Martedì 02 Luglio 2024
area riservata
ASAPS.it su

SPAGNA, SI CORRE PER RISPETTARE I PARAMETRI DELL’UNIONE EUROPEA SUL FRONTE DELLA SICUREZZA STRADALE: PRESTO LA PATENTE A PUNTI, PIÙ CONTROLLI SULL’ALCOL E LOTTA ALLA VELOCITÀ

(ASAPS) MADRID – A pochi mesi dal varo della patente a punti in Spagna, è stato promossa dalla DGT, la Direzione Generale del Traffico una nuova strategia, che si propone di ridurre del 40% le vittime della strada entro un periodo di 4 anni. Per dare un’idea del proposito, in una regione come le Asturie – dove sono state registrate 108 vittime nel 2004 – l’obiettivo è quello di scendere sotto i 60 morti all’anno. Alla base del progetto c’è una considerazione semplice: “è vero che gli incidenti stano diminuendo, ma il prezzo pagato è ancora troppo alto. È ovvio che anche questa iniziativa rientra nel piano di rispetto del diktat dell’Unione Europea, che ha imposto a tutti i paesi membri di dimezzare la mortalità entro il 2010: nel nostro continente, lo ricordiamo, muoiono ogni anno 40mila persone, mentre 1 milione e 700mila restano ferite.
Proprio il principato delle Asturie costituirà un utile banco di prova: vediamo come.
Innanzitutto la patente a punti, che costringerà gli utenti spagnoli ad adeguare la propria condotta di guida: nei prossimi giorni spiegheremo nel dettaglio come funzionerà il sistema iberico, che entrerà in vigore dal 1 luglio 2006. vi anticipiamo che – come in Francia – ogni conducente avrà a disposizione solo 12 punti (8 per i neopatentati) e che recuperare le decurtazioni sarà possibile solo in 199 centri già istituiti. A partire dal 31 gennaio sono già cominciate, in tutta la Spagna, imponenti campagne di informazione, anche nelle scuole, che dovrebbero consentire di arrivare al momento dell’entrata in vigore della normativa senza troppa confusione.
Le energie saranno poi spese sul fronte repressivo, con un deciso rafforzamento sul fronte dei controlli alcolemici: il periodo natalizio ha visto un enorme sforzo da parte della Guardia Civile, della Polizia Nazionale e di quelle ad ordinamento Locale, che come tutti ben sanno in Spagna sono molto ben dotate. Si consideri che secondo le ultime stime vengono effettuati ogni giorno almeno 10mila controlli, con punte di 15mila nei giorni considerati più a rischio: è probabile che nel 2006 venga superato il tetto dei 5 milioni di controlli. Non siamo ancora al livello della Francia, ma ogni considerazione da parte nostra è superflua, visto che in Italia difficilmente supereremo anche nell’anno in corso le 200mila verifiche. Altre campagne mirate riguarderanno l’uso delle cinture di sicurezza, alcune delle quali già in pieno svolgimento, e il controllo in chiave repressivo di uno dei killer più spietati: la velocità. In questo specifico campo, le autorità hanno concordato un piano strategico che ruoterà attorno a tre punti chiave: un controllo rigoroso della velocità in ambito urbano, un’azione continua sulle principali arterie del paese e infine il progressivo potenziamento degli organici di polizia stradale. Nel lungo ponte natalizio, nel principato delle Asturie sono state installate in via sperimentale 25 postazioni fisse per il rilevamento della velocità: nel complesso sono state contabilizzate 25mila violazioni al limite di velocità, dato che ha indotto gli analisti a ritenere che proprio su questo fronte possa essere incisiva – per diminuire il tasso di mortalità – la puntuale azione di polizia. A differenza di quanto accade però in altri paesi, in Spagna nessuno intende affidare alla sola tecnologia il compito di far rispettare il codigo vial e quindi la DGT ha preteso dal governo di Zapatero di incrementare – nei prossimi 4 anni – l’organico delle polizie stradali, costituito in prevalenza dalla Guardia Civile (Trafico) e dalle polizie regionali ove istituite, ad esempio i Mossos d’Esquadra in Catalogna, o dalla Polizia Nazionale: in tutto dovranno essere assunti almeno 750 elementi all’anno, per arrivare a coprire le attuali necessità stimate in 11mila unità. Una parte delle risorse saranno ovviamente destinate al controllo ed al miglioramento delle infrastrutture, ai corsi di formazione ed a quelli di “recupero” dei conducenti. Una strategia di grande impegno, che serve a dare slancio al paese per raggiungere i parametri richiesti dall’Unione Europea, che non si è dimenticata del suo ordine e intende farlo rispettare. Le ultime ricerche dicono infatti che difficilmente il continente riuscirà a mantenere i propri impegni, e che non riuscirà a far meglio del 42%. Qualcuno non ci sta. (ASAPS)

© asaps.it

di Lorenzo Borselli

Lunedì, 13 Febbraio 2006
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK