Nota: non vorremmo
essere di parte. La storia ha fatto ieri il giro del paese. Tre Carabinieri
spediti all’ospedale da un marocchino ubriaco, che incitava la moglie – durante
la lotta – a filmare la sua performance. Riportiamo dunque un articolo tratto da Il Corriere di Como.
Ha spedito tre carabinieri in ospedale a furia di pugni e
calci. Ha fatto saltare i nervi al personale del pronto soccorso del Sant’Anna.
E ha perso le staffe davanti ai militari in caserma. La sua avventura è finita
- e, con ogni probabilità, non poteva essere altrimenti - in una cella del
carcere del Bassone, dove è stato portato in manette al termine di una nottata
da film. Protagonista assoluto è stato un 36enne residente a Senna
Comasco, fisico da culturista e origini nordafricane, in Italia da anni con un
regolare permesso di soggiorno e qualche precedente penale. La storia, assai
movimentata, ha inizio nella notte tra sabato e domenica, attorno alle 2.
Un sottufficiale dei carabinieri percorre sulla sua auto la Canturina, in direzione
sud. Torna a casa dopo aver finito il turno in caserma, a Como. A un certo punto, dopo Albate, vede ai margini della
carreggiata un’auto finita contro un albero. Dentro, un uomo, apparentemente in
difficoltà. Il militare si ferma per prestare soccorso, si avvicina alla
macchina finita fuori strada e chiede al conducente se ha bisogno di aiuto. La
reazione è imprevedibile. L’uomo si scaglia contro il sottufficiale, picchia
duro, è una furia. Dopo aver messo ko il carabiniere risale in auto e se ne
va. Il militare, nonostante lo stordimento dovuto ai colpi subiti, riesce ad
avvertire i colleghi del radiomobile e il 118, si mette a sua volta in macchina
e insegue l’energumeno. Un tragitto breve, perché l’uomo si ferma sotto una
palazzina di Senna Comasco. Pochi minuti e sul posto giunge una pattuglia. Due
carabinieri salgono nell’abitazione del marocchino e suonano alla porta. Ancora una volta, la reazione dell’uomo è violenta. Volano
pugni e schiaffoni, con una curiosa ’variazione’. Il 36enne nordafricano,
durante la nuova colluttazione, incita la moglie a «fotografare» quanto accade. Alla fine, i carabinieri hanno la meglio. Bloccano il
marocchino e lo trascinano nell’auto di servizio. Finiscono tutti all’ospedale,
al pronto soccorso del Sant’Anna. Per uno dei militari, colpito ai reni, è
addirittura necessario il ricovero. Per gli altri due, la prognosi è di qualche
giorno. Braccia fasciate, occhi gonfi, ematomi sul viso. Il nordafricano viene mandato in osservazione per i
postumi dello schianto sulla Canturina. Ma i sanitari faticano a tenere a freno
l’uomo. Il quale non ne vuole sapere di restare in ospedale. E al mattino
presto chiede di poter lasciare il Sant’Anna. Fuori dalla corsia, però, lo
aspettano i carabinieri. Che lo portano in caserma. Qui volano altre botte. Calci e schiaffoni. A stento i
militari contengono la furia dell’energumeno.
Ma questa volta, per il 36enne, le conseguenze sono molto più pesanti. Manette
e spedizione solo andata per il Bassone. Con l’accusa di lesioni e resistenza.
Nelle prossime ore sarà il giudice per le indagini preliminari a decidere se
confermare o meno l’arresto. Intanto, però, la moglie del nordafricano si fa ricoverare
in ospedale. Non si sa bene per quale motivo. Appresso si porta la macchina
fotografica con cui ha ritratto la colluttazione avvenuta sul pianerottolo di
casa. Immagini che, a detta della donna, dovrebbero dimostrare l’innocenza del
marito. Nessuno, però, pare aver spiegato alla signora come i carabinieri
fossero accorsi in aiuto del coniuge, trovato ai margini di una Provinciale, in
piena notte, dentro una macchina finita contro un albero.
E che quegli stessi carabinieri hanno ricevuto, per tutta risposta, una scarica
di cazzotti. Un modo di ringraziare, invero, abbastanza insolito.
Dario Campione
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