Arriveremo mai a poter respirare il gas di scarico della nostra auto? AUTOnomy l’idrogeno è più vicino
|
Verso
la metà del ventesimo secolo, nel mondo circoleranno più
di un miliardo di macchine. Forse lo sapevamo da tempo, andando a fare
i conti con la crescita costante della popolazione, del parco macchine
ecc.. E non è questione da poco, e neanche degli ultimi giorni. Ma
il progresso, che con il suo incedere veloce ha portato anche a risultati
spiacevoli come questo, continua nel suo lavoro di tutela e difesa del
patrimonio umano, fatto di ambiente, salute e, se possibile, benessere.
Sembrava impossibile coniugare questi tre capisaldi di una ipotetica vita
perfetta, e forse ancora lo è. Fatto sta che in qualche occasione
la lampadina della speranza si accende. Allora in questa situazione
di disperata contestazione, accorata preoccupazione per un futuro (forse
prossimo) nel quale potremmo trovarci senza risorse e materie prime, per
giunta soffocati dagli scarichi del nostro stesso progredire, ecco che
qualcosa si muove. Sono, forse, piccoli passi. Ma merita attenzione qualsiasi
impegno rivolto ad un problema che andrà ad incidere in modo determinante
nel futuro dei nostri figli. La General Motors, terza corporation del mondo,
ha studiato e presentato in America, un prototipo di auto ad idrogeno
davvero straordinaria per soluzioni all’avanguardia, per linea e
per duttilità. AUTOnomy, è il suo nome, e, alla sua prima
apparizione, ha fatto gridare alla meraviglia tutti gli esperti del settore. Le
soluzioni che presenta sono davvero significative e all’avanguardia
tanto da far dire al Vicedirettore General Motors per la ricerca, Larry
Burns, che con questo prototipo, si cambia pagina, si apre un nuovo capitolo
della tecnologia dell’auto. Ma andiamo a vedere quali sono le soluzioni
adottate dalla casa americana e che dovrebbero, se sarà possibile
una produzione di serie e alla portata (almeno) di qualche portafoglio,
incidere in modo sostanziale sulla nostra qualità della vita. Innanzitutto
partiamo dal motore. La General Motors ha da tempo sui tavoli di studio,
la progettazione di auto pulite. Basti pensare alla acquisizione di aziende
legate alla produzione di generatori di corrente portatili come batterie
(General Hidrogen, Hidrogenics, ecc) tutti funzionanti ad Idrogeno tramite
le celle a combustibile.La soluzione è "pulita" ma ancora
tutta da verificare. In pratica l’idrogeno passa attraverso un "reticolato".
I suoi nuclei si combinano con l’ossigeno dell’aria per formare
acqua, gli elettroni presenti sulla membrana generano energia elettrica.
Questo il risultato finale ma, a dire il vero, da verificare su strada
e da verificare per quanto riguarda i costi elevati che lo fanno relegare
al solo ruolo di "prototipo".Ma la General Motors ha cercato
di ovviare a queste due incognite cercando di adattare l’auto al
tipo di motore. E visto che le celle a combustibile hanno una forma piatta,
Christopher Borrini-Bird, il fisico inventore della AUTOnomy, ha pensato
di costruire una "soletta" piatta di una quindicina di centimetri,
simile ad uno skateboard, che alimenta quattro motori elettrici, montati
(e questa un’altra innovazione) direttamente sui mozzi delle ruote.
Ecco quindi una ulteriore novità che consiste nella assenza di
freni, sostituiti dai motori stessi che si invertono in generatori di
resistenza. A guidare l’auto, senza pedali di frizione, freno e acceleratore,
senza cambio, trasmissione e lubrificazione, un joystick come quello dei
videogiochi.La spesa maggiore sarà costituita dall’hardware
che comanderà le funzioni della vettura e sarà inglobato
nel telaio. La carrozzeria, invece, avrà la possibilità
di essere facilmente intercambiabile, a seguire mode e tendenze, un po’
come le cover dei cellulari. E’ intenzione della General Motors di
produrre la AUTOnomy entro il 2010, per recuperare l’enorme capitale
investito nel progetto. La scommessa è quella di far convergere
tutta la produzione futura di automobili, verso l’utilizzo di questo
nuovo tipo di alimentazione. Non vengono nascosti i problemi sia di attuazione
che di gestione di quella che appare come una vera e propria rivoluzione. Uno
dei maggiori è proprio legato all’utilizzo dell’idrogeno,
gas infiammabile e che deve essere trasportato ad alta pressione. Difficilmente
ci sarà parità di distribuzione fra carburanti classici
e quello alternativo. Altra incognita davvero incisiva nel realizzo (e
nel successivo utilizzo) di questa vettura è il costo eccessivo.
Le celle a combustibile sono effettivamente sicure in fatto di scarico
(producono vapore acqueo) ma il loro costo è davvero molto più
alto di quello di un motore a scoppio. La via di mezzo esiste, e cioè
celle a combustibile alimentate a benzina, etanolo e gas naturale. Inquinano
almeno la metà di un motore a scoppio e il carburante è
più facilmente reperibile.Il problema, come potete notare, è
di vaste proporzioni, come pure il problema dell’inquinamento e dello
sfruttamento delle risorse naturali. Quindi auguriamoci ulteriori passi
avanti della tecnologia, legata anche allo studio di soluzioni alternative
accessibili a tutti. #9;
|