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Articoli 06/03/2003

A proposito di strada Piero Marrazzo risponde al Centauro

A proposito di strada Piero Marrazzo risponde al Centauro


di Roberto Rocchi

Sbaglierei subito se cominciassi col dire di avere intervistato Piero Marrazzo. Di solito è lui che intervista gli altri ed è molto più corretto (e piacevole) dire di avere fatto quattro chiacchiere con colui che potremmo definire un grande amico della Polizia Stradale ed ancor più dell’ASAPS. Come non ricordare, infatti, l’autunno del 1998 quando in occasione della terza edizione del "Premio solidarietà della strada" organizzata a Forlì, fu proprio Marrazzo a condurre il dibattito nel quale era presente anche l’allora Direttore del Servizio, il dottor Massimo Occello, ed a premiare l’Ispettore della Stradale Adele Gesso, costretta sulla carrozzella dopo un terribile incidente stradale avvenuto in occasione di un inseguimento.
Da allora ad oggi di cammino ne abbiamo fatto tanto, ma i problemi sulla strada sono rimasti, anzi, sono aumentati. Ma perché in questo Paese il flagello degli incidenti stradali è ancora accettato come un tributo obbligato alla sete di mobilità ed alla motorizzazione?

"Mi verrebbe da dire perché c’è interesse a che il mondo dell’automobile non venga disturbato. Il Grande Manovratore deve continuare a regnare indisturbato e quel mondo ideale che si è creato, fatto di successi, di bellezza, di nuove frontiere non deve essere sporcato da una realtà che si presenta ben diversa."

La trasmissione che conduci tratta dei diritti dei consumatori ed un’azione simile è spesso svolta anche dall’ASAPS com’è avvenuto di recente con la denuncia dei tagliandi assicurativi falsi, il cui commercio è oggi in aumento a causa del dilagante incremento delle polizze assicurative. Come porre freno a questa situazione?

"Direi che in questo caso più che i consumatori sono tutti i cittadini a rimanerne maggiormente invischiati. Le imprese di assicurazione hanno la grave responsabilità di avere svolto una politica di mercato che ha riversato le conseguenze delle truffe e qualsiasi altro rischio per loro, sugli inermi automobilisti, anche fra coloro che si sono comportati bene, cioè che non hanno mai provocato sinistri stradali.

Questo stato di cose ha provocato un’esasperazione fra molte persone che, sconfortate, sono ricorse a questi stratagemmi che ovviamente sono da disincentivare e stroncare sul nascere. Bisogna però anche dire che gli operatori commerciali e le autorità statali, dovrebbero assumere piena consapevolezza che un mercato dove le imprese e i consumatori s’incontrano e riescono a ridefinire alcuni punti di accordo, potrebbe poi aiutare a limitare il fisiologico fenomeno delle truffe assicurative, che da quanto ne so avviene anche in altri paesi europei. "
L’ultima battaglia dell’ASAPS ha riguardato la manomissione degli apparecchi cronotachigrafi sui veicoli pesanti, che come ben sappiamo consente ad un autotrasportatore di guidare per ore in barba ai controlli che può svolgere una normale pattuglia di Polizia Stradale. Di riflesso, si parla della necessità che hanno i vettori, specialmente i più piccoli, di competere fra loro e dunque nasce un problema di carattere economico.

"Dietro le illegalità scoperte dalla Polizia Stradale c’è sempre un problema di carattere economico, in quanto l’auto come il trasporto è uno degli elementi portanti del cosiddetto sistema Paese. Tutto ciò che gira attorno all’auto produce economia e perciò reddito ed interesse speculativo. Basti pensare che il cittadino, a mezzo della sua auto, subisce tassazioni di vario genere, come quella sui carburanti, sulle polizze assicurative, sui bolli e dunque porta denaro e denaro in tante casse sia pubbliche che private. In questo senso la vostra è stata una vera e propria battaglia sociale che non deve passare attraverso la criminalizzazione e le sanzioni giuste che secondo le leggi si dovrebbero elevare, perché a monte la verità è rappresentata dal fatto che bisogna anche mettere in condizione le persone di non arrivare all’utilizzo di quegli strumenti. In questo senso credo che voi, intesi come operatori di polizia, vi ritroviate in mezzo ad un crocevia non solo professionale ma anche sociale: dove c’è l’auto c’è la società. Forse è giunto il momento di considerare il mondo dell’automobile anche attraverso nuovi sistemi e l’unico sistema che può funzionare è quello della trasparenza."

Fra i diritti dei consumatori e più in generale di tutti gli utenti della strada, vi è quello di poter circolare liberamente e in sicurezza. Per farlo, però, occorre che le strade siano maggiormente pattugliate e le scarse dotazioni di organico spesso non lo consentono. Fra i rimedi si parla tanto di razionalizzare le risorse attraverso un più incisivo coordinamento delle forze di polizia. Se ne parla tanto ma se ne produce poco…

"La Polizia Stradale paga lo scotto di tutte le altre forze dell’ordine. Il problema è che in questo Paese bisogna avere il coraggio di rompere alcuni cosiddetti potentati e dire che gli italiani hanno il sacrosanto diritto di vedere coordinate le risorse che si occupano di sicurezza e non solo sulla strada, pur rispettando quel ruolo specifico che ciascuna forza si è conquistata nel corso dei secoli attraverso la sua storia. I cittadini hanno però anche il diritto di dire che tutto questo è giusto nella misura in cui ciò non imponga disservizi che andrebbero a ricadere sul cittadino stesso."
Ed è proprio una maggiore tutela del cittadino che andiamo sempre invocando anche perché, nel nostro caso, il bene maggiore assicurato è quello della vita. Non è poco.
 



di Roberto Rocchi

da "Il Centauro" n. 74
Giovedì, 06 Marzo 2003
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