? Nei giorni che seguiranno faremo il punto
tecnico, nel senso che studieremo la legge nei suoi dettagli e forniremo una
valutazione “professionale”, se ci concedete l’aggettivo. Sul fronte del processo civile e penale, sono state
introdotte infatti, sanzioni più severe e una maggior rapidità per il
risarcimento dei danni conseguenti da incidenti stradali. Infatti chi commette
omicidio colposo rischia la sospensione della patente fino a 4 anni, chi
provoca lesioni gravi o gravissime fino a 2 anni, mentre per la lesione colposa
“semplice” fino a 3 mesi. Sono stati modificati anche gli articoli 589
(Omicidio Colposo) e 590 del Codice Penale (Lesioni Personali Colpose), non
solo elevando le pene rispettive pene, ma stabilendo che i procedimenti penali
e civili in materia di risarcimento del danno, seguano una trattazione identica
a quella delle cause di lavoro: in sostanza un iter assai più breve. Per
l’omicidio colposo erano previste condanne da 1 a 5 anni, mentre ora si andrà
da un minimo di 2 al massimo di 5 anni. Nello stesso modo, coloro che provocano
lesioni gravi rischieranno la reclusione da 3 mesi ad 1 anno (prima da 2 a 6 mesi), ed in caso di
lesioni gravissime da 1 a
3 anni (prima invece si rischiava la reclusione da 6 mesi a 2 anni). Il DDL
3337 prevede anche, all’articolo 4, l’abbreviazione dei termini per le indagini
preliminari e per la fissazione della data del giudizio, intervenendo così
anche sul Codice di Procedura Penale. Importanti novità anche per i risarcimenti: d’ora in poi quando i
primi sommari accertamenti evidenzino gravi elementi di responsabilità a carico
della controparte, sarà possibile ottenere la liquidazione di una
provvisionale, pari ad una percentuale variabile tra il 30 e il 50 per cento
del danno complessivo: fino ad ora solo in caso di comprovata necessità questo
“beneficio” era concesso dalla legge. Farà discutere anche l’articolo 6, che
tratta gli “obblighi del condannato”: in caso di condanna, il giudice potrà disporre
la sanzione amministrativa accessoria dei lavori di pubblica utilità. Attività
non retribuita. Strano ma vero, è una delle leggi più dure in ambito europeo.
Soddisfazione è stata espressa dall’Associazione italiana familiari vittime
della strada. “Nel rilevare che tale DDL teneva
conto anche della nostra precedente proposta di legge n. 866 – dice in un
comunicato la presidente Giuseppa Cassaniti Mastrojeni – l’Associazione ringrazia tutte le forze politiche che, superando
diverse comprensibili divergenze, hanno infine saputo accogliere in
modo concorde le pressanti richieste di giustizia delle vittime e dei
familiari, da noi avanzate attraverso comunicati alle alte cariche
dello Stato, appelli al senso di responsabilità dei Senatori e sit-in pacifici
dinanzi al Palazzo del Senato. Con soddisfazione constatiamo – conclude
la Cassaniti
– che il prolungamento dei tempi delle
Camere ha permesso di non vanificare il compimento di un lungo precedente
lavoro rispondente alle attese delle vittime della strada e dei
familiari. L’esito positivo del DDL 3337 rinsalda nell’Associazione, e per
suo tramite nei cittadini che essa rappresenta, la fiducia nelle istituzioni”
E l’Asaps, è ovviamente d’accordo. (ASAPS)
|