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Notizie brevi 07/03/2006

Lunardi insiste sulla patente
"E’ come un porto d’armi"

Secondo il ministro, il secondo anno di applicazione del nuovo codice stradale ha fatto registrare una diminuzione del "20,5% degli incidenti
"Gli autoveicoli sono armi improprie perché possono uccidere con estrema facilità. Per questo la patente di guida va rilasciata con lo stesso scrupolo e la stessa severità con cui si rilascia il porto d’armi". Lo ha detto il ministro dei trasporti Pietro Lunardi a Torino, dove ha ricevuto dal presidente dell’Aci Franco Lucchesi il premio mondiale Fia per la sicurezza stradale, l’ambiente e la mobilità.
Secondo il ministro, il secondo anno di applicazione del nuovo codice stradale ha fatto registrare una diminuzione del "20,5% degli incidenti, il 20,5% dei morti e il 22,1% dei feriti rispetto all’ultimo anno senza patente a punti cioè il biennio 2002-2003".
"Incidenti morti e feriti - ha aggiunto Lunardi - continuano a diminuire più passa il tempo. La patente a punti continua a produrre risultati positivi e il nostro obiettivo, come stabilito da tutti i ministri dei trasporti europei, che ogni anno riuniamo a Verona, è di ridurre del 50% in un decennio il numero di vittime della strada. Ebbene, l’Italia è quasi a metà strada. E proprio l’Europa ci ha tributato i meriti di questi risultati. Non a caso i ministri dei trasporti europei hanno deciso di stabilire proprio a Verona la sede del summit annuale della sicurezza stradale, quale segno concreto degli eccellenti risultati raggiunti a livello europeo proprio dal nostro Paese".
Ma per Lunardi a livello europeo, comunque c’è ancora molto da fare. "Infatti - ha detto - l’ incidentalità in Europa incide annualmente sul Pil dell’ Unione Europea per oltre l’ 1,8%, cioè per oltre 60 miliardi di euro l’ anno. Negli ultimi dieci anni ha quindi inciso per 600 miliardi di euro, un importo che, se risparmiato, ci consentirebbe di realizzare la infrastrutturazione completa dell’Europa. Non dimentichiamo che sulle strade europee muoiono 160 persone al giorno per incidenti stradali, è come se ogni anno scomparisse un comune di 60 mila abitanti".

Repubblica.it

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Martedì, 07 Marzo 2006
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