La
cefalea o mal di testa è un disturbo comune, ma in alcune forme
associato ad invalidità. Numerosi fattori o eventi, anche banali
e transitori, possono provocare cefalee occasionali; però, in
molti casi il mal di testa si presenta così frequentemente ed
in forma così violenta da essere di impedimento alle normali
attività quotidiane. Circa il 40% delle donne ed il 20% degli
uomini soffrono di queste cefalee ricorrenti.
Nella maggior parte dei casi si tratta di forme primitive, non associate
ad altre patologie. Esistono, poi, le cefalee conseguenti ad infezioni
sistemiche o intracraniche, a tumori, a malattie di occhi, orecchie,
naso, apparato dentario, a traumi cranici, a patologie del rachide cervicale
e ad ipertensione arteriosa.
è importante, perciò, che il paziente sia sottoposto ad
accurata valutazione diagnostica se la cefalea è insorta di recente
in un’età superiore ai 40 anni. Tra le forme primitive, l’emicrania
e la cefalea muscolo-tensiva o da stress si manifestano in età
giovanile (nei primi 15 anni) con caratteristiche di familiarità;
la cefalea a grappolo insorge, invece, senza caratteristiche di familiarità,
tra i venti ed i cinquant’anni.
La
cefalea tensiva è la forma più diffusa; circa il
30% della popolazione presenta crisi sporadiche, il 10% ne soffre in
modo ricorrente (almeno una crisi per settimana), e il 2% in maniera
continua (più di 15 giorni al mese). Il dolore è di intensità
lieve o media e non impedisce la normale attività quotidiana;
è descritto come un senso di costrizione, una morsa che stringe
la testa ed interessa bilateralmente la regione nucale o fronto-temporale,
allargandosi, poi, al resto del capo e al collo, fino alla muscolatura
delle spalle; la pressione sui muscoli del capo e del collo è
dolorosa.
L’emicrania
si manifesta come un dolore pulsante ad una metà del capo, di
intensità moderata o severa e di durata variabile dalle quattro
alle ventiquattro ore. Colpisce soprattutto il sesso femminile, spesso
in correlazione col flusso mestruale. Gli attacchi insorgono più
frequentemente durante un periodo di stress o il relax dei giorni festivi
(emicrania del weekend); possono scatenarli anche le intolleranze alimentari,
il digiuno, l’esposizione al sole, la carenza di sonno, l’assunzione
di estroprogestinici. Sono spesso presenti nausea, vomito, fono - e
fotofobia, ed a volte transitori disturbi neurologici di preavviso (disturbi
visivi, lampi di luce, formicolii), detti "aura emicranica".
La
cefalea a grappolo è una forma rara, che colpisce in prevalenza
il sesso maschile, con singoli accessi solitamente di breve durata (da
30 minuti a tre ore), che tendono a raggrupparsi in periodi dell’anno,
definiti "grappoli", durante i quali si manifestano più
volte al giorno, anche durante le ore notturne. Nella
forma episodica ai grappoli si interpongono più o meno lunghi
periodi di completo benessere, mentre nella forma cronica non ci sono
periodi di remissione. Il dolore è molto violento, quasi sempre
unilaterale; insorge in maniera acuta e cessa bruscamente. Colpisce
la regione periorbitaria e temporale, ma può estendersi anche
alla mascella e al collo, e si accompagna ad arrossamento della congiuntiva,
lacrimazione, ostruzione nasale e rinorrea, sudorazione, edema palpebrale,
stati di agitazione, aggressività, fino ad intenti di suicidio.
La
nevralgia del trigemino interessa le regioni mandibolare, oftalmica
o mascellare. Il dolore è in genere unilaterale, molto intenso,
a crisi parossistiche, e può essere scatenato da stimoli lievi
quali il semplice sfioramento di alcuni punti sulla cute detti "punti
grilletto". Raramente la sua remissione avviene in modo naturale,
ma con il tempo tende a peggiorare e non risponde ai comuni analgesici;
perciò, oltre a potenti presidi farmacologici, a volte bisogna
ricorrere ad infiltrazioni periferiche per desensibilizzare il nervo,
o alla chirurgia di resezione. Fortunatamente, nella maggior parte dei
casi la cefalea è espressione di tensione nervosa o stanchezza,
e non richiede particolari terapie, se non l’assunzione di blandi analgesici
(aspirina, paracetamolo, ibuprofene, caffeina ecc.) e il riposo. Molto
spesso i cambiamenti di ambiente e di abitudini di vita, l’eliminazione
di cause di irritazione o di stress e di alcuni cibi (es.: alcool, cioccolato,
formaggi stagionati, vino rosso), e il recupero dei normali ritmi sonno-veglia
sono sufficienti ad evitare il ripresentarsi del disturbo. Anche la
correzione di posture sbagliate, comunemente assunte durante le attività
quotidiane, può apportare evidenti benefici. Il cosiddetto "cerchio
alla testa", sinonimo di cefalea tensiva, è, infatti, frequentemente
provocato da una posizione scorretta del corpo, che causa eccessiva
tensione dei muscoli del capo e del collo. Questo accade, ad esempio,
quando si guida tenendo il corpo proteso verso il volante, o quando
si lavora per lungo tempo alla scrivania con la testa reclinata in avanti
per leggere o scrivere. Così, per evitare il mal di testa legato
allo stress in automobile, basta correggere la posizione di guida, tenendo
la schiena appoggiata al sedile; mentre alla scrivania è opportuno
usare una sedia ergonomica, tenere la schiena diritta e gli avambracci
appoggiati sul tavolo, e sciogliere almeno ogni due ore i muscoli delle
spalle. Nelle forme più gravi di cefalea, resistenti alle comuni
terapie, e come profilassi nelle forme croniche, è necessario
ricorrere a farmaci potenti (oppiacei, antidepressivi, ergotamininici,
neurolettici, antiserotoninergici, beta-bloccanti, calcio-antagonisti,
antiepilettici), che devono essere utilizzati sotto stretto controllo
medico per le numerose controindicazioni ed i rilevanti effetti collaterali.
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Medico Capo della Polizia di Stato Ufficio Sanitario - Questura di Ragusa
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