(ASAPS) ROMA – Quante volte abbiamo cercato di far capire
che “incidente stradale” non è solo un fatto momentaneo, ma una piaga che
devasta la vita di milioni di persone? Tutti conosciamo qualcuno che non c’è
più, ucciso sulla strada; tutti conosciamo qualcuno che non può più camminare,
che ha perso tutto. C’è chi ha perso figli, chi ha perso fratelli, mogli. Guido
era un uomo che aveva sgobbato tutta la vita come dirigente di una grande
azienda, che aveva cresciuto figli al meglio delle proprie possibilità e che a
65 anni di età, nel 2002, era al volante della propria auto, insieme alla
moglie. Davanti a lui il verde, al semaforo. Poi un terribile schianto e gli
occhi di sua moglie perdono per sempre vitalità. Gravissima, resta in coma
vegetativo per 4 lunghi anni. L’assicurazione di chi era passato col rosso, gli
ha dato 400mila euro di risarcimento. Ma i soldi, a chi vive queste esperienze,
non servono, e per di più non bastano. Tra pochi giorni Guido avrebbe dovuto firmare con l’Inpdap il rogito per
acquistare la casa dove viveva da più di dieci anni: la burocrazia però è cieca
e pretendeva la firma anche di sua moglie, viva-non viva in un limbo di atti
respiratori e di totale immobilità, di occhi che seguono a tratti qualcosa per
poi sprofondare nuovamente nell’oblìo. La caparbietà dell’uomo sembrava aver
avuto ragione di ogni ostacolo e alcuni giorni fa il termine di un procedimento
amministrativo avrebbe dovuto concedergli la facoltà di agire “in nome” di sua
moglie, accudita con amore e dedizione negli ultimi 4 anni. Ma le cose no vanno
così. Un autore di fumetti, Tiziano
Sclavi, immagina spesso che all’inferno i diavoli siano burocrati senza pietà.
L’udienza slitta ad una data successiva al rogito: Guido non può sottoscrivere
l’atto per conto di sua moglie, non potrà comprare la casa. È troppo. Acquista
una pistola calibro nove e scende in garage. Scrive un biglietto di scuse per
la famiglia e si toglie la vita. Una vita che gli aveva tolto tutto. (ASAPS) |
|
|
© asaps.it |