Davide Rebellin, resta grave il camionista che l'ha ucciso: «Revocare i domiciliari, la famiglia lo vuole in Germania»
È stata una forma di ictus molto grave quella che ha colpito Wolfgang Rieke, l’autista tedesco di 64 anni che il 30 novembre 2022 a Montebello Vicentino ha travolto e ucciso l’ex ciclista professionista Davide Rebellin, morto a 51 anni. Il camionista ha una parte del corpo completamente paralizzata, ha bisogno di cure e la sua famiglia vuole averlo vicino, in Germania. Per questo motivo lunedì i suoi avvocati, Andrea Nardin ed Enrico Mario Ambrosetti, hanno presentato un’istanza per revocare la misura cautelare a cui è sottoposto: gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico in una casa di amici a Monastier (Treviso). A decidere se accogliere o meno la richiesta sarà il tribunale di Vicenza.
«Deve prevalere il diritto alla salute»
«Il processo lo porteremo avanti lo stesso, in ogni caso – ha spiegato l’avvocato Ambrosetti – abbiamo sempre detto che vogliamo farlo. Ma crediamo che ora debba prevalere il diritto alla salute. Soprattutto perché per una ripresa dopo un tale ictus è necessaria una cura immediata, in questa prima fase a seguito dell’evento». Rieke si è sentito male la sera del 23 maggio, mentre si trovava in un bar nell’ora di permesso che gli è concessa dai domiciliari. Subito soccorso dai presenti, è stato poi trasportato dall’ambulanza nell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Dai primi accertamenti è emerso che si trattasse di un ictus derivato da ischemia cardiaca.
Il processo
Il sessantaquattrenne è stato subito sottoposto a un intervento chirurgico e poi ricoverato nel reparto di neurologia, dove si trova tutt’ora. Nel frattempo si attende che venga fissata la prima udienza del processo, per la quale non sono previsti testimoni, ma soltanto l’intervento dei due consulenti tecnici della procura, Claudio Coral, e della difesa, Nicola Dinon. Poi seguiranno direttamente le discussioni finali e la sentenza. La famiglia di Rebellin, tutelata dall’avvocato Davide Picco, rimane quindi in attesa per conoscere il risultato del processo. Inutile era stata la doppia richiesta di patteggiamento da parte degli avvocati della difesa, la pena di 3 anni e 11 mesi, che era stata formulata in accordo con il pubblico ministero Hans Roderich Blattner. È stata rigettata sia dal giudice per l’udienza preliminare, Roberto Venditti, sia l’ultima volta in aula dal giudice Filippo Lagrasta.
Rieke è imputato per il reato di omicidio stradale con l’aggravante della fuga. Infatti, dopo aver investito e ucciso il ciclista quella mattina di fine novembre, Rieke era sceso dal mezzo pesante, era rimasto all’incirca 15 minuti a guardare il corpo esanime di Rebellin e ha tentato perfino di cancellare con la saliva alcune tracce di sangue dal proprio mezzo. Poi era risalito sul camion e se n’era tornato in Germania, nella cittadina di Recke, dove aveva sostituito il rimorchio e aveva lavato il mezzo con un potente detersivo per eliminare ogni segno dell’incidente. Ma questo non è bastato per evitare che venisse individuato. I carabinieri del nucleo investigativo di Vicenza, dopo poco, sono riusciti a incastrarlo. È tornato in Italia lo scorso agosto in attesa del processo.
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