(ANSA) - ROMA, 11 mar - Gli automobilisti italiani sono
piuttosto spericolati e poco attenti al volante. Al punto che in Europa
l’Italia e’ tra i paesi in cui gli incidenti sono più frequenti, con una media
di 8 sinistri ogni 100 auto circolanti. Ma tra tutti gli italiani, ce ne sono
alcuni che sono più imprudenti di altri. In Campania, infatti, la frequenza dei
sinistri sale quasi al 12%, una percentuale che negli anni non e’ affatto
migliorata, nonostante il calo complessivo della media nazionale. I calcoli
sulla incidentalità stradale sono stati pubblicati dall’Ania, l’associazione
che riunisce le compagnie assicurative, che, oltre a confrontare le varie
regioni italiane tra di loro, ha anche paragonato i dati del 2005 con quelli
del 2001. Ad emergere nei cinque anni e’ una tendenza alla diminuzione della
frequenza: dal 9,96% della media italiana del 2001 si e’ infatti passati nel
2005 all’8,63%, con un calo, spiega l’associazione delle compagnie
assicuratrici di oltre il 13%. A fronte del dato positivo del paese, ci sono
però regioni in netta controtendenza, nelle quali cioè gli incidenti diventano
quasi la regola. In tutti e cinque gli anni in esame, sottolinea l’Ania, la Campania è la regione con il valore di frequenza più
elevato: dal 12,09% del 2001 si è passati all’ 11,95% del 2005, con una
variazione quasi nulla nel quinquennio. Certo la ripetitività degli incidenti non è dovuta solo alla
disattenzione degli automobilisti e può dipendere anche dalla qualità delle
infrastrutture, del manto stradale, ad esempio, o delle indicazioni. Oltre alla
Campania, ci sono così altre regioni dove nel 2005 si registrano valori di
frequenza più elevati o comunque stabili rispetto all’anno prima. In particolare
la frequenza sinistri e’ aumentata del 2,8% in Calabria (da 8,18% del 2004 a 8,41% del 2005);
dell’1,8% in Sicilia (da 8,91% a 9,07%); dell’1,3% in Sardegna (da 8,64% a
8,76%). Virtuose sono state invece Veneto (-4,8%), Calabria (-4,8%), Valle
d’Aosta (-4,7%), Trentino (-4,5%) e Piemonte (-4,5%). Anche guardando alle aree
territoriali, nel Nord si riscontra una diminuzione media annua nel periodo
pari al 4,1%, superiore a quella media nazionale (-3,5%); unica eccezione e’ la Liguria, dove la frequenza
e’ diminuita del 2,9%. Nelle regioni del Sud si riscontra una diminuzione media
annua pari al 2,4%. Al Centro invece si registra una variazione media annua
pari al -3,0%. Ecco una tabella con le variazioni medie annue della frequenza
dei sinistri nelle varie regioni italiane. La variazione media annua, spiega
l’Ania, è calcolata con la media geometrica delle variazioni percentuali in
ogni singolo anno. Veneto -4,8% Calabria -4,8% Valle d’Aosta -4,7% Trentino
-4,5% Piemonte -4,5% Basilicata -4,4% Friuli -4,0% Emilia Romagna -4,0% Molise
-3,9% Puglia -3,9% Sardegna -3,8% Lombardia -3,8% Marche -3,7% Toscana -3,7%
Sicilia -3,4% Lazio -3,0% Liguria -2,9% Umbria -2,8% Abruzzo -2,2% Campania
-0,3% (ANSA).
|