Pietro Genovese a processo per evasione dai domiciliari. La madre della vittima: “Una misura ridicola”
«Ha fatto dei domiciliari ridicoli, potendo vedere chi voleva, uscendo per andare all’università, quando c’era il Covid e tutti eravamo ai domiciliari. E nonostante questo in due occasioni non ha risposto quando i carabinieri hanno bussato alla sua porta. La prima volta hanno pensato che dormisse, oggi no». Lo spiega così, Gabriella Saracino, quello che è accaduto ieri mattina nella seconda aula della palazzina B della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio, dove Pietro Genovese è stato rinviato a giudizio per essere evaso dai domiciliari.
Travolte e uccise a Corso Francia, la madre di Gaia: “Pietro Genovese libero a Londra, siamo noi all’ergastolo”
di Andrea Ossino
31 Dicembre 2023
La mamma di Gaia Von Freyemann, ricorda ogni cosa di «quel maledetto 22 dicembre del 2019, quando la mia vita si è fermata», quando il figlio del regista Paolo Genovese ha travolto e ucciso sua figlia e l’amica Camilla Romagnoli, mentre attraversavano Corso Francia mano nella mano. Per quei fatti Genovese è stato condannato a scontare 5 anni e 4 mesi.
Già dal 26 dicembre del 2019 però era agli arresti domiciliari in un appartamento nel quartiere Coppedè. È da qui che ha più volte attirato l’attenzione dei carabinieri. Una volta, il 22 maggio del 2022, per la musica a tutto volume, una circostanza che ha infastidito i condomini ma che non costituisce reato.
Poi, una notte, i carabinieri hanno bussato alla sua porta ma nessuno ha risposto. «Hanno pensato dormisse», ricorda Gabriella Saracino.
Arriviamo così al 16 gennaio 2021, quando ancora una volta i militari dell’Arma citofonano a Genovese e non risponde nessuno. Si è allontanato di casa, tecnicamente è evaso, sostiene la procura. Ed è con questa accusa che il pubblico ministero Lina Corbeddu ha chiesto e ottenuto che il ragazzo venga rinviato a giudizio.
Una tesi che l’avvocato del ragazzo ha provato a controbattere. «Non c’è alcuna immagine delle telecamere a circuito chiuso in cui Genovese è ripreso mentre esce di casa - ha affermato in aula il penalista Gianluca Tognozzi - Non c’è prova di evasione». Il legale infatti ha depositato le immagini del sistema di sicurezza dell’appartamento in cui Genovese ha trascorso gli arresti domiciliari. E non c’è traccia del fatto che il ragazzo abbia lasciato l’appartamento. Quindi o ha utilizzato un’altra uscita o non ha sentito il citofono ancora una volta. Un dubbio che verrà risolto durante il processo che inizierà il prossimo 20 marzo.
«Vediamo cosa accadrà adesso perché il difensore di Genovese ha detto che dalle telecamere non si vede che il ragazzo esce di casa. Per noi è un’evasione. Ci aspettiamo che questa volta vada meglio delle precedenti», chiosa la madre di Gaia Von Freyemann. Nel frattempo si attende ancora che il tribunale di Sorveglianza di Roma decida, dopo anni, dove il ragazzo debba scontare la pena alternativa residua.