Roma, 8
marzo 2006.
Incidenti in calo nella UE. Secondo i dati sugli infortuni sul lavoro del 2003,
recentemente pubblicati da Eurostat, nei 15 Stati membri sono circa 4,2 milioni
gli infortuni che hanno determinato una assenza dal lavoro superiore ai tre
giorni, e quasi 4.700 i casi mortali che, però, non comprendono gli infortuni
in itinere (cioè quelli che si sono verificati nel tragitto casa-lavoro o
viceversa). È quanto emerge da Dati INAIL di
febbraio, foglio mensile dell’Istituto sull’andamento degli
infortuni sul lavoro. Il dato europeo, che conferma una tendenza al ribasso in
atto ormai da molti anni, vede al primo posto il settore dell’industria
manifatturiera con il 26% dei casi, seguito dalle costruzioni con il 18%,
percentuale che sale addirittura al 27% per gli infortuni mortali. A spiegarlo
è Alessandro Salvati, che inoltre mette in luce come gli indici di incidenza,
elaborati da Eurostat, confermino la posizione favorevole dell’Italia rispetto
alla media europea che presenta addirittura, per gli infortuni in complesso,
valori marcatamente inferiori a quelli di Paesi come: Spagna, Francia e
Germania. Pertanto l’Italia si colloca nel gruppo dei Paesi “virtuosi” con un
indice pari a 3.267 infortuni per 100mila occupati contro i 3.334 della UE a
15. Marta Clemente, invece, fa il punto sulle malattie professionali
riconosciute nei diversi Stati, sottolineando che si tratta di dati incompleti
in quanto solo 11 Paesi, tra cui l’Italia, sono stati in grado di fornire le
informazioni richieste. Nel 2003 le malattie professionali riconosciute
nell’Unione Europea sono state oltre 54.000, con un incremento rispetto
all’anno precedente dell’8,4%. Tra le patologie più diffuse risultano le
malattie da agenti fisici che rappresentano quasi il 70% del totale, e tra
queste le tendinopatie (19,4%) e le ipoacusie (18,3%). Infine, Andrea Bucciarelli presenta l’iniziativa della Commissione
Europea che, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Europeo tenutasi a
Bruxelles il 23 e il 24 febbraio scorsi, ha proclamato il 2006 “Anno europeo
della mobilità dei lavoratori”. Si tratta di una questione rilevante ai fini di
una reale integrazione politica ed economica dell’Unione Europea, che si
prepara ad affrontare sfide su temi come la globalizzazione e la
liberalizzazione del mercato dei servizi prevista dalla contrastata direttiva
“Bolkestein”. Attualmente il livello di mobilità tra Paesi europei è ancora
molto basso (1/5 del dato Usa): ogni anno circa 225mila persone, appena lo
0,06% della popolazione UE, si sposta per lavoro in un altro Paese dell’Unione.
Pertanto la Commissione Europea per incentivare la mobilità dei lavoratori ha
deciso di investire 4 milioni di euro per progetti ed iniziative di
sensibilizzazione. È in programma, tra l’altro, il 29 e il 30 settembre
prossimi la prima “Job Fair” in circa 100 città europee, con fiere simultanee
dedicate all’occupazione. Fonte www.inail.it |
|
per approfondimenti www.lavoro626.it |
|
|
© asaps.it |