Brindisi: "Alice nel paese delle meraviglie" un progetto per i giovani della provincia con la collaborazione della Fondazione Cesar |
Il disagio adolescenziale ed il malessere diffuso tra i giovani, stanno portando ad un incremento degli episodi di devianza giovanile che hanno raggiunto livelli oramai preoccupanti. Per questo motivo tutta la società civile, e le istituzioni in primo luogo, hanno l’obbligo e il dovere di attuare provvedimenti efficaci per eliminare, o quantomeno cercare di ridurre, le cause scatenanti questi fenomeni. Nasce da queste esigenze il progetto "Alice nel Paese delle Meraviglie", un progetto che con un pizzico di ambizione intende aprire una nuova metodologia di dialogo con i giovani, attraverso una serie di informazioni e di strumenti riservati agli educatori, cioè a coloro che per primi con i giovani debbono saper dialogare. A proporlo è l’Assessorato ai Servizi Sociali della Provincia di Brindisi, che ha di recente redatto un programma di interventi grazie anche alla fattiva collaborazione della Fondazione Cesar, che ha curato l’aspetto scientifico del progetto. A presentarlo, invece, sono stati gli stessi amministratori locali di Brindisi, che assieme al coordinatore regionale della Fondazione Cesar, Nisio Calmieri, hanno illustrato alla stampa e alle principali autorità della regione pugliese, alcune delle caratteristiche del progetto stesso. Sviluppato su tre target (i giovani dai 6 ai 18 anni, gli educatori e i genitori) il progetto prevede diverse modalità di azione e procede secondo alcune fasi che riguardano l’individuazione dei soggetti interessati, l’avvio di rapporti con le istituzioni e le associazioni che si occupano dei fenomeni giovanili e l’identificazione delle aree territoriali dove attivare le iniziative proposte. In quest’ottica, proprio nella provincia brindisina, sono stati organizzati alcuni momenti di riferimento individuati in una serie di incontri e di pubblici convegni, il primo dei quali si è svolto all’interno dell’Istituto alberghiero "Cesare Braico" ed ha inteso richiamare l’attenzione generale al problema, grazie a contributi forniti da esperti di valenza nazionale. All’interno delle tematiche affrontate nel corso del primo convegno intitolato "Brindisi e i suoi giovani, i rischi di un malessere", si è anche discusso di stragi del sabato sera ed immancabile è stata la presenza di esponenti di Sicurstrada e di A.S.A.P.S.
I partecipanti al dibattito, da sinistra Roberto Rocchi, al centro il Dott. Sandro Vedovi segretario generale di Sicurstrada
Infatti,
a fianco di relatori quali il presidente dell’Ordine nazionale degli
psicologi, Pierangelo Sardi, il presidente dell’Osservatorio
nazionale alcol e giovani, Enrico Tempesta e del sociologo Vito
Giovanetti, vi erano anche Sandro Vedovi, segretario generale
di Sicurstrada e Roberto Rocchi, in veste di consigliere nazionale
dell’A.S.A.P.S. ed in sostituzione del Presidente Giordano Biserni,
già impegnato in analoga circostanza. A moderare gli interventi
un professionista della comunicazione mediatica, ma anche un attento osservatore
dei fenomeni legati alla società, vale a dire il giornalista Piero
Marrazzo, noto per essere il conduttore di una riuscitissima trasmissione
su RaiTre. Ad aprire gli interventi, tuttavia, è stato monsignor
Rocco Talucci, arcivescovo di Brindisi ed Ostuni, che parlando
dei giovani ha respinto la tesi che vuole addossare a loro tutte le responsabilità
del disagio, ma non ha potuto fare a meno di sottolineare come la socializzazione
di massa e le grandi macchine del divertimento collettivo celino in realtà
l’incapacità di vivere una dimensione personale capace di
consacrare anche il valore della riflessione individuale. Un’opinione,
questa, in larga parte condivisa anche dal dottor Sardi, che ha ricordato
come sulla strada si manifestino i fenomeni più compromettenti
per i giovani, a cominciare dalla guida imprudente e non rispettosa delle
regole che la società si è data per tutelare l’incolumità
di tutti. |