Sbaglierei
subito se cominciassi col dire di avere intervistato Piero Marrazzo.
Di solito è lui che intervista gli altri ed è molto più
corretto (e piacevole) dire di avere fatto quattro chiacchiere con colui
che potremmo definire un grande amico della Polizia Stradale ed ancor
più dell’ASAPS. Come non ricordare, infatti, l’autunno
del 1998 quando in occasione della terza edizione del "Premio solidarietà
della strada" organizzata a Forlì, fu proprio Marrazzo a
condurre il dibattito nel quale era presente anche l’allora Direttore
del Servizio, il dottor Massimo Occello, ed a premiare l’Ispettore
della Stradale Adele Gesso, costretta sulla carrozzella dopo un terribile
incidente stradale avvenuto in occasione di un inseguimento.
Da allora ad oggi di cammino ne abbiamo fatto tanto, ma i problemi sulla
strada sono rimasti, anzi, sono aumentati. Ma perché in questo
Paese il flagello degli incidenti stradali è ancora accettato
come un tributo obbligato alla sete di mobilità ed alla motorizzazione?
"Mi verrebbe da dire perché c’è interesse a
che il mondo dell’automobile non venga disturbato. Il Grande Manovratore
deve continuare a regnare indisturbato e quel mondo ideale che si è
creato, fatto di successi, di bellezza, di nuove frontiere non deve
essere sporcato da una realtà che si presenta ben diversa."
La trasmissione che conduci tratta dei diritti dei consumatori ed un’azione
simile è spesso svolta anche dall’ASAPS com’è
avvenuto di recente con la denuncia dei tagliandi assicurativi falsi,
il cui commercio è oggi in aumento a causa del dilagante incremento
delle polizze assicurative. Come porre freno a questa situazione?
"Direi
che in questo caso più che i consumatori sono tutti i cittadini
a rimanerne maggiormente invischiati. Le imprese di assicurazione hanno
la grave responsabilità di avere svolto una politica di mercato
che ha riversato le conseguenze delle truffe e qualsiasi altro rischio
per loro, sugli inermi automobilisti, anche fra coloro che si sono comportati
bene, cioè che non hanno mai provocato sinistri stradali.
Questo
stato di cose ha provocato un’esasperazione fra molte persone che,
sconfortate, sono ricorse a questi stratagemmi che ovviamente sono da
disincentivare e stroncare sul nascere. Bisogna però anche dire
che gli operatori commerciali e le autorità statali, dovrebbero
assumere piena consapevolezza che un mercato dove le imprese e i consumatori
s’incontrano e riescono a ridefinire alcuni punti di accordo, potrebbe
poi aiutare a limitare il fisiologico fenomeno delle truffe assicurative,
che da quanto ne so avviene anche in altri paesi europei. "
L’ultima battaglia dell’ASAPS ha riguardato la manomissione
degli apparecchi cronotachigrafi sui veicoli pesanti, che come ben sappiamo
consente ad un autotrasportatore di guidare per ore in barba ai controlli
che può svolgere una normale pattuglia di Polizia Stradale. Di
riflesso, si parla della necessità che hanno i vettori, specialmente
i più piccoli, di competere fra loro e dunque nasce un problema
di carattere economico.
"Dietro le illegalità scoperte dalla Polizia Stradale c’è
sempre un problema di carattere economico, in quanto l’auto come
il trasporto è uno degli elementi portanti del cosiddetto sistema
Paese. Tutto ciò che gira attorno all’auto produce economia
e perciò reddito ed interesse speculativo. Basti pensare che il
cittadino, a mezzo della sua auto, subisce tassazioni di vario genere,
come quella sui carburanti, sulle polizze assicurative, sui bolli e dunque
porta denaro e denaro in tante casse sia pubbliche che private. In questo
senso la vostra è stata una vera e propria battaglia sociale che
non deve passare attraverso la criminalizzazione e le sanzioni giuste
che secondo le leggi si dovrebbero elevare, perché a monte la verità
è rappresentata dal fatto che bisogna anche mettere in condizione
le persone di non arrivare all’utilizzo di quegli strumenti. In questo
senso credo che voi, intesi come operatori di polizia, vi ritroviate in
mezzo ad un crocevia non solo professionale ma anche sociale: dove c’è
l’auto c’è la società. Forse è giunto il
momento di considerare il mondo dell’automobile anche attraverso
nuovi sistemi e l’unico sistema che può funzionare è
quello della trasparenza."
Fra i diritti dei consumatori e più in generale di tutti gli utenti
della strada, vi è quello di poter circolare liberamente e in sicurezza.
Per farlo, però, occorre che le strade siano maggiormente pattugliate
e le scarse dotazioni di organico spesso non lo consentono. Fra i rimedi
si parla tanto di razionalizzare le risorse attraverso un più incisivo
coordinamento delle forze di polizia. Se ne parla tanto ma se ne produce
poco…
"La Polizia Stradale paga lo scotto di tutte le altre forze dell’ordine.
Il problema è che in questo Paese bisogna avere il coraggio di
rompere alcuni cosiddetti potentati e dire che gli italiani hanno il sacrosanto
diritto di vedere coordinate le risorse che si occupano di sicurezza e
non solo sulla strada, pur rispettando quel ruolo specifico che ciascuna
forza si è conquistata nel corso dei secoli attraverso la sua storia.
I cittadini hanno però anche il diritto di dire che tutto questo
è giusto nella misura in cui ciò non imponga disservizi
che andrebbero a ricadere sul cittadino stesso."
Ed è proprio una maggiore tutela del cittadino che andiamo sempre
invocando anche perché, nel nostro caso, il bene maggiore assicurato
è quello della vita. Non è poco. |