Giovedì 18 Luglio 2024
area riservata
(ASAPS) Importante decisione della Consulta: resta il potere del prefetto di indicare le strade, o tratti di esse, sulle quali - quando vengono utilizzati dispositivi di rilevazione a distanza delle infrazioni (ad esempio i poco simpatici autovelox) - non vi è l’obbligo di contestazione immediata dell’infrazione. Con una ordinanza depositata il 7 aprile in cancelleria la Corte costituzionale ha respinto il ricorso proposto dal Giudice di pace di Isernia contro la norma del Nuovo codice della strada che attribuisce al prefetto il suddetto potere. Il ricorrente aveva tra l’altro lamentato che la non contestazione immediata dell’infrazione stradale non consente all’automobilista di esercitare pienamente il diritto di difesa. I giudici della Consulta hanno risposto ricordando di avere già avuto occasione di dire che "l’omissione della contestazione immediata di un’infrazione punita con una misura amministrativa non integra di per sè una violazione del diritto di difesa". "La norma impugnata - hanno inoltre fatto rilevare - non incide sulla possibilità per il cittadino di contestare la fondatezza dell’infrazione imputatagli dall’amministrazione"; "e il cittadino ha anche la possibilità di eccepire in giudizio l’illegittimità del provvedimento prefettizio di individuazione del tratto di strada nel quale è possibile rilevare l’infrazione con dispositivi di controllo a distanza, eventualmente chiedendone la disapplicazione al giudice dell’opposizione all’ordinanza-ingiunzione". La Corte Costituzionale ha poi ribadito che non è neppure violato il principio costituzionale di uguaglianza: "le diversità riscontrabili a proposito dell’obbligo della contestazione immediata - ha fatto osservare la Corte - dipendono dalle differenti condizioni che caratterizzano i vari tratti di strada". (ASAPS) | |