Quando
una città come Firenze apre le sue porte ad un evento come il Social
Forum Europeo, soprattutto dopo le polemiche seguite ai fatti di Genova
e di Napoli, alla luce del particolare significato geopolitico che esso
rappresenta ed alla crescente forma di allarme sociale che il corteo aveva
suscitato tra una buona parte di fiorentini, può accadere di tutto.
Era una prova del nove per tutti: per l’apparato di sicurezza, per
chi lo gestisce, per il potere politico, nella sorte di diatriba aperta
tra la maggioranza del governo di Roma e quella di Firenze, per la disarmonia
con cui gli stessi cittadini attendevano l’arrivo dei manifestanti,
per il Movimento stesso, alla ricerca di credibilità. Un conto
alla rovescia globale, Polizia Stradale compresa, che ha mosso un apparato
burocratico ed operativo gigantesco, studiato fin nei minimi particolari.
Era un evento talmente "atteso" che fin dagli inizi del mese
di ottobre ogni giorno l’attività si è fatta sempre
più frenetica, con continui sopralluoghi sui vari quartier generali,
con la sperimentazione allo spasmo degli itinerari sensibili, della vigilanza
alle stazioni autostradali, del controllo del territorio in ambito autostradale.
In tutto sono stati fatti convergere in seno al Compartimento "Toscana"
160 uomini e donne, tra funzionari, sottufficiali ed agenti, impegnati
in 81 pattuglie giornaliere, affiancate nei posti di controllo da unità
operative - non conteggiate - dei Reparti Prevenzione Crimine,
nell’ambito di uno sforzo organizzativo immane, al punto che fin
dalla seconda settimana di ottobre l’intera struttura operativa era
stata virtualmente dispiegata. Ne è scaturito un modulo operativo
esemplare, accuratamente standardizzato dal personale impegnato, che sarà
proposto al Ministero come esempio per future pianificazioni di eventi
analoghi.
Logistica e protocolli operativi:
Per tenere compatto il controllo su un dispiegamento di forze in così
vasta scala nell’ambito della rete viaria autostradale, era necessario
consolidare un vero e proprio quartier generale il più vicino possibile
al luogo ove tutti gli operatori aggregati avrebbero alloggiato, un luogo
da localizzare il più vicino possibile alla rete autostradale e
che fosse al contempo idoneo alla custodia delle ottanta vetture di servizio
giunte da ogni parte d’Italia. Per tale scopo la Direzione del Compartimento
ha deciso di decentrare un ufficio composto da personale locale direttamente
all’Hotel dove alloggiava l’intera forza aggregata al quale
facesse riferimento ogni mansione tipica di un ufficio servizi: dalla
presa in forza alla gestione delle risorse, dal computo degli straordinari
fino alla ricezione degli atti amministrativi e di polizia giudiziaria,
da far recapitare poi al comando Sezione competente alla loro trattazione.
Ne è seguito che i funzionari preposti hanno coordinato le operazioni
direttamente sul posto e che ogni minimo dettaglio, da quello relativo
al confort degli operatori (alloggio e ristorazione) a quello di sicurezza
(comunicazioni con il comando e gestione operativa delle pattuglie), ne
è risultato particolarmente curato. Proprio la gestione delle pattuglie
impegnate nella vigilanza delle stazioni autostradali è stata trasferita
presso il Centro Operativo del Compartimento, rinforzato per l’occasione
e presidiato permanentemente da un funzionario, lasciando il COA libero
da mansioni aggiuntive e consentendo in questo modo di avere - sul
facsimile di grosse sale operative cittadine - un canale dedicato
ai controlli ed un altro alla gestione delle pattuglie impegnate sul tratto
autostradale vero e proprio. D’altro canto, come rilevato in occasione
di eventi simili in altre città, uno dei problemi maggiori era
stato proprio il confort del personale aggregato, spesso relegato in strutture
lontane dai centri urbani e privi di ogni tipo di assistenza. In questo
caso la Polizia Stradale ha stipulato un accordo con la società
di trasporti pubblici di Firenze (Ataf), che ha messo a disposizione numerosi
autobus navetta con la città.
Strategie e servizi istituzionali
Un’area come quella fiorentina non poteva essere gestita in maniera
globale, tanto per restare in tema. Così nella preparazione delle
strategie il Compartimento ha optato per una divisione in due complessive
zone, delle quali una ove era previsto il transito e la concentrazione
di veicoli (pullman, camper e vetture) su cui convergere le attenzioni
prioritarie, ed un’altra ove la previsione e la configurazione territoriale
facevano prevedere una migrazione minore, ma da vigilare attentamente.
Ne è conseguito che le sottosezioni del quarto tronco più
lontane hanno lavorato per raccogliere informazioni e filtrare il traffico
diretto verso Firenze, consentendo insieme al dispositivo fisso alle stazioni
di servizio ed ai caselli, ed alle spole delle autoradio di Digos e della
Polizia Giudiziaria della specialità, di far giungere presso l’unità
di crisi della Questura ogni minimo dettaglio informativo in tempo reale,
quindi con congruo anticipi rispetto all’ingresso nell’area
urbana. I collegamenti e l’accompagnamento di fermati è stato
ininterrottamente garantito da pattuglie di Intervento Rapido, veloci
e discrete, che hanno portato a termine le incombenze delle pattuglie
destinate ai presidi fissi. Un vero banco di prova, nel quale la Polizia
Stradale ha dato senz’altro un’ottima immagine di sé,
tanto che nessun inconveniente è sorto in questa sei giorni fiorentina:
d’altro canto il compito era chiaro. Nell’immaginario di molti
la manifestazione era destinata ad una conclusione cruenta e quindi l’unica
soluzione possibile era proprio quella di controllare minuto per minuto
ogni persona sospetta diretta in città, intercettando i personaggi
considerati pericolosi e verificando la presenza di materiale pericoloso.
L’impegno profuso è stato grande e i risultati sono sotto
gli occhi di tutti: balza subito all’occhio il numero di persone
controllate al loro ingresso a Firenze, ben 8044, 890 delle quali sottoposte
a verifiche presso gli schedari di polizia. 64 di queste persone sono
state denunciate a piede libero, mentre 6 sono finite addirittura in manette,
e non certo per reati politici, mentre in 1273 casi è stato necessario,
per i colleghi in strada distribuiti in 733 pattuglie, compilare verbali
di contravvenzioni per ritirare 36 patenti, disporre il fermo amministrativo
di 51 veicoli e sequestrarne 16. |