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Rassegna stampa alcool e guida del 22 marzo 2006

IL GAZZETTINO (UD)

Congresso nazionale per alcolisti in trattamento

Sono 266 i Club degli alcolisti in trattamento (Cat) in Friuli Venezia Giulia, riuniti in 21 associazioni locali, le Acat, che coinvolgono circa 2.500 nuclei familiari. Per far conoscere la filosofia che li guida, «importata» in Italia nel 1979 dallo psichiatra croato Vladimir Hudolin, artefice del rivoluzionario approccio ecologico-sociale ai problemi alcolcorrelati, l’associazione regionale Arcat, che li raggruppa tutti, ha organizzato per il primo aprile a Trieste il sesto congresso regionale dei Club degli alcolisti in trattamento. All’incontro, cui è prevista la partecipazione di circa 700 persone, sono attese anche delegazioni di altre Arcat regionali, il presidente dell’Associazione nazionale dei Club (Aicat), Ennio Palmesino, e rappresentanti provenienti da Slovenia e Croazia.


 
LA PROVINCIA DI CREMONA

Alcool, sport e giovani a Soresina

SORESINA — Grazie alla relazione di Emanuele Sorini, medico del Sert, sul tema ‘Alcool e sport, una relazione pericolosa’, gli studenti del Ponzini, hanno imparato a conoscere le insidie di una pratica, quella del consumo di alcolici, paragonabile all’uso di sostanze stupefacenti per gli effetti negativi che ha sull’organismo e sulla mente. La conferenza si è svolta sabato mattina, nell’aula magna dell’Istituto, nell’ambito della quarta edizione di ‘Corritalia’, la manifestazione organizzata da Aics, Coop Lombardia, Coni e Comune (e la collaborazione del ‘Ponzini’, del Running Club e della Palestra Genesi). Dopo gli interventi degli ospiti, tra cui l’assessore allo sport Giulio Filippazzi e l’assessore provinciale all’ambiente Giovanni Biondi. «Vanno sfatati — ha spiegato Sorini — tutti i falsi miti legati al consumo di alcool. Non è vero che fa sangue, che riscalda, e tantomeno che fa digerire. E’ un anestetico che allenta i riflessi causando incidenti; dà uno stato di euforia ma in realtà non siete voi stessi, inibisce la prestazione sportiva, il lavoro e il sesso. Gli alcolici non sono un alimento, ma contengono solo zuccheri che fanno ingrassare. Basta berne piccole quantità per rischiare il ritiro della patente». Dopo le domande dei ragazzi, l’intervento del presidente provinciale del Coni Rodolfo Verga ha chiuso la conferenza. Domenica di buon mattino alcuni dei ragazzi dell’Istituto, insieme a molti appassionati podisti, hanno preso parte alla corsa campestre sul tracciato della ciclabile delle città murate con partenza da Ariadello.


 
IL GAZZETTINO (VICENZA)

PROTEZIONE CIVILE E CARABINIERI

L’impegno al meeting di Lonigo 

Tre giorni dell’Arma contro l’alcol

"Un soffio per la vita" è lo slogan scelto dal comando provinciale dei carabinieri di Vicenza per caratterizzare la partecipazione alla settima edizione del "Meeting della protezione civile" che si è concluso domenica a Lonigo.

Tre giornate di formazione e di esercitazione dei volontari durante i quali i militari dell’Arma, presenti con un proprio stand, hanno deciso di puntare l’attenzione sui pericoli legati all’abuso alcolico e alla guida in stato di ebbrezza sulle nostre strade.

«Allo scopo abbiamo messo a disposizione ben cinquecento boccagli da etilometro per far comprendere quali e quanti possono essere gli effetti sull’organismo e soprattutto sulla prontezza di riflessi dopo aver bevuto anche solo due bicchieri di vino magari mangiando un panino». A parlare è il capitano Giovanni Scarpellini, comandante della compagni di Thiene, e referente dell’iniziativa, insieme a numerosi collaboratori provenienti pure dalla compagnia di Thiene e dalla stessa stazione di Lonigo.

«Il nostro obiettivo specifico - continua l’ufficiale - è stato quello di sensibilizzare gli operatori della protezione civile alla cultura della prevenzione ben sapendo che l’eccesso di bevande alcoliche è causa della stragrande maggioranza degli incidenti stradali, ma anche delle liti familiari che possono sfociare in tragedie. Non ultimo l’episodio di Villaverla, con la morte avvenuta una decina di giorni fa, di un marocchino ferito da una coltellata: un dramma in cui l’assunzione di vino e birra ha giocato un ruolo non certo trascurabile».

Nello spazio espositivo allestito dai carabinieri, i mezzi in dotazione che possono essere utilizzati anche in caso di emergenze e calamità naturali: la stazione mobile con gruppo elettrogeno autonomo e le Land Rover Defender a sostegno del soccorso alpino.


 

IL GAZZETTINO (RO)

POLIZIA MUNICIPALE

Campagna informativa nelle scuole

Chioggia

L’assessore alla Polizia municipale, Guerino Boscolo Cocuccia, ed il comandante del corpo, Michele Tiozzo annunciano l’avvio di un’innovativa campagna di informazione e relazioni con il pubblico: "Polizia Municipale, tra i giovani, per i giovani", finalizzata a rafforzare i rapporti tra la Pm ed il mondo della scuola. Gli organizzatori si prefiggono di sostenere una più approfondita conoscenza, da parte dei frequentatori delle scuole di ogni grado, della importante realtà della polizia locale, i cui moltissimi, eterogenei e delicati compiti non sono tutti alla maggioranza dell’opinione pubblica. Cocuccia e Tiozzo rilevano che, fra la gente, prevale ancora l’errata convinzione che il personale sia addetto esclusivamente a vigilare sulle infrazioni al codice della strada, senza sapere che gran parte del lavoro svolto riguarda attività di carattere ispettivo ed investigativo, in settori complessi come la polizia giudiziaria, ambientale, edilizia, sanitaria, commerciale e amministrativa.

Un primo filone di attività punta a promuovere la conoscenza dell’attività della polizia locale, nelle scuole secondarie di primo grado. Alle superiori, invece, il personale della Pm illustrerà i pericoli indotti dall’alcol e dalla droga. Tratterà, inoltre, delle problematiche ambientali e di diritto. Vengono pure proposte speciali lezioni per le scuole dell’infanzia. Lezioni, visite e incontri potranno essere concordate con le direzioni di tutte le scuole di Chioggia.

R.P.


 

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (BASILICATA)

Lavello, baby triangolare per inaugurare il nuovo campo di calcetto

 LAVELLO Inaugurato, nello scorso fine settimana, il campo di calcetto adiacente allo stadio comunale «Pisicchio», appena rimesso a nuovo dall’amministrazione comunale. Dopo il taglio del nastro da parte del sindaco di Lavello e del vice sindaco Saverio Larocca, i «pulcini» delle locali società sportive (F.C. Lavello, P.G.S. e Junior Calcio) hanno dato vita ad un bel triangolare di calcio a 5, sull’erbetta sintetica della nuova struttura sportiva. Prima del calcio d’inizio, i baby calciatori si sono seduti a centrocampo, con indosso le magliette colorate dalla scritta «Dai un calcio all’alcool». Obiettivo dell’Assessorato allo Sport del Comune infatti, è stato quello di approfittare dell’inaugurazione per far circolare un preciso messaggio all’insegna della lotta alla devianza giovanile. «Lo sport - ha detto il sindaco ai giovanissimi calciatori - deve essere anche uno strumento per consentire la vostra crescita in modo sano». Al termine del triangolare è avvenuta la premiazione di tutti i partecipanti, con una medaglia ricordo consegnata dal vice sindaco ed Assessore allo Sport Saverio Larocca. «E’ stata una bella manifestazione - commenta Larocca - che ha visto l’intervento di genitori, bambini e sportivi. Ringraziamo le scuole calcio di Lavello per il loro contributo. Abbinando lo sport alle tematiche sociali - dice ancora - crediamo di essere riusciti a lanciare un preciso messaggio alle giovani generazioni. Tutto questo - conclude - al di là della soddisfazione per aver ridato una struttura sportiva alla comunità».


 

LUCERAWEB

Giovani sempre più attratti da alcol e droga 

E’ bastata un’indagine anonima su 69 studenti lucerini per confermare quanto sia serio e preoccupante il rapporto dei giovani con alcol e droga.

Lo studio, promosso e condotto dalla Sezione trasfusionale dell’ospedale “Lastaria”, in collaborazione con l’Avis di Lucera, ha infatti evidenziato un diffusissimo abuso di alcool ed uso di sostanze stupefacenti tra i giovani. Nelle rispettive comitive di appartenenza queste esperienze cominciano da giovanissimi e il ricorso a queste sostanze avviene occasionalmente o settimanalmente, e sembra quindi ormai tanto comune da modificare anche il linguaggio corrente.

Quasi tutti i giovani interrogati sull’argomento infatti conoscono il significato del termine gergale “sfracanamento”, inteso come “ubriacarsi, divertirsi, bere molto e fumare, quando uno sta come una pezza e non capisce niente”.

In 56 hanno dichiarato di avere conoscenti occasionali che fanno abuso di bevande alcoliche, ma ben 49 su 69 riferiscono che tra i loro amici abituali c’è chi abusa di alcool (oltre il 60%).

51 su 69 conoscono il significato del termine gergale collasso da alcool e 53 ragazzi hanno assistito almeno una volta al malore causato da alcool di amici o conoscenti.

Al quesito sulle droghe 42 studenti (su 69) hanno detto di avere tra i conoscenti occasionali qualcuno che fa uso di stupefacenti.

Prevalenza d’uso di canapa, ma anche eroina, cocaina ed ecstasy.

Anche nell’ambito delle amicizie abituali la percentuale di chi conosce ragazzi che fanno uso di stupefacenti è significativamente elevata: 31 su 69.

Questi sono solo alcuni dei risultati che saranno presentanti giovedì nel corso del Convegno Scuola e Avis che è stato promosso dall’Avis Regionale, dalla Regione Puglia e del MIUR Puglia, per favorire l’educazione alla convivenza civile e sociale e la sensibilizzazione alla donazione del sangue.

Le risultanze, ottenute mediante questionario anonimo proposto a 19 alunni tra 14 e 15 anni, 29 tra 16 e 17, 17 tra 18 e 19 e 4 tra 19 e 20 anni, evidenziano in modo chiaro la gravità di un fenomeno sempre più radicato nelle giovani generazioni.

“La società civile è chiamata a prendere atto di queste realtà e a dare risposte educative e formative che comportino la consapevolezza di tutti gli attori di questo processo (studenti, insegnanti, famiglie, associazionismo e istituzioni, classe politica e dirigenziale) – ha dichiarato il dottor Costantino Postiglione, coordinatore del gruppo di studio sui comportamenti e situazioni giovanili a rischio – perché il modello investigativo rappresentato è limitato a studenti della sola città di Lucera, ma può essere raffrontato a una realtà giovanile generalizzata, per cui l’indagine andrà approfondita ed allargata anche nei suoi infiniti aspetti socio-cultural-sanitari, oltre questo iniziale intervento di richiamo d’attenzione e di riflessione”.


 

ALTALEX

Anche il tossicodipendente ha diritto all’amministratore di sostegno

Tribunale Modena, decreto 08.02.2006 (Mario Pavone)

La legge n° 6 del 9 gennaio 2004, emanata a conclusione dell’Anno Europeo per le persone disabili, ha introdotto nel nostro ordinamento l’istituto dell’amministrazione di sostegno in applicazione del principio ispiratore della nuova normativa laddove enuncia che "La legge ha la finalità di tutelare, con la minore limitazione possibile della capacità di agire, le persone prive in tutto o in parte di autonomia nell’espletamento delle funzioni della vita quotidiana, mediante interventi di sostegno temporaneo o permanente,”

Sino alla promulgazione della Legge 6/2004, infatti, per affrontare le primarie necessità di vita di un anziano colpito da ictus o affetto da morbo di Alzheimer, di un tossicodipendente o di un alcolizzato, di un portatore di handicap sensoriale, di una persona immobilizzata o di un malato terminale, l’ordinamento non prevedeva alcuno strumento giuridico efficace ed al contempo flessibile.


 
ALTROCONSUMO.IT

Vino al metanolo: venti anni dopo

Era il marzo 1986 quando diversi ignari consumatori in Lombardia, Piemonte e Liguria rimasero avvelenati dal vino al metanolo. Sono passati ben venti anni dalla prima grande frode alimentare italiana, che causò la morte di 19 persone e la cecità di altre 15. Uno scandalo che mostrò fino a che punto possono arrivare la ricerca del profitto facile e la mancanza di scrupoli a danno della salute: varie aziende vitivinicole, non esitarono a far ricorso al metanolo, un alcol estremamente tossico, per alzare la gradazione alcolica di vini di scarsissima qualità. Le bottiglie incriminate furono poi vendute nei supermercati a consumatori attratti dal basso prezzo. Il triste esito di questa vicenda è stato un lungo processo, in cui si contestarono reati gravissimi, come l’omicidio volontario. Passati i tre gradi di giudizio, processi in cui Altroconsumo si è costituita parte civile, sono arrivate le condanne penali, ma purtroppo non i risarcimenti alle vittime (i colpevoli, infatti, si sono dichiarati falliti). Fino a oggi, infatti, le persone che bevendo il vino adulterato hanno subito un grave danno e i parenti delle vittime - che si sono autocostituiti in un comitato - non solo non hanno ricevuto un soldo dai colpevoli, ma sono stati abbandonati anche dallo Stato, che non ha provveduto a supplire all’insolvenza dei truffatori. Per risolvere la questione del risarcimento, Altroconsumo ha proposto, per ben tre anni di fila ma senza successo, un emendamento alla finanziaria che stanziasse il dovuto, cioè circa 15 miliardi delle vecchie lire: una cifra irrisoria per il bilancio dello Stato, ma che avrebbe definitivamente fatto giustizia. Questa strage ha portato però anche qualcosa di buono, e non soltanto nella produzione di vino, oggi più controllata. Ha infatti accentuato la sensibilità dell’opinione pubblica nei confornti della sicurezza alimentare: i Nas (Nuclei antisofisticazione dei carabinieri), per esempio, sono nati sull’onda di questo scandalo. E ha sollecitato in noi l’idea di chiedere la creazione di un fondo di garanzia per le vittime di frodi alimentari. Un "paracadute" che già esiste in altri settori, per esempio nel turismo, in cui il fondo serve a risarcire i clienti di tour operator scorretti: perché non anche in un ambito delicato come quello alimentare?


 

LA STAMPA

Giro di vite

SERGIO MIRAVALLE

Francia o Spagna purché se magna ma senza botelòn

Benedetta Europa. Mentre in Francia gli studenti, nipoti del ’68, si scatenano contro la legge sul primo impiego con libertà di licenziamento, a sud dei Pirenei nella Spagna di Zapatero si è vissuto un sabato sera ad alto contenuto alcolico. Colpa del “superbotelòn” raduno estemporaneo di giovani autoconvocati via internet e con migliaia di messaggini, con il solo scopo apparente di ubriacarsi insieme.

Un comportamento da popoli nordeuropei, trasferito nel Mediterraneo, con birra e superalcolici bevuti a fiumi dai “boteloeros, i quali però non disdegnano ovviamente neppure il vino. Nella sola Granada 54 giovani sono finiti in coma etilico e negli scontri con la polizia da Barcellona a Salamanca, decine di ragazzi hanno smaltito la sbornia in cella. E sabato sera si ricomincerà.

Che dire? “Francia o Spagna purché se magna” si diceva un tempo in Italia, ma la superciucca collettiva ispirata dal tam tam della rete c’è da sperare che venga imitata nelle nostre piazze, dove già non mancano eccessi pre e post discoteca.

La cultura del vino ha abbandonato da tempo il mito bacchico della sbronza, sciegliendo la strada della piacevole e controllata esplorazione di qualità. Meglio in questo caso restare autarchici.


 
IL GAZZETTINO (TREVISO)

Nel territorio operano molti gruppi, dagli alcolisti anonimi a quelli che si occupano di anziani: l’Usl 9 ha deciso di monitorarli

Mutuo-aiuto, volontari a registro

Ieri la firma di un’intesa fra il Centro di servizio e la direzione generale di Borgo Cavalli

Sono sempre più numerosi i gruppi di "auto mutuo aiuto" nel nostro territorio. Dagli "storici" alcolisti anonimi alle più recenti esperienze che coinvolgono gli anziani, viene offerta la possibilità di uscire dal tunnel condividendo le proprie paure, i desideri, i dubbi con persone che vivono lo stesso problema. Nell’Usl 9 i gruppi di questo tipo registrati ufficialmente sono una ventina, ma si calcola che quelli informali raggiungano le 150 unità, per un totale di oltre 500 nell’intera provincia. Per monitorare la situazione, contare le esperienze e valutarne l’efficacia è stato ideato il progetto "Giro di boa" che vede coinvolto il Centro di servizio per il volontariato e la direzione generale dell’Usl 9. Ieri in via Ospedale la firma del protocollo d’intesa tra il presidente Alfio Bolzonello e il dottor Claudio Dario.

«E’ un atto importante nel percorso collaborativo tra varie realtà», sottolinea il direttore dell’Usl, convinto che «salute non è solo assenza di malattia ma ricerca del benessere». In questo caso la ricerca viene svolta in gruppo perché così le difficoltà si trasformano e mutano dimensioni, colori, consistenza. In quelle che appaiono montagne scure si aprono varchi di luce. E’ l’esperienza raccontata ieri da Tali Corona, presidente dell’Aitsam, impegnata sul fronte del disagio mentale. «I nostri gruppi - spiega la signora Corona - aiutano la persona ad operare un reale cambiamento spostando l’attenzione su di sé». A volte il disagio di un familiare provoca lo sbilanciamento totale di chi sta accanto e si immola con spirito di sacrifico. Ma chi non ama sé non può amare gli altri e tale consapevolezza, condivisa con il gruppo, porta a mutare registro, superando i sensi di colpa. Analoga l’esperienza dell’Acat, presieduta da Giovanni Favaro: nell’Usl 9 sono 40 i club degli alcolisti in trattamento per un totale di 400 famiglie. Entrambe le esperienze rientrano nei gruppi di "auto mutuo aiuto" dove i soggetti risultano alla pari, con un "facilitatore": persona che ha vissuto la stessa esperienza dei partecipanti. La seconda modalità è costituita dai gruppi di "auto aiuto" coordinati da un professionista.

Attualmente queste due tipologie ottengono rilevanti risultati nel settore della disabilità, dell’alimentazione (per chi ad esempio ha problemi di anoressia), della tossicodipendenza. Diffuse le esperienze rivolte a singole patologie come Alzheimer e Parkinson, accanto a nuove realtà come ad esempio gli anziani del centro "Mai soli" gestito dalla Pro senectute.

Laura Simeoni


 

IL GAZZETTINO (TREVISO)

E’ stato votato all’unanimità, ...

E’ stato votato all’unanimità, lunedì pomeriggio, dai trentasette sindaci dell’Usl 9, il bilancio di previsione 2006 dell’azienda socio-sanitaria. Un bilancio da 15.991.049 euro, in cui spicca un dato essenziale, soprattutto per le casse dei singoli municipi: la conferma della quota che ciascun Comune deve corrispondere, per abitante, all’Usl, rimasta ferma a 25,91 euro. "Malgrado il potenziamento di alcuni servizi e l’introduzione di altri - spiega Liviana Scattolon, presidente della conferenza dei sindaci dell’Usl 9 -, siamo riusciti, grazie alla disponibilità della stessa azienda sanitaria, a contenere le spese, mantenendo la quota in vigore ormai dai 2003. Non è un risultato da poco, se si pensa che, inizialmente, si prospettava un aumento di ben 3 euro". Che per un comune di 84mila abitanti come Treviso, avrebbe significato un aggravio di oltre 250mila euro: "Il bilancio di previsione era pronto già a fine anno - continua la Scattolon -, ma ci sono voluti mesi di lavoro per chiuderlo con questi numeri, senza andare a comprimere i servizi erogati. Se ci siamo riusciti, un grazie va al gruppo che ha lavorato per raggiungere questo scopo, vale a dire il dottor Giuseppe Dal Ben dell’Usl, Valerio Mardegan, presidente del Distretto 2, gli assessori di Treviso Giorgio Gaio e Corrado Cecconato e l’assessore moglianese Luca De Rovere".

Il bilancio, come detto, sfiora, per dimensioni, i 16 milioni di euro. Tra le entrate principali spiccano i 3 milioni e 823mila euro di contributi regionali, pari al 23,91% del totale, e, ovviamente, i 10 milioni e 278.772 euro di contributi comunali, il 64,28\%. La compartecipazione degli utenti al pagamento dei servizi, invece, si assesta sugli 892.572 euro, mentre l’avanzo di gestione degli anni precedenti è stato quantificato in 454.194 euro. Di contro, sul fronte delle uscite, la gran parte delle risorse incamerate dall’azienda socio-sanitaria trevigiana viene destinato all’Area disabili: 9 milioni e 220.810 euro, vale a dire il 57,66% del totale.

Il ricovero di disabili adulti assorbe la gran parte di questa cifra, 2 milioni e 284mila euro, mentre un milione e 736mila euro è indirizzato alla copertura delle convenzioni con le comunità alloggio. Un milione e 657mila euro, poi, è destinato al trasporto di portatori di handicap, mentre un milione e 285mila euro è impegnato invece per il servizio di assistenza scolastica nei centri ricreativi estivi: entrambe queste ultime voci sono quest’anno in aumento. Un’altra grossa fetta delle risorse a disposizione dell’Usl 9 vanno all’Area materno-infantile: 2 milioni e 425mila euro. Anche in questo caso, come per i disabili, a pesare sono i ricoveri, un milione e 54mila euro, mentre altri 195.825 mila riguardano il Progetto distrettuale tutela dei minori.

Le altre aree di intervento richiedono spese molto più contenute, come i 714.645 euro destinati all’Area salute mentale, con 546mila euro relativi ai percorsi riabilitativi individuali per utenti Dsm attraverso l’inserimento in appartamenti protetti e convenzioni per il loro inserimento lavorativo. Altri 72mila euro, invece, vengono destinati all’allargamento dei centri di aggregazione sociali e all’attivazione di "facilitatori e mediatori". Quanto all’Area delle politiche giovanili, le spese sono preventivate in 324.257, di cui gran parte, 289mila euro, alla cooperativa Alternativa. Altri 25mila, invece, sono indirizzati alla cooperativa Diogene per un progetto di creatività sociale.

L’Area delle dipendenze prevede per il 2006 un costo di 98mila euro, di cui la gran parte dedicata alla convenzione con la Coges per affrontare il problema della tossicodipendenza; i rimanenti 23mila euro riguardano invece la convenzione con l’Acat, che si occupa di alcolismo.Costi relativamente contenuti anche per l’Area anziani, 375mila euro, di cui 350mila per i buoni di servizio e l’assegno di sollievo, e altri 25mila per il progetto Rete Alzheimer.Sul fronte delle uscite, spiccano infine di 2 milioni e 389mila euro per il personale, e i 443mila euro legati a costi indivisi, indiretti e ammortamenti.

Lina Paronetto


 

IL GIORNALE DI CALABRIA

E’ quanto si evince da uno studio presentato a Milano, ma occorre fare attenzione a non esagerare

ROMA. Una tazzina di espresso? Può fare molto di più che liberarci dal torpore mattutino o del dopo pranzo: protegge infatti il nostro fegato da malattie gravi come la cirrosi epatica e il tumore, soprattutto quando il soggetto é ad alto rischio per queste patologie perché, ad esempio, consuma molti alcolici. La buona notizia arriva dalla revisione di una serie di studi che hanno avuto, negli anni, come protagonista la bevanda più amata dagli italiani. Un compendio di risultati presentato durante l’incontro ’La terapia delle malattie epatiche’ da Alessandra Tavani, che ha condotto lo studio con Carlo La Vecchia, entrambi dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano. Ma attenzione comunque a non esagerare con l’espresso, avverte il promotore dell’incontro Adolfo Francesco Attili, Ordinario di Gastroenterologia presso l’Università di Roma La Sapienza: troppi caffé possono dare disturbi come tachicardia e difficoltà ad addormentarsi. Questi risultati, spiega Attili, "non devono invogliare a un consumo esagerato di caffé, ma sono importanti perché possono portare alla scoperta delle molecole protettive che esso contiene, probabilmente antiossidanti come i diterpeni". Il consumo di caffé, sottolinea Tavani, è associato a riduzione di rischio della cirrosi: infatti, maggiore è il consumo della bevanda nera, minore la presenza della gamma-glutamil transferasi (GGT), un indicatore della malattia. Questa associazione tra consumo di caffé e protezione epatica é particolarmente evidente in soggetti ad alto rischio cirrosi, come i forti bevitori di alcolici. Un simile legame tra consumo di caffé e salute del fegato è stato osservato in italiani e giapponesi con un altro indicatore del danno epatico, l’enzima alanina aminotransferasi (ALT). Maggiore è il consumo di caffé, minore il livello di ALT. Vari studi dimostrano che bevitori di alcol che consumano 4 o più tazzine di caffé al giorno hanno un rischio di cirrosi di cinque volte ridotto rispetto ad individui che bevono molto alcol ma non caffé, prosegue la Tavani. Inoltre, il rischio di morte per cirrosi è ridotto del 30% circa per i forti bevitori che consumano caffé. E non è tutto: analoga riduzione di rischio si riscontra nei confronti dell’epatocarcinoma, il tumore del fegato.


 

L’ARENA

BOVOLONE. Razzìa in negozio e carabinieri picchiati

Tre arresti in sei ore per furti e violenza

Bovolone. Tre arresti in sei ore. È il record raggiunto ieri dai carabinieri di Bovolone che si sono ritrovati a fare i conti con un uomo completamente ubriaco che prima ha picchiato il barista del locale in cui si trovava e poi anche i militari che erano andati in soccorso dell’esercente. Conclusa questa operazione, è stata la volta, poco dopo le 19, di un gruppo di giovani nigeriani - tre donne ed un uomo - che hanno razziato un negozio di abbigliamento. Due di loro sono state arrestate: si tratta di una coppia di ragazze entrambe ventiquattrenni, portate in carcere con l’accusa di furto aggravato in flagranza.

All’una del pomeriggio la compagnia locale dell’Arma è stata chiamata perché in un bar della città un operaio quarantenne, P.S., completamente ubriaco, era venuto alle mani con il titolare del locale che probabilmente era intervenuto a seguito delle continue liti con gli avventori. Raggiunto il posto, i carabinieri hanno chiesto i documenti al «molestatore»: in quel momento il quarantenne ha dato in escandenze ed ha preso a botte i militari. Uno di essi è rimasto ferito ed ha riportato una distorsione. L’uomo è stato arrestato con l’accusa di violenza e resistenza a pubblico ufficiale.

Sei ore più tardi una pattuglia dei carabinieri, che si trovava in servizio di prevenzione di furti e rapine in centro, è potuta intervenire tempestivamente all’allarme lanciato da un negozio di abbigliamento. Raggiunti i paraggi, i militari hanno visto che, poco distante, quattro persone se la stavano dando a gambe per le vie della città. I carabinieri li hanno perciò rincorsi a piedi e sono riusciti a fermare due donne - B.A. e J.O., entrambe di 23 anni, nigeriane - che avevano in borsa camicie, magliette e canotte. Sono state arrestate per furto aggravato in flagranza.

Ieri mattina per tutti e tre si sono svolti i processi per direttissima in tribunale a Verona. Sia l’uomo accusato di violenza che le due donne accusate di furto sono stati condannati a quattro mesi ed hanno avuto la pena sospesa. La ventitreenne J.O., inoltre, è stata raggiunta da un ordine di espulsione. (d.a.)


 

IL GAZZETTINO (BELLUNO)

PONTE NELLE ALPI Il fatto è avvenuto di notte a Polpet. La polizia l’ha denunciato

Ubriaco scalcia per entrare nel bar e manda in frantumi la porta di vetro

Ponte nelle AlpiSchiamazzi e disordini la notte scorsa nella frazione di Polpet di Ponte nelle Alpi. Poco dopo la mezzanotte fra le giornate di lunedì e martedì, un avventore abituale ha cercato di entrare nel locale nonostante quest’ultimo avesse già la porta chiusa e i gestori all’interno fossero impegnati nelle consuete pulizia di chiusura.

A nulla sono valsi gli sforzi dei gestori per dissuaderlo dall’intenzione. Il cliente (T.R.) ha infatti scalciato la porta con tanta violenza da provocare la rottura del vetro posto nella parte inferiore. Nemmeno a questo punto i due gestori hanno perso la pazienza e, dopo essersi sincerati che il cliente, in stato di evidente ubriachezza, non avesse subito danni, lo hanno nuovamente invitato ad allontanarsi.

Vani gli sforzi anche in questo caso al punto che si è reso necessario chiamare il 113.

Sul posto sono quindi giunti gli agenti di una volante della Polizia di Stato che, dopo aver contattato i titolari del bar e aver ricostruito la dinamica dei fatti, ha riaccompagnato T.R. al suo domicilio. Lo stesso si era infatti rifiutato di essere condotto presso l’ospedale di Belluno per eventuali cure mediche. Ma la Polizia, meno indulgente dei gestori del locale, non ha potuto evitare di deferire lo stesso all’autorità giudiziaria per evidente stato di ubriachezza.


 

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (BRINDISI)

Graziato dal presidente Ciampi

Nel 1999 aveva ucciso il fratello per difendere gli anziani genitori Il Capo dello Stato ha accolto la richiesta avanzata dai legali

FASANO Il Presidente della Repubblica ha firmato la grazia per il fasanese Leonardo Schena. A chiedere a Carlo Azeglio Ciampi il provvedimento di grazia per il 32enne fasanese che il 21 maggio del 1999, dopo l’ennesima lite familiare uccise il fratello, stanco delle minacce e delle percosse che quello rivolgeva agli anziani genitori, erano stati nel maggio del 2004 gli avvocati di Schena. L’attesa è stata lunga, ma alla fine la grazia è arrivata. Il Presidente della Repubblica ha firmato il provvedimento il 15 marzo scorso. La tenacia degli avvocati Gianvito Lillo, Francesco Saponaro e Giuseppe Sernia, i tre legali che hanno assistito l’omicida in ogni fase del processo, alla fine è stata premiata. Leonardo Schena - che per l’omicidio del fratello Stefano era stato condannato in primo grado, dal gip, a 9 anni e 4 mesi di reclusione, condanna ridotta in appello a 7 anni - doveva scontare ancora 5 anni e 3 mesi di reclusione. In virtù del provvedimento firmato dal Capo dello Stato nei giorni scorsi è stato immediatamente rimesso in libertà. L’omicidio avvenne il 21 maggio del 1999. La vittima si chiamava Stefano Schena, 32 anni, alle spalle un passato di tossicodipendente e qualche problema con l’alcool. Ad ucciderlo fu il fratello. La tragedia si consumò sotto gli occhi dei genitori. Nel cuore della notte. Stefano Schena era appena rientrato a casa. Gli bastò un futile pretesto per accendere l’ennesima lite con la madre. Accecato dall’ira, e dai fumi dell’alcool, iniziò a distruggere il mobilio e le suppellettili. Leonardo fu svegliato dal trambusto provocato dai piatti e dai bicchieri che andavano in frantumi ed uscì dalla stanza da letto per vedere quello che stava accadendo. Non era la prima volta che il fratello si lasciava andare a gesti violenti nei confronti dei genitori. Leonardo Schena intervenne nella discussione nel tentativo di far ragionare il fratello. Ma questi non gradì l’intervento e così l’ennesima lite familiare sfociò in tragedia. Il dramma si consumò nel giro di pochi secondi. Leonardo Schena entrò nella stanza da letto dei genitori e imbracciò il fucile da caccia del padre. Esplose due colpi. Due fucilate - spiegò più tardi ai carabinieri l’omicida, che non tentò neanche di darsi alla fuga e attese l’arrivo dei militari dell’Arma seduto affianco al letto dove il padre, infermo, era costretto a vivere - esplose con l’intenzione di mettere la parola fine una volta per tutte ad una storia di maltrattamenti e minacce. Ora, a distanza di sette anni dall’omicidio, per Leonardo Schena è arrivata la grazia del Presidente della Repubblica. Mimmo Mongelli

Per ammazzare il fratello e difendere il padre e la madre era stato costretto ad imbracciare per la prima volta un fucile


 

LA GAZZETTA DI PARMA

Lite in discoteca: spunta un coltello

Denunciato 26enne nocetano

FELINO Con un coltello a serramanico ha minacciato i proprietari e alcuni clienti di una discoteca di Felino, da cui era stato invitato ad andarsene per l’evidente stato di ebbrezza in cui versava. Sono stati attimi di paura quelli vissuti sabato notte all’interno di un locale del paese. Il protagonista in negativo della vicenda è M. G., un nocetano di 26 anni, che nel fine settimana ha deciso di trascorrere una serata a Felino. Intorno alle due di notte, dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo, il giovane è stato allontanato dal locale pubblico ma, complice il gran numero di ragazzi e ragazze che entravano e uscivano dalla discoteca, è riuscito a eludere i controlli all’ingresso e a intrufolarsi all’interno


 

LA GAZZETTA DI PARMA

Quaranta nocetani a lezione di vino

All’ « Aquila Romana » si sono ritrovati gli appassionati del nettare di Bacco

All’ « Aquila Romana » si sono ritrovati gli appassionati del nettare di Bacco Quaranta nocetani a lezione di vino NOCETO Secondo alcuni il nome indicherebbe una zona franca, una zona libera da tasse e da gabelle in epoca medievale che beneficiava della presenza di abbazie e priorati, potendo così godere di particolari privilegi. Secondo altri invece il nome sarebbe da ricondurre alla breve permanenza del francese Carlo d’Angiò e delle sue truppe in questa terra. Sta di fatto che il Franciacorta è uno degli spumanti più amati sulle tavole italiane e non solo.

 f.g.


 

 

Il Centro

a Ortona 700 etichette per il vino del sindaco

 

La Tribuna di Treviso

l’associazione città del vino diffidate del finto barrique

 

Il Resto del Carlino (R. Emilia)

Il vino dell’anima non rientra tra le droghe

 

Il Tirreno

il business? 30mila viti

studente in gita finisce in coma etilico

l’età del primo bicchiere si abbassa sempre più

studente in coma per l’alcol

in coma sul pullman per troppo alcol

inchiodato dal test all’etilometro dopo aver provocato un incidente

il primo bicchiere già ad undici anni

giovedì sera, il giorno degli alcolisti anonimi

in coma da alcol alla gita scolastica
 
Corriere del Veneto

Meno alcol, regole nuove in discoteca

Sane, sicure e analcoliche « In discoteca regole nuove »

 

Corriere Alto Adige

Ubriaco al volante: assolto

Alcol nella guida Convegno medico al San Maurizio

 

Il Giorno (Sondrio)

Giovedì, 23 Marzo 2006
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