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Notizie brevi 27/02/2006

MILANO, DETENUTO IN SEMILIBERTÀ RAPINA UN SUPERMARKET. SPARA AI CARABINIERI MA È UCCISO. PRESO ANCHE IL COMPLICE. UN MILITARE FERITO GRAVEMENTE: CE LA FARÀ. FAR WEST ANCHE A FOLIGNO: EX VIGILANTES ARMATI ASSALTANO FURGONE MA CADONO SOTTO IL FUOCO DELLE GUARDIE GIURATE. LA POLIZIA CATTURA IL COMPLICE.



(ASAPS) MILANO – 1.300 euro: è questo il valore della vita di un uomo, secondo le regole di un bandito rimasto sul selciato in fin di vita, a pochi metri dal suo complice ucciso dal fuoco dei carabinieri ai quali avevano scaricato contro interi caricatori. Michele Trotta, 35 anni, pieno di precedenti e in regime di semilibertà che gli consentiva di uscire, ha deciso che quei 1.300 euro appena “prelevati” dalla cassa del supermercato di Cusano Milanino, insieme alla consapevolezza di aver tradito la Giustizia che si era fidata ancora una volta di lui, valevano la vita di quei due carabinieri. Ha preso la mira ed ha aperto il fuoco, sparando all’impazzata verso la gazzella. Siamo nella periferia milanese, in quella terra che un tempo fu di Vallanzasca, in un Italia che sembra tornare al Far West degli anni ’70, quando le raffiche di mitra crepitavano ogni minuto. Un carabiniere cade ferito: Francesco Castronovo, 28 anni, dopo il lampo della pistola sente bruciare la schiena e perde le forze. Reagisce e spara anche lui, aiutando il collega a rispondere al fuoco dei due criminali, colti in flagranza di rapina a mano armata. Sparano, i due militari, e abbattono i loro avversari. Prima Gino Amenta, 40 anni, passato burrascoso e in libertà da poche ore, scarcerato per fine pena,  e deciso a tutto: la reazione dei militari lo fulmina e quando cade a terra è già senza vita. L’altro invece continua nella fuga, seppur colpito in pancia, e blocca con la pistola spianata un’auto in transito, una Yaris. Si sbarazza degli occupanti e parte, ma l’emorragia gli toglie le forze necessarie e si schianta contro un cancello. Un istante dopo il carabiniere lo ha raggiunto e tutto finisce. Il militare ed il bandito ferito vengono immediatamente ospedalizzati: il primo viene subito operato alla regione lombare per l’estrazione dei proiettili e la cura delle emorragie. È grave, ma se la caverà. il bandito invece perde i sensi: un proiettile dei carabinieri gli ha oltrepassato l’addome da parte a parte, causando una gravissima emorragia. Al Niguarda i medici stanno cercando di salvarlo. Questa la storia nuda e cruda. Vale la pena però, ancora una volta, parlare del contorno, cercare di capire come sia possibile – nell’era del taglierino e del cutter – tornare a brandire una pistola. Essere pronti a tutto, in sostanza: a uccidere, ma anche a morire. Il bandito ucciso, Gino Amenta, era uscito da pochi giorni dal carcere: il sopravvissuto era invece, come già detto, in semilibertà. I magistrati di sorveglianza di Bergamo, dove è detenuto, gli hanno concesso di stare fuori dal carcere dal lunedì al venerdì, mentre deve passare il fine settimana in carcere. Venerdì sera, però, decide di tradire la fiducia concessa dai giudici e calza un passamontagna. Dalla cintura sfila una 38 special e insieme al compare da l’assalto al supermercato SMA di Cusano, che negli ultimi 6 mesi ha subito 4 rapine. Arrivano a bordo di una Fiat Uno rubata e pensano di fuggire così come sono arrivati. Alla vista dei Carabinieri, che si erano accorti del colpo in atto, sparano all’impazzata, ma fortunatamente hanno la peggio: i militari, entrambi 28enni, si erano attestati in una posizione di relativa sicurezza ed hanno affrontato i malviventi. Altro che Italia, questo è il Far West. Pochi minuti dopo altra rapina, ancora una volta nella sempre meno tranquilla Umbria, a Foligno. Qui un furgone portavalori dell’istituto CRC di Spoleto, si era avvicinato per prendere in consegna l’incasso del supermarket “Maxitigre”, in pieno centro di Foligno, dove i banditi si erano già appostati. Una delle guardie in servizio di scorta si è subito accorta che qualcosa non andava ed è stata prontissima a reagire quando due criminali hanno dato l’assalto, armati di pistole Beretta calibro 9 per 21. È nato un conflitto a fuoco, nel quale i delinquenti hanno avuto la peggio: uno è stramazzato subito a terra, a pochi passi dalla guardia giurata che gli ha sparato, mentre il secondo uomo, ferito ad un fianco, è fuggito, ma è stato catturato dalla Polizia di Stato a poche centinaia di metri. Quando si è scoperto la loro identità è emerso che entrambi erano ex guardie, una volta colleghi di coloro che si erano preparati a fronteggiare, armati e quindi pronti ad uccidere. Un salto del fossato che divide la legge dal crimine finito male. (ASAPS)


© asaps.it

di Lorenzo Borselli

Lunedì, 27 Febbraio 2006
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