(ASAPS) – È un
frastuono di dolore, quello che ci colpisce e che ci strazia il cuore. Il
pensiero vola alle nostre pattuglie, alle nostre notti dietro criminali in
fuga, ai nostri inseguimenti e al crepitio di qualche pistola, durante le corse
affannose nelle campagne come nelle città. Ma nel caos, per favore, non ci
dimentichiamo di Lui. Sfila sempre nell’ombra, l’ultimo compagno del caduto,
quello che era in auto quando la radio impartisce le istruzioni, indica un
obiettivo, avverte dei rischi. Quello che a volte guida, o che prepara le armi,
le torce, che si accorda col suo fratello in armi per l’intervento. Pensiamo a
chi era con Cristiano, quando la mano assassina ne ha fermato per sempre la
vita. Proviamo a immaginare cosa avrà pensato quando ha visto la pistola
scuotersi e rinculare, vomitare il fuoco dalla canna e veder cadere l’amico.
Proviamo a immedesimarci nei suoi panni, a fermare uno solo dei suoi pensieri,
quando avrà realizzato che l’ora tremenda, quella più temuta, era scoccata.
L’aspetti una vita e poi ti piomba addosso come una furia, senza permetterti di
ragionare, di connettere. Estrae l’arma e risponde al fuoco, ma cosa avrà
pensato l’ultimo Amico di Cristiano, o quello di Donato, di Stefano e delle
migliaia di Nostri tutti finiti allineati nel sacrario, purtroppo solo
immaginario, della nostra memoria? Il nostro pensiero deve andare anche a Loro,
che in fondo sono tutti uguali a noi. Insomma, che sappiano, i sopravvissuti,
che non dimenticheremo nemmeno loro. [Lorenzo Borselli] (ASAPS) |
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