Mercoledì 17 Luglio 2024
area riservata
ASAPS.it su
Articoli 06/03/2003

da "Il Centauro" n. 74 - Brindisi: "Alice nel paese delle meraviglie" un progetto per i giovani della provincia con la collaborazione della Fondazione Cesar

Brindisi:
"Alice nel paese delle meraviglie"
un progetto per i giovani della provincia con la collaborazione della Fondazione Cesar
 

Il disagio adolescenziale ed il malessere diffuso tra i giovani, stanno portando ad un incremento degli episodi di devianza giovanile che hanno raggiunto livelli oramai preoccupanti. Per questo motivo tutta la società civile, e le istituzioni in primo luogo, hanno l’obbligo e il dovere di attuare provvedimenti efficaci per eliminare, o quantomeno cercare di ridurre, le cause scatenanti questi fenomeni. Nasce da queste esigenze il progetto "Alice nel Paese delle Meraviglie", un progetto che con un pizzico di ambizione intende aprire una nuova metodologia di dialogo con i giovani, attraverso una serie di informazioni e di strumenti riservati agli educatori, cioè a coloro che per primi con i giovani debbono saper dialogare. A proporlo è l’Assessorato ai Servizi Sociali della Provincia di Brindisi, che ha di recente redatto un programma di interventi grazie anche alla fattiva collaborazione della Fondazione Cesar, che ha curato l’aspetto scientifico del progetto. A presentarlo, invece, sono stati gli stessi amministratori locali di Brindisi, che assieme al coordinatore regionale della Fondazione Cesar, Nisio Calmieri, hanno illustrato alla stampa e alle principali autorità della regione pugliese, alcune delle caratteristiche del progetto stesso. Sviluppato su tre target (i giovani dai 6 ai 18 anni, gli educatori e i genitori) il progetto prevede diverse modalità di azione e procede secondo alcune fasi che riguardano l’individuazione dei soggetti interessati, l’avvio di rapporti con le istituzioni e le associazioni che si occupano dei fenomeni giovanili e l’identificazione delle aree territoriali dove attivare le iniziative proposte. In quest’ottica, proprio nella provincia brindisina, sono stati organizzati alcuni momenti di riferimento individuati in una serie di incontri e di pubblici convegni, il primo dei quali si è svolto all’interno dell’Istituto alberghiero "Cesare Braico" ed ha inteso richiamare l’attenzione generale al problema, grazie a contributi forniti da esperti di valenza nazionale.

All’interno delle tematiche affrontate nel corso del primo convegno intitolato "Brindisi e i suoi giovani, i rischi di un malessere", si è anche discusso di stragi del sabato sera ed immancabile è stata la presenza di esponenti di Sicurstrada e di A.S.A.P.S.

 

 

 

I partecipanti al dibattito, da sinistra Roberto Rocchi,

al centro il Dott. Sandro Vedovi segretario generale di Sicurstrada

 

Infatti, a fianco di relatori quali il presidente dell’Ordine nazionale degli psicologi, Pierangelo Sardi, il presidente dell’Osservatorio nazionale alcol e giovani, Enrico Tempesta e del sociologo Vito Giovanetti, vi erano anche Sandro Vedovi, segretario generale di Sicurstrada e Roberto Rocchi, in veste di consigliere nazionale dell’A.S.A.P.S. ed in sostituzione del Presidente Giordano Biserni, già impegnato in analoga circostanza. A moderare gli interventi un professionista della comunicazione mediatica, ma anche un attento osservatore dei fenomeni legati alla società, vale a dire il giornalista Piero Marrazzo, noto per essere il conduttore di una riuscitissima trasmissione su RaiTre. Ad aprire gli interventi, tuttavia, è stato monsignor Rocco Talucci, arcivescovo di Brindisi ed Ostuni, che parlando dei giovani ha respinto la tesi che vuole addossare a loro tutte le responsabilità del disagio, ma non ha potuto fare a meno di sottolineare come la socializzazione di massa e le grandi macchine del divertimento collettivo celino in realtà l’incapacità di vivere una dimensione personale capace di consacrare anche il valore della riflessione individuale. Un’opinione, questa, in larga parte condivisa anche dal dottor Sardi, che ha ricordato come sulla strada si manifestino i fenomeni più compromettenti per i giovani, a cominciare dalla guida imprudente e non rispettosa delle regole che la società si è data per tutelare l’incolumità di tutti.
Un fatto molto grave per Sandro Vedovi, che ha ribadito come il mondo dell’associazionismo benché molto vario e talvolta disgregato, abbia però contribuito notevolmente ad accrescere quei valori fra i giovani che in altri luoghi non è stato possibile coltivare. Allo stesso modo è stato l’assessore provinciale Pancrazio Scarpello a confermare l’esigenza di dover agire con maggiore incisività e proprio per questo ha richiamato le decine di educatori ed insegnanti presenti a stimolare i ragazzi in riflessioni più accentuate e che riguardino il loro modo di vivere.
In questo contesto, Piero Marazzo è tornato sul tema delle stragi del sabato sera ed ha posto il quesito sulla reale efficacia dell’attività di prevenzione e di repressione svolta dalle forze dell’ordine sul territorio nazionale. A rispondere è stato Roberto Rocchi, che nell’analizzare i provvedimenti legislativi che vengono attuati con scarsa convinzione, ha posto anche l’accento sulla mancata concertazione di azioni fra gli enti dello Stato che si occupano di circolazione e sicurezza stradale, rimproverando l’ancora lontano coordinamento fra le forze di polizia. Un concetto, ha sottolineato, spesso tirato in ballo un po’ da tutti, ma che non ha mai trovato una completa realizzazione. Ecco perché, ha poi ripreso monsignor Talucci, occorre ritrovare la giusta considerazione dell’individuo e garantire che questi sia maggiormente rispettoso del prossimo che implica di conseguenza anche il rispetto delle regole.
Notevoli sono poi stati anche gli interventi del pubblico. Una insegnante ha ricordato come gli stili di vita del passato e del presente siano tutto sommato poco differenti fra loro ed anche se sono cambiati gli strumenti di divertimento le problematiche sono rimaste le stesse. Una studentessa, invece, ha ricordato come l’assenza di valori nell’attuale società abbia influito negativamente soprattutto sui giovani, che hanno perso qualsiasi punto di riferimento morale e rischiano di vivere alla giornata.
Per questo motivo l’iniziativa dell’amministrazione provinciale di Brindisi appare quanto mai opportuna ed utile per cercare di risvegliare qualche "coscienza", facendosi interprete di un disagio che non ha confini ma che emerge ed impera sul territorio di tutta la Penisola.


Giovedì, 06 Marzo 2003
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK