Familiari vittime e sicurezza stradale: richiesta URGENTE di incontro alla Presidente Meloni
Onorevole Presidente Meloni,
siamo e rappresentiamo familiari di vittime di violenza stradale e Le scriviamo per chiederLe di mettere in pausa l’iter di approvazione del Nuovo Codice della Strada (ddl 1435) e per chiederLe un incontro urgente dove riscrivere insieme quegli articoli che ora contrastano con la sicurezza stradale, con un unico obiettivo: salvare vite umane.
Prima di continuare, le chiediamo di guardare questo video di familiari vittime sulle strada, a Lei rivolto: https://vimeo.com/921506278/ada2801f7f
Arriviamo a formularLe questa richiesta dopo aver avuto modo di analizzare i tratti distintivi della riforma proposta (ddl 1435) e non possiamo che esprimere un’enorme preoccupazione per le conseguenze che il nuovo quadro normativo potrebbe portare sul tema della violenza stradale legato principalmente al mancato rispetto dei limiti di velocità.
La storia delle nostre associazioni è scritta da persone che hanno vissuto enormi sofferenze e che hanno deciso di trasformare il proprio dolore in un impegno sociale. Ciò affinché si protegga la vita di altre persone, si inverta una tendenza, si correggano abitudini e comportamenti pericolosi.
Rappresentiamo molte storie, ognuna diversa dalle altre, ma tutte sono la storia di una persona morta, o della perdita della salute, ingiustamente, a causa di un sinistro stradale. Tutte evitabili, almeno nelle loro conseguenze più drammatiche.
Poche settimane fa ci siamo trovati attoniti a commentare i fatti legati ai cosiddetti "fleximan", persone che abbattono gli autovelox in giro per le strade d'Italia: quelle azioni, quel trasformare atti vandalici in gesti quasi eroici, ci hanno ferito profondamente perché le nostre biografie non possono che portarci in una direzione opposta.
Sappiamo che la velocità è indiscutibilmente, secondo i dati internazionali ormai consolidati, la causa della maggior parte delle morti e dei feriti gravi, nonché l'elemento aggravante di qualsiasi distrazione. Per questo riteniamo, noi insieme agli studiosi della materia di tutto il mondo, che abituare le persone ad andare più piano di adesso (e non “piano” in generale, ma si legga “alla velocità giusta!”) sia la precondizione per evitare altre morti, altre sofferenze.
La riduzione della velocità è l'elemento centrale dei piani sulla cosiddetta "visione zero", dove quello zero indica il numero di vittime in sinistri stradali, che è uno dei pilastri delle politiche di mobilità dell'Unione Europea e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che nel proprio Piano Globale della Sicurezza Stradale chiama le nazioni, anzitutto, alla riduzione dei decessi del 50% entro il 2030 e all'adozione di quello che viene definito “sistema sicuro” (safe system approach). Il nostro PNSS, Piano Nazionale della Sicurezza Stradale, ha recepito pienamente le istanze della OMS, per contro occorre ricordare che l’Italia si posiziona agli ultimi posti in Europa quanto a indice di mortalità (52 decessi per milione di abitanti) vale a dire al 23° posto, dietro ad ogni altro paese avanzato europeo.
Sulla base di queste premesse, le modifiche al codice della strada in discussione segnano una netta inversione di tendenza, ancora più preoccupante se collocata nel sottobosco culturale che trasforma i criminali di fleximan in eroi, perché di fatto (se analizziamo la riforma nel suo complesso e nel combinato disposto con il “decreto autovelox”) depotenziano ogni politica sulla riduzione della velocità in ambito urbano, contesto nel quale avviene ben il 73% di sinistri in Italia, sulla creazione di aree e isole a prevalenza pedonale, sul ribaltamento delle priorità quando si guida in città. Le modifiche al codice della strada - anche considerando alcuni elementi positivi, cfr alcol lock, guida sotto l’effetto di stupefacenti e inasprimento pene - vanificano anche le nostre continue e incessanti pressioni sui Comuni, nostri primi interlocutori per la conoscenza specifica di ogni singola strada, situazione, incrocio, perché tolgono autonomia decisionale alle amministrazioni locali.
Il tema della velocità e dell'autonomia non sono gli unici elementi di preoccupazione: la pedonalità e la ciclabilità sono fortemente penalizzate nella proposta di riforma, come se si volesse proteggere gli utenti vulnerabili della strada rendendo sempre più difficile per loro accedere appunto alle strade delle città. Questo è un altro aspetto in controtendenza rispetto alle misure adottate dalle città europee.
Con la presente - se anche Lei condivide l’intento di salvare il maggior numero possibile di vite umane sulla strada - Le esprimiamo formale richiesta di mettere in pausa l’approvazione del Nuovo Codice della Strada e di volerci incontrare, unicamente come familiari vittime sulla strada, per riscriverlo insieme.
Ringraziando per la cortese attenzione che vorrà accordarci, porgiamo cordiali saluti.
Filippo Randi per Federazione
Europea delle Vittime della Strada, Associazione Italiana Familiari e Vittime
della Strada APS
Stefano Guarnieri per Associazione
Lorenzo Guarnieri
Marco Scarponi per Fondazione
Michele Scarponi
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