(Asaps) - È stata la
settimana del sangue e del dolore, quella appena conclusa. Prima di tutto con
la notizia che Tommy era stato ucciso. Poi un’intera famiglia giustiziata
sommariamente, in Calabria, una ragazza ed un tassista massacrati a Parma, un
altro sasso lanciato su un’auto in corsa e infine un brigadiere dei carabinieri
con una pallottola in testa, ancora una volta a Perugia, dove l’Arma sembra
essere finita nel mirino di assassini senza più il minimo scrupolo.
Cominciamo con il
povero Tommaso Onofri: chiunque mastichi un poco di cronaca o di polizia
l’aveva capito fin da subito che si trattava di un sequestro anomalo. Il trio
di sequestratori, i due uomini ed una donna, avevano chiuso subito con il fallimento più totale la loro trovata
sanguinaria per far quattrini sulla pelle di un bimbo malato, strappato alla
mamma ed al papà per essere trasportato maldestramente su uno scooter, il cui
conducente era caduto subito dopo. Rabbia cieca per un pianto che non si
smorza, interrotto per sempre con furia selvaggia a forza di badilate. Speravamo, ma con
poca convinzione.
Torna tutto alla
fine: due uomini ed una donna stretti nel silenzio di un pactum sceleris,
siglato col sangue di un innocente inerme. Storciamo il naso
per le barbarie dei sobborghi del terzo mondo e poi scopriamo che nella
provincia italiana del nord-ovest succedono le stesse cose di Baghdad o di
Kabul o di mille angoli nascosti in Africa o in Medio Oriente.
Ma che possiamo
fare? O meglio: possiamo fare qualcosa?
Possiamo lavorare
per avere pene certe, prima di tutto, e più severe. Possiamo pretendere da chi
stupra una volta di portare un bracciale per sapere dove vada, con chi. Lo
stesso per chi ruba, saccheggia, devasta, uccide.
Ma contro il Male,
quello assoluto, di chi sceglie deliberatamente di sopprimere un bambino o
comunque una vita, di chi lancia un sasso sperando di colpire qualcuno a
casaccio, di chi tira un grilletto per uccidere, cosa possiamo mai fare? –
(Asaps)
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