(ASAPS) BRUXELLES – Negoziati intensi come per la decisione di una guerra: per oltre 24 mesi i ministri dei Trasporti di tutta l’Unione Europea hanno deciso come doveva essere, quando farla entrare in vigore e soprattutto quali elementi vi dovessero essere riportati: finalmente siamo arrivati al momento più importante, il definitivo via libera. Da questa mattina, infatti, la patente di guida sarà uguale per tutti gli stati europei – almeno da un punto di vista formale – e nel giro di breve tempo tutti gli oltre cento modelli nei portafogli e nelle borsette dei cittadini dell’unione, in tutto oltre 455 milioni, molti dei quali muniti di titolo alla conduzione. Gli stati interessati sono per ora i 25 membri e dal 2013 dovranno essere pronti a rilasciarlo ad ogni neopatentato ed a sostituire progressivamente chi già è in possesso di un modello oggi valido: avrà la forma di una carta di credito, simile dunque a quella italiana attualmente in vigore, avrà un chip con i dati biometrici e con quelli inerenti ogni informazione relativa al documento ed al possessore (e le forze di polizia dovranno essere munite di un lettore per scaricarne i dati) ed avrà moltissimi elementi antifalsificazione.
Tra gli scopi di questa normativa – voluta con forza dal Parlamento Europeo – c’è innanzitutto quello di impedire il cosiddetto “turismo delle patenti”, evitando a cittadini dell’Unione che intendano trasferirsi da uno stato all’altro, di dover perdere tempo in rinnovi e conversioni, creando incertezza e fastidi. Insomma, un francese che venga in Italia, non dovrà convertire la propria patente: in tal proposito si veda proprio un quesito in merito al quale ha risposto la nostra redazione nei giorni scorsi. Da tenere in debita considerazione poi che il sistema impedirà a chi oggi ha più patenti di scampare ai sistemi sanzionatori imposti dai singoli stati: insomma, è possibile che anche la questione della decurtazione dei punti da uno stato all’altro possa fare un passo avanti, come del resto sul fronte degli esami di guida con programmi comuni a tutti i Venticinque. Passa invece il principio della patente obbligatoria (ed ovviamente comune per tutti) per la guida dei ciclomotori e della possibilità di prevedere un accesso progressivo alle moto più potenti, che cominci a 16 anni e che si concluda ai 24: in questo frangente sono state tenute in debita considerazioni le statistiche relative alla mortalità fra i biker, che continua a crescere nonostante la politica di controlli e che fa temere nuove leggi comuni più restrittive agi appassionati delle dueruote. L’impulso decisivo è stato impresso dall’Austria – presidente di turno – che ha messo in riga gli oppositori alla questione del rinnovo obbligatorio della patente di guida, che in molti stati (l’Austria stessa, ma anche la Francia, la Germania ed il Belgio) non è attualmente previsto. I mediatori hanno trovato una soluzione prevedendo una durata di dieci anni, estendibili a quindici, e che gli Stati possano protrarre fino al 2032 la progressiva sostituzione di tutti i documenti attualmente validi. (ASAPS) |