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Rassegna stampa Alcol e guida del 5 aprile 2006

a cura di Alessandro Sbarbada

SAVONA NOTIZIE

’Alcol test’ gratuito per autocontrollo nel fine settimana

Un milione di alcol test saranno distribuiti dal 7 aprile al 30 settembre nelle 207 aree di servizio della rete Autostrade per l’Italia.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito della campagna di sensibilizzazione “la vita è un soffio” voluta proprio dalla società Autostrade per cercare di ridurre gli incidenti stradali dovuti a comportamenti di guida errati. (*)
Tutti i venerdì e i sabato - da mezzanotte alle 5 del mattino - saranno distribuiti gratuitamente alle casse dei punti ristoro questo strumenti con cui i guidatori potranno misurare il proprio tasso alcolico.
“Una splendida iniziativa” ha commentato il prefetto Luciano Rosini, direttore centrale delle Specialità della Polizia di Stato. Dai dati della stradale infatti emerge che il fine settimana è il momento di maggiore rischio per gli incidenti stradali dovuti alla guida sotto abuso di alcol, soprattutto tra i giovani compresi tra i 18 e i 32 anni.
Fonte Polizia di Stato

 (*) Nota: questa è una buona notizia. Quando leggeremo che nelle 207 aree di Servizio della rete Autostrade per l’Italia hanno deciso di non somministrare e vendere alcolici sarà un’ottima notizia.


 BLOGOSFERE

CONTRO QUELLA MALEDIZIONE CHIAMATA ALCOL

Dal 7 aprile al 30 settembre, tutti i venerdì e sabato da mezzanotte alle cinque, Autostrade per l’Italia e i suoi partner commerciali distribuiscono gratuitamente nei punti ristoro un milione di alcotest per misurare i tassi alcolemici: è un’iniziativa per la sicurezza stradale che si chiama “La vita è un soffio”.

Per avere gli alcotest, basterà farne richiesta alle casse delle 207 aree di servizio della rete di Autostrade per l’Italia. I guidatori potranno misurare il loro tasso alcolemico, acquisire consapevolezza del proprio stato psicofisico ed - eventualmente - proseguire il viaggio in sicurezza.

Secondo i dati della Polizia stradale il fine settimana è il momento di maggiore rischio per gli incidenti correlati all’abuso di alcol. Sono soprattutto i giovani tra i 18 e i 32 anni i più esposti a questo rischio, a causa dell’inesperienza alla guida e all’abuso occasionale di alcol. Il tasso alcolemico dei conducenti non deve superare i 0,5 grammi di alcol per litro di sangue: è quanto previsto dall’articolo 186 del Codice della strada. Ma quel limite non va considerato un “valore soglia”, al di sotto del quale si è sicuri che l’alcol non provochi alcun effetto. Anche chi guida dopo aver bevuto una modesta quantità di alcol (per esempio, una lattina di birra da 330 ml o un bicchiere di vino da 125 ml) è più esposto al rischio di incidente rispetto a chi non ha bevuto: un concetto che, sul mio blog (http://dallapartedichiguida.blogosfere.it), mai mi stancherò di ripetere. Anche se i politici fanno finta che il problema non esista. 


 HELP CONSUMATORI

SICUREZZA STRADALE. Al via campagna "La vita è un soffio" per prevenire l’abuso alcolico 

Si è svolta oggi a Roma una conferenza stampa per la presentazione di "La vita è un soffio", una campagna per la sicurezza stradale organizzata da Autostrade per l’Italia e dai partner commerciali Ristoro (Autogrill, Camst, D’Ambrosio, Festival, FiniFast, Diramare, Moto, My Chef, On the Run Cafè, Ristop, Sarni). Il progetto prevede la distribuzione gratuita di un alcotest presso le casse di 207 Aree di Servizio della Rete Autostrade per l’Italia, nel periodo dal 7 aprile al 30 settembre (ogni venerdì e sabato da mezzanotte alle cinque).

"E’ ormai acclarato - ha dichiarato Giovanni Castellucci, Amministratore Delegato di Autostrade per l’Italia - che oltre il 90% degli incidenti mortali è dovuto ad errati comportamenti di guida. Per continuare a ridurre il tasso di mortalità sulla nostra rete, riteniamo che sia pertanto indispensabile sensibilizzare i viaggiatori sui comportamenti di guida più corretti". "Grazie al miglioramento della rete infrastrutturale, negli ultimi 5 anni si è dimezzato il tasso di mortalità ed è sensibilmente sceso il tasso di incidentalità globale. Ma ciò non è tuttavia sufficiente: serve infatti agire per promuovere modalità di guida consapevoli, prevenendo situazioni a rischio quali il colpo di sonno, l’eccesso di velocità e lo stato di ebbrezza". Il codice della strada prevede che il tasso alcolemico di chi guida non debba superare 0,5 gr/litro. La sanzione per i trasgressori è pari a 285 euro, con la detrazione di 10 punti patente. Ma il limite previsto non significa che al di sotto di questa soglia l’alcol non provochi alcun effetto. "Anche chi guida dopo aver bevuto una lattina di birra o un bicchiere di vino - viene sottolineato - è più esposto al rischio di incidente rispetto a chi non ha bevuto. Autostrade per l’Italia invita dunque gli automobilisti che si fermano nelle aree di ristoro la richiedere l’alcotest". (*)

L’iniziativa "La vita è un soffio" si inserisce nell’attività di comunicazione già avviata dai diversi soggetti coinvolti, sia pubblici che privati. Tra i vari progetti va ricordata l’esperienza "Caffè gratis di notte", condivisa dall’Intesaconsumatori, con cui si sono stati distribuiti gratuitamente quasi un milione di caffè ad autotrasportatori ed a viaggiatori di lunga percorrenza. "Oltre alla repressione - ha affermato Carlo Pileri di Intesaconsumatori - occorre agire per la prevenzione. Il test alcolemico in distribuzione dal 7 aprile consentirà di acquisire concretamente la consapevolezza dell’abuso di sostanze alcoliche e di diminuire l’incidentalità determinata dai singoli e non da fattori esterni".

Il Prefetto Luciano Rosini, Capo della Polizia Stradale, ha ribadito la necessità di impegnarsi in campagne di prevenzione. "Quando su 2400 patenti ritirate, 1800 sono quelle trattenute per guida in stato di ebbrezza, significa che molto deve ancora essere fatto. In tal senso fondamentale è il compito dell’informazione, anche per sconfiggere alcuni luoghi comuni: chiunque infatti può incorrere nell’abuso di alcol, non è un problema limitato agli alcolisti".

L’architetto Mauro Coletta, Direttore Centrale autostrade e trafori dell’ANAS, ha illustrato i recenti interventi per l’opera di miglioramento delle infrastrutture autostradali, che ha portato nel periodo 2001-2005 alla riduzione del tasso di mortalità a meno 30,1%. "L’iniziativa presentata oggi, a cui aderiranno sia autogrill sulle autostrade che locali da ballo, dovrebbe poi essere estesa anche alla rete stradale, spesso luogo di incidenti mortali".

Emanuele Scafato, direttore ISS dell’Osservatorio nazionale su fumo, alcol e droghe, ha ricordato che "l’alcol è la prima causa di morte in Italia tra i giovani d’età compresa tra i 18 ed i 24 anni. Il 3,5% del Pil del nostro Paese se ne va in alcol ed il 10% della popolazione è a rischio. Dati che devono far riflettere sui pericoli dell’abuso delle bevande alcoliche". "Il 20 aprile - ha concluso Scafato - sarà l’alcol prevention day, una giornata di presentazione contro l’abuso di alcol, soprattutto verso i giovani, con apposite attività comunicative su tv, radio e materiale informativo". "La corretta informazione passa soprattutto nelle discoteche - sostiene Antonio Flamini, Vice Presidente Associazione locali da ballo (SILB) - per aumentare la consapevolezza di decidere di non guidare in caso di eccessivo consumo alcolico". Secondo Luigi Guccione, Ente morale delle vittime della Strada, in Italia sono ancora pochi i controlli, e l’iniziativa di diffondere un kit per l’autocontrollo sul livello alcolemico va appoggiata sia da soggetti pubblici che privati.

 (*) Nota: l’essere consapevole dei rischi non significa sempre fare poi la cosa giusta. L’amministratore Delegato di Autostrade per l’Italia ha affermato che anche dosaggi legali di alcol comportano dei rischi. La logica conseguenza sarebbe che sostenesse che le autostrade si impegnano a fare in modo che gli autogrill non somministrino più alcolici. Da questo punto di vista la distribuzione di alcotest è un passo avanti, ma l’assenza di offerta di alcolici sarebbe ancora meglio.


 IL GAZZETTINO (PADOVA)

Gli incidenti stradali in Italia ...

Gli incidenti stradali in Italia costituiscono la prima causa di morte fra i giovani, secondo la stima dell’Istituto Superiore di Sanità. Nei soli fine settimana, dalle 2 alle 6 del mattino, muoiono più di 400 giovani fra i 15 e i 25 anni. Fra le cause: una scarsa conoscenza del codice stradale e una cattiva manutenzione del mezzo, ma il dato più allarmante informa che ben il 33% di questi incidenti è dovuto alla guida sotto effetto dell’alcool o droghe o addirittura ad un mix letale di alcool e stupefacenti.

Ogni anno in Italia si contano sulle strade circa 9 mila morti, 300 mila feriti, più di 20 mila disabili gravi con oltre il 33% di invalidità. In Veneto in un anno ci sono: 18.000 incidenti, 686 morti, 25.330 feriti. Padova è la seconda provincia della Regione per numero di incidenti con 3.813 sinistri l’anno.

In Italia il limite legale di alcolemia (concentrazione di alcool nel sangue) non deve superare 0.5 gr/l. Le sanzioni previste a carico di chi guida in stato di ebbrezza sono la sospensione della patente fino a 6 mesi e la sottrazione di 10 punti dalla patente di guida.

Per capire gli effetti dell’alcool basta pensare che una persona di circa 60 chili di peso, a stomaco pieno, già dopo aver bevuto una lattina di birra o un bicchierino di superalcolico o un bicchiere pieno di vino tende a guidare in modo più rischioso e imprudente perchè c’è una riduzione della percezione del rischio. Con quantità superiori si verifica una drastica riduzione della capacità di percezione degli stimoli sonori, luminosi e uditivi e della conseguente capacità di reazione.


 IL GAZZETTINO (PADOVA)

Incontri nelle scuole per la Settimana di prevenzione alcologica. L’assessore Piron: «La guida in stato di ebbrezza è la causa principale di incidenti tra i giovani» 

«La vita è un dono immenso, va rispettata» 

Agli studenti dell’istituto Leonardo Da Vinci parla la madre di un ragazzo che ha perso la vita sulla strada  

«Sono qui per dire a questi ragazzi che la vita è un dono immenso che si ha il dovere di rispettare, perché quando si rispetta la propria, si rispetta anche quella degli altri». E’ il messaggio che la signora Vanna De Tomi, responsabile per Padova e Provincia dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, ha voluto dare agli studenti dell’istituto Leonardo Da Vinci, ieri, nel corso dell’incontro organizzato all’interno della settimana della prevenzione alcologica promossa dall’assessore comunale alle Politiche Giovanili, Claudio Piron, che ripropone il progetto "Voglio una vita ResponsAbile".

«Mio figlio - ha continuato la De Tomi - è mancato nel maggio del 2000, in un incidente stradale causato dalla disattenzione di un altro giovane automobilista. I ragazzi debbono capire che certi avvenimenti cambiano la vita per sempre e che il dolore, in chi rimane, non si rimarginerà mai più. Vorrei che la mia testimonianza servisse loro per rendersi conto di quanto sia importante essere responsabili, specie quando si è al volante. Dal nostro osservatorio, purtroppo, continuiamo a vedere aumentare in maniera esponenziale il numero delle vittime della strada».

E i dati non fanno che confermare le parole della signora De Tomi. Nel 2005, solo a Padova, si sono registrati oltre duemila incidenti, di questi 148 per abuso di alcool e 10 per uso di sostanze stupefacenti. Venti sono stati incidenti mortali colpendo soprattutto le fasce di età compresa tra i 20 e i 30 anni e tra i 31 e i 40. Dati che si inseriscono all’interno di quelli nazionali evidenziando il fatto che le strade italiane "producono" 8.000 morti l’anno, oltre 20 mila disabili gravi e 300 mila feriti, quasi 35 ogni ora; stabilendo che per chi ha dai 15 ai 40 anni, la strada rappresenta la prima causa di morte. Statistiche che paiono essere un bollettino di guerra.

«Proprio così - ha commentato l’assessore Piron, intervenendo all’incontro con i ragazzi del Da Vinci - ed è per questo motivo che il Comune ha voluto promuovere questa campagna nelle scuole superiori, puntando il dito soprattutto contro l’alcool, visto che l’uso eccessivo di questa sostanza rappresenta la prima causa fra gli incidenti stradali che coinvolgono i giovani. Vorrei dire loro, con tutto il cuore, di essere responsabili e consapevoli che la vita, comunque la si voglia pensare, è qualcosa di grande, qualcosa che non merita di essere buttato via».

Gli studenti ragazzi ascoltano, sono colpiti da questi discorsi. Come emerso dai questionari compilati in questi giorni, proposti dagli esperti del Sert, sono molti i ragazzi che fanno spesso uso di alcolici. Tanti, anche dopo avere bevuto si mettono ugualmente alla guida.«A volte capita - ha detto una studentessa - di tornare a casa in macchina con un amico che sai ha bevuto troppo. Ma speri non succeda niente». "Alzare la testa, non il gomito", è lo slogan della campagna promossa dal Comune, proprio per sensibilizzare i ragazzi ad essere consapevoli, a non farsi "fregare" dal gruppo, a non "sperare" che tutto vada bene, ma a decidere, autonomamente, con la propria testa. Nei giorni scorsi analoghi incontri al Selvatico, Marconi e Natta, oggi al Pendola e Dante, domani al Ruzza e Marchesi.

Matteo Bernardini


 
IL GAZZETTINO (PADOVA)

Preoccupanti i dati di un questionario sull’abuso di alcolici distribuito al S. Antonio 

Ubriachi in motorino 

L’Aua registra un aumento di mezzi confiscati ai ragazzi 

Sono sempre di più i giovani, tra i 18 e i 35 anni, sorpresi alla guida in stato di ebbrezza. La conferma arriva dal presidente dell’Aua (associazione utenti auto) Adolfo Cappelli. «Negli ultimi sei mesi si sono rivolti a noi, per un consiglio e un’eventuale azione legale, almeno dai 2 ai 3 giovani al giorno. Sono tanti. Non credo sia aumentato il numero di chi abusa di alcol, piuttosto si sono moltiplicati i controlli delle forze dell’ordine. Abbiamo riscontrato anche una crescita di automobilisti sotto l’effetto degli stupefacenti. In realtà il numero potrebbe essere impressionante, il problema è che per verificare se un guidatore ha abusato di droghe bisogna effettuare un prelievo del sangue, esame invasivo che l’automobilista ha la facoltà di rifiutare».

Ricordiamo, che a chi viene beccato in stato di ebbrezza gli vengono decurtati dieci punti dalla patente e dovrà pagare un’ammenda tra i 600 e i 700 euro. Più grave, invece, lo stato di ubriachezza. In questo caso il guidatore diventa molto pericoloso, per l’incolumità sua e degli altri, e gli viene sospesa la patente. «Chi abusa di alcol al volante - prosegue Cappelli - sono maggiormente gli uomini, le donne si attestano intorno ad un 10-15 per cento». In massiccio aumento pure i ragazzini dai 14 ai 16 anni, in sella allo scooter, fermati in stato di ebbrezza. "Molti genitori - afferma Cappelli - si rivolgono l’Aua perchè il loro figlio ha subito il sequestro del mezzo. Negli ultimi sei mesi una cinquantina. Infatti, per un motociclista a differenza dell’automobilista, essere sorpreso in stato di ebbrezza significa la confisca della moto. Tuttavia, non c’è solo la guida sotto l’effetto dell’alcol come causa, ma anche il girare con lo scooter senza casco". Adolfo Cappelli conclude, però, con una buona notizia. «Rispetto ad un paio di anni fa gli incidenti, compresi quelli mortali, sono in netta diminuzione. La tecnologia e l’uso corretto delle cinture di sicurezza e del casco hanno ridotto sensibilmente le vittime della strada».

Oltre seicento i giovani e gli adulti che ogni anno vengono ricoverati in ortopedia per fratture e traumi seri causati da uno schianto, una cinquantina quelli che finiscono in rianimazione in condizioni gravissime. E tra le infrazioni rilevate la parte del leone la fa l’alcol: un padovano su cinque, tra coloro che accedono al Pronto soccorso, lo fa per problemi di abuso o dipendenza da alcolici, responsabili di incidenti stradali o domestici, cadute o fratture. E’ quanto emerge da un’analisi condotta al Pronto soccorso dell’Ospedale Sant’Antonio dove nell’arco di un mese sono stati sottoposti a questionario mille utenti di età superiore ai 18 anni, presentatisi nel presidio medico sia di giorno che di notte, per i motivi più diversi. La costante evidenziata è che nel 19,2% dei casi, con punte del 30% tra i giovani dai 18 ai 20 anni, l’eccesso di birra, vino, spritz, superalcolici, ha creato calo dell’attenzione, riduzione dei riflessi e del campo visivo, modificata capacità di valutazione del rischio, minor reattività nel passaggio dalla percezione del pericolo all’azione. I dati evidenziati, se rapportati al Pronto soccorso dell’Azienda ospedaliera dove si concentrano i traumi per incidenti stradali e infortuni, sono destinati ad aumentare fino a toccare quota 28-30%.

Marco Aldighieri

Federica Cappellato


 IL GAZZETTINO (UDINE)

PALMANOVA Per il 30% dei ragazzi della Bassa prima sigaretta tra 13 e 14 anni 

Fumuts spiritos per le medie 

In un Cd in friulano l’invito del Sert contro tabacco e alcol

Palmanova

Il servizio per le tossicodipendenze Ser.T dell’Azienda per i Servizi Sanitari n.5 "Bassa Friulana" ha prodotto un Cd, "Fumuts spiritos", contenente due videogiochi dedicati ai ragazzi delle scuole medie, alle loro famiglie ed agli insegnanti. I videogiochi trattano i temi dell’uso e dell’abuso di alcool e del fumo di tabacco, particolarmente sentiti in questa fascia d’età (per quanto riguarda il fumo, secondo un’indagine svolta nella Bassa friulana quasi il 30 % dei ragazzi inizia a fumare intorno ai 13-14 anni). Si tratta dunque di un progetto pilota di prevenzione delle abitudini di consumo di alcol e tabacco al fine di proporre ai ragazzi la possibilità di apprendere attraverso la propria lingua originale, il friulano, conoscenze e strategie preventive in relazione alle tematiche delle dipendenze. Il SerT ha infatti voluto proporre alla popolazione locale la versione in "marilenghe" di due questi due videogiochi, anche se esiste comunque una versione in italiano. Roberto Urizzi, responsabile del Sert motiva la scelta di proporre uno strumento innovativo quale il videogioco per comunicare con i ragazzi: «La proposta è stata realizzata nella logica di cambiare i linguaggi e le vie di approccio alla complessità dell’universo giovanile. Si intende potenziare, attraverso l’uso e la riscoperta della lingua locale, le tematiche della prevenzione dando senso alle più moderne indicazioni che orientano i formatori nel cogliere ogni opportunità legata al territorio».«Lo sforzo di creare e costruire uno strumento attuale vicino alle modalità relazionali dei ragazzi, congruo alle richieste didattiche degli insegnanti ed al contempo semplice, perché comprensibile, -continua Urizzi- rappresenta un passaggio culturale che pone al centro delle sue dinamiche la lingua nella comunicazione efficace».

Alessia Zanus


 
IL GAZZETTINO (PADOVA)

Settimana di prevenzione nelle scuole: preoccupanti i dati sugli incidenti

Lotta all’alcool 

Il Comune detta i dosaggi e le regole dello spritz

«Sono qui per dire a questi ragazzi che la vita è un dono immenso che si ha il dovere di rispettare, perché quando si rispetta la propria, si rispetta anche quella degli altri». E’ il messaggio che la signora Vanna De Tomi, responsabile per Padova e provincia dell’Associazione italiana Familiari e Vittime della strada, ha voluto dare agli studenti del Leonardo Da Vinci nel corso dell’incontro organizzato durante la Settimana della prevenzione alcologica promossa dall’assessore alle Politiche Giovanili, Claudio Piron. Oggi e domani gli incontri continueranno in altre scuole, per far conoscere ai ragazzi i pericoli derivanti dall’abuso di alcool e sostanze stupefacenti, anche quando ci si mette alla guida di auto e motorini. Intanto ieri l’assessore Sinigaglia ha presentato un protocollo sullo spritz, da sottoporre alla firma dei pubblici esercenti. (*)

 
(*) Nota: chiamare questa iniziativa lotta all’alcol è solo un eufemismo. In relazione alla salute, gli alcolici di qualità sono quelli non bevuti. Questa proposta sembra fatta più per tutelare i baristi che gli avventori.


 
IL GAZZETTINO (PADOVA)

L’INIZIATIVA 

Il Comune detta il dosaggio dello spritz: protocollo da firmare con i pubblici esercenti

Nasce la "Carta di qualità", marchio di garanzia del vero spritz alla padovana. Si tratta di un protocollo di intesa tra il Comune e le tre principali associazioni di categoria, presentato ieri in giunta dal vice sindaco con delega al Sociale, Claudio Sinigaglia e dall’assessore al Commercio, Ruggero Pieruz. «La Carta di qualità approvata dalla giunta - spiega Claudio Sinigaglia - adesso dovrà essere firmata, probabilmente la prossima settimana, dalle associazioni di categoria e ovviamente soprattutto dagli esercenti dei bar delle piazze e del centro, ma non solo. Il protocollo rientra nella campagna di informazione "Alza la testa non il gomito". In pratica abbiamo individuato il vero spritz alla padovana, in modo da offrire qualità ai clienti. Non dovrà superare il contenuto di 6 grammi di alcol e sarà composta da 1 centilitro di bitter (Campari o Aperol, ndr), 4 di vino e 5 di acqua effervescente. E’ vietato il gin. Sono, infatti, le varie misture alcoliche che certi esercenti mettono nello spritz a spedire molti giovani il fine settimana al pronto soccorso. Ricordiamo che ogni weekend arrivano in ospedale dai 5 agli 8 ragazzi».

«I baristi dovranno preparare lo spritz - sottolinea il vice sindaco - solo al momento dell’ordinazione e lo potranno consegnare solo al cliente che lo consuma. Gli esercenti, quindi, dovranno esporre fuori da locale il marchio Carta di qualità e si impegneranno a distribuire materiale informativo sugli effetti dell’abuso di alcol».

«Il Comune, invece, - conclude Sinigaglia - si impegnerà ad organizzare corsi gratuiti per la preparazione di cocktail per chi firmerà il protocollo d’intesa e a pubblicizzare l’esercizio che ha aderito alla Carta di qualità nel sito web del Comune. Inoltre, solleciterà ApsAcegas ad aumentare le uscite per la pulizia delle piazze e del centro. La speranza è che questa iniziativa sia accolta di buon grado da tutte le associazioni di categoria».

M.A.


 
IL MESSAGGERO

GLI inglesi sono esagerati: ... 

di MAURIZIO COSTANZO

GLI inglesi sono esagerati: per festeggiare la principessina Eugenia che compiva sedici anni hanno mandato tutto in “caciara” come si dice a Roma bruciando tappeti, consumando ettolitri di alcolici e appartandosi per suggestioni sessuali ovunque. La povera Regina che sta per compiere ottant’anni si è ritrovata con un’altra grana. Ma lei conosce gli eccessi e la vocazione alle trasgressioni dei suoi sudditi. A me quando gli inglesi perdono la testa, mi sono simpatici.


 
IL MATTINO (SALERNO)

Via Roma, discariche nella city

RENATO DI LASCIO Battipaglia. È un dedalo di stradine e di traverse. Collegano via Matteo Ripa con via Roma, pieno centro, la city, la città del commercio e degli affari. Anfratti, angoli bui, dissesto stradale, marciapiedi inesistenti. Un degrado indescrivibile nel quale proliferano rifiuti di ogni genere, spaccio e consumo di sostanze stupefacenti e di bevande ad alto tasso alcolico. A due passi dal centro della città (incroci con via Mazzini, via Trieste), vicino ad una movida spesso violenta, che trasferisce proprio in quelle stradine le trasgressioni peggiori con risse, pestaggi, droga, ubriacature, sesso a buon mercato. «Non se ne può più. Si vive in una situazione di continuo pericolo - denuncia Donato De Stefano, ex dipendente Face, tra i promotori della protesta - Assistiamo di giorno e di notte a spettacoli indecorosi. E poi la sporcizia, i rifiuti, il buio, marciapiedi e strade rotte. Ogni protesta e lamentela sino ad oggi non ha avuto alcun seguito». Lettere, telefonate e fax inviate all’azienda di Igiene Urbana, agli amministratori, al comando di Polizia Municipale, alle forze dell’ordine. I condomini dell’asse via Roma-via Matteo Ripa non si sono insomma risparmiati nel sollecitare interventi e misure adeguate. «È una storia che va avanti da anni con una escalation degradante e oramai senza più limiti - dice la signora Angela Schiavo, casalinga - Mi affaccio al balcone e vedo di tutto ad ogni ora del giorno. Esco di casa e devo guardarmi intorno con circospezione e poi a terra per evitare siringhe piene di sangue, escrementi, immondizia, materiale di risulta». Via Matteo Ripa: il caos dei parcheggi a pettine, il dissesto dei passaggi pedonali, un autentico budello per l’intenso traffico di disimpegno proveniente dalla zona a nord della città. «Sono caduta già due volte per evitare le auto in sosta su quello che resta dei marciapiedi. E poi quante brutte persone in quei vicoli piuttosto stretti e contrassegnati da buche enormi - spiega una combattiva pensionata di 85 anni - Non metta il mio nome sul giornale, per favore. Posso dire di non aver paura, ma alla mia età come faccio a difendermi? Pensi che per andare su via Roma sono costretta a fare un lungo giro per non fare certi percorsi pericolosi. Insomma aspetto gente per poter camminare con un minimo di tranquillità». È poco oltre mezzogiorno. Tre giovani trovano rifugio in un ballatoio, pieno zeppo di siringhe e di rifiuti, a pian terreno di un fabbricato. Si drogano. Incuranti di passanti e di auto che procedono a passo d’uomo. «Li vede - indica un attempato signore - è cosi sempre. E quanti sono quelli che vengono proprio qui nel nostro quartiere a bucarsi. Si sentono probabilmente al sicuro in questi vicoli tanto non c’è nessuno che controlli, pulisca, sorvegli, protegga donne e bambini dalla vista di queste scene indegne». E la preoccupazione dei residenti della zona cresce ancora di più con l’avvicinarsi della bella stagione. La vicinanza con le piazze e le strade della movida non li rende affatto tranquilli. Bulli e bande di balordi sono stati in un passato recente i protagonisti di risse gigantesche, aggressioni, scippi, molestie a giovani donne. E poi gli spacciatori. «Sarà un’altra estate calda e non certo solo per la temperatura - allarga le braccia uno sconsolato negoziante di via Roma - Spero solo che il tanto pubblicizzato negli anni scorsi Programma di Sicurezza venga finalmente reso esecutivo con forze dell’ordine e vigili urbani in stretta collaborazione per garantire tranquillità a cittadini e commercianti con servizi di prevenzione e di controllo nelle zone maggiormente a rischio». 


 

 IL GAZZETTINO (TREVISO)

PIAZZA IV NOVEMBRE Commercianti e residenti esasperati dopo l’ennesima lite tra extracomunitari 

«Troppe risse, viviamo nel terrore»

«La situazione è insostenibile. L’amministrazione aveva assunto degli impegni che non ha mantenuto»

Conegliano «Prima o dopo qui ci scappa il morto. E sarà un morto annunciato, purtroppo, perchè è ormai da tempo che denunciamo la situazione, chiedendo più controlli e più protezione. Nessuno, però, finora ha fatto niente».Animi comprensibilmente esasperati, dopo l’ennesima rissa con ferito, tra i (pochi) commercianti ed esercenti rimasti a lavorare nella zona di piazza IV Novembre. «La situazione è insostenibile - denunciano gli operatori economici - e, purtroppo, finora nessuna delle promesse è stata realizzata. L’amministrazione, nell’ultimo incontro avuto mesi fa, aveva garantito che avrebbe installato la telecamera e imposto tempi strettissimi ai proprietari dell’immobile per il recupero. Sono passati parecchi mesi e non sono ancora arrivate nè le telecamere nè il recupero». «Abbiamo perso parte della clientela, la sera nessuno ha più il coraggio di passare o di parcheggiare in piazza IV Novembre - denuncia Fiorella De Pizzol della pizzeria "Al Fogher". L’amministrazione si era presa degli impegni che finora non ha mantenuto - aggiunge - qui intanto la situazione continua a peggiorare. Le auto degli immigrati ostruiscono abitualmente il nostro ingresso, in piazza succede di tutto, la sporcizia è all’ordine del giorno e nessuno fa nulla». «Le liti serali sono frequentissime - denuncia Gina Poles, titolare del bar "Red Rose" - a volte chiamiamo le forze dell’ordine a volte lasciamo perdere, perchè finire sempre sui giornali associati alle risse scredita il locale. Questa, però, è la zona più calda di Conegliano: sette mesi fa avevamo chiesto al sindaco più protezione, più illuminazione e più controlli. Non s’è visto nulla. Noi la sera abbiamo paura e per questo abbiamo deciso di anticipare la chiusura». «La piazza, dopo una certa ora diventa ritrovo di ubriachi perchè in uno degli appartamenti occupato dagli immigrati vengono vendute lattine di birra a prezzo stracciato e gli extracomunitari ne bevono in grande quantità, salvo poi buttare in giro lattine, carte, immondizie ovunque e fare propri bisogni, ormai anche in pieno giorno, sul Monumento ai Caduti», denuncia un esercente. «Dagli appartamenti occupati dagli immigrati di notte arriva giù di tutto: immondizie, polli morti, sangue, un disastro che poi al mattino dobbiamo ripulire», racconta una negoziante. «I vigili passano poco o niente - denunciano gli operatori - non li abbiamo mai visti fare una multa agli immigrati che pure parcheggiano le auto ovunque». «Polizia e carabinieri, anzichè limitarsi a passare senza scendere dall’auto, dovrebbero controllare sistematicamente i permessi di soggiorno delle decine di immigrati che stazionano fuori dai phone center a tutte le ore perchè molti sono clandestini: in questo modo scoraggerebbero almeno gli immigrati illegali a ritrovarsi qui», fanno presente alcuni commercianti. «Ormai il rischio - dicono i titolari del Red Rose - è che se anche si recupera il fabbricato la piazza resti il ritrovo degli immigrati perchè ormai per loro è diventata un punto di riferimento. Per questo chiediamo più controlli e più severità nei confronti dei clandestini».Installazione immediata della telecamera e presenza fissa di un vigile urbano: queste le due richieste che arrivano dal capogruppo della Lega Giovanni Bernardelli. «I proprietari dell’immobile hanno responsabilità relative per la situazione venutasi a creare - sostiene -. Il sindaco aveva garantito che da fine ottobre 2005 i proprietari dovevano iniziare la ristrutturazione e che sarebbe stata installata una telecamera. Non è stato fatto nulla e Zambon ripete, sei mesi dopo, le stesse identiche promesse». «Ci stiamo impegnanto al massimo per risolvere la situazione di piazza Iv novembre - garantisce l’assessore Mirto - la telecamera sarà installata entro fine aprile».

Elisabetta Gavaz


 
IL GAZZETTINO (TREVISO)

CONEGLIANO 

Risse, paura in piazza IV novembre

Residenti e commercianti di piazza IV Novembre, in pieno centro a Conegliano, sono ormai esasperati. «Viviamo nel terrore» - affermano dopo l’ennesima rissa nella quale è rimasta ferita una persona. La piazza è frequentata da numerosi immigrati. «Bevono lattine di birra che acquistano a prezzi stracciati in un appartamento dove vivono alcuni stranieri e lasciamo immondizie ovunque; fanno i propri bisogni sul Monumento ai Caduti e le auto ostruiscono continuamente l’accesso. Dalle finestre degli appartamenti viene lanciato di tutto». In più c’è la paura per le frequenti risse. I residenti sono stanchi, i commercianti lamentano un calo delle vendite. Qualcuno ha anche preferito spostare l’attività.

«Abbiamo paura - affermano - soprattutto la sera - chiediamo maggiori controlli, ma finora nessuno ha fatto niente.

GAVAZ


 LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

In quattro denunciati per atti osceni 

Un’orgia all’ombra del «solito» stadio

La gente che vive intorno allo stadio San Nicola ne ha le scatole piene. Ogni notte è un rodeo: schiamazzi, atti osceni, urla, il rumore dei pneumatici che raschiano l’asfalto, il ruggito dei motori, le bottiglie di birra e di vino che vanno in pezzi. Ogni notte è la stessa storia, lo stesso fastidio che entra in casa insieme ai rumori. Guai poi ad avvicinarsi all’astronave. Intorno all’anello si muove inquieta e insoddisfatta una umanità che cerca emozioni forti. Quando le trova vi si immerge fino alla cima dei capelli, perdendo ogni contegno, ogni pudore. Non hanno cercato un riparo, un luogo lontano da sguardi indiscreti le quattro persone, una donna e tre uomini (accoppiati secondo un criterio che non saremo noi a sindacare), colti dai carabinieri in atteggiamenti che definire intimi sarebbe eufemistico. Lo scopo dei militari non era certo quello di ficcare il naso nelle macchine parcheggiate nella zona ma quello di porre fine alle giostre, agli schiamazzi e agli abusi. Non hanno potuto fare a meno di prendere atto di quello che stava accadendo in quelle due macchine e fuori. I quattro sono stati denunciati per atti osceni in luogo pubblico. Uno degli uomini anche per possesso di un coltello.l.nat.


 
IL GAZZETTINO (PADOVA)

MONSELICE. TROVATO CON 25 GRAMMI DI HASHISH 

Ubriaco fugge ai carabinieri a 170 l’ora

Folle inseguimento a un 29enne di Ospedaletto, concluso sbattendo addosso a una recinzione

Monselice

(O.M.) Quasi una scena da film, con inseguimento sul filo dei 170 all’ora lungo la strada regionale 16 Adriatica, conclusasi in via Canaletta a Monselice, strada stretta e dissestata per il recenti lavori di posa della condotta della rete fognaria.

Alla fine è stato bloccato dai carabinieri di Monselice a bordo della sua Opel Corsa. Si tratta di E. B. 29 anni, di Ospedaletto Euganeo, trovato in possesso di 25 grammi di hashish in barrette. Il giovane è stato portato in caserma per gli adempimenti prescritti dalla legge. Il suo strano comportamento, però, ha indotto i militari dell’arma a sottoporlo al test dell’etilometro. Il risultato è stato che l’alcol presente nel sangue era di 2,3 rispetto allo 0,50 previsto dalla legge. Al giovane, già conosciuto alle forze dell’ordine, è stata contestata la detenzione di sostanze stupefacenti, guida in stato di ebbrezza e pericolosa.

Tutto è iniziato intorno alle 22.30 dell’altra sera, a un normale controllo sull’Adriatica all’altezza del distributore Total a Monselice. Hanno intimato all’Opel Corsa proveniente dal centro di fermarsi. Il conducente invece ha pigiato il piede sull’acceleratore. I militari dell’Arma sono saliti sull’auto e si sono lanciati all’inseguimento, in direzione di Padova. Giunta al quadrivio della Rivella l’Opel ha girato a sinistra in direzione di Monticelli. Trovando il passaggio a livello chiuso la vettura in fuga ha imboccato via Caneletta. Il fondo stradale della strada è dissestato. Tentando di seminare i carabinieri, il giovane conducente della Opel non ha rallentato, rischiando molto visto che parallelo scorre un profondo canale. Alla fine E.B. è sbandato,e con la fiancata sinistra ha sbattuto contro un muro di recinzione e i carabinieri l’hanno bloccato.


 
CORRIERE ROMAGNA

Ubriaco e molesto: condannato palermitano

SAN MARINO - Complice qualche bicchiere di troppo, aveva iniziato ad importunare con una certa insistenza alcune ragazze che, come lui, si trovavano al bar “Confine” di Chiesanuova. Era intervenuto il gestore, chiedendogli di pagare il conto e di andarsene, poiché stava dando fastidio alla clientela, ma l’uomo, un palermitano di 43 anni, Mario Angelo Schimmenti, ha reagito male, iniziando ad inveire contro tutto e tutti. Era in compagnia di un amico, molto più tranquillo di lui.A quel punto è intervenuto un gendarme non in servizio, che si trovava nel bar, ma l’uomo ha iniziato ad offendere anche lui e non si è limitato alle ingiurie, ma cercava di colpirlo anche con calci e pugni. Poi, perduto l’equilibrio, si è aggrappato a lui strappandogli la maglia. Ieri, per questo episodio avvenuto il 18 maggio del 2003, è stato condannato ad una multa di 400 euro per le offese, e a 15 giorni di arresto per manifesta ubriachezza. L’uomo aveva numerosi precedenti, sempre legati allo stato di ebbrezza.


 
TGCOM

Si spoglia su autobus e fa bisogni

Bologna, denunciato marocchino ubriaco

Un marocchino di 38 anni si è denudato su un autobus della linea 11, a Bologna. Alle rimostranze degli altri passeggeri - che hanno chiamato il 113 - l’uomo ha risposto scendendo semplicemente dal mezzo e facendo i propri bisogni sul marciapiede. Un "siparietto" che all’immigrato, ubriaco, è costato una denuncia per atti contrari alla pubblica decenza e per la mancata esibizione dei documenti di identità.

Lo "show" ha avuto luogo in via Po intorno alle 18:30, alla periferia della città emiliana. Gli esterrefatti passeggeri, che si sono ritrovati davanti l’uomo con pantaloni e indumenti intimi abbassati, hanno subito chiamato la polizia. Ma nel frattempo il marocchino è sceso dal mezzo e ha fatto pipì nei pressi della fermata, lasciando senza parole altri passanti. L’esibizione è finita con l’arrivo della volante e con la relativa denuncia.


 
LA PROVINCIA DI CREMONA

Cremona/1. Il premio Campiello ieri al Centro interculturale

Pino Roveredo scrittore di vita

di Nicola Arrigoni CREMONA — «La scrittura e la lettura nel disagio sono molto frequentate per non restare soli», così Pino Roveredo, premio Campiello per la raccolta di racconti Mandami a dire, motiva il suo bisogno di scrivere e narrare le storie degli ultimi nella classifica della vita. Ieri sera al centro di via Speciano l’incontro con lo scrittore triestino, intervistato dal sindaco Gian Carlo Corada e organizzato dall’assessorato alle Politiche Educative e dal Caffé Letterario di Crema, è stato un emozionante viaggio nella Trieste degli ultimi, nel mondo dell’emarginazione che si riscatta nella scrittura e nello sguardo fisso in fondo all’anima e ha nel manicomio che fu di Basaglia il suo tempio di dolore e dignità silenziosi. Introdotto da Paolo Gualandris del Caffé letterario e glossato da Gian Carlo Corada che ha definito il modo di scrivere di Roveredo come ‘realismo magico’, lo scrittore ha raccontato di sé, della sua storia ai margini e di come la passione per la scrittura l’abbia salvato dall’abisso, di come — con prospettiva differente — continui a frequentare quell’abisso, quasi a pagare un debito nei confronti del suo riscatto, debito che sente nei confronti di quanti non sono riusciti a sconfiggere la dipendenza dell’alcool, a quanti assommano detenzioni su detenzioni, quasi a ricercare una prigionia carceraria e manicomiale che possa lenire la solitudine. Figlio di genitori sordomuti, a sei anni rinchiuso in un istituto dove la disciplina coincideva con la violenza, ragazzo di strada, destinato al carcere e al manicomio, in un calvario contrassegnato dall’alcool, Roveredo ha riunito nei suoi racconti non solo la sua vita, ma soprattutto gli incontri nei luoghi deputati al dolore. E allora l’incontro con Mario lo sposo, uno che in manicomio chiedeva a tutti di sposarlo, è toccante nell’offerta che Mario fa a Pino legato in letto di costrizione con un caffé e mezza sigaretta, e chi ha frequentato i matti sa quanto le sigarette siano più preziose dell’oro... Ma c’è anche Cecilia che ha vissuto quarant’anni di manicomio guardando la vita passare fuori dalla finestra, o ancora la ragazza madre Marietta che oggi ormai vecchia gira per il manicomio con una carrozziona giocattolo e una bambola sostituta della figlia che le fu sottratta alla nascita... Roveredo racconta tutto ciò e dice di sè, strappa l’applauso ad ogni pausa con un suo parlare cantilenante dolcemente triestino, con l’accostare concetti che si rincorrono. Roveredo ha il fascino dell’indefinito confine fra follia e saggezza e questa mattina alle 10 incontrerà al Cittanova i ragazzi delle superiori.


 
LIBERO NEWS

Russell Crowe, alcool, fumo e rock and roll

Il divo sotto accusa per le ‘bionde’

Prima i pugni e le denuncie, ora il fumo e l’alcool. Non c’e’ pace per ’il Gladiatore’ Russell Crowe.

Giovedì, 06 Aprile 2006
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