BASILICANET.IT SANITA’: MORTI EVITABILI, 1 SU 2 DIPENDE DA STILE DI VITA [Salute] ROMA, 23 feb - Lotta al fumo, alimentazione corretta, esercizio fisico e moderato consumo di alcol sono veri e propri salvavita: lo dimostrano i dati dell’Atlante delle morti evitabili in Italia, ERA (Epidemiologia e Ricerca Applicata) 2006, dai quali risulta che oltre la meta’ delle morti evitabili grazie alla prevenzione e alla buona organizzazione sanitaria dipendono da uno stile di vita sano. Dalla ricerca, condotta nelle circa 200 USL italiane, risulta quindi che oltre in 1 caso su 2 e’ possibile evitare di morire prima del tempo e per cause che possono essere contrastate, come tumori del polmone, infarto e cirrosi. I dati di alcune USL mostrano che la prevenzione primaria riesce a risparmiare addirittura il 70% delle morti. ’’E’ la conferma che la prevenzione primaria e’ uno strumento importante per la sanita’ pubblica’’, ha osservato una delle responsabili della ricerca, Susanna Conti, direttrice dell’Ufficio di Statistica dell’Istituto Superiore di Sanita’. Gli interventi volti a favorire uno stile di vita sano ’’sono concettualmente semplici - ha proseguito l’esperta - e sono la via maestra per risparmiare tante vite’’. I dell’Atlante forniscono inoltre la mappa della popolazione di ciascuna USL, indicando ad esempio se prevalgono i giovani o gli anziani e fornendo cosi’, ha osservato Conti, indicazioni importanti per organizzare gli interventi socio-sanitari. Oltre alla prevenzione primaria l’Atlante indica come salvavita anche gli interventi di prevenzione secondaria, come i programmi di screening contro i big killer dei tumori che colpiscono le donne, come quelli del seno e del collo dell’utero. Il terzo strumento per evitare tante morti e’ una migliore organizzazione sanitaria, soprattutto per quanto riguarda ritardi nelle emergenze prestazioni particolarmente inappropriate. ’’La mortalita’ evitabile - ha rilevato Conti - e’ un fenomeno molto complesso, che sarebbe semplicistico attribuire direttamente a meriti o carenze specifiche e immediatamente individuabili dei servizi sanitari. Morire per tumore al polmone, cirrosi o per infarto e’ soprattutto la conseguenza di stili di vita che si protraggono normalmente per decenni. Per contrastare questi eventi - ha concluso - e’ necessario pertanto fare progetti lungimiranti e impegnativi, soprattutto da parte delle autorita’ sanitarie e soprattutto nelle aree piu’ sfavorite, quelle che richiedono maggiori sforzi’’. BG IL MESSAGGERO (ABRUZZO) AVEZZANO Droga, i ragazzi dello Scientifico “a lezione” da don Gelmini di MANLIO BIANCONE AVEZZANO - Incontro a tutto campo ieri alla sala conferenze della chiesa del Santo Spirito ad Avezzano con don Gelmini. Vi hanno partecipato cinquecento ragazzi del liceo Scientifico accompagnati dal preside e da alcuni professori. «Duecentosessanta Comunità - ha detto don Gelmini - non solo in Europa». Don Gelmini ha condannato lo spinello ed ha ripercorso tutte le storie di vita che fanno sapere come la droga ti renda schiavo. «Quando cominciai avevo cinquant’anni in meno: incontrai un capellone che mi chiese aiuto e da allora non smisi più. Ancora oggi si presentano per mettere un freno all’accoppiata droga-alcol». Dopo di lui hanno raccontato la loro esperieneza alcuni giovani della Comunità di Scurcola Marsicana e come si sono salvati. I lavori si sono chiusi con l’intervento del dirigente scolastico Angelo Bernardini il quale ha sottolineato l’importanza e l’attualità dell’argomento per la Marsica. LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (BARI) Domani l’ultimo appuntamento «La cultura della vita» messaggio ai giovani della Fondazione «Ciaovinny» Sono 886 gli alunni del quarto anno di 21 istituti e licei baresi che partecipano al progetto «La cultura?della vita», promosso dall’assessorato alla Sicurezza - Polizia Urbana - Prevenzione - Legalità ed Educazione Civica in collaborazione con la Fondazione «Ciao Vinny». Scopo dell’iniziativa - che ha per partner la Gazzetta del Mezzogiorno e Antenna Sud - è lanciare un messaggio forte e chiaro per insegnare ai giovani come divertirsi senza rischiare la vita. L’iniziativa ha preso il via lunedì 20 febbraio e si concluderà a maggio. «La cultura?della vita», si articola in due fasi. La prima, detta «di impatto» si concluderà domani nel Multicinema Galleria dove verranno presentati agli studenti filmati, documentari e power point riguardanti la sicurezza sulla strada, i rischi di incidenti e le drammatiche statistiche delle morti registrate. La seconda fase, «di apprendimento» si svolgerà nel mese di maggio nella Fiera del Levante, e sarà dedicata a rafforzare gli aspetti cognitivi del progetto: i giovani partecipanti seguiranno una serie di corsi di formazione destinati a declinare complessivamente i concetti di prevenzione per la tutela della vita. I mesi che intercorrono tra le due fasi vedranno gli studenti coinvolti nel progetto ideare e realizzare uno spot di pubblicità progresso che verrà poi valutato da una giuria. Lo spot primo classificato sarà trasmesso per due mesi su Antenna Sud e pubblicato sulle pagine della Gazzetta del Mezzogiorno. «La cultura.. della vita» è uno dei tanti modi che la Fondazione CiaoVinny, presieduta dal prof. Biagio Moretti, ha scelto per salvare i giovani dalle insidie del sabato sera. La Fondazione, com’è noto, si batte da anni per rendere sereno il divertimento giovanile e per sensibilizzare l’opinione pubblica e soprattutto i ragazzi e le ragazze sui rischi connessi all’alta velocità o alla guida in stato di ebbrezza, i terribili flagelli che s’abbattono sulle notti giovanili. La Fondazione «Ciaovinny», come si ricorderà, nacque dopo l’incidente mortale dell’aprile 2002, sul lungomare di San Giorgio, costato la vita a Vincenzo Moretti (figlio 18enne di Biagio) e a sua cugina Maria Ether Martino. Da quel giorno le famiglie dei due ragazzi scomparsi e i loro amici hanno continuato a impegnarsi, attraverso campagne di sensibilizzazione, protocolli di intesa con le istituzioni e dibattiti pubblici, per salvare altre giovani vite. Un modo per ricordare Vincenzo, detto Vinny, Maria Esther e tutti i ragazzi la cui felicità è stata brutalmente interrotta dal destino. IL GAZZETTINO (PD) L’ex casa di riposo di via Cazzaro ospita un progetto sociale unico nel suo genere nel Veneto Alcolismo, una sfida in comunità (*) Ci sono venti posti letto. Chi è coinvolto nell’iniziativa terapeutica ha un’età media di 40-45 anni Castelfranco A Castelfranco riabilitazione per gli alcolisti in una formula rara, unica nel suo genere nella regione Veneto. Presso la sede del Serat, all’ex casa di riposo in via Cazzaro, c’è una comunità terapeutica che a differenza delle altre predilige un approccio psico-sociale alla riabilitazione, diversamente da quello più consueto di stampo sanitario. Anche da altre parti esistono delle strutture in cui le persone con problemi di alcolismo vanno a vivere per un certo periodo, il tutto però con un approccio più da reparto ospedaliero che da comunità. Nella comunità terapeutica di via Cazzaro ci sono venti posti letto, l’età media di quanti vi trovano posto è sui 40/45 anni. Alcuni arrivano e rimangono per trenta - quaranta giorni, altri restano anche per un anno, altri ancora per due anni, dipende dalla gravità del caso.Durante la loro permanenza in comunità, per metà giornata svolgono attività socio-psicoloogiche-educative: riprendere a relazionarsi con la famiglia, riprendere a prendersi cura di se stessi (alcuni arrivano dalla strada), per l’altra metà imparano a lavorare, o a riprendere a lavorare. Lo fanno occupandosi di assemblaggi di parti metalliche presso la cooperativa Sonda a Riese.Alla sede del Serat trova posto anche l’Acat (associazione dei club alcolisti in trattamento), che si occupa di organizzare i gruppi nel territorio. A Castelfranco ci sono sei gruppi da sei/sette famiglie ciascuno (anche se è un solo componente della famiglia ad aver problemi, agli incontri ci va tutta la famiglia). Più colpiti sono i maschi, i due terzi. Una volta la settimana i componenti dei gruppi si incontrano e discutono dei loro problemi. Ogni gruppo ha la sua sede ed il suo operatore. Da non confondere le attività di Acat e Serat con quelle degli Alcolisti Anonimi, altra questione questa, sono circa una decina le famiglie di Castelfranco coinvolte.Complessivamente si può parlare dunque di quasi una cinquantina di famiglie che affrontano l’alcolismo con delle terapie di gruppo. Serat ed Acat, con la collaborazione dell’Usl 8, terranno un nuovo corso che si svolgerà dal 6 al 11 marzo, in cui educatori, operatori sociali, medici, psicologi, volontari avranno la possibilità di approfondire i problemi legati alle terapie: "Corso di sensibilizzazione all’approccio ecologico-sociale ai problemi alcolcorrelati e complessi (Metodo Hudolin)". Una settimana di formazione, una sessantina i partecipanti in tutto. Si terrà alla Casa S. Dorotea Centro di Spiritualità di Asolo.Matteo Ceron (*) Nota: le comunità terapeutiche che si occupano di alcolismo stanno avendo un certa diffusione. Alcune sono passate dal trattare la tossicodipendenza da sostanze illegali all’alcol in seguito al calo di richieste di trattamento dei primi, Altre perchè si sono trovate ad affrontare molti casi di problemi alcol correlati tra le persone che seguivano il loro programma. BRESCIA OGGI Esce in questi giorni per le edizioni Unicopli il saggio del gardesano Lorenzo Moreni, operatore in varie comunità L’educatore si mette allo specchio Anche la scrittura può curare dalla dipendenza di alcol ed eroina Esce in questi giorni per le edizioni Unicopli il saggio «Lo specchio del racconto» (prefazione di Duccio Demetrio, pag. 166, euro 10), ultima opera dell’educatore gardesano Lorenzo Moreni il quale vi ha condensato le proprie esperienze di «cura della dipendenza attraverso la relazione e la scrittura». 49 anni, l’autore abita a Calvagese ed ha alle spalle un decennio di attività in diverse comunità terapeutiche e, successivamente, in un servizio pubblico per le dipendenze patologiche. È anche membro del comitato scientifico della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari. «Questo libro - spiega Moreni - nasce dal mio incontro con un uomo che, per difendersi dal disagio e dal disordine interiore, ricorre prima all’alcool e poi all’eroina. La storia che racconta rappresenta quindi lo specchio del rapporto tra un educatore e un utente alla ricerca di un’emancipazione relazionale». «Attraverso la relazione educativa e la scrittura - sottolinea - il protagonista è sollecitato a percorrere un viaggio alla ricerca di sé, ad esplorare spazi, a dare loro forma e profondità, a lasciarsi interrogare. Così facendo ricostruisce il rapporto con la propria storia senza la quale la relazione con le persone diviene perdita, omologazione o pura contrapposizione». «Ne emerge la storia di un percorso di cura che le cartelle cliniche quasi mai contengono - osserva -. Attraverso alcuni frammenti di vita scritti dal protagonista, viene evidenziato un comportamento condizionato quasi totalmente dagli altri, una forma di dipendenza relazionale (terreno fertile dove le sostanze stupefacenti e il connesso rischio patologico attecchiscono con facilità)». Ma come uscire da questo circolo vizioso? «È necessario recuperare la centralità dello scambio, della reciprocità, della qualità del rapporto relazionale che si intrattiene con la propria storia di vita. Attraverso la narrazione e la scrittura il protagonista sperimenta un percorso che gli permette di ristabilire una relazione con sé, prerequisito per costruire relazioni con gli altri». Scorrendo le pagine si intrecciano la storia del protagonista, quella della relazione tra lui e l’educatore, le vicende dei personaggi che di volta in volta il protagonista mette in scena e alcune osservazioni metodologiche. Insomma, una struttura complessa accompagnata da un filo narrativo che cerca di dare ordine a una realtà aggrovigliata. In questo percorso la scrittura funge da specchio, mostra i passaggi evolutivi: da una scrittura indotta il protagonista passa ad una scrittura libera, ascoltando le emozioni che alcune parole gli evocano si lascia trasportare da esse, fino ad arrivare alla scrittura di un diario per poi sfociare nella scrittura di una lettera d’amore assai importante per la sua vita. Flavio Marcolini IL GAZZETTINO (VI) IL PARERE DELLA PSICOLOGA «Cura dell’aspetto, facendo leva sulle proprie qualità» (L.P.) Avere cura del proprio aspetto e fare leva sulle proprie qualità, facendo il possibile per potenziarle. Sono i suggerimenti che la psicologa e psicoterapeuta vicentina Maria Cristina Strocchi ha dato alla platea di studenti dell’Istituto per geometri "Canova" in occasione della "Giornata per la bellezza". Si tratta di piccoli accorgimenti per migliorare l’autostima, molla fondamentale per la realizzazione di sé e per un equilibrato rapporto con gli altri. In altre parole, stimarsi serve anche a trovarsi più belli, dentro e fuori. Tra i punti che ha evidenziato l’esperta, vicina ai ragazzi grazie al suo duplice ruolo di psicologa e insegnante, c’è anche la stretta correlazione, nei giovani, tra autostima e dipendenze (non solo alcool, fumo, droga, ma anche shopping, internet, gioco, o semplicemente dipendenza dall’aspetto esteriore o dal giudizio degli altri). Servendosi dei risultati di una ricerca compiuta lo scorso anno all’Istituto Montagna, la psicologa ha spiegato ai ragazzi che "l’individuo cerca di rincorrere la perfezione, cioè un’utopia, perchè i suoi limiti lo riportano alla realtà fatta di gioie, tristezza, successi e fallimenti. Il vuoto interiore che si prova in seguito alle difficoltà e alle delusioni che la vita ci riserva, la perdita di valori come la solidarietà e l’inesorabile ricerca di un valido modello nel quale identificarsi, al giorno d’oggi creano una situazione favorevole allo sviluppo di dipendenze soprattutto per le persone che hanno una bassa autostima di sé". In effetti, prosegue Strocchi, "Non è facile, soprattutto per i giovani, vivere in una società in cui per sentirsi all’altezza e al passo con i tempi si deve possedere l’ultimo modello di telefonino cellulare o curare il proprio aspetto fisico, talvolta eccessivamente, andando in palestra, dall’estetista e imitando i canoni di bellezza estremi imposti dai mass-media". IL GAZZETTINO (PD) SUPERIORI I giovani entrano a Palazzo Il primo martedì di ogni mese i ragazzi delle superiori potranno seguire da un maxischermo le sedute della giunta. Ma sono molte altre le iniziative di collaborazione tra il Comune gli istituti superiori che si stanno mettendo in atto. Ieri, per esempio, nella sala del Consiglio di palazzo Moroni, l’assessore Claudio Piron ha convocato un incontro a cui sono intervenuti numerosi studenti del "Belzoni" con gli insegnati che aveva come obiettivo la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra l’Amministrazione e gli Istituti superiori, contenente le proposte per il 2006, tra cui ci sono la campagna di prevenzione dalle dipendente prevista in aprile, il progetto-Costituzione in calendario a maggio e quello relativo all’Educazione alla legalità, che prevede anche uno scambio culturale con la città di Locri, i cui rappresentanti a maggio presenzieranno a Civitas. «Il nostro obiettivo - ha spiegato l’assessore - è quello di creare una relazione stabile tra il Comune e le scuole che sono delle autonomie. Abbiamo alcuni progetti significativi, come quello relativo alle iniziative per contrastare il consumo di alcol e di sostanze stupefacenti. Per esempio il 4 aprile i ragazzi si fermeranno a riflettere proprio su questo tema e sulle conseguenze: noi siamo pronti a fornire alle scuole tutti i supporti di cui hanno bisogno, come testimoni di incidenti stradali, auto semidistrutte, oppure la presenza di parenti delle vittime della strada». «Inoltre - ha detto ancora Piron - sarà importante far capire ai giovani come nasce una delibera, come vengono prese le decisioni che riguardano il futuro della città. Per questo mensilmente parteciperanno ai lavori della giunta e anche in questo caso saranno coinvolti i settori comunali, in modo che agli studenti vengano fornite tutte le informazioni che desiderano». IL MESSAGGERO (FROSINONE) Sora/Vertice in Comune con polizia e carabinieri dopo gli episodi di microcriminalità «Più controlli contro i vandali» L’assessore cerca di rassicurare i commercianti che hanno protestato di STEFANO DE ANGELIS Allarme violenza e alcolismo a Sora: dopo le forti preoccupazioni avanzate da abitanti e commercianti della centralissima via Quinto Valerio in una lettera indirizzata alle forze dell’ordine e al Prefetto e i timori espressi dall’assessore alla Polizia Municipale, Pio Gulia, il quale ha affermato che a Sora "esiste un grave problema di disagio dei ragazzi", carabinieri, polizia e vigili urbani hanno deciso di intensificare i controlli per contrastare i fenomeni legati alla microcriminalità. A seguito dei recenti episodi (scritte sui muri contro la polizia, disegni con bombolette spray sulla facciata laterale della chiesa di S. Restituta e aggressione di un vigile), ieri si è tenuto un vertice tra il commissario della Polizia Giuseppe Di Franco, il tenente dei carabinieri Vincenzo Bulla e l’assessore comunale Gulia. Sono state affrontate le problematiche evidenziate da alcuni residenti del centro storico ed è stato fatto il punto sugli ultimi fatti di vandalismo. "Siffatta riunione - si legge in una nota diffusa dal Comune dopo l’incontro - ha postulato e ribadito che il fenomeno si colloca nelle tipiche intemperanze giovanili di sovente sfocianti nel malcostume. Un fenomeno fisiologico che pur esistente non è riconducibile ai toni allarmanti. Per rassicurare i residenti di via Quinto Valerio, giova rappresentare che verranno intensificati i controlli". L’assessore Gulia intende ugualmente coinvolgere in un percorso di sensibilizzazione anche le scuole. Era stato lo stesso Gulia, l’altro ieri, a indire una riunione "a risoluzione del disagio giovanile", in risposta alle segnalazione di "disordini giornalieri" pervenute dai residenti della zona di via Quinto Valerio, che hanno lamentato di assistere "quotidianamente a episodi di violenza, a spaccio di sostanze stupefacenti e ad atti di vandalismo". Lo stesso Gulia si era mostrato preoccupato, tanto da affermare: "E’ da qualche tempo che riceviamo segnalazioni da molti cittadini in relazione a fenomeni legati al disagio giovanile che sfociano in atti vandalici e piccole violenze. Faccio un appello ai proprietari dei bar, dei pub e di tutti i pubblici esercizi a non vendere ai minori bevande alcoliche: il fenomeno dell’alcolismo sembra essere sempre più dilagante nella nostra città soprattutto tra gli adolescenti nel fine settimana". A Sora nella lotta al disagio giovanile sono impegnati gli operatori del Sert. "Tra Sora e i paesi limitrofi abbiamo in cura circa 1.400 persone, in prevalenza giovani - spiegano dal Sert -. L’età media è di 22-23 anni. Forniamo assistenza e opera di sostegno psicologico, farmacologico, anche per dipendenza da droghe pesanti come eroina e cocaina e da quelle cosiddette nuove sintetiche, e per chi soffre di alcolismo. Siamo impegnati anche nel contrasto di una nuova dipendenza, ossia quella da videogiochi". IL GAZZETTINO (VI) CAMPOSAMPIERESE Inaugurato ieri a Borgoricco il centro "Occhio al tempo" che si propone di combattere il grave fenomeno. In estate ne aprirà un altro a Galliera A quindici anni già due volte in coma etilico Preoccupanti anche altri dati: sono 531 i giovani in carico al dipartimento dipendenze dell’Usl, 27 sono under 19 Borgoricco (N.M.) Quindicenni che "vantano" già almeno due stati di coma etilico. Ragazzi che, già alle medie, cominciano a far uso non solo di alcool, ma anche di sostanze stupefacenti. Come "intercettare" questo primo e precoce disagio? A tale emergenza tenterà di dare una risposta il primo centro "Occhio al tempo", servizio destinato a fornire informazioni, consulenze e valutazioni del rischio per i primi consumi di alcol. Il centro, che servirà il distretto uno dell’Usl 15 e dunque il Camposampierese, è stato inaugurato ieri dal direttore generale Pietro Gonella a Borgoricco nei locali dati dal Comune in municipio. Presenti il responsabile del Dipartimento delle dipendenze, Augusto Chiodini, la coordinatrice del progetto Laura Semino, il direttore dei servizi sociali dell’Usl 15 Carlo Scapin, l’assessore provinciale Roberto Marcato, l’assessore comunale Maria Chiara Franchin, il responsabile del Sert Giorgio Cuccia, amministratori, insegnanti, operatori scolastici. Il centro sarà aperto ogni venerdì mattina. Per contattarlo l’indirizzo e-mail è occhioaltempo@ulss.pd.15, telefono 346-3737116. Per l’altro distretto 2 dell’Usl 15 il centro sarà aperto a Galliera Veneta, in Villa Imperiale, dopo l’estate. «È uno dei problemi emergenti - ha detto Gonella - L’azienda sanitaria, così come la comunità ed il territorio, non possono chiudere gli occhi, ma devono fornire gli strumenti necessari per favorire la prevenzione già nelle prime fasce di età a rischio». Il progetto è stato illustrato da Chiodini e Semino con una serie di dati. Per quanto riguarda la fascia di età tra i 15 ed i 19 anno i giovani in carico al Dipartimento per quanto riguarda l’area della tossicodipemdenza sono 27, con 13 nuovi entrati, 90 quelli tra i 20 ed i 24 anni (33 i nuovi entrati), infine 414 quelli oltre i 25 anni (59 i nuovi entrati). Per quanto riguarda la dipendenza dall’alcol si assiste ad un abbassamento dell’età e ad una diffusione anche tra la popolazione femminile. «Purtroppo tanti non riconoscono la dipendenza - hanno detto gli esperti - e pensano di riuscire comunque a smettere». Tra gli "intercettatori" del primo disagio tante figure, dal parroco al dj, dal bidello all’allenatore, dall’insegnante al genitore. "Occhio al tempo" è un progetto voluto dal Ministero della Salute che ha scelto due regioni capofila nella sperimentanzione: il Veneto, che grazie all’assessorato alle politiche sociali ha affidato l’"esclusiva" all’Usl 15, e l’Abruzzo. IL GAZZETTINO (TV) LITE A VENEZIA Denunciata giovane ubriaca Violenta lite tra due donne l’altra notte a Venezia in Lista di Spagna, vicino alla stazione ferroviaria. Il litigio scoppiato per futili motivi, ha fatto intervenire sul posto una Volante impegnata per controlli a poca distanza. Gli accertamenti hanno permesso di verificare che una delle due donne era in palese stato di ubriachezza. La prima donna era un’austriaca, P.A., 24 anni, mentre l’altra è stata identificata solo dopo essere stata accompagnata in Questura. Si trattava di Z.N., 28 anni di Treviso, che è stata denunciata per rifiuto delle proprie generalità e contravvenzionata per ubriachezza Ni.Co. IL GAZZETTINO (VI) DRAMMA Segni di scasso sulla porta, ma erano datati. Il pensionato non li aveva riparati Morto in casa, giallo presto risolto (m.a.) Una storia di emarginazione e disagio che per un attimo assume il colori del giallo. Succede ieri mattina attorno alle dieci, quando alcuni inquilini del palazzo al civico 31 di via San Biagio chiedono aiuto dei tecnici dell’Amcps sul posto per degli interventi di routine. Sono preoccupati perché l’uomo di 63 anni, C.R., che occupa l’appartamento di sotto da alcuni giorni non si fa vedere: vive da solo e in condizioni piuttosto degradate forse accentuate dalla troppa confidenza con l’alcol. Avvertiti i vigili urbani di Vicenza si decide di entrare: la porta si apre da sola, mostra evidenti segni di scasso. All’interno i locali sono sotto sopra: in salotto, l’uomo, riverso a terra, sul pavimento, morto. Il cadavere non mostra segni apparenti di violenza: addosso solo una camicia. Dopo lo sconcerto iniziale tutti i dubbi vengono dissipati: l’ingresso era stato forzato alcuni mesi fa e il padrone di casa non si è più curato di ripararlo, tanto che non aveva nemmeno le chiavi del portone condominiale. Alle spalle notevoli difficoltà economiche ma anche sociali: i parenti informati del suo decesso, probabilmente risalente ad almeno due giorni fa, all’inizio del mese e a spese proprie avevano provveduto a pagare un’impresa per pulire l’alloggio. Il pensionato, nel maggio dello scorso anno, era stato denunciato per furto: invitato a pranzo da un conoscente se n’era andato con in tasca un Rolex del valore di 20mila euro. I sospetti sono subito caduti si di lui, la certezza quando ha tentato di rivendere il prezioso orologio in oro bianco nella stessa gioielleria di Vicenza dove era stato regolarmente acquistato. Ruggiero Corcella IL MATTINO FERRARA, LA MORTE DEL GIOVANE Aldrovandi, è scontro sulle perizie Federico Aldrovandi, il ragazzo di 18 anni deceduto il 25 settembre scorso davanti agli agenti del 113 di Ferrara, è morto per diverse concause che hanno portato ad un indebolimento conseguente all’assunzione di droga, eroina, ketamina ed alcool. Dunque ad ucciderlo è stato un mix che ha pregiudicato lo stato psicofisico del ragazzo - provocando un’insufficienza respiratoria e quindi un arresto cardiocircolatorio - e non le botte che, secondo i genitori, il ragazzo avrebbe ricevuto dagli agenti di polizia. È l’esito della perizia effettuata dal pool di consulenti della procura di Ferrara. Un risultato contestato dalla famiglia: «è la foto dell’effetto, non della causa della morte» dicono. Il gruppo di esperti, guidato dal medico legale Stefano Malaguti, aveva depositato martedì in procura la consulenza d’ufficio e ieri mattina il procuratore capo Severino Messina ne ha illustrato i contenuti in una conferenza stampa. Il medico legale si sofferma sulle condizioni psicofisiche del ragazzo al momento della colluttazione con gli agenti, rese a suo dire vulnerabili dall’assunzione di alcool e droga. Per il consulente del pm la colluttazione o l’uso degli sfollagente non sono causa della morte e nemmeno l’asfissia posturale, ipotizzata dai consulenti della famiglia Aldrovandi, è ritenuta rilevante. Non vi sarebbero insomma segni evidenti di una asfissia provocata da un agente che avrebbe gravato di peso sul ragazzo, e mancano «lesioni traumatiche a collo o altri orifizi respiratori». LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (LECCE) Arrestato il dipendente di un circo Ubriaco al volante aggredisce gli agenti I poliziotti lo scoprono ubriaco al volante e, quando lo portano in commissariato per gli accertamenti, l’uomo aggredisce gli agenti e finisce in manette. Dietro le sbarre è finito Michele Lorusso, 38 anni, di Bari, dipendente di un circo. L’uomo, l’altra sera, è stato fermato mentre era alla guida di un furgone. Accortisi che era in stato di ubriachezza, gli agenti lo hanno accompagnato negli uffici del commissariato. All’improvviso, però, Lorusso, nel tentativo di raggiungere l’uscita, si è scagliato contro i poliziotti, colpendone uno al volto con un testata, procurandogli lesioni al naso guaribili in quindici giorni. L’uomo è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e gli è stata sospesa la patente. Sul furgone viaggiavano due rumeni privi del permesso di soggiorno. Ai poliziotti hanno detto di lavorare per la moglie di Lorusso che è stata denunciata per violazione delle leggi sull’immigrazione. IL GAZZETTINO (VE) MIRA Il pluripregiudicato Dejan Mijalovic su ordine della Questura è stato rimpatriato nel suo paese natale L’aggressore rispedito a casa In una violenta lite, il serbo aveva picchiato sei persone al quartiere Battaggia Aveva aggredito cinque persone dopo aver spadroneggiato nel cortile di un’abitazione al quartiere Battaggia di Marano di Mira mettendo lo stereo a tutto volume. E quando un’anziana donna si era permessa di fargli notare che stava disturbando tutto il vicinato, l’uomo in preda all’alcol, le aveva sferrato una serie di calci, insultandola pesantemente. A quel punto in difesa della donna era giunto un vicino, ma anche lui riceveva una gragnuola di pugni così come i suoi famigliari, moglie e figlio, che non venivano risparmiati da una serie di spintoni. Alla fine sul posto erano giunti i Carabinieri che dovevano subire parzialmente l’angherie dell’uomo tanto che i militari della Tenenza di Mira erano stati costretti ad arrestarlo. Ora, a poco più di un mese da quella vicenda, avvenuta nel pomeriggio del 13 gennaio scorso, la Questura di Venezia ha dato esecuzione in questi giorni di Dejan Mijalovic, 19 anni, serbo, pluripregiudicato, autore del violento pestaggio che coinvolse l’anziana donna e cinque membri della stessa famiglia che erano accorsi in aiuto della signora. Lo straniero, vista la sua particolare pericolosità è stato scortato fino a Belgrado da agenti specializzati in questi servizi particolari. Il giovane era stato denunciato numerose volte all’autorità giudiziaria per reati contro il patrimonio, riportando ben cinque condanne per furto aggravato e ricettazione. Proprio nel gennaio scorso Mijalovic era stato arrestato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale dopo l’aggressione al quartiere Battaggia di Marano di Mira. L’esecuzione dell’espulsione, previo nullo osta dell’autorità giudiziaria e convalida del Giudice di Pace, è stata resa possibile anche grazie alla collaborazione del comando dell’Arma di Mira. CORRIERE ROMAGNA Clandestino al market FORLI’ - Disturbava i clienti di un supermercato di viale Italia. Spesso ubriaco, impauriva i passanti con i suoi modi di fare. L’uomo, un marocchino, di 47 anni. era stato segnalato più volte alle forze dell’ordine, che intervenute, due settimane fa, avevano scoperto che era clandestino. Così l’uomo era stato munito del foglio di via. L’altra sera è tornato nei pressi del supermercato ed è stato arrestato dai Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile per non aver rispettato l’obbligo di lasciare il Paese. Ieri mattina è stato condannato per direttissima a cinque mesi e dieci giorni di carcere dal giudice monocratico Roberto evangelisti. L’uomo dovrà scontare la pena nella casa circondariale di Forlì dopodichè sarà espulso dall’Italia e rimandato nel suo Paese. KATAWEB NEWS L’Aja CHAMPIONS LEAGUE, SBARCANO INTERISTI UBRIACHI IN OLANDA Il volo Transavia da Milano all’aeroporto Schipol di Amsterdam e’ stato sconvolto oggi da una ventina di tifosi dell’Inter pesantemente ubriachi, che hanno insultato gli assistenti di volo e si sono dati a vandalismi di vario genere. Due di loro si sono rifiutati di tornare ai sedili al momento dell’atterraggio, ed hanno continuato a passeggiare nella carlinga durante la manovra: i soli due fermati per il turbolento episodio, e la polizia ha consentito loro di tornare in citta’ dopo pagamento di 250 Euro. Secondo gli assistenti di volo, i 20 in questione devono essersi ubriacati gia’ a bordo, attingendo alle loro bottiglie portate dall’Italia con il bagaglio a mano. IL GAZZETTINO (PD) In Fiera da domenica al 2 marzo, il salone internazionale "Tecnobar & food" con 650 espositori. In Veneto il settore conta 130 mila addetti. Interscambio enogastronomico con i francesi Sull’insegna di bar e ristoranti il nome del titolare La proposta viene dal presidente dell’Appe. «Si valorizzano così - dice Erminio Alajmo - lavoro e professionalità» Una regola che preveda l’obbligo per tutti i locali pubblici di esporre all’esterno il nome del titolare. La proposta è stata avanzata ieri da Erminio Alajmo - presidente Appe Padova e Fipe Veneto - in occasione della presentazione in Fiera di Tecnobar & Food: "E’ una idea semplice - spiega Alajmo - di facile realizzazione e già una realtà in Alto Adige. Lo considero un contributo alla trasparenza e uno strumento di valorizzazione dell’operatore, perchè solo il suo lavoro e professionalità garantiscono il cliente".Il salone internazionale del bar e della ricettività, giunto alla 8. edizione e riservato agli operatori professionali del settore, si aprirà domenica prossima e durerà fino a giovedì 2 marzo. Una cinque giorni unica per gli addetti in Fiera, che si svilupperà su una area espositiva di 30 milametri quadri, con 650 espositori e che nell’ultima edizione del 2004 ha attirato quasi 29 mila visitatori. In mostra ci saranno le nuove tecnologie e attrezzature alimentari, le tendenze per il settore della ricettività e migliaia di specialità enogastronomiche. Per capire l’importanza dell’evento, basti pensare che in Veneto sono 13 mila i bar, 7.500 i ristoranti e circa 130 mila gli addetti del comparto. "E’ una iniziativa rivolta a uno dei settori più importanti del nostro territorio - afferma Ferruccio Maccola, presidente di PadovaFiere spa - e appuntamento fondamentale per implementare la qualità del sistema turismo. L’obiettivo è anche accentuare il carattere internazionale della rassegna. In questa ottica sono da intendersi le partecipazioni di una delegazione di buyer turchi del settore delle forniture alberghiere e di operatori croati in occasione del progetto "supermercatismo", ossia il mercato dei supermercati, entrambi finalizzati a uno scambio di competenze e di cultura, nonchè allo sviluppo di nuove opportunità di business". Sempre nell’ottica dell’interscambio di know how tra gli operatori, saranno oltre un centinaio gli incontri in programma che arricchiranno la rassegna. Maccola si sofferma in particolare sul "matching" con gli operatori francesi del settore enogastronomico. "Vorremo che ci fosse più osmosi e trasferimento di cultura tra Francia e Italia - continua Maccola - con lo scopo di interscambio di fornitori e conoscenze per confrontarci e trovare miglioramenti". Tra le iniziative, la campagna contro l’alcolismo nei giovani - "Alcol, piacere di conoscerti" - organizzata dal Comune. Obiettivo, coinvolgere gli esercenti nella campagna di prevenzione e di informazione sui rischi nel consumo dei superalcolici. Pierpaolo Spettoli IL GAZZETTINO (TV) CONEGLIANO A vent’anni dal metanolo, un convegno Si terrà sabato 25 febbraio a Conegliano alle 10, presso la Scuola Enologica, il convegno dal titolo "Accadde domani: a vent’anni dal metanolo. Il rinascimento del vino italiano". Vent’anni fa a causa del metanolo ci furono morti e un intero settore produttivo finì nella polvere. Dal 1986 ad oggi c’è stata una riaffermazione del valore del prodotto italiano. LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (TA) Il fatto 20 anni fa. Convegno a Lizzano Vino al metanolo, scandalo da non dimenticare Sabato prossimo due convegni in Puglia, a Bari e a Lizzano, per ricordare la rinascita del vino italiano a vent’anni dallo scandalo del metanolo. Il convegno di Lizzano si terrà alle 17 nei locali del Museo civico della Paleontologia. Interverranno Antonio Cavallo, coordinatore per la Puglia delle «Città del vino», Giuseppe Brillante, direttore della Coldiretti di Puglia, Fulvio Filo Schiavoni, presidente della cantina cooperativa di Manduria, Rita Macripò, presidente «Strada dei vini Doc Lizzano e Primitivo di Manduria», Gianni Florido, presidente della Provincia di Taranto, Enzo Russo, assessore regionale alle Risorse agroalimentari e Paolo Nigro, presidente della Coldiretti di Taranto. Era il 1986 quando scoppò lo scandalo. La crisi del vino italiano fu immediata: ci furono 19 morti e tante persone persero la vista. Una pagina da non dimenticare. Il Centro Il vino è il suo territorio - antonio de frenza Il Tirreno Il nuovo consiglio dei sommelier Mangiare&bere Ubriaco blocca il treno per venti minuti ubriaco picchia un militare Corriere Alto Adige Ubriaco al volante Cinquantenne in cella Libertà Alla guida in stato di ebbrezza Il Secolo XIX CENTRO STORICO Pugno di ferro per alcol e "donnine" Il prefetto: chiusura per i bar che sgarrano L’Adige Venti giorni di carcere per aver guidato ubriaco Il Messaggero Veneto Alcolismo in crescita del 20 per cento Il Giorno (Legnano) Aggraziato e morboso, sposato a un’aristocratica che aveva violentato, alcolizzato e lussurioso... Corriere del Veneto Spritz più leggeri contro il caos delle piazze Il Mattino di Padova Cocaina e superalcolici il cocktail ad alto rischio in crescita tra i giovani L’Unione Sarda (Nazionale) Sassari. Rimanda indietro l’ambulanza e si rifugia dentro la vettura in cunetta: tre ore dopo scoppia l’incendio Rifiuta i soccorsi, muore tra le fiamme Ubriaco, era finito fuori s La Nazione (Pistoia) Algerino ubriaco va a sbattere contro un palo della luce Il Resto del Carlino (Modena) Giovani e alcol, troppi eccessi La Nazione (Viareggio) Marocchino ubriaco sui binari blocca il treno Il Mattino di Padova Il 3 aprile a scuola si parlerà delle stragi del sabato sera La Gazzetta di Modena Il 93% dei ragazzi beve in discoteca Giovani in discoteca, solo il 7% non beve alcol |
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