Gentile Assessore Morri,
sono la mamma di Raffaele, un ragazzo morto a 19 anni in una di quelle che
chiamano "stragi del sabato sera". Da quando ho perso mio figlio,
nove anni fa, combatto con tutte le mie energie perchè altre mamme non debbano
passare quello che ho passato io.
In tanti anni di incontri, di scontri, abbracci, lacrime e battaglie, ho visto
proporre e nascere le più strampalate iniziative, in tutta l’Italia, nel nome
della sicurezza stradale, ma nessuna, le assicuro, sciocca e controproducente
come quella che intende promuovere lei, distribuendo il vino in discoteca.
Portare alcol nei locali per prevenire gli incidenti stradali alcolcorrelati è
una cosa tanto sciocca e paradossale che mi farebbe sorridere, se non
conoscessi bene di quale tragico problema stiamo parlando.
Ci sarebbero molte osservazioni da fare, per spiegare quanto assurda sia la
vostra iniziativa, ma temo che lei non voglia o non possa capire. Perchè se ha
partorito un’idea del genere, significa che lei non sa nulla di sicurezza
stradale, non sa nulla di problemi alcolcorrelati. A meno che la sua proposta
risponda solamente ad interessi
commerciali, passando sulla pelle dei ragazzi nel nome del denaro, il che
sarebbe ancora peggio.
In entrambi i casi, la invito a provare un po’ di vergogna.
Sono a sua disposizione.
Saluti.
Carla Mariani Portioli
Vice Presidente Associazione Europea Familiari e Vittime della Strada
onlus tel. e fax: 0522/836830
P.S.: domani, 28 marzo, Raffaele avrebbe compiuto 27 anni.
Egregio Assessore Morri,
leggo dell’iniziativa del vino in
discoteca (segue una breve rassegna dei commenti provocati) e sono
esterrefatto. Noi ci battiamo da 25 anni per riuscire a far passare una
informazione più corretta sui danni dell’alcol, che fa 40.000 morti all’anno in
Italia, perchè troviamo indecente che questi 40.000 morti non siano stati
informati per tempo dei rischi che correvano (si veda in proposito il
recente Rapporto Chabalier in Francia), e dobbiamo ancora
sentire, dopo anni, queste campagne sul "buon vino", per di più
dirette ai giovani.
Ma caro assessore,
non esiste il "buon vino" o il "buon bicchiere" come si
legge sempre in queste campagne-fotocopia. L’alcol etilico è alcol etilico, è
sempre C2H5OH, che lo faccia il contadino o che lo faccia l’industriale, è
sempre una sostanza tossica, è stata dichiarata droga dall’O.M.S., ed è
potenzialmente cancerogena.
Io capisco che bere vino faccia parte della
nostra cultura, ma, come in Francia, i produttori di vino, ed i loro
propagandisti, dovrebbero accontentarsi di descrivere le qualità
organolettiche, rivolgendosi a coloro che hanno già deciso di bere,
non possiamo, non dobbiamo inventarci effetti
benefici sulla salute che non si possono dimostrare, non si può sfidare le
legge sostenendo che intanto qualche ora dopo sarà stato metabolizzato e si
potrà guidare.
Caro assessore, ci sono già in Italia 1.500
morti all’anno per "alcol passivo" cioè pedoni, ciclisti e
automobilisti inconsapevoli ed innocenti, uccisi da guidatori che avevano
bevuto, per favore, non scherziamo col fuoco.
Infine, trovo
immorale cercare di agganciare i giovani, soprattutto i minori, solo per
rimpiazzare il mercato dei bevitori che in età matura capiscono in che
vicolo cieco si sono cacciati e si allontanano dalle bevande alcoliche.
La legge quadro sull’alcol (125/01) all’art. 13
dice proibisce:
"l’attribuire efficacia o indicazioni
terapeutiche che non siano espressamente riconosciute dal Ministero della
sanità"
"rappresentare in modo positivo
l’assunzione di bevande alcoliche o superalcoliche"
"pubblicizzare direttamente o indirettamente
le bevande alcoliche e superalcoliche nei luoghi frequentati prevalentemente
dai minori di 18 anni di età"
Lasci che i produttori si
facciano pubblicità da soli, e se ne assumano la responsabilità, gli
amministratori degli enti pubblici farebbero meglio ad occuparsi più
efficacemente dei problemi sociali causati dall’alcol.
Distinti saluti
Ennio Palmesino
- Presidente Associazione Italiana dei Club degli Alcolisti in Trattamento
Egregio Assessore,
mi chiamo Roberto Graffieti abitante a Crodo Prov. di Verbania.
Frequento dal 2000 il CAT (Club Alcolisti in Trattamento) in quanto il
consumo di bevande alcoliche ha prodotto non pochi problemi all’interno della
mia famiglia.
Il percorso intrapreso all’interno e all’esterno del Club e in cui ho
partecipato sempre più intensamente, ha prodotto in me la consapevolezza che la
cultura del bere alcolico della comunità e l’inevitabile sottovalutazione
(purtroppo anche mia) che essa ha e continua produrre è la causa delle oltre
30.000 morti sul territorio italiano in un anno. (Fonte Eurispes anno 2000).
Questa sottovalutazione, appresa con preoccupazione e non glieLo
nascondo anche con irritazione, ho riscontrato anche nella sua proposta di
promuovere il vino all’interno delle discoteche della riviera romagnola.
Più si sottovaluta un problema e più, inevitabilmente, aumentano i
rischi e in questo caso (parlando di alcol che come Lei già saprà è una
sostanza tossica e classificata come droga dall’Organizzazione Mondiale della
Sanità), aumentano i rischi per la salute e il benessere delle persone.
Persone, Assessore, esseri umani e non solo consumatori che devono far
girare l’economia del Paese. Discutibile comunque anche dal punto di vista di
quanto incidano i danni alcolcorrelati sulle spese della gestione sanitaria
dello Stato.
In Piemonte stiamo elaborando un progetto che definiremmo “Alcol e
guida” che, proposto a livello nazionale, ha già avuto il patrocinio dell’ASAPS
(Associazione Sostenitori Amici della Polizia Stradale) e che ci vede
collaborare con l’Associazione dei Famigliari delle Vittime della Strada e le
assicuro che tutto potremmo pensare per ridurre gli incidenti stradali e “le
morti del sabato sera” tranne che proporre l’assunzione, ancorché controllata
del “Buon vino” come Lei sostiene. Caro Assessore, l’alcol è alcol qualunque
veste gli si dia (vino, birra, aperitivo alcolico, superalcolico o mascherandolo
e spacciandolo per succo di frutta) o comunque lo si definisca dal punto di
vista qualitativo (buono, discreto, ottimo, pessimo). Produce comunque e sempre
gli stessi effetti sulle persone.
Ho sempre considerato l’Amministrazione Regionale Emiliana e Romagnola
all’avanguardia nella gestione della cosa pubblica e nella promozione della
cultura. Non mi faccia ricredere. Si confronti con le famiglie dei CAT e le
loro Associazioni che pure esistono anche nella Sua Regione.
Faccio appello al suo senso di responsabilità per il bene comune. Prenda
atto che ha proposto una iniziativa di cui non le erano pienamente conosciuti
gli effetti dannosi che poteva produrre e la ritiri.
La mia non vuole essere una guerra contro l’alcol, mi creda. Credo che
ogni persona sia libera di gestire il proprio bere alcolico, e la propria vita,
come meglio crede ma sono convinto che per farlo in piena libertà e
consapevolezza debba essere informata nel modo migliore sulle conseguenze delle
sue scelte. La disinformazione non è certo la maniera migliore per raggiungere
questo obiettivo.
Mi auguro, da persona che ricopre tale incarico pubblico, voglia
prendere in considerazione questa mia e Le invio i miei
Cordiali saluti
Roberto Graffieti
E’ veramente sconcertante
l’iniziativa di promuovere vino per scongiurare i danni correlati al consumo e
all’abuso di alcol.
Rimango allibito e
senza parole.
Dott. Antonio Abrignani
Sociologo
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