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Articoli 14/01/2003

Chi vuole spegnere l’etilometro?

Chi vuole spegnere l’etilometro?


di Sandro Vedovi *

Le nuove norme che hanno modificato quanto previsto dall’articolo 186 del Codice della Strada, sulla guida sotto l’influenza dell’alcool, appena entrate in vigore, si sono fatte numerosi nemici.
La cosa grave è che questi nemici, non sono solo le lobbies dell’alcool, come potrebbe sembrare abbastanza normale, ma le stesse Istituzioni, a cui dovrebbe stare a cuore la sicurezza dei cittadini.
Sicurstrada, nei giorni scorsi, ha appreso dagli organi d’informazione, con sconcerto e preoccupazione dell’approvazione, da parte del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, di un ordine del giorno che ha avuto ad oggetto la richiesta di abrogazione della legge che ha abbassato i limiti del tasso alcolemico allo 0,5 g/l, con il ripristino dei vecchi parametri (0,8 g/l).
Nel suo intervento il Presidente del Consiglio Regionale della Regione Friuli Venezia Giulia, Antonio Martini afferma: "l’Italia deve tornare ad essere un Paese serio"…..Hanno fatto una legge sbagliata ed adesso la legge deve essere modificata……
Qui da noi in Friuli il vino è cultura e se io vado a pranzo e bevo due bicchieri non possono confondermi con gli ubriachi o con chi fa uso di droga, non sono certo questi due bicchieri un pericolo per la sicurezza stradale.
Ha fatto seguito nei giorni successi l’intervista al quotidiano "La Stampa" dell’ dell’Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Ugo Cavallera, che richiede un intervento urgente del Ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno, per ripristinare il vecchio tasso alcolemico consentito alla guida, recentemente abbassato dallo 0,8 g/l a 0,5 g/l. Nell’intervista l’Assessore all’Agricoltura, Ugo Cavallera, afferma: "...restano perplessità per norme che rischiano di penalizzare un settore strategico per l’economia nazionale. Restrizioni eccessive, unite all’idea che anche un basso livello alcolemico comprometta la sicurezza e la vita dei cittadini, suscitano condivisibili preoccupazioni…"
Personalmente sono rimasto allibito da tali parole, che denotano una sottostima dei rischi provocati dall’alcool alla guida.
Sicurstrada ritiene la norma introdotta dall’articolo 3 del Dl 121/2002, convertito con modificazioni nella legge 168/2002, una delle più importanti disposizioni varate negli ultimi anni sul fronte della sicurezza.
L’Italia con un tasso alcolemico dello 0,5 g/l si allinea alla media europea obbedendo ad una precisa direttiva europea. Alcuni esempi, la Russia, Romania, Ungheria prevedono lo 0,0, l’Austria, la Svezia e la Polonia lo 0,2, il Portogallo lo 0,4, il Belgio, Finlandia, Francia, Jugoslavia Norvegia, Olanda lo 0,5, etc.
La norma non va certamente a ledere la libertà delle persone, ma cerca di contrastare un fenomeno gravissimo ed in espansione soprattutto tra i giovani, quello dei rischi collegati alla guida sotto l’effetto dell’alcool e di salvaguardare quindi la vita umana.
Il principio è quello che "chi beve non deve guidare" per la sua sicurezza ma soprattutto per quella degli altri.
Anche se non esistono dati specifici in materia, dal momento che in Italia non viene, purtroppo, analizzato il fenomeno, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, circa il 20-25% di tutti gli incidenti ha in qualche modo l’alcol come causa dell’incidente. Parliamo di centinaia di vittime e migliaia di feriti ogni anno.
Il fenomeno dell’alcol alla guida è in crescita. Nell’ambito dei controlli eseguiti dalla Polizia Stradale con l’etilometro nel corso di sevizi mirati alla repressione del fenomeno, sono stati controllati, nel 2001, 14.369 utenti, dei quali ben 2.018 sono risultati positivi, con una percentuale del 14%. Tantissimi. Tanto più se si pensa che rispetto all’anno prima, pur essendo diminuiti i controlli, il tasso era del 10,3% su un campione di 18.979 controlli.
In una suddivisione in fasce d’età, quella relativa agli over 32 anni è risultata essere la più trasgressiva in termini di positività alcolica.
La percentuale, il 21,2%, è di tutto rispetto, se si considera che nello studio statistico sono stati eseguiti riscontri riferendosi a un modello di quattro fasce d’età: la prima, quella dei più giovani, dai 18 ai 22 anni, la seconda dai 23 ai 27, la terza dai 28 ai 32 e l’ultima, la quarta, oltre i 32 anni, che risulta essere in testa anche nei valori relativi alla quantità di alcol assunto.
Invitiamo quindi i nostri Rappresentanti istituzionali, stante i dati drammatici appena esposti, di avviare campagne di sensibilizzazione per convincere i propri cittadini a non mettersi alla guida dopo aver bevuto, piuttosto di contestare una delle leggi migliori, fatta dal Governo, negli ultimi anni, sul fronte della sicurezza stradale, ed allearsi con le lobbies.
Per comprendere la gravità delle loro parole, invitiamo il Presidente del Consiglio Regionale, Antonio Martini e l’Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Ugo Cavallera, ad accompagnare gli operatori delle Forze dell’Ordine quando debbono comunicare ad una famiglia che il proprio caro è morto perché un ubriaco non ha rispettato il Codice della Strada.

 

* Segretario Generale Associazione Sicurstrada



di Sandro Vedovi

da "Il Centauro" n. 73
Martedì, 14 Gennaio 2003
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