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di Giodano Biserni*
L’attesa di vedere finalmente una diminuzione sostanziosa degli incidenti e delle vittime della strada dopo la riforma del CdS legge 177
del 14 dicembre 2024

Ci sono già i primi “exit pool” degli incidenti stradali nel 2024, ci fornisce qualche primo dato proprio la Commissione Ue: le vittime della strada nell’anno appena trascorso calano del 3%, ma i progressi restano lenti, troppo lenti per raggiungere l’obiettivo di dimezzare le vittime entro il 2030. Nelle settimane scorse la Commissione europea ha pubblicato infatti i dati preliminari del 2024.
Circa 19.800 persone sono rimaste uccise in incidenti stradali nell’UE lo scorso anno, con un leggero calo del 3% rispetto al 2023.
Tuttavia – sottolinea la Commissione – anche se le vittime della strada sono diminuite in modo più significativo nel 2024 rispetto al 2023, il ritmo complessivo del miglioramento rimane troppo lento per raggiungere l’obiettivo dell’UE di dimezzare il numero dei morti nel decennio 2021 – 2030.

La stessa Commissione ci dice anche che i progressi in materia di sicurezza stradale in tutta l’UE rimangono disomogenei. Negli ultimi cinque anni Grecia, Spagna, Francia e Italia hanno registrato solo un modesto calo delle vittime della strada, mentre Irlanda ed Estonia hanno registrato un aumento, sebbene le fluttuazioni annuali nei paesi più piccoli tendano a essere più pronunciate. Al contrario, Bulgaria, Danimarca, Lituania, Polonia e Slovenia stanno facendo forti progressi verso l’obiettivo di riduzione delle vittime della strada del 50%.
La Svezia e la Danimarca rimangono i paesi più sicuri in termini di sicurezza stradale, con bassi tassi di mortalità, rispettivamente di 20 e 24 decessi per milione di abitanti. Nel frattempo, la Romania (77/milioni) e la Bulgaria (74/milioni), che hanno ancora alcuni dei più alti tassi di mortalità, hanno compiuto progressi significativi nella riduzione delle vittime della strada, con un calo di oltre il 20% dal 2019. La media UE è di 44 vittime della strada per milione di abitanti. Ma l’Italia fa segnare ancora 52 vittime ogni milione di abitanti, fermandosi al 19° posto della graduatoria europea dei 27, a pari merito con la Polonia (dato del 2023), Una posizione veramente poco lusinghiera.
Le persone che viaggiano in auto rappresentano la quota maggiore di decessi, seguite da motociclisti (20%), pedoni (18%) e ciclisti (10%). Gli utenti vulnerabili della strada, tra cui pedoni, ciclisti e motociclisti, costituiscono quasi il 70% delle vittime urbane: dato che – sottolinea la Commissione Ue – evidenzia “l’urgente necessità di migliorare le misure di sicurezza per proteggerli”.

In Italia questa necessità è veramente non più rinviabile. In attesa dei dati definitivi degli incidenti nel 2024, che l’Istat ci comunicherà il prossimo luglio, possiamo già fare alcune proiezioni sulla base dei dati degli Osservatori dell’ASAPS sulla mortalità dei pedoni e ciclisti sulle strade del nostro Paese.
Osservatorio Pedoni: in Italia sono avvenuti per incidenti stradali 475 decessi di pedoni dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024, con 313 uomini (furono 283 nel 2023) e 162 donne (furono 157 un anno fa): 253 avevano più di 65 anni (erano stati 231 nel 2023), il 53% del totale. ISTAT nel 2023 ne aveva contati 485 di decessi con un dato consolidato. E’ perciò certo che non riuscendo ASAPS ad intercettare tutti i decessi che avvengono in ospedale nei 30 giorni successivi il sinistro, nel 2024 si supereranno i dati tragici dell’anno precedente. La stima preliminare dell’anno 2023 aveva fatto contare all’Ufficio Studi di ASAPS 440 decessi, con un aumento di 35 unità nel 2024.
Anche per i ciclisti i dati raccolti dall’Osservatorio ASAPS non segnano bel tempo sono 204 i decessi quale stima preliminare 2024, un dato che si avvicina di molto a quello definitivo 2023, calcolato da ISTAT con 212 morti e il rischio è quello di superare i numeri dell’anno precedente, non potendo conoscere i decessi avvenuti in ospedale nei trenta giorni successivi il sinistro. Insomma la ricerca di elementi di ottimismo anche per 2024 richiede sforzi notevoli. Vedremo presto i dati definitivi.

Nel frattempo abbiamo i primi dati forniti del MIT dopo tre mesi della legge di riforma del CdS la n.177 entrata in vigore il 14 dicembre 2024.
Secondo il Ministero dei Trasporti  stando ai dati diffusi da Polizia Stradale e Carabinieri, nei primi tre mesi di entrata in vigore del nuovo Codice della Strada (14 dicembre 2024 – 13 marzo 2025) c’è stato un calo del 5,5% degli incidenti stradali, un -20,4% di vittime e un -8,8% di feriti. Il ministero parla di 61 vittime in meno in tre mesi rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Nello specifico, sono stati rilevati 226 incidenti mortali (lo scorso anno erano 274); 238 deceduti (lo scorso anno erano 299); 5.712 incidenti con lesioni (lo scorso anno erano 6.227); 8.407 persone ferite (lo scorso anno erano 9.222).

Ci permettiamo ancora una volta però di sottolineare che i dati si riferiscono appunto ai soli rilievi della Polizia Stradale e dei Carabinieri che intervengono nel 34% degli incidenti, il restante 66% dei sinistri è rilevato dalle Polizie Locali. L’auspicio che facciamo è che questa positiva tendenza sia confermata anche alla luce dei dati dei rilievi delle Polizie Locali.
Intanto da inizio anno al 30 marzo l’Osservatorio ASAPS registra 106 decessi fra i pedoni e 40 fra i ciclisti. Con una leggera tendenza al miglioramento rispetto allo stesso periodo del 2024.
Tuttavia, proprio di fronte all’incompletezza dei dati della sinistrosità, quali vecchi estimatori di Giovanni Trapattoni, utilizziamo il suo proverbio: “Non dire gatto finché non l’hai nel sacco”. Ma ci speriamo.
Nel frattempo il MIT ha pubblicato il decreto sulle caratteristiche e modalità di installazione del dispositivo alcolock, che da luglio sarà obbligatorio per i condannati per guida in stato di ebbrezza. Si conferma la linea dura sull’alcol.  

Era stato reso noto anche il decreto sulle Omologazioni degli autovelox poi ritirato dal MIT perché serve un “approfondimento”.  Avevamo chiesto con forza che si procedesse velocemente ad approvare anche questo importante provvedimento. Invece ancora una volta il varo del decreto si allontana.  E si allontana la possibilità di fare chiarezza sul regolare uso dei misuratori di velocità.
Aggiungiamo anche la più severa normativa al contrasto dell’uso del cellulare alla guida che ha già portato a centinaia di sospensioni della patente, sale la fiducia che questo percorso porti frutti positivi per un calo veramente sostanzioso degli incidenti e delle vittime sulle strade.

*Presidente ASAPS

>L'editoriale in PDF

 

 

 

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Mercoledì, 02 Aprile 2025
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