Venerdì 22 Novembre 2024
area riservata
ASAPS.it su
Posta 30/03/2006

PUBBLICHIAMO ALCUNI INTERVENTI, CHE CI SONO GIUNTI PER CONOSCENZA, IN RISPOSTA ALL’INIZIATIVA DELL’ASSESSORE PROVINCIALE DI RIMINI CHE PREVEDEVA LA DISTRIBUZIONE DI VINO NELLE DISCOTECHE PER PREVENIRE “LE STRAGI DEL SABATO SERA”

Gentile Assessore Morri,
sono la mamma di Raffaele, un ragazzo morto a 19 anni in una di quelle che chiamano "stragi del sabato sera". Da quando ho perso mio figlio, nove anni fa, combatto con tutte le mie energie perchè altre mamme non debbano passare quello che ho passato io.
In tanti anni di incontri, di scontri, abbracci, lacrime e battaglie, ho visto proporre e nascere le più strampalate iniziative, in tutta l’Italia, nel nome della sicurezza stradale, ma nessuna, le assicuro, sciocca e controproducente come quella che intende promuovere lei, distribuendo il vino in discoteca. Portare alcol nei locali per prevenire gli incidenti stradali alcolcorrelati è una cosa tanto sciocca e paradossale che mi farebbe sorridere, se non conoscessi bene di quale tragico problema stiamo parlando.
Ci sarebbero molte osservazioni da fare, per spiegare quanto assurda sia la vostra iniziativa, ma temo che lei non voglia o non possa capire. Perchè se ha partorito un’idea del genere, significa che lei non sa nulla di sicurezza stradale, non sa nulla di problemi alcolcorrelati. A meno che la sua proposta risponda solamente ad interessi commerciali, passando sulla pelle dei ragazzi nel nome del denaro, il che sarebbe ancora peggio.
In entrambi i casi, la invito a provare un po’ di vergogna.
Sono a sua disposizione.
Saluti.
Carla Mariani Portioli
Vice Presidente Associazione Europea Familiari e Vittime della Strada
onlus tel. e fax: 0522/836830


P.S.: domani, 28 marzo, Raffaele avrebbe compiuto 27 anni.


Egregio Assessore Morri,

leggo dell’iniziativa del vino in discoteca (segue una breve rassegna dei commenti provocati) e sono esterrefatto. Noi ci battiamo da 25 anni per riuscire a far passare una informazione più corretta sui danni dell’alcol, che fa 40.000 morti all’anno in Italia, perchè troviamo indecente che questi 40.000 morti non siano stati informati per tempo dei rischi che correvano (si veda in proposito il recente Rapporto Chabalier in Francia), e dobbiamo ancora sentire, dopo anni, queste campagne sul "buon vino", per di più dirette ai giovani.
Ma caro assessore, non esiste il "buon vino" o il "buon bicchiere" come si legge sempre in queste campagne-fotocopia. L’alcol etilico è alcol etilico, è sempre C2H5OH, che lo faccia il contadino o che lo faccia l’industriale, è sempre una sostanza tossica, è stata dichiarata droga dall’O.M.S., ed è potenzialmente cancerogena.

Io capisco che bere vino faccia parte della nostra cultura, ma, come in Francia, i produttori di vino, ed i loro propagandisti, dovrebbero accontentarsi di descrivere le qualità organolettiche, rivolgendosi a coloro che hanno già deciso di bere, non possiamo, non dobbiamo inventarci effetti benefici sulla salute che non si possono dimostrare, non si può sfidare le legge sostenendo che intanto qualche ora dopo sarà stato metabolizzato e si potrà guidare.

Caro assessore, ci sono già in Italia 1.500 morti all’anno per "alcol passivo" cioè pedoni, ciclisti e automobilisti inconsapevoli ed innocenti, uccisi da guidatori che avevano bevuto, per favore, non scherziamo col fuoco.

Infine, trovo immorale cercare di agganciare i giovani, soprattutto i minori, solo per rimpiazzare il mercato dei bevitori che in età matura capiscono in che vicolo cieco si sono cacciati e si allontanano dalle bevande alcoliche.

La legge quadro sull’alcol (125/01) all’art. 13 dice proibisce:

"l’attribuire efficacia o indicazioni terapeutiche che non siano espressamente riconosciute dal Ministero della sanità"

"rappresentare in modo positivo l’assunzione di bevande alcoliche o superalcoliche"

"pubblicizzare direttamente o indirettamente le bevande alcoliche e superalcoliche nei luoghi frequentati prevalentemente dai minori di 18 anni di età"

Lasci che i produttori si facciano pubblicità da soli, e se ne assumano la responsabilità, gli amministratori degli enti pubblici farebbero meglio ad occuparsi più efficacemente dei problemi sociali causati dall’alcol.

Distinti saluti

Ennio Palmesino - Presidente Associazione Italiana dei Club degli Alcolisti in Trattamento


Egregio Assessore,
mi chiamo Roberto Graffieti abitante a Crodo Prov. di Verbania.
Frequento dal 2000 il CAT (Club Alcolisti in Trattamento) in quanto il consumo di bevande alcoliche ha prodotto non pochi problemi all’interno della mia famiglia.
Il percorso intrapreso all’interno e all’esterno del Club e in cui ho partecipato sempre più intensamente, ha prodotto in me la consapevolezza che la cultura del bere alcolico della comunità e l’inevitabile sottovalutazione (purtroppo anche mia) che essa ha e continua produrre è la causa delle oltre 30.000 morti sul territorio italiano in un anno. (Fonte Eurispes anno 2000).
Questa sottovalutazione, appresa con preoccupazione e non glieLo nascondo anche con irritazione, ho riscontrato anche nella sua proposta di promuovere il vino all’interno delle discoteche della riviera romagnola.
Più si sottovaluta un problema e più, inevitabilmente, aumentano i rischi e in questo caso (parlando di alcol che come Lei già saprà è una sostanza tossica e classificata come droga dall’Organizzazione Mondiale della Sanità), aumentano i rischi per la salute e il benessere delle persone.
Persone, Assessore, esseri umani e non solo consumatori che devono far girare l’economia del Paese. Discutibile comunque anche dal punto di vista di quanto incidano i danni alcolcorrelati sulle spese della gestione sanitaria dello Stato.
In Piemonte stiamo elaborando un progetto che definiremmo “Alcol e guida” che, proposto a livello nazionale, ha già avuto il patrocinio dell’ASAPS (Associazione Sostenitori Amici della Polizia Stradale) e che ci vede collaborare con l’Associazione dei Famigliari delle Vittime della Strada e le assicuro che tutto potremmo pensare per ridurre gli incidenti stradali e “le morti del sabato sera” tranne che proporre l’assunzione, ancorché controllata del “Buon vino” come Lei sostiene. Caro Assessore, l’alcol è alcol qualunque veste gli si dia (vino, birra, aperitivo alcolico, superalcolico o mascherandolo e spacciandolo per succo di frutta) o comunque lo si definisca dal punto di vista qualitativo (buono, discreto, ottimo, pessimo). Produce comunque e sempre gli stessi effetti sulle persone.
Ho sempre considerato l’Amministrazione Regionale Emiliana e Romagnola all’avanguardia nella gestione della cosa pubblica e nella promozione della cultura. Non mi faccia ricredere. Si confronti con le famiglie dei CAT e le loro Associazioni che pure esistono anche nella Sua Regione.
Faccio appello al suo senso di responsabilità per il bene comune. Prenda atto che ha proposto una iniziativa di cui non le erano pienamente conosciuti gli effetti dannosi che poteva produrre e la ritiri.
La mia non vuole essere una guerra contro l’alcol, mi creda. Credo che ogni persona sia libera di gestire il proprio bere alcolico, e la propria vita, come meglio crede ma sono convinto che per farlo in piena libertà e consapevolezza debba essere informata nel modo migliore sulle conseguenze delle sue scelte. La disinformazione non è certo la maniera migliore per raggiungere questo obiettivo.
Mi auguro, da persona che ricopre tale incarico pubblico, voglia prendere in considerazione questa mia e Le invio i miei
Cordiali saluti

Roberto Graffieti


 E’ veramente sconcertante l’iniziativa di promuovere vino per scongiurare i danni correlati al consumo e all’abuso di alcol.

Rimango allibito e senza parole.

Dott. Antonio Abrignani

Sociologo


© asaps.it
Giovedì, 30 Marzo 2006
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK