IL MESSAGGERO Il cattivo esempio... di ALBERTO OLIVERIO | dell’Oms, l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa della salute e delle politiche sanitarie nei diversi paesi. I dati statistici presentati a Firenze non sono certo incoraggianti: i ragazzi di 11-13 anni bevono ad esempio troppi alcolici; a 11 anni il 12% e a 15 anni ben il 37% dei ragazzi bevono (in genere birra) almeno una volta la settimana, una percentuale tra le più alte in Europa. Ma i nostri adolescenti fumano anche troppo (circa il 16% dei quindicenni fuma in modo non sporadico) e mangiano smodatamente: a 11 anni oltre il 25% dei ragazzi e il 13% delle ragazze sono sovrappeso e una significativa percentuale può essere definita obesa. Tra i comportamenti a rischio figura anche il consumo di droghe (a 15 anni il 27% dei maschi ha sperimentato qualche sostanza d’abuso), il bullismo più diffuso di quanto non si ritenga e infine una scarsa attività fisica, quest’ultima decisamente al di sotto rispetto alla media dei dati europei. Questi sono i dati raccolti su un campione di oltre 4.000 adolescenti: magari potranno peccare un po’ per eccesso, visto che si tratta di risposte a un questionario in cui, soprattutto i maschi, possono cercare di mostrarsi più “adulti” per quanto riguarda i consumi di alcol e droga, ma i numeri sono indubbiamente obiettivi quando si tratta del peso, della forma fisica, delle abitudini alimentari. E, inoltre, la metodologia è la stessa utilizzata in ben 35 nazioni diverse. Ma sino a che punto degli stili di vita precoci possono riflettersi sullo stato di salute in età adulta? Per quanto riguarda l’alimentazione e la forma fisica le statistiche sono inoppugnabili: un bambino sovrappeso a 2-3 anni, in quanto sovralimentato dalla mamma e impigrito da troppe ore di televisione, avrà un’elevatissima probabilità di essere sovrappeso da adulto e di andare incontro a malattie cardiocircolatorie e metaboliche: dal diabete di tipo alimentare all’ipertensione, sino a una maggiore suscettibilità all’infarto miocardico. Un peso eccessivo sottopone inoltre le articolazioni e la colonna vertebrale a uno stress eccessivo, le cui conseguenze si manifesteranno a partire dai 30-40 anni. Ma anche l’abitudine precoce all’alcol comporta degli strascichi negativi per la funzione del fegato: e chi ricorre all’alcol precocemente è indotto a bere in modo smisurato quando, in età adulta, si troverà di fronte a situazioni stressanti. L’inchiesta dell’Ufficio Europeo dell’Oms, cui hanno contribuito altre organizzazioni tra cui la Regione Toscana, indica che, paradossalmente, gli stili di vita di bambini e adolescenti sono peggiori rispetto a quelli dei loro nonni e dei loro stessi genitori. In parte ciò è dovuto alla vita nelle grandi città, a un maggior benessere a quindi alle eccessive “cure” delle madri, troppo propense a somministrare cibi o a tollerare l’assunzione del cosiddetto “junk food”: ma anche alle pressioni della pubblicità e, in parte, anche a una concezione che favorisce una medicina curativa piuttosto che preventiva. La prevenzione è invece lo strumento ideale per stare in salute: uno strumento che non riguarda soltanto il benessere dei futuri adulti, ma anche le spese di un sistema sanitario che difficilmente potrà reggere di fronte a una popolazione più longeva ma anche più affetta da malattie invalidanti. | LA SICILIA Favara, presentato il progetto «Prevenzione su droga e alcol» | Favara. (t.a.) - Presentato ieri al Teatro Pirandello di Agrigento il programma della manifestazione conclusiva del progetto «Informazione e prevenzione droga-alcool», promosso dall’associazione Il Girasole di Favara e realizzato in collaborazione con Mondo X. Il 19ì8 marzo, a1 Palacongressi del capoluogo, si terranno una serie d’iniziative che sono state illustrate dagli organizzatori, alla presenza del sindaco di Agrigento, Aldo Piazza, e diversi amministratori dei 14 Comuni che sono stati interessati dal progetto: Aragona, Comitini, Naro, Castrofilippo, Camastra, Favara, Canicattì, Racalmuto, Raffadali, Bivona, Ribera, Santa Margherita Belice, nonché la Casa Circondariale Petrusa. Sono state Lina Bruccoleri (coordinatrice), Pietro Bongiorno (responsabile Mondo X) e Antonietta Vita (presidente della commissione Pari opportunità) ad esporre il lavoro svolto nella prima fase del progetto e le iniziative del 18. Il programma prevede alle 9: azione dimostrative di cani cinofili a cura degli addestratori della Guardia di finanza; alle 9,30 azione dimostrativa sulle modalità di intervento sulla scena criminale a cura del Ris dei carabinieri; alle 10 Inno alla Vita del gruppo boy scouts. Alle 10.15 è previsto il saluto dell’autorità. Interverranno: Aldo Piazza (sindaco diAgrigento), Nicolò Lombardo (provveditore agli studi), Giovanni Mazzone (direttore della Casa circondariale Petrusa), Giuseppe Conti (comandante provinciale della Guardia di finanza), Francesco Passero (comandante provinciale dei carabinieri), Nicola Zito (questore), Dario Cartabellotta (dell’assessorato regionale Agricoltura e Foreste), Giuseppe Infurna (deputato regionale), Fabio Franata (assessore regionale al Turismo), Gianni Rivera (presidente Mondo X), Salvatore Cuffuro (presidente della Regione). Seguirà il convegno: «Informazione e prevenzione droga e alcool». Relazioneranno: Vera Ambra (scrittrice), Giuseppe Licata (sociologo), Padre Eligio (Mondo X), lettura d’esperienze di vita di alcuni detenuti. In serata ci sarà la premiazione e uno spettacolo finale. | IL MESSAGGERO Allarme bullismo: il 35% degli undicenni denuncia di essere vittima dei teppistelli di MARIA LOMBARDI | ROMA - Una birra così per gioco, e poi un’altra e un’altra ancora. Si comincia sempre più presto, già in prima media, ad undici anni appena, il 12% dei ragazzi italiani beve almeno una volta a settimana. E col passare degli anni, l’alcol diventa un’abitudine per sempre più adolescenti. A 15 anni il 37% beve regolarmente. Tanti, conclude una ricerca dell’Oms presentata ieri a Firenze, troppi: i ragazzi italiani sono i primi in Europa in quanto a bicchieri di vino, birra e liquori mandati giù, più affezionati all’alcol rispetto agli altri coetanei inglesi, francesi, tedeschi. Un vizio maschile, sono i ragazzi a bere più delle ragazze, e questo a prescindere dall’età. E non è l’unico: si beve, si fuma, si sniffa. Pochissimi gli undicenni e i tredicenni con la sigaretta in mano, ma già a quindici anni il 16% fuma, una percentuale vicina a quella degli adulti, dicono i ricercatori dell’Oms che hanno intervistato 4.386 adolescenti di 11, 13 e 15 anni. Un’età particolarmente critica, quest’ultima: il 27% dei ragazzi e il 18% delle ragazze ha già provato almeno una volta sostanze stupefacenti, il 2% droghe pesanti e il 2,6% la cocaina. Esplodono i conflitti con i genitori, soprattutto col padre, la scuola piace sempre meno, appena la metà ha un rapporto discreto con i libri di testo e solo il 9% ammette di amarli. E sempre più spesso a scuola si diventa bersaglio dei bulli: il 35% degli undicenni denuncia di essere stato vittima dei baby-teppisti, percentuale che scende con passare degli anni, tra i 15% è meno del 20%. E diventa sempre più problematico il rapporto col corpo, soprattutto tra le ragazze insoddisfatte delle loro forme (il 37%), non si sentono abbastanta alte o abbastanza magre. Meno complessati i ragazzi, solo il 19% non si accetta. Il guaio è che gli adolescenti tendono a ingrassare e che a 11 anni il 25,6% dei maschi e il 13,5% delle femmime è sovrappeso. Colpa anche della pigrizia, gli adolescenti italiani sono i più poltroni di Europa e praticano meno sport rispetto agli altri coetanei. | IL MESSAGGERO Trabalzini: «Bevono per moda, chi non lo fa è fuori» | ROMA - «Se non si beve, si è fuori dal gruppo», ed è per questo, dice Rosalba Trabalzini, psicoterapeuta e responsabile scientifico di ”Guidagenitori.it”, che sempre più ragazzi passano le serate in compagnia degli amici e delle birre. «Se non hai questo atteggiamento sei fuori moda, ed allora si beve per non restare isolati. E il sabato sera sono tanti i ragazzi che vengono portati al pronto soccorso con intossicazioni alcoliche perché a quell’età il fegato non può sopportare massicce dosi di alcol». A volte le birre si aggiungono gli spinelli, o peggio la coca, mix micidiali. Che possono fare i genitori? «Stare molto attenti e sorvegliare, dialogare il più possibile con i ragazzi. Vietare l’alcol non ha senso, a quell’età proibire equivale a stimolare la curiosità: si può però spiegare che l’alcol fa male alla salute e può essere molto dannoso per il fegato di un ragazzo che a quell’età non è ancora pronto ad assorbire queste sostanze. Bere una birra ogni tanto si può, ma senza esagerare». M.Lo. | AUTOAFFARE I CONTROLLI DEI VIGILI. Prevenzione del traffico e saldi in città Al volante con il gomito alzato Su 15 incidenti rilevati nel fine settimana, quattro causati da ubriachi | Al volante ubriachi. Su 15 incidenti rilevati dalla polizia stradale nel fine settimanai, quattro sono stati provocati da conducenti in stato di ebbrezza. Sono state inoltre ritirate 3 patenti e 7 carte di circolazione. Anche questo fine settimana sono state messe in strada pattuglie specifiche della polizia municipale per controlli preventivi e repressivi sul territorio comunale, anche e soprattutto per prevenire incidenti stradali e fenomeni illegali. 281 i veicoli controllati, 300 le persone, 291 le violazioni alle diverse norme del codice della strada complessivamente accertate. Sei i conducenti sorpresi alla guida del veicolo senza documenti, due quelli che non indossavano le cinture di sicurezza, tre sono stati i fermati perché con il semaforo rosso. Sette carte di circolazione sono state ritirate per mancata revisione e tre le patenti trattenute dagli agenti per guida in stato di ebbrezza. In questo ultimo fine settimana, "la coda del periodo natalizio", si è verificato un afflusso particolarmente intenso di cittadini verso il centro: venerdì sera per il falò della vecia in piazza Bra, sabato e domenica per l’avvio dei saldi. Problemi di traffico si sono creati nei pomeriggi di venerdì e sabato, tanto che è stato necessario l’intervento di alcune pattuglie per effettuare deviazioni per decongestionare la circolazione in corso Porta Nuova e nelle vie limitrofe. 11 le autovetture rimosse per eliminare intralci e liberare passi carrabili ostruiti. L’assalto al centro e il proseguimento dei controlli mirati durante le ore serali hanno portato all’elevazione di quasi 200 contravvenzioni per divieto di sosta, la maggior parte accertati nelle zone di corso Castelvecchio, piazza Erbe e Veronetta dove le auto, in doppia fila e sui marciapiedi all’esterno di bar e pub, creavano intralcio e pericolo per la circolazione, in particolare quella dei pedoni. Interventi anche in piazzale XXV Aprile per alcuni veicoli bloccati da auto in sosta, e a ponte Navi e piazza Pradaval per intralcio ai bus. La presenza di agenti in borghese e in divisa nelle vie del centro ha consentito di tenere sotto controllo il fenomeno del commercio abusivo di merce con marchi contraffatti, in giorni nei quali i venditori erano molto numerosi, dislocati anche in via Cappello e in corso Porta Borsari. Controlli dinamici sono stati effettuati anche in piazzale Scuro, per prevenire la presenza di parcheggiatori e venditori abusivi. Nell’ultima settimana, da lunedì a venerdì, gli agenti in servizio sul territorio hanno controllato i veicoli in circolazione, per verificare il rispetto delle limitazioni e soprattutto per informare i cittadini sulle nuove disposizioni. 340 i controlli effettuati a campione nelle varie parti della città, principalmente su autovetture, e 15 le violazioni accertate.
| BRESCIAOGGI Per quanto riguarda le patologie del fegato la valle occupa un poco invidiabile primato a livello regionale Epatite, inizia la battaglia L’Asl programma uno screening e una campagna informativa di Ermete Giorgi | Come «Bresciaoggi» aveva annunciato, pochi giorni fa in Valcamonica è stata avviata una campagna dell’Asl camuno-sebina per la prevenzione e la cura del tumore al colon. Proprio in occasione della presentazione del nuovo progetto sanitario, i vertici dell’Azienda avevano fatto cenno a un’altra e serissima emergenza locale: i camuni occupano purtroppo posizioni di primo piano per quanto riguarda l’incidenza, mortale, di cirrosi epatica e tumori al fegato. Il problema è stato analizzato da Luigi Pasquale, medico responsabile del servizio prevenzione. «Le malattie croniche del fegato sono una importante realtà nella nostra Asl - esordisce il tecnico -, nell’ambito della quale si registra la più alta mortalità della Lombardia». Oggi sono note le cause più importanti: le infezioni da virus dell’epatite «B» (in sigla Hbv) e dell’epatite «C» (in sigla Hcv) e un consumo elevato di alcool. Particolarmente devastante è poi l’associazione tra affezione epatica e alcoolismo. Mentre il ruolo dell’epatite B va diminuendo grazie all’introduzione, da più di dieci anni, della vaccinazione, è in continua crescita il numero di soggetti con malattia causata dall’epatite C. Questo virus è stato definito un killer silenzioso: l’infezione si contrae in modo occulto (spesso in passato per pratiche sanitarie, anche odontoiatriche, eseguite con aghi o strumenti non sterili), rimane silente a lungo per poi manifestarsi improvvisamente con quadri di una grave malattia. Attualmente la medicina non dispone di un vaccino per questo tipo di epatite, ma esistono terapie efficaci, purchè siano avviate in quando ancora l’infezione è latente, mediante un semplice esame del sangue. Un discorso a parte per l’intero solco montano dell’Oglio lo merita poi il consumo elevato di bevande alcooliche. Un’antica, significativa canzone, ancora cantata, ricorda che bevevano padri e madri e conclude sostenendo «…e noi che figli siamo, beviam, beviam, beviamo!». Non si tratta purtroppo solo dell’ultima strofa d’un ritornello famoso: è la sbrigativa conclusione che, a parziale discolpa, ingenuamente cerca plausibili giustificazioni al bere, chiamando a deporre in favore persino il comportamento di parecchie generazioni di avi. fase precoce. Da tutto questo la necessità di scoprire i cosiddetti «portatori asintomatici», Fra una piega e l’altra del carme rustico serpeggia il malcelato orgoglio di celebrare, coi riti di Bacco, una sorta di pagana liturgia che, in un certo senso e in qualche modo, esalta la virilità, sempre così tenuta d’occhio dalla gente di montagna. Allora, cosa si può fare? Innanzitutto informare. Secondo il nostro interlocutore, il dottor Pasquale, si è già in zona pericolo quando si superano i 60 grammi di alcool al giorno (pari a circa 4 bicchieri di vino). Poi sarebbe necessaria una maggiore collaborazione tra medici di medicina generale (di base, o di famiglia) per un buon iter diagnostico e terapeutico: «…alla luce delle raccomandazioni internazionali, il livello di conoscenza e di applicazione delle linee guida da parte dei medici è modesto - assicura l’esperto -, come testimoniato dall’ampio ricorso a test di laboratorio inutili e costosi e ai ricoveri ospedalieri». E’ indispensabile anche una stretta collaborazione con specialisti ospedalieri universitari. Infine, la raccolta accurata dei dati sulla frequenza di malattie epatiche croniche e sulle loro cause consentirà di avere un quadro completo dell’epidemiologia a livello di popolazione, e sarà il primo passo per l’istituzione di un osservatorio permanente su queste patologie in Valcamonica. «Per tutti questi motivi - cocnlude il responsabile della prevenzione dell’Asl - si ritiene che oggi sia prioritario realizzare un programma coordinato di screening mirato delle malattie epatiche, e di gestione dei pazienti con infezione da virus e con abuso di alcool, per la prevenzione delle complicanze più gravi». Il programma in questione sarà realizzato con la collaborazione di operatori sanitari dei più diversi settori: i medici di medicina generale, gli specialisti del servizio di Epatologia dell’ospedale di Esine, la clinica di Malattie infettive e la cattedra di Igiene dell’Università statale di Brescia. Gli obiettivi? Promuovere la diagnosi precoce e ottimizzare l’assistenza sanitaria. I risultati attesi? L’identificazione dei pazienti a rischio, il miglioramento dell’assistenza, l’istituzione di un’attività formativa per i medici e l’ottimizzazione delle risorse impiegate. | IL GAZZETTINO (PD) In una lettera al nostro giornale i residenti denunciano una situazione insostenibile: spacciatori, ubriachi, clandestini e risse da Far West «Non ne possiamo più, vogliamo le telecamere» Crescono il degrado e la paura in piazza De Gasperi e nelle vie limitrofe. Gli abitanti chiedono anche la riduzione dell’Ici | L’Associazione cittadini di Piazza De Gasperi e dintorni denuncia lo stato di gravissimo degrado, in qualche caso di assoluta invivibilità, della nostra zona ed in particolare di via B. Cairoli e Nino Bixio, con tutto il territorio adiacente alla Stazione ferroviaria; via Tommaseo, specialmente in prossimità delle Cucine Popolari; piazza De Gasperi, sotto i portici e specialmente dove sono situati i negozi di extracomunitari. Qui succede di tutto, ma denunciamo in particolare alcuni punti precisi che rendono ormai intollerabile la situazione della zona. Gruppi organizzati di spacciatori di droga continuano ad agire praticamente indisturbati durante tutto l’arco della giornata, ma soprattutto il pomeriggio e la sera del venerdì e del sabato. Gli spacciatori sono sempre gli stessi, si organizzano in gruppi di circa 4-6 persone per cui, mentre alcuni prendono contatto con i potenziali clienti e spacciano, altri perlustrano la zona e avvisano dell’eventuale arrivo delle forze dell’ordine. Non portano la droga addosso perché la tengono nascosta nella zona ed al momento dello spaccio prelevano la dose da vendere dai nascondigli (grondaie, buchi, sacchetti di plastica appiccicati sui muri con della gomma americana, finte immondizie sparse a terra...). I numerosi extracomunitari che frequentano la zona vedono e tollerano ogni traffico illecito in un clima di omertà che protegge i delinquenti e gli spacciatori, i quali possono così agire indisturbati e in totale tranquillità. Naturalmente stazionano anche davanti agli ingressi di case private e condomini, stando spesso seduti anche sugli scalini, impedendo spesso il libero movimento delle persone. Se qualcuno poi li osserva, affacciandosi alla finestra di casa, viene spesso insultato, anche minacciato e costretto a ritirarsi. Alcuni esercizi commerciali della zona, classificati come supermercati gestiti da e per extracomunitari, in effetti svolgono, in particolare alla sera, servizio di somministrazione di bevande alcoliche (in particolare bottiglie di birra) che spesso vengono aperte e consumate anche all’interno del locale. Dato che questi esercizi non offrono un servizio di toilette ai numerosi avventori, e non essendovene in loco di pubbliche (fatto da noi segnalato sempre inutilmente alle Autorità), gli stessiurinano continuamentee abbondantemente per la strada, sui muri, sui cancelli, sulle finestre dei piani seminterrati, sulle auto parcheggiate, senza alcun pudore e senza nemmeno provare a nascondere i propri attributi ad abitanti e passanti; non rispettano sistematicamente l’orario di chiusura serale in quanto, mentre fingono di essere in chiusura abbassando parzialmente la serranda, continuano ad ospitare clienti. Un cenno particolare merita il bar ambulante che staziona alla sera ai piedi del cavalcavia Borgomagno, che, purtroppo, funziona da aggregante per coloro che qui bivaccano fino a notte fonda; lasituazione igienica e di puliziaè disastrosa, perché le vie sono considerate vespasiani a cielo aperto dalle centinaia di extracomunitari che frequentano la zona e che quotidianamente inondano con la loro urina ogni cosa e non di rado vomitano o defecano coperti dalla scarsissima illuminazione in particolare nelle vie Bixio e Cairoli. L’odore che ne deriva, soprattutto d’estate, è insopportabile. Se cade un oggetto a terra non si può raccogliere e bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi come in una stalla. | L’ARENA Ma anche la centralissima via Mazzini è spesso teatro di crimini, ieri un furto alla Mont Blanc Zone a rischio borseggi e rapine Da Pradaval a via dei Mutilati, posti malfrequentati da clandestini NOSTRA INCHIESTA: I «BRONX» DI VERONA | Anche in pieno giorno davanti al parcheggio di Porta Nuova c’è il timore di fare brutti incontri. I giovani raccontano di furti di telefonini e portafogli. Ma ci sono state anche aggressioni C’è chi reagisce e chi preferisce un atteggiamento prudente Ma tutti ripetono: «Qui non è bello doversi fermare ad aspettare il bus» Ci sono molti posti in città in cui si rischia d’essere borseggiati o rapinati. Come in qualsiasi altra città del mondo, intendiamoci. Solo che chi è suo malgrado protagonista di simili episodi avverte un forte senso di insicurezza. Il piazzale della Stazione, e le zone circostanti, come ogni luogo di transito rischia di essere malfrequentato. Chi decide di delinquere, sceglie posti in cui ci sono molte persone perché così ha molti «obiettivi» e anche tante possibili prede. Anche piazza Pradaval è nota alle cronache per la sua cattiva frequentazione. In zona si trovano soprattutto tossicodipendenti alla ricerca del pusher, con sommo malcontento dei residenti di Pradaval e dei nonnini ospiti dello Steeb che invece amerebbero, soprattutto con la bella stagione, oziare al sole sulle panchine del piccolo giardino. Anche una parte di via Roma è solitamente frequentata da immigrati, come via dei Mutilati, in zona supermercato, spesso teatro di risse e punto di ritrovo di sbandati che si ubriacano acquistando vino a basso costo. Lo sanno bene professionisti e residenti della via che collega via dei Mutilati con Volto San Luca, ridotta a vespasiano a cielo aperto. La tanto criticata Veronetta, al di là dell’impatto visivo invece non è spesso cornice di borseggiamenti e rapine. Resta il disturbo alla quiete, soprattutto d’estate dei tanti stranieri che parlano a voce alta o tengono radio accese a tarda notte. E resta critica la situazione alla galleria del cinema Ciak. Ma non è necessario allontanarsi dal centro per subire rapine e furti. Lo sanno bene i commessi del negozio Mont Blanc di via Mazzini. Ieri mattina un uomo di colore ha aperto la porta del negozio, infilato la mano in una vetrinetta e si è dileguato con un orologio con brillanti. (a.v.) | IL GAZZETTINO (UD) IL DIVIETO DI BERE Gli osti udinesi : «Decisione annacquata» | Mamma li bulgari! E allora Udine si è vietata il "tajut", quotidiano rituale enologico, per un intero pomeriggio. Così ieri, in maniera di limitare il rischio che gli ospiti dell’Est europeo potessero caricarsi eccessivamente con tocai e merlot "made in Friuli", in vista della partita di Coppa Uefa dei loro beniamini del Levski Sofia contro l’Udinese. Stop agli alcolici dalle 14 alle 22, ma soltanto nei locali pubblici del centro storico cittadino. Provvedimento adottato dal Comune, che però ha seminato qualche perplessità. Ad esempio Ennio Re, titolare del "Grappolo d’oro" di via Savorgnana, osserva: «Che senso aveva proibire solo a noi di vendere vino, mentre oltre la circonvallazione erano autorizzati a farlo? E poi, chi voleva bere aveva a disposizione l’intera mattinata, non scordando le disponibilità di vino e affini esistenti nei supermercati». Contrapposta la posizione di Nevio Marazzato, storico oste udinese da quasi mezzo secolo dietro al banco di "Brando" in piazzale Cella. «Credo che la decisione comunale - la sua dichiarazione - fosse legata alla eventualità che gli avventori stranieri dessero vita a situazioni "agitate" all’intero dei locali. Condivido, pertanto, le ragioni di ordine pubblico alla base del provvedimento». Si è perciò preoccupato di garantire solo acqua minerale e caffè durante il periodo di proibizione. Con filosofia, invece, l’ha presa Ilaria Ermacora, abile a rilanciare in tempi recenti il "Piccolo bar" situato sotto ai portici del municipio, abituale base per tanti frequentatori del centro: «Noi vendiamo solo vino - è la sua deduzione spiccatamente femminile -. Non potendolo fare, nel pomeriggio abbiamo chiuso». Appuntamento per tutti a oggi, per brindare in libertà. P.C. | IL GAZZETTINO (UD) Bulgari super controllati. Uno colpisce un netturbino | Un’invasione "bulgara" sin dal primo mattino. I tifosi del Levki, avvolti in sciarpe azzurre e bandiere tricolori, hanno riempito piazze e strade del centro città inneggiando alla propria squadra. Per prevenire eventuali tensioni, il questore Giuseppe Padulano ha predisposto un servizio d’ordine molto capillare, che ha impegnato decine e decine di uomini. Fino a metà pomeriggio i pullman hanno continuato a scaricare in piazza Primo Maggio gruppi di 50/70 persone che attraverso via Manin raggiungevano il centro per una passeggiata di qualche ora prima di andare allo stadio. La polizia li ha scortati e ha controllato che i locali pubblici rispettassero l’ordinanza del sindaco Cecotti che vietava la somministrazione degli alcolici dalle 14 alle 22 in alcune zone (è stata emessa perchè la polizia di Sofia aveva evidenziato la tendenza della propria tifoseria a ubriacarsi e quindi a diventare pericolosa). Nonostante il divieto, qualcuno ha esagerato con birre e vino nella mattinata. È così che verso le 14 si è registrato l’unico episodio movimentato: in piazza San Giacomo un tifoso bulgaro di 38 anni, in evidente stato di ebbrezza, ha aggredito un operatore ecologico sferrandogli un calcio. Sono intervenute le forze dell’ordine che hanno riportato la calma e accompagnato il sostenitore del Levki in Questura. | IL MESSAGGERO (ABRUZZO) A Torino di Sangro Caso Presenza la perizia | LANCIANO - Nicolino Presenza, 34 anni, di Torino di Sangro, sarebbe morto per delle concause legate al suo stato fisico-sanitario, quale un aneurisma cerebrale unito ad uno stato di ebrezza. Sarebbe questo il responso della perizia medico legale depositata l’altro ieri al Tribunale dei minori. La perizia escluderebbe quale causa della morte del giovane lo strozzamento e le numerose botte e lesioni riportate a seguito della rissa avvenuta il 14 novembre 2004, all’esterno della discoteca 3101, a Torino di Sangro. Per omicidio volontario sono indagati due minori, F.P., di Lanciano, e L.V. di Treglio, che hanno fatto sette mesi di carcerazione, fino al 18 maggio 2005. La procura di Vasto indaga invece per l’unico maggiorenne arrestato, Daniele Pasquini, 25 anni, pure di Treglio, e un quarto indagato, a piede libero, di Torino di Sangro. La perizia inoltrata al tribunale minorile sembra essere al momento favorevole agli indagati. Si annuncia aspra la battaglia legale e degli esperti per rovesciare tale tesi. Un caso che rischia di diventare identico all’omicidio, pure con rissa, di Sergio Zaccardi, 22 anni, di Castiglione Messer Marino, avvenuto a Villa S. Maria, nel ’97.( W.B.) | CORRIERE ADRIATICO M inacce al bar Zucca patteggia | MACERATA - Arresto convalidato e processo per direttissima per Angelo Zucca, il 24enne maceratese che martedì sera aveva minacciato con un rasoio da barbiere il titolare ed una barista del locale “La Tazza d’Oro”. L’imputato ha scelto il patteggiamento ed è stato condannato al pagamento di una pena pecuniaria: multa di 800 euro. La vicenda aveva molto colpiti l’opinione pubblica cittadina. Infatti Angelo Zucca, forse in preda ai fumi dell’alcol aveva avuto prima una discussione verbale con Andrea Merlini, titolare del bar, per poi passare alle vie di fatto estraendo dalla tasca l’arma impropria. Provvidenziale si era rivelato l’intervento tempestivo di una Volante della polizia che aveva immobilizzato lo Zucca, provvedendo ad arrestarlo. | CORRIERE ADRIATICO Indagine-lampodel commissariatoIl presunto autore del rogo avrebbe agito per vendetta Un quarantenne di Castelferretti indagato per l’incendio appiccato nella notte al villaggio turistico Brucia il “Benvivere”, preso il piromane | SENIGALLIA - Una tanica di gasolio e un accendino per dare fuoco al villaggio turistico “Benvivere” di Senigallia e mettere a segno la sua vendetta. Un uomo di 43 anni, S.S., di Castelferretti è stato denunciato l’altra notte per incendio doloso dal Commissariato di Senigallia: sarebbe lui il piromane che ha cercato di mandare in fumo il residence estivo sul Lungomare Leonardo Da Vinci di proprietà di Anna Ciaffi, un’operatrice turistica di Ancona residente ad Agugliano. Il presunto autore del raid è stato interrogato dagli investigatori nella giornata di ieri in veste di indagato, per il momento senza provvedimenti a suo carico. Tutto è avvenuto dopo l’una e mezza della notte tra mercoledì e ieri, quando una chiamata al commissaritato di Senigallia segnalava l’incendio all’interno del villaggio “Benvivere”. Immediato l’arrivo degli agenti e dei vigili del fuoco di Senigallia, che hanno impiegato tre ore per domare le fiamme e spegnere un doppio incendio subito risultato, agli occhi esperti dei pompieri e della polizia, doloso. Il fuoco aveva cominciato a divorare varie attrezzature che si trovavano all’ interno del residence, in attesa di aprire i battenti per la stagione estiva. Sono praticamente andati distrutti un pedalò, un’altalena e uno scafo di vetroresina che i proprietari del residence aveva sistemato sotto una tettoia: il fuoco ha anche attaccato l’ingresso della struttura ricettiva e anche una porta cabina. Ma non è finita qui. I vigili del fuoco, nello stesso frangente, sono dovuti intervenire sulla spiaggia, proprio di fronte il villaggio, dove era stato appiccato un piccolo incendito davanti alla porta di un capanno dello stabilimento balneare annesso al villaggio. Ingenti i danni subiti dalla struttura turistica, anche se al momento non è possibile stabilire con esattezza la cifra esatta: fortunatamente il villaggio “Benvivere” risulta essere coperto da assicurazione. Le indagini sono scattate nell’immediato ed hanno avuto una rapida svolta: nelle vicinanze dell’incendio, infatti, gli agenti del Commissariato senigalliese hanno individuato proprio S.S., in evidente stato di ubriachezza, che è stato subito sospettato di essere l’autore del doppio raid. Controlli incrociati hanno consentito agli inquirenti di mettere in relazione l’uomo con la famiglia proprietaria del villaggio: sembra infatti che tra loro non corra buon sangue e che il quarantatreenne, con questo gesto, abbia voluto in qualche modo vendicarsi per una questione strettamente personale che nulla avrebbe a che fare con l’attività turistica portata avanti a Senigallia. Per la struttura ricettiva si tratta del secondo incendio nel giro di un anno: il 20 aprile del 2005 infatti, l’intero capanno che ospita i box dei bagni 127 meglio conosciuti come i bagni del villaggio Benvivere, è andato distrutto dalle fiamme. In quell’occasione non era stato escluso l’origine dolosa dell’ incendio anche se in un primo momento era stata accreditata l’ipotesi di un corto circuito del quadro elettrico. Le indagini adesso andranno anche ritroso nel tempo per vedere se esiste un legame tra l’incendio dell’altra notte e quello di un anno fa, anche quello avvenuto a tarda sera e che ha mandato letteralmente in fumo il capanno dello stabilimento balneare poco distante dall’hotel Diana. | IL GAZZETTINO (UD) FURTO Udinese denunciato dalla Municipale S’addormenta in auto la vettura era rubata | Ore 9.45. In piazzale Chiavris, verso via Colugna, alcuni passanti segnalano la presenza di un automobilista accasciato sul volante. Si teme il peggio e si allertano i soccorsi. In realtà D.B., 35 anni, residente a Udine, non ha avuto un malore. Ha abusato di sostanze alcoliche e si è addormentato in macchina. Intervengono gli agenti della polizia municipale, controllano l’automobile, una Fiat Panda, e scoprono che è stata rubata durante la notte in viale Venezia. La proprietaria ha fatto denuncia di furto verso le 9 di ieri mattina, negli uffici della Questura, proprio mentre i passanti segnalavano la macchina in Chiavris. «Ho chiesto un passaggio, non ricordo nulla», si è giustificato il trentacinquenne. Ma questo non gli ha evitato una denuncia per furto aggravato. La municipale ha sequestrato anche un paio di chiavi. Si sospetta che si tratti di un passepartout, in quanto erano limate. Sarebbero state utilizzate per aprire la Fiat Panda e per metterla in moto. Sulla portiera, infatti, non sono stati trovati segni di effrazione, nè manomissioni al blocco di accensione. | LA NAZIONE (Prato) PRATO, 10 MARZO 2006 Ubriaco alla guida, denunciatoCon la sua Porche è finito nel fossato e agle agenti che lo hanno soccorso ha raccontato di esser uscito di strada a causa della pioggia. Guidava invece in stato di ebbrezza | Era finito nel fossato con la sua Porche Carrera, e, quando gli agenti della volante si sono accostati per soccorrerlo ha raccontato di essere andato fuori strada a causa della pioggia battente. E’ accaduto in via Nenni, alle 5.20 del mattino. Protagonista un 37enne fiorentino, P. C., residente a Prato. Dopo averlo sottoposto a un controllo del tasso alcolico però i militari si sono accorti che l’uomo stava guidando in stato di ebbrezza. Per lui è scattata dunque una denuncia in stato di libertà, mentre la macchina è stata affidata alla sua convivente, che nel frattempo era giunta sul luogo dell’incidente. | L’ADIGE La serata della festa della donna è finita con un viaggetto in ospedale per una giovane brasiliana che doveva smaltire la sbornia e per il suo compagno, ferito alla coscia | La serata della festa della donna è finita con un viaggetto in ospedale per una giovane brasiliana che doveva smaltire la sbornia e per il suo compagno, ferito alla coscia. Verso l’una di notte i due si sono resi protagonisti di un violento litigio nell’appartamento che condividono in via Chini, con urla tali da svegliare i vicini di casa. La chiamata di intervento al 112 è giunta proprio da alcune persone che abitano accanto alla coppia e che si sono impaurite sentendo dei rumori improvvisi nel silenzio della notte. Quando i carabinieri sono intervenuti nell’appartamento si sono trovati davanti ad un uomo che sanguinava ad una coscia ed alla fidanzata furibonda, in preda ai fumi dell’alcol. Non sono chiari i motivi che hanno scatenato la furia dei due: da una parte c’era lui, un quarantenne trentino che stava aspettando la sua compagna appisolato sul divano, e che probabilmente non si aspettava di vederla rientrare in quelle condizioni; dall’altra lei, che dopo aver festeggiato l’otto marzo, è arrivata a casa completamente brilla e facile alla collera. La donna, ad un certo punto, avrebbe impugnato un coltello. Il fidanzato si è avvicinato per toglierle la lama dalle mani ed in quel frangente si sarebbe ferito alla coscia, procurandosi un taglio per fortuna poco profondo. L’uomo, che ha riportato anche un’escoriazione al labbro, è stato accompagnato in ospedale per le cure ed è stato subito dimesso con una prognosi di sette giorni. Anche la donna, su consiglio dei carabinieri del Radiomobile, si è convinta a sottoporsi ad una visita in ospedale. Non aveva alcun tipo di ferita sul corpo, né ematoma determinato da eventuali botte ricevute. era per altri motivi che stentava a tenersi in piedi. Dagli esami è emerso che aveva in corpo un tasso alcolico non indifferente, che va ben oltre all’ebbrezza determinata da qualche bicchierino in più: 3,50 grammi per litro, al limite del coma etilico. La signorina brasiliana, insomma, avrebbe esagerato di un bel po’ con le bevande alcoliche. Dato che il compagno si rifiutava di accoglierla in casa, e che non avrebbe mai potuto trascorrere il resto della notte al freddo in quelle condizioni, i carabinieri l’hanno aiutata a trovare una sistemazione momentanea. M. Vi. | L’ADIGE Danneggia il mezzo della polizia, denunciato Calci contro la volante | Serata «calda» per le donne che hanno partecipato allo strip maschile, ma pure per un 25enne trentino che alle 4 del mattino si trovava nei pressi del locale in cui qualche ora prima si stavano scatenando centinaia di clienti, all’Havana Club. Il giovane alla vista di una volante, che stava passando per un controllo, ha cominciato ad inveire contro gli agenti. Poi, completamente ubriaco, si è buttato per terra rifiutando di fornire le proprie generalità ai poliziotti. Portato sulla volante per l’identificazione, nel tragitto verso la questura ha dato in escandescenza danneggiando con calci l’interno del mezzo. Nei suoi confronti è scattata la denuncia per resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato e rifiuto di fornire le proprie generalità. | L’ADIGE Sono stati «pizzicati» mentre guidavano ubriachi, e molti mesi dopo lo stop e il conseguente ritiro della patente di guida si ritrovano in carcere | Sono stati «pizzicati» mentre guidavano ubriachi, e molti mesi dopo lo stop e il conseguente ritiro della patente di guida si ritrovano in carcere. Due trentini sono infatti accumunati da questo «caso». Il primo episodio riguarda G.C., 54 anni, di Mezzano, che dovrà restare agli arresti per venti giorni. L’uomo infatti era stato fermato nel corso di un controllo a Peschiera del Garda, nel novembre 2003. Dopo aver mostrato all’alcoltest valori superiori a quanto consentito, la sua patente naturalmente è stata sequestrata. Nei mesi successivi però non si è sottoposto al programma di recupero previsto dal giudice: di qui l’arresto operato nei giorni scorsi dai carabinieri di Imer. Ora G.C. è nel carcere di via Pilati. Stessa sorte è toccata a M.V., 45 anni, di Sover, al quale la patente era stata sequestrata nel marzo di due anni fa nel corso di un controllo a Lona Lases. Anche in questo caso l’uomo no
Sabato, 11 Marzo 2006
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