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Articoli 25/02/2003

Polizia Stradale:un esercito disarmato

Polizia Stradale:un esercito disarmato


di Elisabetta Caracciolo* 

Accusati da Governo, automobilisti e camionisti di non fare il loro dovere, i poliziotti si difendono smascherando una situazione da scandalo.

 

Quante e quali sono le infrazioni in cui cadono più spesso gli autotrasportatori?Per scoprirlo ci siamo rivolti alla Polizia Stradale, o meglio a Giordano Biserni, presidente dell’ASAPS - Associazione sostenitori amici polizia stradale - nonché collega, sotto il punto di vista giornalistico, in quanto direttore della rivista "Il Centauro", tutta imperniata sui problemi delle strade. Ne è risultato che nel 2001, i veicoli da 3,5 tonnellate in su, si sono macchiati di diverse colpe. L’anno scorso ai danni degli autotrasportatori sono state registrate ben 218.475 infrazioni, fra strade e autostrade. Il record spetta all’articolo 167, eccedenza di carico. Viaggiare sovrappeso, per le ragioni che ben sappiamo e non stiamo qui a ripetere, è un problemino in cui si incappa spesso, addirittura nel 2001, ben 84.016 volte. La seconda infrazione è scontata e ovvia come la prima, e riguarda sempre e comunque i problemi comuni dell’autotrasporto in Italia: il superamento dei limiti di velocità. Caricare di più e correre, andare più in fretta, sono le due caratteristiche di questo mestiere, e di conseguenza si rischia più spesso di cadere nella rete della Polizia Stradale. Le cifre in questi due casi sono record, ma il terzo gradino del podio, se così vogliamo dire, appartiene al periodo di guida, e così chiudiamo il cerchio. Lo scorso anno sono state elevate oltre 35 mila multe per non aver rispettato le ore di riposo alla guida. Al lato opposto sta l’uso di stupefacenti, cioè i camionisti non si "fanno", visto che in un anno sono state fatte solo 37 multe per questo motivo. 722 i casi di infrazione riguardanti le fughe o le omissioni di soccorso e 1121 le multe per guida in stato di ebbrezza. Sono tante o poche 218 mila infrazioni? "Dipende - risponde Biserni - quando si analizzano questi dati bisogna sempre tener conto del parco circolante e dei chilometri percorsi. Se nel caso dei veicoli pesanti prendiamo in considerazione tutte le infrazioni e tutti i veicoli pesanti arriviamo ad un totale di 500 mila infrazioni circa, su un totale di 2.266.000 calcolando auto, camion e moto". 

 


Le "colpe" della PolStrada

Dati a parte però, sono tante le lamentele che gli autotrasportatori muovono alla nostra Polizia Stradale. Per esempio un trattamento di favore per gli stranieri, che nel nostro Paese fanno un po’ quello che vogliono e una preparazione un po’ scadente da parte dei poliziotti. Le stesse domande le abbiamo girate a Biserni e ne è saltato fuori un quadro allarmante, per le cattive condizioni in cui versa la Stradale. Condizioni che non permettono agli agenti di svolgere davvero il loro lavoro, in un Paese che, forse, non vuole che questo lavoro venga svolto come si dovrebbe. #9; "L’organico previsto per il territorio italiano per la Polizia Stradale - prosegue il presidente ASAPS - è di 13.500, ma attualmente sono circa 12 mila i poliziotti della Stradale. Mancano quindi almeno 1500 persone, -11% circa. Nell’intero organico della Polizia di Stato in Italia invece si contano 101 mila addetti, con una carenza del 2-3%. Una sorta di minoranza dunque, quella della Stradale che in breve si trasforma in un alto numero di incidenti sulle nostre strade e, conseguentemente, di morti e feriti."Questo problema - prosegue - si trascina da anni, come una febbre malarica. Questa carenza di organico - che oscilla costantemente fra i 2000 e i 1000 addetti in meno - è data dal fatto che le priorità di questo Paese sono sempre altre: negli anni Ottanta era il terrorismo, negli anni Novanta l’ordine pubblico, e poi la criminalità, la mafia. Tutto è emergenza in Italia, tranne la strada. Quando un po’ di anni fa fondai l’associazione insieme a 16 colleghi della Stradale di Forlì, Cesena, Rimini, Ravenna e Faenza un prefetto dell’epoca ci disse "fate bene a fondare un’associazione, ma sappiate che conta molto di più un ferito in una piazza che cento morti sulle strade..." ed era proprio vero". Colpevolizzati dunque e nello stesso tempo abbandonati, o magari, termine meno forte, trascurati anche dal Governo. "Dobbiamo riuscire a far cambiare questa mentalità - insiste Biserni - come è avvenuto in Francia. Quest’anno Chirac, nel discorso del 14 luglio, ha chiesto di mettere in primo piano l’incidentalità sulle strade e la sicurezza. In Francia si sono accorti che si registrano circa 1000 morti all’anno per omicidio e circa 8000 invece sulle strade: per questo il presidente ha chiesto di fare qualcosa, già dalla fine di quest’anno".  E di cose da fare, anche in Italia, ce ne sono davvero tante se davvero si decide di dire Basta! Ai tanti problemi del nostro traffico e delle nostre strade. Biserni fa qualche esempio prendendo spunto proprio dalle proposte avanzate in Francia "il biglietto autostradale per misurare la velocità, per esempio. Un progetto abbastanza semplice da attuare: quando una persona esce dal casello dell’autostrada in automatico viene calcolato il tempo di percorrenza e in caso di superamento dei limiti scatta la multa. Un altro esempio è l’installazione della scatola nera - quella degli aerei per capirci - anche per le autovetture, cosa di cui si parla da tempo, oppure altri sistemi che addirittura a livello satellitare possano ridurre la velocità della vettura senza che il guidatore o il motore possano opporsi. Sempre in Francia i neo guidatori, ad esempio, non possono bere alcool, per loro il limite di tasso alcolemico nel sangue è 0, e non 0,5 come è attualmente da noi". Ma altre proposte riguardano anche un indicatore sonoro che scatta - cosa che per esempio esiste nei Paesi arabi - appena si oltrepassano i 130 km/h... o comunque il limite imposto."Ma se non vogliamo parlare solo della Francia guardiamo anche all’Inghilterra dove si sta combattendo una vera guerra contro l’uso dei telefoni cellulari mentre si è alla guida, e si sta cercando anche di potenziare l’organico della Stradale. Tutto questo in Italia non si è voluto fare - attacca deciso Giordano Biserni - negli ultimi vent’anni. Si è fatto di tutto invece per evirare una specialità che era il fiore all’occhiello della polizia europea: quando io facevo, all’inizio degli anni Settanta, i corsi per la Stradale a Cesena, arrivavano agenti da tutto il mondo, Brasile, Messico, San Marino".Quindi è vero, c’è meno professionalità, in un certo senso. "Facciamo un esempio pratico: è come se un esercito dovesse fronteggiare con le stesse forze e armi in dotazione ad inizio secolo tutto l’arco alpino contro un’invasione da "Guerre Stellari". Questa è la situazione, le pattuglie, anche se fatte da specialisti, non bastano".  


La professionalità dei poliziotti

E qui entra in gioco il fattore formazione, fondamentale, secondo chi viaggia sulla nostre strade, per tenere la situazione sotto controllo."Oggi come oggi sono molti gli agenti che non hanno fatto i corsi di Cesena, e questa scuola è l’unica in Italia a formare dei veri agenti della Polstrada....Per tanti anni ha fatto comodo a molti indebolire la Polizia Stradale anzi, a tutti, nessuno è intervenuto a difesa. Adesso, di fronte a questa sorta di invasione continua degli autisti extracomunitari che per 500 euro ti lavorano un mese intero, creando una concorrenza sleale e spietata, d’improvviso allora, servono i controlli...Forse bisognava pensarci prima....La Polizia deve essere di tutti e per tutti, e non deve guardare in faccia nessuno, proprio come dice Lunardi, che ci accusa di concentrarci troppo sugli italiani lasciando correre quelle che sono le infrazioni degli extracomunitari. In realtà molte volte gli operatori della Stradale sono costretti a glissare perché non hanno gli strumenti efficaci per colpire questi autisti. Per esempio la lingua, un camionista curdo che carica da Amsterdam e poi va a imbarcare a Bari, una volta fermato può anche spiegarsi nella sua lingua, o presentarti un ricordino della sua prima comunione dicendoti che è la patente, o il libretto di circolazione. Nessuno ci capirà niente e non c’è bisogno di andare sul complicato, probabilmente basta anche che sia greco, o forse tedesco. L’Europa ha fatto di tutto - polemizza Biserni - per spiegarci come funziona l’euro dandoci depliant e brochure ma non ha mai dato alle forze di polizia una valida raccolta per l’interpretazione delle documentazioni estere dei mezzi. I documenti continuano a cambiare, si evolvono... esistono dei libri, a dispense, che raccolgono tutte queste informazioni ma costano centinaia di euro, e non tutti possono permetterseli". E per risolvere il problema bisogna aspettare che il Governo si muova a tal proposito. "L’unica scuola esistente in Italia per la formazione è quella di Cesena che stanno potenziando e ad ogni sessione (due all’anno) riesce ad accogliere circa 400 persone. Ma sono molti gli agenti che non riescono a venire a Cesena. In quel caso alcuni fanno dei corsi accelerati presso i compartimenti, ma sono molto sintetici, veloci, e questo incide molto sull’operatività. Nel nostro campo bisogna aggiornarsi almeno ogni due anni, le leggi degli altri Stati noi non le conosciamo, nessuno ce le spiega, conosciamo sì e no le documentazioni...Alcuni autisti extracomunitari, per esempio, quando vengono fermati, in caso di ritiro della patente lasciano al poliziotto quella internazionale e poi continuano a girare con la loro, quella del loro Paese e una volta rientrati si fanno rilasciare in tre giorni un altro permesso internazionale...Con una scusa o con l’altra il colpevole è sempre assolto e alla fine il poliziotto viene demotivato, non ha più ragione di lottare, di insistere, di prepararsi e di lavorare con professionalità".Ottusità, disinteresse da parte dei nostri politici, dunque. Andando a spulciare è questo che viene fuori in un’analisi effettuata da due categorie che si fronteggiano tutti i giorni sulle strade. La preoccupazione urlata ai quattro venti e i dati allarmanti messi sempre più in evidenza sono solo uno specchietto per i media? Eppure i dati parlano chiaro, e lo dice lo stesso Biserni : "Se è vero che i morti sulle nostre strade sono diminuiti negli ultimi vent’anni passando da 11 mila a 6 o 7 mila - anche se in realtà questo dato raggiunge i 9000 se si calcolano i decessi dopo sette giorni - è anche vero che il trend europeo prevede una riduzione del 50 % entro il 2010. Nel nostro Paese invece, al contrario, i decessi in strada, negli ultimo 5 anni, sono aumentati, dell’1 per cento i morti e del 3 e mezzo per cento i feriti: siamo in controtendenza". Qualcuno insomma ha impedito alla Polizia Stradale di svolgere bene il proprio lavoro e se la frase può sembrare retorica, basta fare un rapido calcolo per vedere che è tutta verità: "La Polstrada è stata annullata: prima era una specialità molto qualificata, con un organico adeguato ai tempi...La Stradale da quindici anni - e i dati non sono cambiati - conta circa 1300 pattuglie al giorno che vuol dire 460 mila all’anno, circa, cioè, 325 pattuglie per ogni turno (turni che durano sei ore): se le distribuiamo per i 6500 km di autostrade, che assorbono circa il 50 per cento di queste pattuglie, e i 50 mila km di strade statali più importanti verrà fuori che c’è una pattuglia presente ogni 40/50 chilometri in autostrada e una ogni 300 chilometri circa sulle statali ...""La realtà - prosegue - è che in questi anni il Governo non ha voluto fare nulla e scarica tutte le colpe sulla Polizia Stradale. Qui c’è un sistema da ricostruire, partendo da zero, a cominciare dall’educazione stradale che in realtà è educazione civica, ancora quasi all’anno zero nella scuola. Qui dobbiamo ricostruire un cittadino insegnandogli il rispetto delle regole. In Italia la vera regola è: violare le regole. Dobbiamo partire da qui, va poi realizzata una formazione adeguata iniziale da aggiornare nel tempo. Non è accettabile che nel nostro Paese chi ha preso la patente negli anni Cinquanta si sottoponga solo ad un esame della vista per ottenere il rinnovo: il traffico, la strada, le segnaletiche, sono cambiate. E pensiamo anche agli extracomunitari: nel nostro Paese, uno dei pochi in Europa, entrano persone che fino ad oggi hanno guidato vetture scassate e lente su strade sterrate, su piste addirittura. Alcuni non hanno mai visto neanche un’autostrada, eppure la loro patente qui è valida automaticamente, senza alcun controllo". Oggi ci sono 720 veicoli ogni 1000 abitanti, compresi vecchietti e neonati, e "il sistema stradale è quello che è. Abbiamo un’espansione veicolare da brivido, è evidente che più siamo e peggio è...Il sistema stradale soffre di una mancanza costante di investimenti nelle infrastrutture, dalle gallerie alle varianti di valico, fino alle grandi arterie sostitutive. Le autostrade A1, A13 e 14 e A4 sono ormai destinate al collasso, alla paralisi, entro un paio di anni". Ma il presidente dell’associazione si lascia andare anche ad altre constatazioni : "sulla rete autostradale ci sono 120, 130 incidenti al giorno....eppure siamo gli unici a chiedere di elevare i limiti di velocità. Gli americani vanno a 60 miglia all’ora su strade a quattro corsie, perché? In Europa nessuno aumenta i limiti, anzi...Solo noi sentiamo quest’esigenza....".  Aree di sosta: un sogno!  E per finire ecco la ciliegina sulla torta, dove sono le tanto richieste e desiderate aree di sosta attrezzate? "Nel libro dei sogni ! - risponde Biserni - Luoghi dove ci si può riposare, ristorarsi, dormire tranquilli e utili per fare i controlli sui mezzi in sicurezza non ne esistono. Mi chiedo se sia solo un problema di spazio o di volontà? Non si sono volute fare queste aree, tutto qui. Basta pensare a quante pese efficienti ci sono sulla rete autostradale italiana: in totale sono 15 ma solo due funzionano. Come possiamo lamentarci se poi un veicolo pesante, sovrappeso, finisce lungo e procura un incidente, o un tamponamento a catena? Non bisogna stupirsi. I controlli devono essere garantiti per tutti e la Polizia deve essere messa in condizione di poter lavorare. Realizziamo una Stradale com’era all’inizio degli anni Ottanta e tutto tornerà sotto controllo: da allora il parco veicolare è raddoppiato mentre le pattuglie sono sempre lo stesso numero, o in certi casi addirittura, sono diminuite. Si è disarmato l’esercito che stava in prima linea e che garantiva la sicurezza stradale. Inutile piangerci addosso.... 

 

* Dalla rivista Trasportare Oggi



di Elisabetta Caracciolo

da "Il Centauro" n. 74
Martedì, 25 Febbraio 2003
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