(ASAPS) ROMA – È sicuramente un
dato confortante, ma bisogna fare di più: secondo gli ultimi rilevamenti del
ministero dei Trasporti, infatti, sono circa 1 milione e 200mila i veicoli
commerciali che nel 2005 sono stati dirottati su un altro tipo di autostrada,
quella senza asfalto, quella che in Italia è davvero la strada più semplice da
prendere: il mare. Una cifra che fa ben sperare e che conferma il crescente
interesse da parte della logistica a questo diverso tipo di trasporto: più
rispettoso dell’ambiente, più sicuro per i conducenti e per il traffico, più
efficiente sul fronte della mobilità. Il tutto con la conseguenza, gradita, di
avere meno veicoli sulle autostrade della terraferma, che nonostante tutto sono
sempre più intasate: proprio per questo ultimo particolare, secondo l’Asaps, è
necessario fare di più. Stiamo parlando infatti di cifre ancora piccole e lo
stesso ministero dei Trasporti conferma questo particolare indicando nel 4% del
traffico complessivo quello che ha preferito l’imbarco su un traghetto rispetto
al casello autostradale. Un dato positivo, però, perché dal 2000, quando la
percentuale era ferma al 2%, è praticamente raddoppiato. È stato lo stesso
ministro Pietro Lunardi a commentare i dati, intervenendo al convegno di
Sviluppo Italia relativo proprio al programma “Autostrade del mare”, più spesso
indicate come la nostra miglior futura risorsa anche dal capo dello Stato Carlo
Azeglio Ciampi. La cosa che più sorprende, però, è che si tratta di una risorsa
che può migliorare tantissimo anche con l’attuale flotta. Infatti la cosiddetta
capacità di stiva e traffico è aumentata del 21% nel solo 2004, mentre il
traffico che ha fatto ricorso alle navi è cresciuto del 37% rispetto al 2003. Ma
solo riempiendo le stive oggi disponibili, si potrebbe ottenere un’ulteriore
crescita del 50%. Ora serve dunque compensare la capacità logistica sulla terra
ferma, innovando i sistemi viari e ferroviari di accesso alle aree portuali,
eliminando i punti critici già individuati – detti “bottleneck”, “colli di
bottiglia” – e garantendo una migliore circolazione. Lunardi ha precisato, nel
corso del proprio intervento, che un elenco completo degli interventi sulle
infrastrutture ritenuti di primaria importanza è stato inserito nell’allegato
tecnico del Documento di Programmazione Economico-Finanziaria (DPEF) 2006-2009:
servono 1.118 milioni di euro, di cui 590 milioni di euro per i porti
localizzati nel Centro-Nord e circa 530 milioni di euro per i porti del Sud
Italia. (ASAPS)
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