Sabato 23 Novembre 2024
area riservata
ASAPS.it su
I contromano 01/03/2006

CONTROMANO KILLER: SETTIMANA DI SANGUE IN ITALIA. MA COME ARGINARE QUESTE FOLLIE? IN SVIZZERA IL FENOMENO È MONITORATO DALL’UPI E SI STUDIANO STRATEGIE DI CONTRASTO

 

(ASAPS) – Si dice che quando cade un aereo, dopo mesi di cronaca priva di episodi del genere, gli avvenimenti del genere si moltiplichino in rapida successione, inducendo tutti a pensare di essere in presenza di un “periodo nero”. Ecco, in questi giorni siamo nel ciclo nero del contromano: nello spazio di pochi giorni il fenomeno si è ripetuto ben quattro volte con esito letale, sulle principali vie di comunicazione del nostro paese. L’ultimo episodio all’alba di ieri (28 febbraio) a Porto Recanati – già teatro di episodi analoghi nel corso degli anni – dove la Hyundai Lantra di un albanese di 25 anni, Aleksander Turku – ha imboccato l’autostrada A14 contromano e dopo aver percorso poche centinaia di metri si è schiantato frontalmente contro un tir. Il giovane, da tempo residente in Italia per motivi di lavoro, è rimasto ucciso sul colpo, e solo dopo alcune ore il suo corpo è stato estratto dalle lamiere. Gravissima anche la donna che si trovava vicino a lui, ora in terapia intensiva. Nell’incidente, spaventoso oltre che per dinamica per la violenza degli impatti, sono rimasti coinvolti anche altri tre autotreni, i cui conducenti sono rimasti feriti e sono stati ospedalizzati nelle strutture vicine. Cosa abbia indotto il povero albanese a finire contromano resta per ora un mistero, mentre è assolutamente chiara l’origine di un episodio analogo avvenuto domenica scorsa (26 febbraio) ad Ancona, dove un marocchino ubriaco fradicio ha imboccato l’autostrada dalla parte sbagliata, schiantandosi poco dopo con una Mercedes. Le auto si sono praticamente disintegrate, senza per fortuna conseguenze serie nei rispettivi occupanti. Non è andata nello stesso modo, purtroppo, ad Alessandria, sulla A26, dove all’alba di domenica due auto si sono scontrate frontalmente in carreggiata sud: una delle due, la Polizia Stradale sta cercando di capire quale, era lanciata nella direzione sbagliata. Il bilancio è da attentato kamikaze, con tre persone – 55, 40 e 31 anni – decedute sul colpo. Infine il caso di Avellino, dove lo scorso 25 febbraio un 79enne ha percorso ben 11 chilometri di autostrada in contromano. Le decine di chiamate al 113 ed una serie di fortunate circostanze, hanno impedito il consumarsi della tragedia e l’anziano è stato bloccato dalla Polizia Stradale di Avellino Ovest, dopo che un utente davvero in gamba era riuscito a farlo accostare a suon di clacson e sfarettate. Sulla Panda dello sconsiderato viaggiava anche la moglie, che non si era accorta di nulla. Dopo essere stati accompagnati presso la sede della Sottosezione gli agenti gli hanno ritirato la patente di guida.

L’Asaps si è occupata più volte del fenomeno, redigendo inchieste pubblicate sulle pagine de Il Centauro e tuttora presenti in questo stesso sito.
In Svizzera, proprio in questi giorni, è stato pubblicato dall’UPI, l’Ufficio per la Prevenzione degli Infortuni, uno studio statistico del problema per la cui risoluzione sono all’opera ricercatori e tecnici.
Nella Confederazione, non si tratta di fattispecie di sinistrosità molto frequente, ma le conseguenze sono ugualmente letali, soprattutto se lo scenario incidentale è quello di tipo autostradale. La media è di 21 incidenti all’anno, con 3 morti e 20 feriti: in Italia, noi dell’Asaps abbiamo già accertato il superamento della Svizzera in questo triste primato, con almeno (e sottolineiamo almeno) 12 episodi di una certa gravità con 4 vittime solo dall’inizio dell’anno.
I ricercatori dell’UPI hanno però da tempo messo sotto osservazione il fenomeno, individuando anche alcune possibili contromisure – alcune delle quali – come si legge nelle precedenti inchieste Asaps, concordano in pieno con la nostra linea.
Gli elvetici partono dalla sociologia di questa fattispecie di sinistrosità, rilevando che “le notizie riguardanti conducenti che circolano in contromano hanno del sensazionale, e per tale motivo riscuotono ampia eco nelle corrispondenze dei media. Uno scalpore comprensibile – dicono i responsabili dell’Ufficio Prevenzione Infortuni – se pensiamo che questi episodi coinvolgono inevitabilmente anche utenti della strada innocenti – e questo sulle strade in fondo più sicure, le autostrade, con corsie di marcia opposta separate”.
La novità dello studio elvetico è che, mentre in Italia si studiano solo gli eventi, oltralpe viene fatta una precisa distinzione tra gli incidenti e le segnalazioni pervenute alle forze di polizia, ottenendo il prezioso dato della conoscenza sull’incidenza in termini di sinistrosità rispetto agli eventi realmente accaduti.
In Italia questo tipo di statistica, almeno in autostrada o nella grande viabilità, sarebbe possibile, in quanto ogni chiamata che riguarda richieste di soccorso o di segnalazione su queste arterie viene immediatamente girata dal 113 o dal 112 alle Centrali Operative della Polizia Stradale, attive h24 nei Compartimenti, Sezioni ed in molti reparti territoriali (Sottosezioni e Distaccamenti).
Gli operatori della Specialità sanno di cosa si tratta, visto che un’annotazione di pari caratteristiche viene già effettuata per il fenomeno del lancio sassi dai cavalcavia.
Ci soffermiamo su un particolare: dai dati svizzeri emerge che gli incidenti consumati in contromano sono pochi, rispetto alle segnalazioni: nel corso del 2005 sono state segnalate 65 presenze in carreggiata sbagliata, alle quali hanno fatto seguito 21 incidenti.
Si tenga conto che ad ogni segnalazione pervenuta fa seguito un’immediata notizia sulle radio normalmente utilizzate dagli utenti per l’aggiornamento della viabilità, come la nostra isofrequenziale Isoradio: emittente la cui strategia è in fase di rivisitazione, che è uno strumento indispensabile per chi viaggia, ma che non ci risulta abbia mai effettuato servizi di questo tipo. La ragione è nella mole del territorio coperto, mentre le emittenti svizzere sono molte di più con strutture locali in diretto contatto con le centrali di polizia competenti per lo stesso territorio di diffusione.
La maggior parte di questi eventi avviene di notte e nelle ore di punta: a nostro parere, nel primo caso perché di notte è più facile sbagliare strada e la percentuale di conducenti ebbri è maggiore. Nelle ore di punta, incidono altri fattori, come la stanchezza o gesti irresponsabili.
In riferimento al contributo della radio, gli annunci si sono rivelati molto efficaci: “una volta annunciato via radio il contromano – dicono gli esperti UPI – difficilmente avviene lo scontro frontale, mentre quando gli impatti hanno luogo, spesso nessuna segnalazione era stata ancora diramata”.
“Nella metà circa dei casi – aggiungono – la guida contromano inizia all’uscita di un’autostrada o su tratte libere. Particolarmente pericolosi si rivelano i conducenti giovani che, dopo aver bevuto, effettuano manovre azzardate (inversione di marcia) e conducenti anziani che di notte scambiano l’uscita dell’autostrada per l’entrata”.

Ma allora, in che modo intervenire?”

“Per prima cosa – suggerisce l’Ufficio Svizzero per la Prevenzione degli Infortuni – gli automobilisti dovrebbero ascoltare assolutamente la radio. Polizia, Viasuisse ed emittenti radiofoniche lavorano e collaborano già oggi in modo ottimale. L’ideale sarebbe che le comunicazioni ricevute fossero sempre diffuse all’istante, a prescindere dal programma trasmesso in quel momento. I dipartimenti di lavori pubblici cantonali e le autorità preposte alla segnaletica dovrebbero segnalare i raccordi autostradali in modo uniforme (frecce direzionali e segnaletica su ambo i lati con il segnale «accesso vietato» in senso opposto) e attivarsi in particolare lungo le tratte autostradali interessate da molti incidenti contromano (come nei dintorni di Losanna, dove si verifica quasi il 20 percento di questi incidenti). Sconsigliati invece gli apparecchi elettronici (numero troppo elevato di falsi allarmi) e le griffe (troppo care nonché pericolose per i veicoli che escono correttamente dall’autostrada)”.
Per una migliore comprensione del fenomeno, riproponiamo qui le nostre inchieste.

 


di Lorenzo Borselli

Mercoledì, 01 Marzo 2006
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK