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Articoli 24/02/2003

Assicurarsi con le bici, un’idea da non scartare!

Assicurarsi con le bici,  un’idea da non scartare! 


di Roberto Rocchi

Secondo le ultime statistiche dell’Istat, riferite all’anno Duemila, i conducenti di biciclette rimasti protagonisti di incidenti stradali sono stati quasi 11.000, con conseguenti 362 morti e 10.378 feriti. In realtà, i numeri sono maggiori, in quanto non tutti i sinistri che vedono coinvolti questo genere di veicoli, considerati tali dal codice della strada, vengono regolarmente denunciati, anzi, per molti basta un bonario accordo fra le parti e il tutto viene risolto. Tuttavia, un aspetto lascia molto inquieti, giacché non tanto il numero complessivo dei sinistri, quanto quello dei morti e dei feriti, potrebbe far ipotizzare particolari coperture assicurative anche per i ciclisti, siano essi "abituali" o più semplicemente della "domenica". Infatti, mentre per i veicoli a motore, e dunque anche per i ciclomotori, esiste l’obbligo di assicurazione per i danni cagionati a terzi, per le biciclette l’eventuale sottoscrizione di un contratto assicurativo rimane a discrezione degli interessati, così come riguarda la garanzia per i propri danni fisici. Benché non tutti lo sappiano, esistono già da tempo prodotti assicurativi per entrambi i rischi e vale la pena esaminarli con attenzione. Sia le condizioni di assicurazione, sia i costi delle polizze, variano a seconda di ciascuna compagnia e come già avviene per le formule inerenti gli autoveicoli esistono speciali "pacchetti" anche per i conducenti di velocipedi. Alcune imprese di assicurazione, infatti, hanno creato l’assicurazione specifica per il cosiddetto "capofamiglia", cioè per colui che sostiene per la maggior parte il peso economico familiare e si trova ad utilizzare prevalentemente la bicicletta come mezzo di spostamento da casa al luogo di lavoro. Se invece s’intendere estendere la copertura anche ai restanti componenti della famiglia, allora il costo della polizza aumenta sensibilmente, mentre subisce un incremento sostanzioso se il velocipede è condotto anche da soggetti minorenni. Per condurre la bicicletta, infatti, non occorre alcun certificato abilitativo e a questo proposito il codice stradale non pone veti di sorta. Solitamente, però, questo tipo di polizza ha il vantaggio di poter operare su più di una bicicletta. Non solo: gli eventuali danni procurati ad altri rientrano nella garanzia anche se la bicicletta è stata prestata ad un amico o ad un vicino di casa. I "massimali" previsti per questo particolare tipo di polizze possono raggiungere i 250 mila euro ed il premio annuale si aggira generalmente sui 50/60 euro. Tuttavia, le imprese di assicurazione si riservano il diritto di stipulare i contratti soltanto se hanno una durata minima di almeno tre/quattro anni ed in cambio possono estendere la garanzia anche sugli eventuali danni procurati a terzi dall’utilizzo del monopattino o dello skateboard. Vediamo ora di esaminare quali possono essere costi e garanzie per i danni fisici che il ciclista riporta su se stesso a seguito di collisione con altri veicoli o più semplicemente di una caduta (ipotesi, questa, che rientra comunque nei parametri del sinistro stradale). Se si tratta di coperture extraprofessionali, cioè per il tempo libero, supponendo un massimale di 50 mila euro in caso di morte o il doppio per l’invalidità permanente e 5 mila euro per il rimborso delle spese sanitarie, il costo finale della polizza può raggiungere i 160 euro l’anno. Benché appaia eccessivo, questo contratto è il preferito da coloro che praticano l’attività ciclistica non agonistica ma pur sempre competitiva (gare provinciali, gruppi sportivi federati, ecc...). Se invece il contratto assicurativo prevede la copertura tanto per i rischi professionali, tanto per il tempo libero, allora il premio varia soprattutto a seconda della professione svolta dall’assicurato: se si tratta di un impiegato che compie prevalentemente percorsi cittadini, la spesa può risultare di 200 euro, mentre il costo sale a 300 euro se l’itinerario prevede la circolazione al di fuori dei centri abitati o lungo importanti (e trafficate) arterie stradali. Per le casalinghe, la tariffa applicata è pressoché uguale a quella stabilita per i soli rischi extraprofessionali, mentre per i giovanissimi le garanzie prevedono l’invalidità o il rimborso delle spese sanitarie e non quella relativa alla morte. Il motivo? Nella sfortunata ipotesi di decesso del bambino, ciò non comporterebbe uno sbilancio economico familiare, mentre se a venire a meno è un genitore, la situazione può assumere contorni ben più delicati e preoccupanti. Sarà pure una filosofia rude ma pensandoci bene, da un punto di vista economico, il pensiero non fa una grinza... Dunque, per chi ancora non lo sapeva, da oggi sarà possibile assicurare anche quella bicicletta a noi tanto cara, ma occhio a un piccolo particolare che non vi abbiamo ancora detto: se per caso il vostro mezzo è servoassistito (cioè dotato di una batteria che si ricarica con le pedalate), allora quanto vi abbiamo detto vale poco e niente. In quest’ultimo caso le compagnie assicuratrici si sono riservate di applicare premi molto simili a quelli dei ciclomotori, unica eccezione: la mancanza del tariffario bonus/malus, per il resto tutto è uguale.



di Roberto Rocchi

da "Il Centauro" n. 74
Lunedì, 24 Febbraio 2003
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