di Roberto Argenta*
La banalità del bere
Prima o poi qualcuno scriverà un libro prendendo spunto dalle giustificazioni e dagli escamotage che i guidatori esibiscono per evitare le conseguenze di una positività all’etilometro. Sono espedienti che in molti casi superano la soglia del ridicolo, ciononostante vengono spesso accettati e ratificati dai giudici nelle aule di giustizia, vanificando così l’impegno delle forze dell’ordine.
A differenza di altri fattori di rischio, di natura più complessa, per la guida in stato di ebbrezza l’obbiettivo “rischio zero” non apparirebbe irrealistico: tutto sommato la prevenzione si concretizza nell’unico comportamento di non bere prima di guidare. Nonostante i controlli ancora insufficienti, la carenza di strumentazioni e la tolleranza zero nei confronti delle procedure e dell’efficienza dell’etilometro, il contrasto alla guida in stato di ebbrezza è stato uno dei principali fattori che hanno contribuito alla sensibile riduzione degli incidenti sulla strada di questi ultimi anni. Eppure, proprio di fronte a una delle più efficaci attività di prevenzione, sono sorte una serie di resistenze e di ostacoli che ne hanno pesantemente limitato l’efficienza. La principale di queste è la mancata percezione del rischio...
da il Centauro n. 266
Una interessante riflessione sulla “banalità” del bere. Di Roberto Argenta. Psicologo esperto in alcologia. Da il Centauro n. 266. (ASAPS)
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