AFFARI ITALIANI Gli adolescenti italiani bevono di più rispetto a quelli europei Giovedí
09.03.2006 16:16 Bevono di più, sono i più pigri dei loro
coetanei europei e più spesso vittime di bullismo. Tris
di record negativi per gli adolescenti italiani. Il 12% di loro già a 11 anni beve
alcolici almeno una volta alla settimana, a 15 la percentuale sale al 37%: si
tratta dei numeri più alti d’Europa. L’allarme arriva
dall’indagine condotta da Oms e Hbsc (Health behaviour in school-aged children)
dal titolo "I determinanti sociali che influenzano le abitudini alimentari
e l’attività fisica degli adolescenti" e presentata oggi a Firenze. Per la
ricerca italiana sono stati intervistati 4386 ragazzi e ragazze di 11, 13 e 15
anni. Sono i maschi, in ogni età e in ogni area
geografica, a bere alcolici più frequentemente delle coetanee. Quanto
alle sigarette, invece ci sono più giovani maschi fumatori al sud e più femmine
fumatrici nel centro Italia, mentre al nord le due parti si equivalgono. E se
sono pochissimi gli undicenni e i tredicenni che fumano, i quindicenni sono il
16% del totale, una percentuale molto simile a quella degli adulti. Un quinto degli adolescenti quindicenni dichiara di aver avuto rapporti sessuali completi. Al sud i maschi sfiorano il 40%. Sempre a 15 anni il 27% dei maschi e il 18% delle femmine ha già sperimentato almeno una volta sostanze stupefacenti, il 2% in totale ha provato droghe pesanti, il 2,6% la cocaina. L’ARENA CAVAION. Progetto di rete dell’alcologia di Negrar L’elefante
non è una rosa Così si batte l’alcolismo
Cavaion. Secondo dati riportati dall’Istituto superiore di
sanità, in Italia ogni anno sono attribuibili al consumo di alcol il 10 per
cento di tutte le malattie, il 10 per cento dei tumori, il 63 per cento delle cirrosi
epatiche, il 41 per cento degli omicidi, il 45 di tutti gli incidenti, il 9 per
cento delle invalidità e delle malattie croniche. In Europa l’alcol è la prima
causa di mortalità per i giovani compresi tra i 15 e i 29 anni. Per intervenire in maniera efficace nella prevenzione di
un fenomeno tanto devastante, l’indicazione dell’Organizzazione mondiale della
sanità è di attivare interventi di informazione e sensibilizzazione rivolti
alla gente. In questo senso s’inserisce il progetto «Un elefante non è una
rosa…», che interesserà oltre a Verona Belluno, Treviso e Vicenza. Per la
provincia di Verona hanno aderito Acat Baldo Garda, Adige Lessinia, Basso
Veronese e Verona Est «L’obiettivo», spiega Elena Tommasi referente Acat Garda
Baldo, «è la costruzione di una rete comune di promozione e protezione della
salute, per la prevenzione dei problemi alcolcorrelati e del loro pesante
carico di sofferenze, impegnandosi per l’educazione alla sobrietà, alla
responsabilità, alla solidarietà sociale». «L’équipe che sta lavorando a questo progetto, finanziato
dal comitato di gestione regionale del fondo speciale per il volontariato,
intende promuovere la collaborazione delle varie risorse presenti nelle
comunità locali, con interventi di carattere formativo e di sensibilizzazione
territoriale». «Lo strumento di lavoro è la scuola alcologica
territoriale, così come prevista nell’approccio ecologico-sociale ai problemi
alcolcorrelati e complessi, ideato dal Professor Vladimir Hudolin». Il progetto è stato presentato a Cavaion nella sala Corte Torcolo alla presenza di numerosissimi rappresentanti delle amministrazioni locali. Gustavo Fianchetto, consigliere regionale, ha sottolineato quanto sia importante ma difficile cambiare la cultura generale per il benessere della comunità. A nome dell’amministrazione di Malcesine l’assessore alle politiche sociali Livio Concini; il sindaco di Cavaion Sartori e gli altri rappresentanti amministrativi hanno evidenziato la condivisione degli obiettivi. «Purtroppo è molto difficile avvicinare la comunità a questi problemi», conclude Elena Tommasi, «Per questo è stato organizzato un modo nuovo d’informazione con la partecipazione di attori, che consentiranno un contatto tra attore e pubblico, rendendo gli incontri delle conferenze-spettacolo nelle quali interagiranno le due modalità espressive». Per maggiori informazioni contattare i coordinatori del progetto. Per la provincia di Verona Elena Tommasi cell. 338.628.3966; servizio alcologia di Negrar (Egle Ceschi) 045.601.3918; Piero Xausa 335.812.2786. (m.f.) L´eroina fa male,
l´alcol anche Il piano settoriale 2005- 08 estende gli interventi a
tutte le forme di dipendenza. Competenze interdisciplinari per le Antenne Atto secondo per il Piano cantonale degli interventi nel
campo delle tossicodipendenze: a cinque anni esatti di distanza dalla
presentazione del documento di lavoro per il 2001- 2004 è stato reso pubblico
ieri quello per il 2005- 2008. Preparato dal Gruppo di esperti in materia di
tossicomanie, è stato fatto proprio martedì dal Consiglio di Stato. E verrà ora
consegnato al parlamento. Il nuovo Piano cantonale delle tossicodipendenze è
anch´esso, come quello precedente, impostato sui quattro pilastri: prevenzione,
terapia, riduzione del danno e repressione del traffico di stupefacenti. Va
tuttavia oltre la politica delle droghe illegali: propone una politica `
allargata´, che considera tutte le sostanze psicoattive ( alcol, tabacco,
medicamenti), le dipendenze in generale ( come il gioco patologico). È diventata
molto più complessa negli ultimi anni la ` casistica´ delle dipendenze: con
l´apparizione di politossicomanie e problemi psichici accanto ad esse. Le
parole d´ordine, allora, del nuovo Piano degli interventi: lavoro di squadra
tra i servizi attivi sul territorio cantonale, approccio interdisciplinare. La storia La direttrice della Sanità Patrizia Pesenti è andata
indietro nel tempo. Ha ricordato come il primo piano degli interventi abbia
fatto seguito all´entrata in vigore nel 1999 della legge cantonale di
applicazione della legge federale sugli stupefacenti. In prospettiva c´era la
revisione della legge federale, che avrebbe dovuto fornire un fondamento legale
alla politica dei quattro pilastri, « una politica che si era rivelata estremamente efficace negli anni
Novanta nel contenimento del- le cosiddette scene aperte, nella diminuzione dei
decessi in seguito ad abuso » . La
revisione della legge federale venne tuttavia affossata dal Consiglio
nazionale, in seguito, tra le altre cose, « alla non proprio breve parentesi - anche ticinese - della coltivazione e
del commercio, in dimensioni industriali, di canapa. Canapa indoor
dall´elevatissimo tenore di thc » . Il
risultato però: a tutt´oggi - punta il dito il Gruppo di esperti nel Piano
degli interventi - manca un quadro legislativo coerente e moderno che dia un
chiaro fondamento giuridico ai quattro pilastri. Dipendenze più complesse Con la fine degli anni Novanta il panorama
delle tossicodipendenze si è fatto più complesso: si è chiusa l´era caratterizzata
prevalentemente dal consumo di eroina, si è aperto un tempo segnato dal « consumo parallelo di più sostanze e da
comportamenti diversi » . Proprio di
fronte a questo scenario, ha ricordato la direttrice della Sanità, la
Commissione federale per i problemi di droga ha pubblicato l´anno scorso un
documento che estende il modello dei quattro pilastri a tutte le sostanze
psicoattive, indipendentemente dal loro statuto legale. « Ogni sostanza psicoattiva deve essere
considerata pericolosa a seconda delle modalità di consumo. Dell´alcol si fa
spesso un uso nocivo. Il fumo viene addirittura imposto di seconda mano anche a
chi sceglie di non fumare » , ha
chiosato Pesenti. Allarme dal gruppo di lavoro pure per altre dipendenze.
Preoccupazione, in particolare, per l´impatto che l´apertura delle case da
gioco - tre in Ticino - potrebbe avere sul numero dei giocatori
patologici. Gli obiettivi 2005-
2008 E allora il Piano degli interventi.
Con obiettivi per ognuno dei quattro pilastri. La ` prevenzione´, avverrà
sempre attraverso la promozione e la protezione della salute. Ma anche
attraverso l´individuazione precoce dei giovani con un consumo a rischio.
Quanto alla ` terapia´ e alla ` riduzione del danno´, « l´obiettivo - ha indicato Patrizia Pesenti - è quello dell´astinenza » . Si punterà comunque anche sull´appoggio
per coloro che non raggiungono l´astinenza, « perché possano continuare ad andare a scuola e a lavorare » . Di fronte all´evoluzione delle forme di
tossicodipendenza, le Antenne - i servizi ambulatoriali - dovranno estendere il
loro mandato, integrando competenze medicosanitarie. Tra un quarto e un terzo
delle persone tossicodipendenti nel cantone è preso attualmente a carico dalle
Antenne ( 480 singoli e 272 famiglie nel 2004). « La grande priorità del nuovo Piano degli
interventi è proprio la riforma dei servizi ambulatoriali » , ha evidenziato il presidente del Gruppo
di esperti Mirko Steiner . L´intenzione è di potenziare le Antenne con
équipes pluridisciplinari e l´appoggio di uno psichiatra consulente. Già entro
la fine anno. Di fronte alla crescente complessità delle dipendenze, il Piano
degli interventi intende avvicinare i settori che si occupano di
tossicodipendenti. « Assolutamente necessario
per tutta la questione delle tossicomanie un lavoro in rete. Il Ticino da un
recente studio è risultato essere ben equipaggiato quanto a servizi. Bisogna
però migliorare la funzionalità, il lavoro di squadra » . Sulla scia di quanto già fatto negli
ultimi anni con il progetto AMTiTox: l´approccio multisettoriale ticinese alla
tossicodipendenza. Le terapia a base di eroina? Da una ricerca commissionata
all´Istituto svizzero per lo studio delle dipendenze di Zurigo è risultato che
qualora se ne dimostrasse il bisogno, trattamenti sarebbero possibili solo
all´interno proprio di centri con competenze interdisciplinari. La strada verso
tali centri passa anche dai contratti di prestazione, ha rilevato la direttrice
del Dss Pesenti: « L´obiettivo è di finanziare
con i contratti di prestazione solo le cure veramente adeguate. E una cura
adeguata è oggi interdisciplinare » . Quanto al pilastro ` repressione´: « Bisogna proseguire con la vigilanza stretta sul grande traffico e sulla formazione di mercati locali di spaccio. Ma anche puntare su una regolamentazione dei mercati delle sostanze legali: con misure di protezione della gioventù, con interventi ad esempio sugli orari di apertura dei negozi che vendono alcol » . Prevenzione
stupefacenti. L´attività dell´Unità di strada
di Giovanni Desideri L´attività che viene svolta dal
servizio tossicodipendenze
Sempre maggiore diffusione tra i giovani delle
"sostanze d´abuso": tabacco, alcol, droghe. Non che siano tutte sullo
stesso piano o che lo sia l´uso "una volta nella vita" e quello di
chi ne è consumatore abituale. Resta però la pericolosità costantemente
sottovalutata del tabacco, i danni dell´alcol soprattutto alla guida, e infine
il danno causato dalle droghe. Oltre che dal Sert, la prevenzione viene svolta
dall´"Unità di strada" dell´Ambito sociale 21
(http://www.ambitosociale21marche.it/uds.htm), con esperti che incontrano i
giovani all´esterno dei locali più frequentati, come pub o discoteche. Dal
2005, quando è iniziata la sua attività, l´Unità di strada ha raccolto 2.241
questionari tutti rigorosamente anonimi, ma alcuni con le stesse persone ma a
distanza di tempo. Responsabile di questo progetto è la dottoressa Sabrina
Petrelli, che spiega: «usciamo una volta a settimana e cerchiamo di raggiungere
tutti i giovani, specie nella fascia di età dai 14 ai 29 anni, per informarli
sui rischi che corrono assumendo certe sostanze. Ma anche per raccogliere
informazioni sulle loro abitudini, con particolare attenzione a registrare se
le abbiano "provate" almeno una volta. Noi non criminalizziamo
nessuno per un bicchiere di birra. Ma ai giovani diciamo spesso che non si può
morire a 18 anni in un incidente avuto dopo aver bevuto troppo». Quattro tipologie. «Veniamo a contatto con tutte le
"tipologie", dal punto di vista del consumo di sostanze da abuso -
prosegue la Petrelli - Ragazzi che non ne hanno mai usate, altri che le hanno
"sperimentate" una volta, i consumatori occasionali, che ne fanno uso
per esempio il sabato sera, e infine gli assuntori "problematici",
che incontriamo di meno e sono utenti del Sert». Le sostanze più abusate? Alcol, hashish, marijuana,
cocaina. «L´uso di cocaina è in aumento - dice la Petrelli - forse perché su di
essa si è abbassato l´allarme sociale. E perché è una sostanza che viene
percepita come una sorta di "aiuto", con scarsi danni collaterali.
Che ovviamente è un dato falso. È invece in diminuzione l´uso di ecstasy». I "soliti" scarsi mezzi. L´attività dell´Unità
di strada è ostacolata dalle poche risorse a disposizione: tre operatori più la
coordinatrice, ognuno per 12 ore alla settimana. Quali provvedimenti sarebbero invece utili? «Più risorse
per la prevenzione - è la risposta - ma anche più sostegno alle famiglie,
politiche di vicinanza ai giovani, per la scuola e le forme di aggregazione.
Dai nostri dati risulta che i ragazzi che vanno a scuola ed hanno famiglie più
stabili sono senz´altro meno esposti al rischio di diventare consumatori
abituali di sostanze stupefacenti». LA PROVINCIA DI CREMONA Malagnino, obiettivo
salute incontri al centro sociale Malagnino — Il Comune, in collaborazione con la biblioteca, organizza quattro serate di sensibilizzazione sulla promozione della salute presso il centro sociale ricreativo di via Monteverdi. Si parte il 22 marzo alle 21 con un incontro sulle sostanze illegali. Relazionerà Leone Lisè, educatore professionale del Sert Asl di Cremona. Il 29 marzo si parlerà di alcol e fumo, mentre il 5 aprile si tratteranno i problemi della schiena. Il ciclo si chiuderà mercoledì 12 aprile. In esame le medicine alternative. Le serate, ospitate presso il centro, sono a ingresso libero. LA SICILIA Terza «I» media
Anna Frank (t.a.) Conferenza stampa questa mattina al Teatro
Pirandello d’Agrigento per la presentazione della manifestazione «Droga e
Alcol» promossa dall’associazione Il Girasole in collaborazione con Mondo X che
ha visto coinvolte 14 scuole della provincia di Agrigento. Si tratta del
progetto di Informazione e Prevenzione cui hanno aderito oltre alle scuole del capoluogo,
anche Aragona, Comitini, Castrofilippo, Naro, Calastra, Favara, Canicattì,
Racalmuto, Raffadali, Bivona, Ribera, Santa Margherita Belice e la Casa
Circondariale Petrusa. Il progetto è stato diviso in due fasi. Nella prima vase uno staff di Mondo X è ha visitato le scuole per portare le testimonianze ed informazioni attraverso materiale illustrativo. Droga, il futuro possibile DIBATTITO Esperti e familiari a confronto al centro « L’Orizzonte » Droga, il futuro possibile Come evitare ricadute dopo il percorso in comunità Apertura al dialogo e allo scambio. Queste sono risultate le armi vincenti per aiutare un figlio che cade nel tunnel della droga e dell’alcolismo: se ne è discusso ieri durante il dibattito al centro di solidarietà « L’Orizzonte » sul tema della ricaduta. Accoglienza, comunità, reinserimento, come è stato spiegato, sono le tre fasi di un lungo percorso che il tossicodipendente affronta quando decide di chiedere aiuto. « Accade però ha sottolineato Daniela Ferrari, responsabile per il reinserimento dei giovani dopo la comunità che al primo tentativo le cose non vadano nel verso giusto e si debba affrontare una ricaduta. Allora cosa fare? » . I genitori, protagonisti di questo incontro, con le loro esperienze hanno risposto in diversi modi alla domanda « posta per dare attraverso il dialogo e non attraverso delle regole fisse una soluzione » . IL GAZZETTINO (UD) STASERA L’UDINESE IN UEFA Al sindaco Cecotti l’ordinanza
di divieto è stata sollecitata dal Prefetto Arrivano
i bulgari, vietato bere per 8 ore
La polizia di Sofia: «Tifosi
violenti se abusano di alcolici». E dalle 14 alle 22 si corre ai ripari Udine Nella sua informativa la polizia bulgara è stata chiara:
«Non ci sono inamicizie tra le due tifoserie, nè abbiamo informazioni in merito
ad azioni violente. Però molti sostenitori del Levki Sofia hanno la tendenza ad
abusare di sostanze alcoliche...». Quest’ultima puntualizzazione è bastata al
prefetto Camillo Andreana per chiedere al sindaco Sergio Cecotti di adottare
una misura eccezionale in occasione dell’incontro di Coppa Uefa di questa sera:
non potranno essere somministrate bevande alcoliche per motivi di ordine e
sicurezza pubblica. Come era successo in occasione di Italia ’90, quando per
aggirare il divieto si beveva il tajut nelle tazzine del caffè. Ai tifosi in arrivo dalla Bulgaria non si potranno servire
birre, vino o grappini dalle 14 alle 22 di oggi nei bar, ristoranti, trattorie,
esercizi commerciali e ambulanti di viale XXIII Marzo, Trieste, piazzale
Oberdan, via Renati, via Caccia, piazzale Osoppo, via San Daniele, piazzale
Diacono, viale Bassi, piazzale Cavedalis, viale Ledra, piazzale XXVI Luglio,
viale Duodo, piazzale Cella, viale delle Ferriere, viale Europa Unita, piazzale
della Stazione e piazzale D’Annunzio. Il divieto è esteso anche ai locali di
via Martignacco, viale Cadore, viale da Vinci, viale Venezia, via del
Cotonificio, via Tavagnacco e via Colugna. Oggi sono attesi almeno 2500 tifosi. Forse 2700, tanti
sono i biglietti venduti dalla Fogolar viaggi. Ben 1700 sostenitori del Levski
sono già arrivati in pullman: 12 corriere con destinazione Lido di Jesolo,
pernottamento in tre alberghi, gita a Venezia e poi stadio Friuli. Il tutto per
150 euro grazie alla sponsorizzazione di istituti di credito italiani che
intendono aprire filiali in Bulgaria. Alcuni tifosi arriveranno oggi a Ronchi
dei Legionari, in aereo. Altre corriere sono attese in giornata (un viaggio
estenuante con partenza subito dopo la partita). Ci sono poi 800 bulgari, tutti
emigranti, che si sono messi in viaggio da altre parti d’Europa per sostenere
la propria squadra. Secondo la Questura, che ha organizzato il servizio d’ordine, tutto dovrebbe essere sotto controllo. Ma i giornalisti bulgari avvertano: «I nostri tifosi non sono un bel biglietto da visita per la Bulgaria». LENTIAI Sabato la festa
delle donna alla Società operaia maschietti pasticcieri in gara con giuria rosa
Nel corso dei suoi 107 anni (è stata fondata nel 1898) sono innumerevoli le vicissitudini attraversate dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso: per rendersene conto basta sfogliare le pagine del volume dedicato all’associazione dall’attuale primo cittadino, Flavio Tremea. Un principio non è mai però venuto meno e cioè quello della mutualità, fosse economica o culturale. La Società Operaia si è distinta in questi ultimi tempi anche per una coerente ricerca di aggregazione: in tale ottica ha organizzato per sabato alle 20.30 nella sede societaria la "Festa della Donna 2006" alla quale hanno aderito, con il patrocinio del Comune, il Club Alcolisti in Trattamento, Artisti Lentiaiesi, Circolo Auser "Il Narciso", Comitati di Ronchena, Villapiana e Peep, Fidas, Gruppo Ana, Gruppo Genitori, Filarmonica di Lentiai, Club Prealpi 4x4, Pro loco Lentiai, US Calcio, Gruppo Ragazzi 3a media, Associazione Macedoni e Gruppo Musica e Movimento. La serata proporrà, con l’esibizione del "Trio Iside" e le poliedriche performance di Wilmer, il "Dolce Torneo" riservato agli uomini al quale possono partecipare i rappresentanti delle varie associazione di volontariato e i cui dolci saranno valutati da una giuria composta da sole donne e riservati al rinfresco che seguirà. Vino Corsi all’Ulss L’assunzione di alcol è, nel
Veneto, tra le prime cause di malattie, di problemi sociali, e anche di morte. Con il sindaco e i commercianti
In prefettura
l’annosa questione degli ambulanti Si torna a parlare della questione ambulanti allo stadio.
Questa volta è stato il neo-prefetto Italia Fortunati a convocare in prefettura
il sindaco Paolo Zanotto, l’assessore al commercio Francesca Tamellini, il
segretario di Confesercenti Verona Fabrizio Tonini e i vertici Confcommercio. La chiamata è arrivata in concomitanza di una richiesta
inviata dal sindaco Zanotto e dalle sollecitazioni della Confesercenti, in cui
si chiedevano delucidazioni su eventuali ordinanze restrittive per gli
operatori, in prospettiva delle ultime partite del campionato di calcio di
serie B. La missiva è stata spedita per conoscenza anche ad Italia Fortunati
che a questo punto ha voluto vederci chiaro nella questione ed ha convocato le
parti in causa. Ha aperto la seduta Paolo Zanotto, illustrando al prefetto
la situazione e sostenendo la necessità di garantire la sicurezza a tutta la
zona dello stadio cercando di trovare un accordo tra le parti. A questo punto è
intervenuto Tonini: «Abbiamo sempre chiesto che ci fosse una omogeneità nei
provvedimenti, perché succedeva che vietassero agli ambulanti di somministrare
alcolici e imponessero di chiudere anzitempo durante le partite a rischio.
Questo però non succedeva con alcuni supermercati della zona che restavano
aperti a disposizione dei più facinorosi». Alle parole di Tonini la dottoressa Fortunati si è
dimostrata sensibile e ha sottolineato il fatto che la situazione va affrontata
con una reale concertazione tra le parti, trovando nuove soluzioni e valutando
con attenzioni tutti i pro e i contro di questa situazione. Si è parlato anche della prossima attuazione della legge
Pisanu, che prevedrà la creazione di una zona di sicurezza intorno allo stadio
dove potranno entrare solo i possessori di biglietto. Questo spazio, che
potrebbe essere delimitato anche da reti, dovrà essere ad almeno sei metri
dall’attuale recinzione. Ma la questura intende ampliare l’area oltre il minimo
stabilito. «Questa è un’altra delicata situazione che va affrontata
al più presto», ha proseguito Tonini. «Gli operatori sono disposti a spostarsi
di qualche metro ma anche in questo caso dobbiamo trovare un punto d’accordo
tra le parti senza arrivare alle restrizioni». Anche su questo punto Italia Fortunati si è detta
disponibile a trovare una soluzione che accontenti tutti e per questo
coinvolgerà tecnici e questura per cercare delle alternative valide. «Abbiamo apprezzato il fatto che finalmente le istituzioni preposte abbiano ascoltato le nostre richieste», ha concluso Tonini, «cioè di prendere le decisioni attorno ad un tavolo. Fino ad ora le ordinanze comunali, richieste dalla questura, piombavano dall’alto senza preavviso. Ora spero sia stata recepita l’importanza di trovare delle soluzioni alternative senza andare a colpire sempre chi non ha nessuna colpa sulla situazione della sicurezza negli stadi». Camerino incassa 123 mila euro. Il
maresciallo Moro (Corridonia): «La prevenzione si fa anche con la
repressione» «L’autovelox? Tutta
sicurezza» Il tenente Isidori: «Solo il 4 per
cento degli automobilisti corre in superstrada»
di ROSALBA EMILIOZZI MACERATA Affare autovelox? Per i Comuni, piccoli e grandi,
l’autovelox e le salate contravvenzioni rappresentano, o hanno rappresentato,
una buona entrata. E, in tempi di tagli, s’è dovuto ricredere anche il sindaco
di Camerino, Enzo Fanelli: «In passato avevo criticato l’uso eccessivo
dell’autovelox, ma ora combatto con le ristrettezze di bilancio: ho una
macchina amministrativa che deve andare avanti e i fondi non si sa dove
trovarli». (*) Fanelli ricorda che nel 2004, quando ancora lui non c’era,
«l’amministrazione aveva preventivato in bilancio un grosso introito: 288 mila
euro». La previsione si rivelò sballata (quell’anno entrarono solo 90 mila euro
di contravvenzioni con l’autovelox) ma l’entità della cifra la dice lunga: i
Comuni su quel ricavo ci contano. Nel 2005 nelle casse dell’amministrazione della città dei
Da Varano, sono entrati 123 mila euro, pari a 989 multe elevate con un
autovelox tra i più moderni, dotato di telecamera con mini ripresa pronta
all’istante. Massima velocità riscontrata in superstrada: 175 chilometri orari,
era una Bmw. «Solo il 4 per cento dei automobilisti vengono multati. Dobbiamo
tutelare anche questi? domanda il tenente Andrea Isidori, comandante della
Polizia municipale di Camerino Se ci mettiamo nascosti? No, stiamo al lato
della strada con il kit di alta visibilità. La presenza dell’autovelox ha
favorito una progressiva riduzione della velocità e un minor numero di
incidenti. E, infine, va ricordato che al numero di multe non sono legati
incentivi, né abbiamo l’obbligo di raggiungere la cifra preventivata in
bilancio». Corridonia è un altro Comune che ha l’autovelox, ma non lo
sua in superstrada. «Veramente ora non lo usciamo più, non abbiamo personale»
spiega il maresciallo dei vigili urbani, Stefano Moro, responsabile del
servizio contravvenzioni. Le ultime multe fatte risalgono al 2004: 50 circa.
Negli anni ”buoni“ erano 250, 300 multe l’anno, per un incasso complessivo di
40 mila euro. Contravvenzioni elevate in centro abitato, nella zona industriale
e nelle strade intorno Corridonia (una volta è stato fotografato un veicolo che
sfrecciava a 140 in via Pausola dove c’è il limite di 50). «L’autovelox è
l’unico modo per costringere gli automobilisti a moderare la velocità spiega il
maresciallo se l’utente sapesse che c’è un ”radar“ ogni metro di strada, non ci
sarebbero 7.000 morti l’anno e 300 mila feriti. Sono 25 anni che porto la
divisa e ne sono onorato, ne ho visti tanti di incidenti, ragazzi morti, altri
rimasti invalidi. Le cause maggiori sono l’alta velocità, la distrazione,
l’alcol. E, secondo me, la prevenzione si fa anche con la repressione, con le
multe. Noi gabellieri del potere? C’è chi ci criminalizza, quando dovrebbe
esserlo chi va a velocità elevate e mette in pericolo la vita degli altri». A Porto Recanati l’autovelox è ”spento“ - dicono i vigili
urbani - dal 2001 per carenza di personale. A Civitanova, invece, eleva 60
multe l’anno (non in superstrada) per un incasso irrisorio. Insomma siamo ben
lontani dalle 2.600 multe accertate dall’unico vigile urbano di Belforte (300
mila euro di entrate nel 2004, l’autovelox è piazzato anche nel tratto della
superstrada che ha il limite di 70) e dalle 1.600 contravvenzioni di Caldarola
(160 mila euro di posta in bilancio, anche qui frutto del lavoro di un solo
vigile). (*) Nota: comminare contravvenzioni con un occhio all’autovelox e l’altro al bilancio comunale non ci convince molto. Tuttavia per sensibilizzare gli amministratori pubblici sulla sicurezza stradale in tempi di tagli l’unico tasto da suonare pare sia il pareggio del bilancio. Dato che per l’alcol la sensibilizzazione è ancora più lontana, avrebbe ancora più senso se l’importo delle contravvenzioni per guida in stato di ebbrezza fosse incamerato dai comuni invece che dallo Stato. Benvenuti nella Belle Époque
andriese, è l’era del divertentismo
Sabato sera: uscire
dalla routine Idee, trasformazioni e... tanto
altro ancora
Ci facciamo sempre più numerosi, ma la febbre del sabato sera non scende. Ci capita di stare in compagnia di amici e notare nei locali emergenti della città fiumane di gente che si riversano da un pub all’altro. Cerchiamo di migliorare le nostre serate riempiendo il calendario con eventi, serate ed happy hours, che rendono vivace il sabato sera. Ma il sabato è anche trasformazione: chi non dedica questa serata al look più perfetto, intrigante ed eccentrico? E’ il giorno di esibizione, ognuno abbandona le proprie passioni, tira fuori il personaggio nascosto, libera i propri istinti e supera ogni tabù. Un carnevale di Venezia sulla scena andriese, che sembra non avere mai fine, se non con le prime luci dell’alba.Vogliamo divertirci. Parliamo di un’epoca nuova: il divertentismo per chi ama dedicare il sabato al look, agli amici, soprattutto senza droga, alcool nei limiti e tanta euforia...senza dimenticare, però, chi privo di patente o mezzo di trasporto, rimane a guardare i propri sogni svanire... Stella Abruzzese, Vincenza Fionda Monica Martino Senza la prova del
consenso è stupro: cambia la legge in Gb IN BREVE Senza la prova del
consenso è stupro: cambia la legge in Gb
LONDRA Maschi attenti, prima di fare sesso assicuratevi che la vostra partner sia consenziente e soprattutto in grado di scegliere. Il governo britannico, di fronte al crescente numero di stupri e alla bassa percentuale di presunti stupratori condannati, riformula la definizione legale di consenso mettendo in chiaro che una donna ubriaca non ha la capacità di dire sí. Un cambiamento della legge finalizzato a chiudere una scappatoia legale, che finora ha consentito a molti imputati di stupro di evitare la condanna difendendosi con il classico « era ubriaca e non si ricorda quello che è successo » . Con questo cambiamento di fatto ricadrà sull’imputato l’onere della prova del consenso della donna. BOLOGNA: GUIDAVA UBRIACO E DROGATO DAVANTI A SCUOLA,
DENUNCIATO Bologna, 8 mar. - (Adnkronos) - Ubriaco e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, a bordo di una Fiat Punto, ha seminato il panico nei pressi della scuola media e del campo sportivo di Monterenzio, sull’Appennino bolognese. A bordo dell’auto che procedeva a zig zag c’era C.B., 28 anni, pregiudicato del luogo, che guidava senza patente, ubriaco e sotto l’effetto di droghe. Accanto a lui c’era F.T., di 32 anni, anch’egli pregiudicato, trovato in possesso di circa 5 grammi di eroina gia’ confezionata e secondo i carabinieri pronta per essere spacciata ai giovani del campo sportivo di Monterenzio o all’uscita della scuola media. La vettura e’ stata bloccata dai militari impegnati in un normale controllo del territorio nei pressi delle scuole. F.T. e’ stato denunciato per detenzione ai fini di spaccio, mentre C.B. per guida in stato di ebbrezza e sotto l’influenza di sostanze stupefacenti e guida pericolosa. Nell’ambito degli stessi controlli, i militari hanno denunciato, a Ozzano Emilia, due immigrati egiziani irregolari e sprovvisti di documenti, e un italiano trovato ubriaco alla guida della propria auto UBRIACO TERRORIZZA LA SORELLA
POI AGGREDISCE I CARABINIERI Tre carabinieri contusi e un uomo in stato di ebbrezza arrestato per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Antonio Scognamiglio, 27 anni, con precedenti per furto e reati contro il patrimonio ieri pomeriggio ha minacciato sua sorella con un coltello. La donna si è recata alla tenenza dei carabinieri in via Venuti per denunciare l’accaduto. I carabinieri, raggiunta l’abitazione in via Trentola a Ercolano, lo hanno disarmato ma sono rimasti contusi durante la colluttazione. Oggi Scognamiglio sarà processato per direttissima. SPILIMBERGO Volante
alcolico, carambola
Le cause dell’incidente, accaduto ieri alle 17 al ponte di Dignano e nel quale sono rimaste coinvolte tre auto, sono all’esame della Stradale di Spilimbergo, ma il responsabile dovrebbe essere un extracomunitario, 23 anni, del posto, trovato ebbro al volante. Il giovane, dopo lo scontro, si è disteso a terra, tanto che i poliziotti sono stati costretti a farlo ricoverare in ospedale dal "118". Spinadesco,
al bar anziano ubriaco via con i carabinieri
SPINADESCO — Attimi di paura e tensione ieri pomeriggio in pieno centro a Spinadesco. Poco dopo le 17, un avventore del bar Fouzia di via Roma, a due passi dalle scuole elementari, forse in preda ai fumi dell’alcol o per motivi che dovrà spiegare in modo chiaro e dettagliato ai carabinieri, ha dato in escandescenza sfogando la sua rabbia sulle suppellettili dell’esercizio pubblico. D’un tratto hanno cominciato a volare i bicchieri da tavoli e bancone dell’esercizio pubblico, mossi dalla furia del pensionato che nessuno è stato capace di controllare. Immediata è partita la segnalazione all’Arma, che nel volgere di pochi minuti ha raggiunto il paese con tre equipaggi. Nel frattempo l’uomo ha lasciato il bar e, alla vista degli uomini in divisa, avrebbe tentato di nascondersi, ma è stato subito individuato e portato in caserma per essere interrogato. Resta il mistero sulle ragioni che lo hanno spinto a compiere l’insano gesto che ha portato scompiglio in tutto il paese. Il bar è rimasto chiuso. CORRIERE ADRIATICO Il protagonista della vicendaè un ragazzo di 24
anniarrestato dalla polizia dopoaver danneggiato il localeMinacce a titolare e
dipendente Una notte di terrore alla “Tazza d’Oro”. Giovane dà in
escandescenze e spunta l’arma Tiene
in ostaggio due baristi con un rasoio
MACERATA - Armato di un pericoloso rasoio a compasso, simile a quelli usati dai barbieri, un ventiquattrenne di Macerata ha minacciato martedì notte il titolare di un bar e una sua collaboratrice che lo avevano inviato a uscire dal locale, essendo l’ora di chiusura. Il giovane ha dato in escandescenze, rompendo piatti e bicchieri e scagliando una zuccheriera contro il registratore di cassa, mentre altri clienti del locale cercavano inutilmente di riportarlo alla calma. Nel giro di poco è sopraggiunta una volante della polizia, e il ragazzo è stato fermato e portato in questura. Deve rispondere di danneggiamento e minaccia aggravata, violenza privata e porto di strumenti atti ad offendere. Protagonista di questa serata di “ordinaria follia” è un ragazzo già noto alle forze dell’ordine, il 24enne Angelo Zucca. Questi, in compagnia del fratello più giovane, verso le 22 dell’altra sera si trovava insieme ad altri avventori nel Bar San Giorgio (l’ex Tazza d’Oro) che si trova in via Tommaso Lauri. Sembrava una serata all’insegna dell’allegria e della voglia di stare in compagnia, magari bevendo qualche bicchiere più del solito. E, probabilmente, l’abuso alcolico è stata la stura che ha visto degenerare la situazione. Dapprima Angelo Zucca ha preso a minacciare a parole il titolare Merlini che lo invitava ad uscire dal locale. Dalle parole, però, ben presto si è passati ai fatti. Lo Zucca ha inizialmente preso di mira bicchieri e piatti, poi ha colpito con una zuccheriera danneggiando il registratore di cassa. In questo frangente sia il fratello che gli altri avventori del bar hanno tentato di riportare alla calma lo Zucca, senza però riuscire nell’impresa. Anzi, lo stesso tirava fuori dalla tasca un rasoio cosiddetto “a compasso”, per intenderci quelli tipici usati dai barbieri, e, di la dal bancone minacciava il titolare del bas e la commessa in quel momento in servizio. Attimi di autentica paura e terrore per i due che cercavano di far ragionare il giovane, senza però riuscirci. Al punto che, all’interno del bar, iniziava un autentico inseguimento che, per fortuna dei baristi, non aveva esito, visto anche le condizioni poco lucide, annebbiate dall’alcool dello Zucca. Il Merlini riusciva col suo cellulare, in un attimo di tranquillità, ad avvertire la questura che faceva subito accorrere sul posto una volante in soccorso del titolare del Bar “La Tazza d’Oro” e della sua dipendente. L’intervento degli agenti si rivelava fulmineo quanto efficace: Angelo Zucca veniva subito bloccato dai poliziotti e gli veniva sequestrato il rasoio con cui aveva, a lungo, minacciato e tenuto in scacco i due protagonisti della vicenda dietro al bancone. Lo Zucca veniva ammanettato e arrestato e successivamente è stato condotto presso il carcere di Camerino a disposizione dell’autorità giudiziaria in attesa della convalida dell’arresto che si terrà questa mattina. Anche il Merlini e la sua dipendente raggiungevano la questura per gli adempimenti necessari alla denuncia al termine di una notte lunga, piena di tensione, paura e terrore ma finita con danni limitati al locale. Mazze da baseball
pronte per il rapinatore del bar RIMINI - “Se cerchi rogna, l’hai trovata, tra l’altro qui
ne abbiamo diverse di mazze da baseball”. Si sospetta che il disgraziato preso a
mazzate il giorno prima in un bar del centro sia lo stesso che ieri si è
presentato con fare sospetto all’interno del bar Quinta strada in via Roma,
ieri pomeriggio attorno alle 17.Con il volto semicoperto da un cappuccio si è
aggirato attorno al bar, ma è stato notato dai titolari che lo hanno affrontato
quando, probabilmente non del tutto in sè a causa dell’alcol o dalla droga, si
è presentato al bancone. “Avevamo letto sul Corriere di quello che si era
presentato da un collega e abbiamo pensato che potesse essere la stessa
persona”. Un’ipotesi avanzata, sulla base della descrizione, anche dai
poliziotti intervenuti subito dopo la strana incursione. Al bar di via
Castelfidardo lo sbandato si era presentato con un manico di scopa e aveva
chiesto i soldi della cassa. Per tutta risposta il barista aveva afferrato una
mazza da baseball e lo aveva messo in fuga spezzandogli l’”arma”.“Qui da noi
non ha fatto in tempo a fare richieste: non aveva bastoni e non è stato un
tentativo di rapina, ma se le sue intenzioni erano davvero cattive lo abbiamo
spaventato. Tra l’altro le mazze non ci mancano davvero”. Il bar Quinta strada
è sede dell’associazione sportiva Migunners di baseball and softball. a.r. |