IL GAZZETTINO (VENEZIA) LA MORTE DI ANTONELLA ZANNINI Luca Secco si difende.
Il legale chiederà la perizia psichiatrica Picchiata per le bugie sull’alcol L’avrebbe colpita con schiaffi e sculacciate
quattro giorni prima. Ma non ricorda bene Venezia L’ha picchiata perché si erano promessi di
essere sinceri, di aiutarsi a vicenda. Invece lei avrebbe continuato a
raccontargli bugie, soprattutto in merito all’alcool, di cui a suo dire
continuava ad abusare. Luca Secco ha giustificato così i suoi atti di violenza
nei confronti di Antonella Zannini, la restauratrice quarantottenne deceduta il
15 marzo, a seguito delle botte ricevute. Secco, ha ammesso davanti al giudice Carla Majolino di aver percosso la donna, ma ha spiegato di averlo fatto per l’ultima volta sabato 11 marzo, dunque quattro giorni prima del decesso. E comunque di averlo fatto con schiaffi e sculacciate, non con calci e pugni come ha accertato l’autopsia effettuata dal dottor Silvano Zancaner. L’uomo, assistito dall’avvocato Annamaria Marin, ha però dichiarato anche di non ricordare con perfezione l’accaduto. RONZO CHIENIS Incontro all’oratorio con Franco Baldo,
presidente Acat Mori I giovani bevono per sentirsi grandi VALLE DI GRESTA - «Alcool e giovani», questo
il titolo della serata organizzata dal Gruppo Giovani. Un’idea nata negli
incontri settimanali con tema l’abuso di alcool da parte dei giovani. Si
decideva allora di approfondire l’argomento invitando un esperto, individuato
nella persona di Franco Baldo, presidente dell’Acat MontAlbano che è
intervenuto presso l’oratorio di Ronzo Chienis, alla presenza di una quarantina
di persone, tra giovani e genitori. Subito Baldo ha focalizzato il problema
definendolo «sostanza tossica che crea dipendenza». Ha proseguito spiegando ai
ragazzi che una «sbronza» sacrifica ogni volta centomila cellule celebrali e
riportando i dati dei morti per alcool in Italia, 70 mila ogni anno (*). Con i
ragazzi ha poi analizzato cause e motivi per i quali i giovani iniziano a bere
e le risposte sono state: per imitare i grandi, per sentirsi grandi a
loro volta e per non farsi escludere dal gruppo di amici. Ha spiegato anche quanto
breve sia il passo per passare da bevitori moderati a bevitori «problematici». Questi
ultimi possono cercare aiuto nei Club (32 in Vallagarina) che, oltre ad aiutare
il bevitore stesso, aiutano e seguono anche la sua famiglia. Al termine della
serata i presenti si sono lasciati con la promessa di ritrovarsi tra un paio di
mesi impegnandosi ognuno a farsi accompagnare da un amico per poter ripetere
sempre in numero maggiore l’educativa esperienza. (a.g.) (*) Nota: ci sono diverse stime sui morti per
alcol in Italia. L’Istituto Superiore di Sanità e la Società Italiana di Alcologia parlano di quarantamila per ogni anno. REPUBBLICA.IT Il progetto è patrocinato direttamente dal
Comune di Firenze e dalle associazioni dei familiari delle vittime della strada Nuova proposta in Toscana carcere se superi i limiti di ALESSANDRO BACCANI Arresto in caso di flagranza, processo con
pene detentive pesanti e altrettante pene accessorie : per chi mette a
repentaglio la vita altrui sulle strade si prospettano scenari assai foschi. La
proposta parte da Firenze ed è patrocinata dal Comune toscano e dalle
associazioni dei familiari delle vittime della strada. In effetti è stata
sfruttata una delle possibilità di proposta di legge prevista dal nostro
ordinamento: l’iniziativa popolare. Sabato 18 marzo è stata così presentata,
nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, la proposta, redatta
tecnicamente dagli avvocati Pasquale De Luca e Fabrizio De Sanctis e sostenuta
dall’assessore alla sicurezza Graziano Cioni. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta. L’iniziativa
prevede che siano considerati reati cinque comportamenti finora puniti solo con
contravvenzioni. Velocità eccessiva, guida in stato di ebbrezza o sotto
l’effetto di stupefacenti, lancio di pietre dai cavalcavia e, comunque,
qualsiasi azione che possa causare grave pericolo consentirà alle forze
dell’ordine l’arresto. Finora questa misura era presa in caso di
incidenti, ora scatterà in tutti i casi di flagranza di reato e quindi anche
nei confronti di chi fosse fermato per controllo. Nodo centrale della proposta è la velocità, su
cui si auspica una funzione deterrente. Chi supererà i limiti di 50 chilometri
orari e quindi trovato a più di 106 km/h in città avrà una denuncia penale. In
caso di flagranza ci sarà il carcere. Procedura uguale per le strade
extraurbane dove, se si calcolano 50 km/h in più ed un margine di errore
strumenti del 5 per cento si arriva a 145. Con lo stesso metodo di calcolo,
sulle autostrade, arresto e processo scattano a 190. Per quanto riguarda chi guida in stato di grave
ebbrezza ( tasso alcolemico superiore ad 1 gr/l ) o sotto l’effetto di
stupefacenti la punibilità è prevista indipendentemente dal fatto che si
verifichino incidenti o danni, che costituiscono comunque un’aggravante. L’artricolo 432 del codice penale ( attentati
alla sicurezza dei trasporti) viene inasprito nelle pene: si parte infatti da 1
anno se non ci sono incidenti gravi , sino a 10 anni in caso di morti. Tutto ciò non evita comunque le sanzioni
amministrative che procedono parallele ai rimedi penali. Chi supera i limiti di
oltre 50 km/h rischierà fino a 2753 euro di multa e fino a sei mesi di ritiro
patente. Le conclusioni le tira lo stesso assessore Cioni: "Dobbiamo inculcare nell’automobilista il concetto che, ponendosi in determinate situazioni o superando certi limiti di velocità rischia concretamente il carcere". IL GRECALE Lucera: giovani sempre più attratti da alcol e
droga I risultati in uno
studio della locale sezione Avis
di Riccardo Zingaro Lucera - Uno studio condotto su 69 studenti lucerini e promosso dalla Sezione trasfusionale dell’ospedale Lastaria, in collaborazione con l’Avis di Lucera, ha evidenziato un diffusissimo abuso tra i giovani di alcool ed uso di sostanze stupefacenti. Nelle rispettive comitive di appartenenza queste esperienze cominciano da giovanissimi e il ricorso a queste sostanze avviene occasionalmente o settimanalmente, quindi ormai tanto comune da modificare il linguaggio corrente. Quasi tutti infatti conoscono il significato del termine gergale “sfracanamento”, inteso come “ubriacarsi, divertirsi, bere molto e fumare”. In 56 hanno conoscenti occasionali che fanno abuso di bevande alcoliche, ma ben 49 su 69 riferiscono che tra i loro amici abituali c’è chi abusa di alcool (oltre il 60%). 51 su 69 conoscono il significato del termine gergale “collasso da alcool” e 53 ragazzi hanno assistito almeno una volta al malore da alcool di amici o conoscenti. Al quesito sulle droghe 42 studenti (su 69) hanno tra i conoscenti occasionali qualcuno che fa uso di stupefacenti. Prevalenza d’uso di canapa, ma anche eroina, cocaina ed ecstasi. Anche nell’ambito delle amicizie abituali la percentuale di chi conosce ragazzi che fanno uso di stupefacenti è significativamente elevata: 31 su 69. Questi sono solo alcuni dei risultati che saranno presentanti giovedì nel corso del Convegno Scuola e Avis che è stato promosso dall’Avis Regionale, dalla Regione Puglia e del MIUR Puglia, per favorire l’educazione alla convivenza civile e sociale e la sensibilizzazione alla donazione del sangue. Le risultanze, ottenute mediante questionario anonimo proposto, evidenziano in modo chiaro la gravità di un fenomeno sempre più radicato nelle giovani generazioni. IL MESSAGGERO (ABRUZZO) NERETO Presa a pugni da un albanese ERETO - E’ stata presa a pugni da un giovane
albanese, insieme al fidanzato, per non avergli servito subito da bere. A
Nereto i residenti non ne possono più. «Qui, ormai, comandano loro, gli
albanesi», dicono, ma nessuno ha il coraggio di denunciare gli episodi di
violenze che, in paese, diventano sempre più frequenti. L’ultimo venerdì sera,
fuori da un bar, in pieno centro. La barista, quando capisce che il giovane è
ubriaco, si rifiuta di servirgli da bene. Lui, però, insiste e la ragazza gli
chiede, visto che è ora di chiusura, di portare il bicchiere fuori. Dopo le
pulizie, la ragazza esce. Fuori, però, ad attenderla, sono in due: il
fidanzato, che si trova in auto, e, nascosto, l’albanese. L’extracomunitario
inizia a prendere a pugni il fidanzato della barista e, quando questa tenta di
fermarlo, ne dà uno sul viso anche a lei, facendola finire a terra con una
distorsione al ginocchio. Nei giorni seguenti, però, la storia prosegue ed
iniziano le vendette tra il gruppo di amici dei due ragazzi vibratiani e quello
dell’albanese. Tutto questo mentre in paese l’allarme cresce e la paura lo
segue di pari passo. T.Poe. IL MESSAGGERO (UMBRIA) Rapporto dell’Usl 2 sullo ”stato della
salute”. Emergono i problemi da risolvere: fumo, alcol
e vita sedentaria Prevenzione, più sani e meno spese Primi risultati degli
interventi per ridurre i rischi cardiovascolari e oncologici di GIANNI AGOSTINELLI Che la regola del “prevenire è meglio che
curare” fosse aurea lo sapevamo. Adesso proviamo a vedere come agire e dove. I
dati sono stati ricavati dallo studio Passi, ovvero sui progressi delle aziende
sanitarie per la salute, a cui ha partecipato la Usl numero 2 e sottolineano
quali sono le cattive abitudini e le regole che invece andrebbero seguite. Lo studio effettuato su un campione di 200
cittadini tra i 18 e i 69 anni, che ha coinvolto sul suolo nazionale altre 122
Usl, affronta i principali temi di salute oggetto di attività di prevenzione
come la qualità di vita percepita, l’attività fisica, le abitudini al fumo,
quelle alimentari, il consumo di alcol, i fattori di rischio cardiovascolare e
la sicurezza stradale. A fronte della mappatura completa di dati e problemi
arrivano anche gli obiettivi sui quali intervenire con programmi di
prevenzione: vedi gli screening oncologici, la carta di rischio
cardiovascolare, le vaccinazioni e le terapie dei medici. Il fumo è uno dei
maggiori rischi per la salute riscontrato nel perimetro della Usl 2. Infatti il
34,5% (contro il 26,5% a livello nazionale) afferma di essere un fumatore. La
sigaretta è routine per 4 intervistati su 10 con una età compresa tra i 25 e i
44 anni. Tra gli ex fumatori invece tutti o quasi, la percentuale è del 94%,
hanno seguito il fai da te con la regola dello “smetto quando voglio”, e hanno
dichiarato di aver riposto il pacchetto senza l’aiuto di nessuno. Altro punto poco confortante è quello sull’attività fisica degli intervistati. Sono in pochi ad avere la costanza di mettersi in tuta e scarpe da ginnastica, visto che addirittura il 71% non ne pratica a sufficienza. Anche a tavola, seppur la maggior parte consumi frutta e verdura, solo una persona su 8 mangia le cinque porzioni raccomandate. Presi di mira nell’indagine anche i vaccini, antinfluenzale ed antirosolia, da cui viene fuori che solo una persona su cinque con meno di 65 anni e affetta da patologie risulta vaccinata. Percentuali valide per poter agire sull’informazione e sulla prevenzione anche per quel che riguarda i rischi cardio vascolari. Gli ipertesi sono il 24%, prevalentemente maschi, e stessa percentuale anche per quel che riguarda gli ipercolesterolemici, ma stavolta sono in maggioranza le donne. Ad accumunare i due dati la netta predominanza di persone meno istruite nella zona “a rischio”. Numeri confortanti sugli stili di guida: il 97% dei piloti a due ruote usa sempre il casco, mentre 75% di quelli in auto usa le cinture. IL MESSAGGERO (ABRUZZO) Distrutta un’auto della Municipale Carico e
scarico: multe a chi sgarra «Siamo disponibili a continuare a svolgere il turno di notte ma solo se saremo affiancati da polizia e carabinieri pronti ad intervenire in caso di incidenti o aggressioni». E’ la proposta mediata e conciliante che è emersa ieri dall’ennesima riunione sindacale nella Polizia municipale. Ad illustrare questa posizione è stato Alberto Cicconetti, del Diccap-Sulpm, sindacalista che insieme ad Angelo Volpe della Csa ha premuto finora per l’abolizione ovvero per la sospensione del turno di notte finché gli agenti non avranno le armi in dotazione. «Siamo stanchi di rischiare la pelle per strada, anche solo a rilevare incidenti di notte ci si imbatte in soggetti pericolosi e ubriachi pronti ad alzare la voce e anche le mani» ha ribadito Cicconetti, il quale racconta: «L’ultimo grave episodio ci è capitato domenica sera: a una nostra pattuglia intervenuta in via Carlo Alberto Dalla Chiesa, a Zanni, hanno distrutto l’auto a colpi di mazza e i nostri colleghi hanno fatto appena in tempo a scappare fuori». Situazioni drammatiche che confermano la soglia di allarme in periferia ma che possono avvenire anche nella centralissima Pescara vecchia. Un problema in più da affrontare per il futuro comandante della Polizia municipale, come pure è un problema quello della presenza dei vigili urbani sulle strade. La sosta selvaggia imperversa nel quadrilatero centrale e non si contano i camion e i furgoni in doppia fila ad effettuare consegne a tutte le ore. Una situazione intollerabile per il sindaco D’Alfonso che ieri ha convocato l’assessore Armando Mancini e i tecnici dell’ufficio strade per sollecitare un piano di carico e scarico merci nella Ztl che include via Firenze e via Battisti, via Muzii, via Fabrizi, corso Umberto, via Venezia e corso Vittorio. «Non se ne può più di regole violate dai fornitori» avrebbe detto il sindaco che entro la prossima settimana vuole una proposta di regolamento sulla propria scrivania. E con le regole, D’Alfonso pretende anche tolleranza zero con multe salate per chi sgarra. Spiega l’assessore Mancini: «Nella Ztl del centro città il piano del carico e scarico, cioè le aree dedicate con tanto di segnaletica, era stato rimandato ad una seconda fase: il sindaco ci ha adesso sollecitato a provvedere e lo faremo entro pochissimi giorni. Fuori dell’orario del carico e scarico, le aree riservate diventano normali parcheggi». L’ADIGE Rissa e patente ritirata Un venerdì sera col tasso alcolico Altri due episodi, durante l’ultimo fine settimana, hanno interessato l’attività delle volanti del Commissariato. Venerdì sera, nella strettoia di corso Bettini, quattro giovani sono stati fermati da due equipaggi della polizia (e da una pattuglia dei carabinieri giunta in appoggio) perché protagonisti di un parapiglia originatosi, come spesso accade, per futili motivi. Pare che tre dei quattro uscendo dal locale in non proprio ottime condizioni di lucidità, abbiano fatto cadere una bici parcheggiata proprio lì di fronte. Il proprietario è uscito a lamentarsene e la situazione è degenerata fino a qualche schiaffone. Visto che le persone interessate sono più di tre il Commissariato ha individuato nell’episodio gli estremi per il reato di rissa, denunciando tutti e quattro alla Procura. Sempre l’equipaggio della volante, la stessa sera ma un paio d’ore più tardi, quindi attorno alle 23, ha fermato un automobilista che a bordo della sua vettura stava viaggiando in viale Vittoria. A bordo c’era anche un amico del conducente. L’auto andava a zig-zag e l’etilometro ha confermato un tasso alcolico al di sopra del consentito. Denuncia per guida in stato di ebbrezza e auto consegnata all’amico, che per contro è risultato sobrio. Il denunciato è L.M., 31 anni, di Rovereto. L’ADIGE La polizia non riapre l’inchiesta ma vuole
sentire l’informatore che parla di omicidio Nuovi accertamenti in Austria Per la morte del marocchino ai Murazzi Per ora l’inchiesta resta chiusa. Ma da parte della squadra mobile di Trento, che si sta preoccupando dell’indagine, c’è la volontà di verificare la segnalazione giunta dall’Austria che ridisegnerebbe in toni assai più cupi la morte di un giovane marocchino trovato morto sotto la paramassi dei Murazzi la notte tra il 18 e il 19 gennaio. Marocchino e non algerino, come era stato detto in un primo momento, vittima di una morte tragica i cui contorni tornano ad essere poco chiari. La Procura di Trento, titolare dell’inchiesta, ha chiuso l’indagine considerandola una morte accidentale. Nel corpo del magrebino è stato trovato un tasso alcolico notevolmente superiore alla norma. Il trentacinquenne non aveva precedenti penali né era stato segnalato in Italia come clandestino. Per la giustizia trentina, quindi, la sua morte - in assenza di segnali contrari - è da giudicarsi accidentale. Forse è stato travolto dal treno mentre cercava riparo sotto il tunnel ferroviario (come ipotizzato in quei giorni) forse dal treno è caduto, come si dice oggi. Dall’Austria un suo connazionale ha invece parlato di omicidio, di traffico di droga, di un regolamento di conti forse anche perché la vittima collaborava con la polizia austriaca. Non si tratta di una segnalazione anonima, ma non ci sono ancora riscontri ufficiali. La squadra mobile vuole verificare l’attendibilità del nuovo testimone, affidandone l’interrogatorio ai colleghi della gendarmeria austriaca. Se sarà possibile. L’ADIGE I carabinieri li hanno pizzicati intenti a
compiere atti di vandalismo nelle vicinanze del Palacongressi I carabinieri li hanno pizzicati intenti a compiere atti di vandalismo nelle vicinanze del Palacongressi. Per cinque ragazzi di Riva del Garda e di Arco è scattata così una denuncia penale per danneggiamento aggravato. Disagio sociale? Rabbia da emarginazione? No, semplice quanto pericolosa «noia» perché i denunciati (P.D. 21 anni di Riva, G.D. ed M.P. entrambi diciannovenni di Arco e due minorenni di 17 anni) non hanno certo problemi economici, visto che sono quasi tutti figli di imprenditori, liberi professionisti, esercenti e commercianti. Gente bene, insomma. Forse una birra di troppo, le dinamiche spavalde che si possono creare all’interno di un gruppo e il «brutto gioco» è fatto. Controlli intensificati L’allarmante episodio si è verificato nella notte fra sabato e domenica, alle 1.30, in via Liberazione, quando due militari in borghese del Nucleo operativo del Comando Compagnia di Riva, hanno notato un gruppetto di una decina di giovani che, divelto dal suo supporto un cestino verde, lo prendevano a calci, usandolo come un «pallone» e seminando rifiuti per la strada. Erano una decina alcuni sono fuggiti I militari ne hanno subito fermati cinque, identificati e segnalati all’autorità giudiziaria. Altrettanti invece, sono riusciti a svignarsela, lasciando i loro compagni nei guai. «Da Natale - fanno notare al Comando di Riva - abbiamo intensificato i controlli anti-vandalismo sul territorio, soprattutto nel fine settimana. Solo un mese fa a Dro sono stati identificati e denunciati altri due ragazzi che avevano dato fuoco ad un cassonetto». Bravate che costano care, perché portano davanti al giudice penale. A volte l’alcol, spesso solo la voglia di fare «colpo» sul gruppo possono avere spiacevolissime conseguenze sul futuro di chi si affaccia sul mondo del lavoro. Elementi che gli ufficiali dell’Arma del Comando di Riva del Garda ricordano sempre quando vanno a tenere conferenze informative nelle scuole del territorio posto sotto la loro responsabilità. Informazione nelle scuole Prevenzione, controllo, ma anche informazione, dunque, per combattere un fenomeno estremamente molesto, che produce ogni anno notevoli danni all’ente pubblico e alla comunità. E questa volta - pur essendo il danno contenuto - c’è pure l’allarme sociale di un vandalismo più che mai gratuito nella sua capacità di mettere radici anche nella cosiddetta «società bene» della Busa. B. B. IL GIORNALE DI VICENZA Lo scorso anno, ubriachi, fecero il diavolo a
quattro in una sala giochi e poi in Commissariato Condannati i due peruviani “festaioli” (d. m.) Fecero il diavolo a quattro in una
sala giochi dopo essere passati a trovare la sorella, residente a Bassano. Ieri
mattina, in tribunale, sono stati processati due fratelli peruviani residenti
nel Trevigiano. Sono William Arevalo Acuna, 45 anni, di Mogliano, e Jorge
Rogerio Arevalo Acuna, 49 anni, di Montebelluna. Per entrambi l’accusa era di
resistenza a pubblico ufficiale, ma il più anziano doveva rispondere anche
della mancata esibizione dei documenti alle forze dell’ordine. I fatti risalgono al 3 aprile 2005. Dopo aver
trascorso la giornata a casa della sorella, i due imputati si avviarono verso
la stazione ferroviaria per rincasare. In attesa del convoglio si recarono
nella sala giochi Karambola, situata a due passi dalla stazione, e lì si
ubriacarono, tanto da arrivare a seccare il gestore. Quest’ultimo chiamò la
polizia, che notando lo stato di alterazione dei fratelli decise di caricarli
in macchina, portarli in Commissariato per gli accertamenti e poi all’ospedale
per smaltire la sbornia. Negli uffici di viale Pecori Giraldi, però, successe
il putiferio e i due finirono nei guai. Davanti al giudice Gastone Andreazza, pm Andrea Ostellari, William Acuna è stato condannato a 4 mesi di reclusione, pena sospesa; il fratello, invece, è stato assolto dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale per la prima fattispecie, mentre per il rifiuto di fornire le proprie generalità è stato condannato a 15 giorni di arresto e 150 euro di multa. LA PROVINCIA DI CREMONA Fuori strada a Crotta Ferito indiano di Sesto CROTTA D’ADDA — Un 38enne indiano residente a Sesto ed Uniti è rimasto ferito domenica sera in un incidente a Crotta d’Adda. Viaggiava sulla sua Alfa 33 quando ha perso il controllo ed è finito fuori strada. Soccorso dal personale del 118 e poi trasportato in ospedale, le sue condizioni non destano alcuna preoccupazione. Potrebbero invece non mancare le conseguenze di tipo penale: il test alcolimetrico, eseguito dagli agenti della polizia stradale di Pizzighettone, che indagano su cause e dinamica dello schianto, ha infatti evidenziato la presenza elevata di alcol nelle vene dello straniero. Che potrebbe essere denunciato per guida in stata di ebbrezza già nelle prossime ore. BRESCIAOGGI Vestone, le «dipendenze» sullo schermo Da stasera le proiezioni di film su alcolismo
e droga con dibattito finale Cineforum a Vestone sul tema delle
«In-Dipendenze». L’appuntamento è all’Auditorium comunale vestonese, a cura
dell’assessorato alle Politiche Giovanili e dell’«Educativa di strada», con la
proiezione della seconda pellicola sul tema «Le In-Dipendenze». Si proietterà
il film drammatico «Via da Las Vegas», per la regia di Mike Figgis, e con protagonisti
Elisabeth Shue e Nicholas Cage. Al termine della proiezione è previsto
l’intervento del dottor Massimo Di Stefano, psicologo e psicoterapeuta. L’appuntamento di martedì 28 sarà col film drammatico italo-svizzero «Fame Chimica», per la regia di Paolo Vari. Al termine interverà Emanuele Tonoli, operatore della Comunità Terapeutica «Ai Rucc e dintorni» di Vobarno. L’ingresso costa 5 euro, con sconto di 2 euro per i minorenni. m.pas. L’ARENA (GIORNALE DI VERONA) COLOGNOLA. Sentenza del tribunale Serata effervescente Il giudice lo condanna Colognola. La serata troppo effervescente è
costata cara a un uomo di Colognola, che è stato condannato in tribunale a
Soave a 25 giorni di arresto e 400 euro di multa. L’uomo era stato trovato il 6
febbraio 2004 dai carabinieri davanti a un bar del paese. Chi aveva allertato
la centrale di San Bonifacio lo aveva fatto chiedendo assistenza per un malore.
In realtà, invece, al loro arrivo i militari si sono trovati davanti una
persona visibilmente ubriaca. L’uomo aveva lasciato la sua auto sulla strada
- accesa, aperta e con all’interno una bottiglia di vino consumata a metà - e
stava sul marciapiede in uno stato di evidente instabilità. All’offerta di
aiuto dei carabinieri ha risposto con un diniego, prima di salire in macchina
per partire. A quel punto è però stato bloccato e poi, visto
che si era rifiutato anche di recarsi all’ospedale di San Bonifacio per
sottoporsi agli esami per verificare il livello di alcool che aveva nel sangue,
è stato portato in caserma. Dove poi è andato a prenderlo il figlio. La serata si è quindi conclusa con una denuncia per guida in stato di ebbrezza. Reato per il quale il giudice lo ha ritenuto colpevole, così come aveva proposto il pubblico ministero Nicoletta Zanardi e a fronte della richiesta di assoluzione venuta dal difensore Carlotta Malerba. (l.f.) L’ARENA (GIORNALE DI VERONA) OPPEANO. Incidente Guidava carico di alcol e droga Esce di strada Oppeano. Droga e alcool in corpo. Un mix
micidiale per chi guida ed infatti è così che un uomo di 31 anni ha provocato
all’alba di domenica un incidente in superstrada in cui è rimasto ferito.
Inizialmente, tra l’altro, la prognosi per le fratture riportate era di 30
giorni, ma ieri mattina si è aggravato. L’incidente è successo sulla 434 all’altezza
di Vallese poco dopo le 5 di domenica. In quel punto il trentunenne, S.E.A. di
Arcole, ha sorpassato una Renault Clio. Nella manovra, però, ha toccato la
fiancata della Renault, guidata da F.P., 35 anni, di Isola Rizza, ed è finito
fuori strada. Nella carambola l’uomo è rimasto ferito, è stato portato
all’ospedale di Legnago dove si trova ricoverato nel reparto di Ortopedia. Per i rilievi sulla dinamica dell’incidente
sono intervenuti i carabinieri del nucleo Radiomobile di Legna- go. (d.a.) CORRIERE ADRIATICO Avances alla fidanzata, due marocchini si
sfidano a duello CAMERANO - Un vero e proprio duello, una sfida
a suon di bastoni e coltelli. E’ quanto accaduto l’altra notte nelle campagne
di Camerano tra due cittadini marocchini. Tutto a causa di una donna, la
fidanzata di uno dei due corteggiata anche dall’altro. Il tutto era iniziato
all’interno di una nota discoteca. Uno dei due marocchini era andato a ballare
insieme alla fidanzata e all’amico. Amico che dopo un po’, forse a causa
dell’alcol, ha iniziato a fare apprezzamenti pesanti alla fidanzata del
connazionale. L’altro a questo punto è andato su tutte le furie e ha lanciato
la sfida al connazionale che si sarebbe dovuta svolgere in un vicino campo con
bastone e coltello fissati come armi. I due si sono quindi ritrovati nel posto
prestabilito per poi iniziare a darsele di santa ragione. Colpi su colpi e
qualche coltellata data di striscio fino a che qualcuno non si è accorto di
quanto stava accadendo chiamando così sia i carabinieri che la centrale
operativa di “Ancona Soccorso”. Sul luogo sono prontamente intervenuti i
militari dell’arma del nucleo operativo Radiomobile insieme ad un’ambulanza
della Croce Rossa inviata sul luogo dagli infermieri professionali del 118. I
due magrebini sono stati quindi individuati e successivamente disarmati. Il
personale sanitario li ha quindi trattati sul posto per poi trasferirli
d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale regionale di Torrette, dove sono
stati sottoposti ad ulteriori accertamenti ed esami medici. I due alla fine
sono stati dimessi ognuno rispettivamente con dieci giorni di prognosi. al. big. CORRIERE ROMAGNA (EDIZIONE DI CESENA) Sos alcolismo: incontro d’ educazione a una
vita sana SAN
PIERO - La salute di molti, anche giovani, è seriamente messa a repentaglio
dall’abuso di alcolici. Se ne parlerà questa sera, al centro sociale di
iniziative culturali, nell’ambito del ciclo di incontri dedicati ad “Educarsi
ad una vita sana”. Alle 20.30 Marco Matassoni, gastroenterologo e dirigente
responsabile del Polo ospedaliero di alcologia clinica e riabilitativa
dell’ospedale “Angioloni”, relazionerà su “Problematiche correlate all’abuso e alla
dipendenza da sostanze alcoliche (*)”. Gli incontri, che si svolgeranno ogni
martedì sera fino al 16 maggio, sono organizzati in collaborazione col Comune
di Bagno di Romagna, la Comunità montana, Auser volontariato di Cesena,
Assiprov e Ausl di Cesena. (*) Nota: perché un intervento di prevenzione
possa considerarsi utile è necessario che porti un qualche cambiamento nelle
persone cui è destinato. Quando si parla di alcol, ciascuno pensa che
l’alcolismo, l’abuso e la dipendenza riguardino il bere degli
altri, mai il proprio. Questa terminologia non facilita la messa in discussione
dei propri comportamenti. Così come non aiuta che gli adulti mettano in
discussione il bere dei giovani, e non mai il proprio. Nessuno parla per sé, nessuno si mette in discussione,
e nessuno cambia. Bisogna sempre stare attenti a non correre il
rischio di fare iniziative inutili, che alla fine servono solo agli
organizzatori e al relatore, nel loro cuore contenti per “avere fatto la
prevenzione” dei problemi dell’alcol. Naturalmente il mio è un discorso in generale, non riferito in specifico agli incontri di cui parla questo articolo, che ho utilizzato semplicemente come spunto per il mio piccolo ragionamento. IL GAZZETTINO (ROVIGO) Pino Roveredo, lo scrittore e l’esperienza
degli "ultimi" (E.T.) «Gli ultimi in classifica sono
importanti, altrimenti non ci sarebbero i primi». Parla Pino Roveredo, lo
scrittore triestino vincitore del Campiello 2005, durante il primo degli
incontri socio-culturali del Progetto Family Care che si è svolto nella scuola
di Baruchella. Nel corso della serata Roveredo ha raccontato
la sua vita. «Sono figlio di genitori sordomuti e ho imparato da loro a
prestare attenzione alle persone per capirle», sostiene lo scrittore, che ha
descritto anche la sua «dura esperienza nell’Istituto dei poveri» dopo la
perdita dei genitori. Roveredo ha parlato anche dell’alcol «come mezzo comodo
ma crudele per mettersi alla pari con gli altri», della vita in manicomio e in
carcere, mete in anni passati degli alcolizzati. Ora Roveredo, ex operaio in
una fabbrica che produceva tappi per bottiglie, oltre ad essere scrittore, è
giornalista, fa parte di varie organizzazioni umanitarie ed è operatore di
strada. Su quest’ultima professione l’autore afferma: «non scommetto sui
ragazzi che incontro per portarli a determinati traguardi, ma li osservo, li
ascolto con affetto e li invito a scommettere su se stessi». Lo scrittore ha descritto anche la sua
collaborazione con Maurizio Costanzo, «che mi ha spinto a scrivere, ma con cui
ho avuto anche notevoli divergenze», afferma Roveredo. L’importanza di scrivere
si avverte nelle parole dell’autore, che, dice, «ho cambiato scrittura e ho
cominciato a vivere». Roveredo ha concluso l’intervento spiegando il valore che
ha nella sua vita la famiglia, l’amore della moglie, che lo ha sostenuto ed
aiutato nel suo percorso, e dei figli. Lo scrittore nella sua testimonianza,
intrisa di un filo d’ironia, ha parlato non solo di sé ma soprattutto delle
persone incontrate nella vita, di cui scrive nel libro premiato "Mandami a
dire", che è andato a ruba tra i presenti. Roveredo è un uomo ed uno scrittore di estrema
umanità e modestia che ritiene «di non considerare straordinario che una
persona esca dal disagio, perché ciò dovrebbe essere possibile per tutti». L’iniziativa è stata finanziata dai Comuni di Bagnolo di Po, Giacciano con Baruchella e Trecenta, in collaborazione con la Provincia di Rovigo, la Fondazione Aida e l’Istituto comprensivo di Trecenta. ASAPS.IT EDMUNDO, “’O ANIMAO”, BECCATO ANCORA IN STATO
DI EBBREZZA AL VOLANTE. (ASAPS) SAN PAOLO (BRASILE) – Non si era fatto amare troppo nemmeno dai tifosi viola, quando si trasferì in Italia dal Brasile per giocare nella Fiorentina di Batistuta. A differenza di Gabriel, però, il brasiliano non si distinse per disciplina ed attaccamento alla squadra, diventando praticamente un pendolare tra Firenze e la sua San Paolo. Dal Brasile giungono ancora notizie del centravanti: a dicembre è stato arrestato dalla “Policia Rodoviaria” per guida pericolosa ed oltraggio a pubblico ufficiale. Solo una cospicua cauzione gli ha permesso di uscire di cella e tornare ai suoi allenamenti col Palmeiras, dove ha dovuto frequentare – questa è la notizia diffusa nei giorni scorsi – un corso di guida sicura. È stato fortunato, visti i precedenti: nel 1995 Edmundo era stato condannato a 4 anni e mezzo di prigione per aver ucciso tre persone in un incidente d’auto, beneficiando poi dell’assoluzione in appello. (ASAPS) SALUTEEUROPA.IT Il fenomeno
dell’ormesi e l’omeopatia: Seminario a Firenze
Il fenomeno dell’ormesi fu enunciato nel
secolo scorso da due ricercatori Arndt e Shulz (legge di Arndt-Shulz). L’ormesi
(etimologicamente: stimolazione) consiste nel fatto che molte sostanze,
nell’interagire con gli organismi viventi, possono esercitare effetti opposti:
un’azione stimolante a basse dosi e inibente ad alte dosi. Il fenomeno
dell’ormesi, che avrebbe potuto cambiare totalmente lo sviluppo della
farmacologia del secolo scorso, fu contrastato aspramente dalla scienza convenzionale
specialmente perché uno dei suoi enunciatori, Arndt, era un medico psichiatra
esperto anche in omeopatia. Del resto le affinità tra questo fenomeno e
l’omeopatia apparivano significative. Infatti il principio di similitudine,
cioè il principio portante della medicina omeopatica, afferma che una sostanza
che ad alte dosi può determinare una malattia, a dosi infinitesimali può
curarla. Tracce del principio di similitudine (e anche del fenomeno
dell’ormesi) si ritrovano nella storia della medicina. Un solo esempio fra
tutti: la ben nota osservazione di Ippocrate che l’Elleborus niger, pianta
capace di determinare una diarrea simile al colera, poteva in piccolissime dosi
curare proprio il colera. Il Prof. Edward J Calabrese, docente di
tossicologia all’Università del Massachusetts, studia il fenomeno dell’ormesi
da più di 13 anni ed egli ha potuto dimostrare la validità di questo fenomeno
per circa 5000 sostanze. La diossina che distrugge l’erba, tanto per fare un
esempio, a dosi infinitesimali fa crescere i prati. Ma anche piccole dosi di
radiazioni ionizzanti si rivelano protettive verso i danni provocati
dall’esposizione a dosi massicce di Rx. Così ancora, l’assunzione di moderate
dosi di alcool riduce il rischio di malattie vascolari, mentre alte dosi
aumentano tale rischio. Calabrese è impegnato in una personale battaglia
affinché la comunità dei farmacologi e dei tossicologi riconsideri tale
fenomeno anche perché l’ormesi potrebbe determinare uno sviluppo della
farmacologia verso la ricerca degli effetti farmacologici e terapeutici non
solo delle massime concentrazioni dei farmaci (ad azione inibente) ma anche del
potere terapeutico delle minime concentrazioni (ad azione stimolante). Le
piccole dosi, oltretutto, essendo per loro natura del tutto prive di effetti
tossici, limiterebbero l’insorgenza dei molteplici effetti collaterali dei
farmaci comunemente usati al giorno d’oggi e che rappresentano il peggiore
inconveniente della farmacologia convenzionale. Calabrese terrà la sua prima Conferenza in
Europa a Firenze, in occasione del Seminario organizzato dalla SIOMI dal titolo
"Challenging the dose-response dogma" che si terrà nell’Aula Magna
del Polo Didattico dell
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