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Notizie brevi 03/03/2006

OMICIDIO PETRI: NADIA LIOCE RESTA IN CARCERE. LA CASSAZIONE RESPINGE IL RICORSO PRESENTATO DALLA TERRORISTA. LA VEDOVA DI EMANUELE: GIUSTIZIA È FATTA

(ASAPS) ROMA – Ricorso respinto, ergastolo confermato. Nadia Desdemona Lioce, che partecipò alla sparatoria sul treno in cui perse la vita il sovrintendente della Polizia Ferroviaria Emanuele Petri, si è vista confermare ieri (3 marzo) l’ergastolo per la morte del poliziotto. L’accusa era di concorso in omicidio, rapina, resistenza, detenzione di armi, con l’aggravante del terrorismo: la Prima Sezione Penale della Cassazione ha dato il suo verdetto a tre anni esatti dal conflitto a fuoco nel corso del quale morì anche il terrorista Mario Galesi, mentre un collega di Petri rimase gravemente ferito, condannando la brigatista anche a rifondere le parti civili, stabilendo in 3.200 euro la somma per la vedova del poliziotto e in 2.000 euro quella in favore della Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero dell’Interno. Alma Petri, la moglie di Emanuele, ha già fatto sapere che non intende essere in alcun modo risarcita dall’ergastolana, in carcere a Sollicciano (Firenze) anche per gli omicidi di Marco Biagi e Massimo D’Antona. “Credo che, oggi, dopo tre anni, nell’anniversario dell’omicidio di Emanuele Petri, del suo sacrificio, venga scritta una significativa pagina della lotta al terrorismo”: questo il commento dell’avvocato Walter Biscotti, legale del sottufficiale caduto, che ha comunicato alla stampa anche le esternazioni della vedova. Pur considerando la sentenza estremamente importante, “…non ci rende niente perché ormai quello che ci è stato tolto non lo abbiamo più. È solo giustizia”. (ASAPS)


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Venerdì, 03 Marzo 2006
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