Sicurezza stradale: a Milano Jean Todt presenta la campagna dell’ONU
“Una pandemia silenziosa che ogni anno provoca 1,19 milioni di vittime“. Sono queste le parole con le quali Jean Todt, inviato Speciale dell’ONU per la sicurezza stradale, ha descritto il fenomeno dei morti per gli incidenti che ogni anno mietono vittime sulle strade di tutto il mondo.
L’ex amministratore delegato di Ferrari ha infatti presentato a Palazzo Marino, alla presenza del sindaco di Milano Giuseppe Sala e del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, la campagna globale delle Nazioni Unite per la sicurezza stradale.
Il progetto, che risponde all’hashtag #MakeASafetyStatement, mira a promuovere e a creare strade più sicure, inclusive e sostenibili in tutto il mondo.
Il principale obiettivo di #MakeASafetyStatement è quello di dimezzare il numero di vittime della strada entro il 2030. Durante il biennio 2024-2025 questa campagna raggiungerà più di 80 Paesi e mille città, venendo esposta su una serie di spazi pubblicitari (cartelloni, manifesti, ecc.) e mezzi pubblici grazie alle affissioni di JCDecaux, azienda multinazionale francese specializzata nella comunicazione e nell’arredo urbano pubblicitario.
Tra i testimonial che hanno deciso di prestare il proprio volto al progetto dell’ONU si possono annoverare i piloti di Formula 1 Charles Leclerc e Mick Schumacher, star del calcio come Didier Drogba e Ousmane Dembele, la leggenda del tennis Novak Djokovic, celebrità del cinema come Michael Fassbender, Patrick Dempsey e Michelle Yeoh e la top model Naomi Campbell.
La “pandemia che ogni anno provoca 1,9 milioni di morti” citata da Jean Todt, colpisce soprattutto i Paesi in via di sviluppo, dove si verifica oltre il 90% degli incidenti mortali. Questi ultimi sono inoltre la principale causa di decesso per i bambini e i giovani adulti di età compresa tra i 5 e i 29 anni.
Le celebrità che hanno prestato il loro volto alla campagna Onu #MakeASafetyStatement
Per quanto riguarda l’Italia, dal 2001, il tasso di mortalità è diminuito allo stesso ritmo di quello dell’Unione Europea nel suo complesso, facendo segnare un -42%.
Secondo l’Osservatorio Europeo della Sicurezza Stradale, il tasso di mortalità per incidenti stradali in Italia è stato di 5,2 per 100.000 persone nel 2023, mentre quello dell’Unione Europea è di 4,6 per 100.000 persone. L’Italia ha un numero di vittime annuali pari a 2.875, posizionandosi così all’11° posto sui 27 Paesi dell’UE.
La campagna, che si allinea al Piano Globale per il Decennio d’Azione per la Sicurezza Stradale 2021-2030, mira a ridurre i fattori di rischio, soprattutto nelle aree urbane.
Tra gli aspetti chiave figurano l’uso della cintura di sicurezza, l’uso del casco, il divieto di inviare messaggi mentre si guida e di mettersi al volante sotto l’effetto di alcol o sostanze stupefacenti.
E in contemporanea con la presentazione del progetto Onu sulla sicurezza stradale a Palazzo Marino, ben 26 associazioni delle vittime della strada hanno rivolto un appello congiunto proprio a Jean Todt tramite una lettera nella quale vengono elencate le maggiori criticità del nuovo Codice della Strada.
“L’Italia – hanno comunicato le associazioni – sta peggiorando le norme del Cds che permettono di salvare vite umane e sta andando in direzione contraria alla campagna delle Nazioni Unite per la sicurezza stradale“.
In una nota Marco Scarponi e Stefano Guarnieri, familiari di vittime della strada, hanno raccontato di “aver scritto a Jean Todt perché siamo molto preoccupati. L’Italia sta infatti per approvare un nuovo Cds che aumenterà il numero dei morti, anziché diminuirli. La riforma presenta poche cose buone, come la stretta sull’uso di droghe e alcool, e moltissime cose negative, tra cui l’aumento dei limiti di velocità, le restrizioni per l’installazione degli autovelox, le limitazioni ai benefici delle zone a traffico limitato e la riduzione dell’autonomia dei Comuni in materia di sicurezza stradale”.
Le stesse associazioni sottolineano di “avere messo sul tavolo proposte concrete. Lo avevamo già fatto alla Camera, senza che nulla sia stato recepito. Se il ministro Salvini e il presidente Meloni vogliono salvare vite in strada e ascoltare davvero i familiari delle vittime lo dimostrino concretamente modificando il testo del Nuovo Codice della Strada accogliendo al Senato le nostre proposte di emendamenti“.
La lettera si conclude con l’augurio “che l’autorevolezza di Jean Todt e delle Nazioni Unite possano aiutarci a salvare vite in strada, evitando che nuove norme addirittura peggiorino un bilancio già tragico”.
Anche le associazioni delle vittime della strada fanno sentire la propria voce. (ASAPS)